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Autore: Mai Valentine    11/11/2023    0 recensioni
«Cosa vuoi che siamo, donna?» gli aveva chiesto una mattina poco prima dell’alba, il giorno prima di approdare a Sabaody.
«Amici?» gli aveva risposto cercando di ricomporsi con ancora i battiti del cuore accelerati.
«Non chiedi altro?»
«Zoro sono abbastanza grande da capire cosa possiamo essere e cosa no. Ho nove anni più di te» aveva sorriso accarezzando la schiena con la punta delle dita. Zoro aveva sussultato ma si era alzato e senza dire più una parola era andato via.
**^
ZoRobin e riferimenti SaNami
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                          Buon compleanno


Era notte fonda sulla Sunny e nessun rumore. Solo il profondo russare di Rufy. Il nuovo re dei pirati, si era addormentato sulle assi del pavimento dopo una notte di baldoria, sopra la pancia di Jinbei. Chopper gli dormiva accanto e ogni tanto il capitano, sognando cibo, gli leccava la fronte. Nami era tornata nella sua stanza mentre Robin si era offerta di ordinare e rassettare la cucina, sebbene il cuoco avesse protestato veementemente. L’archeologa gli aveva ricordato la possibilità di passare una notte, da solo, con la navigatrice. Sanji, rosso in volto era scappato volteggiando sulle gambe per raggiungere Nami. Ora, Robin passeggiava sulla Sunny. Doveva dare il suo regalo di compleanno a Zoro. Aveva deciso di consegnarlo dopo la festa. Non voleva che gli altri lo convincessero a fare qualcosa contro la sua volontà, solo perché in obbligo. I suoi pensieri incerti erano stati spazzati via alla vista di Chopper, Rufy e Jinebi che dormivano insieme, poi con fare materno aveva posato sul loro corpo una coperta che aveva preso dalla sedia a dondolo. Tutti dormivano tranne lei, Sanji e Nami, e Zoro. La luce di una candela nella coffa la convinse ad andargli a far visita. Le gambe tremavano. Salì le scale che la portavano nel luogo della guardia notturna e del loro santuario. Zoro era intento nei suoi allenamenti, dopo aver mangiato e bevuto, rinforzare il corpo e lo spirito era la cosa giusta da fare. Nonostante qualche sbadiglio di tanto, in tanto. Distrattamente tra un peso e l’altro guardava anche la porta, di solito quando lui era di guardia Robin non si faceva attendere e invece, oggi, anche nel giorno del suo compleanno ritardava. Non era poi davvero così interessato a festeggiare i suoi natali ma di certo a Robin, sì. No, non lo avrebbe mai ammesso apertamente. Il suo unico scopo era ormai difendere il titolo di miglior spadaccino del mondo e re dell’inferno, conquistato con fatica, non certo perdersi dietro le gonne delle donne. Di una donna. In un impeto di rabbia lanciò il manubrio contro la porta che si aprì in quell’istante. Robin si scostò rapidamente per evitare il colpo. Zoro impallidì e arrossì allo stesso tempo. «Non credo che Franky sarebbe felice di sapere che ti diverti a sfondare le porte della Sunny oltre al fatto che potevo morire e ti sarebbe toccato pulire tutto il sangue». Zoro bofonchiò mezze scuse rosso in volto ma non disse nulla. Riprese ad allenarsi. La presenza di Robin lo innervosiva ed eccitava allo stesso tempo. L’archeologa sorpresa dall’atteggiamento strano del ragazzo decise di sedersi e sfogliare le pagine del libro che aveva abbandonato sul pavimento solo qualche sera prima. Anche lei era nervosa e poco concentrata alla lettura. Preferì ammirare il corpo dello spadaccino, i muscoli che si alzavano e abbassavano, le goccioline di sudore che bagnavano il pavimento e il suo volto contrito dalla fatica. Zoro si rese conto che la donna lo stava osservando. «Che hai da guardare» disse brusco. Non gli piaceva quando lei si perdeva ad ammirarlo, proprio no, il suo stomaco andava in subbuglio e il suo cuore perdeva qualche battito. «Non sei più loquace del solito ma a quest’ora ci saremmo già allenati in un altro modo, insieme». Robin cercava di allentare la paura. Zoro non rispose, l’ultima parola pronunciata con una certa lascività lo aveva reso ancora più nervoso. Robin scrollò le spalle e riprese la lettura. Avevano solo poche ore prima festeggiato tutti insieme e ognuno aveva dato il regalo allo spadaccino, in realtà tutti tranne Robin. Zoro non capiva il perché, non che gli importasse, almeno non del regalo in sé ma perché cosi poteva avere qualcosa dell’archeologa da tenere vicino. Dannazione, stava diventando un vero idiota e sicuro non voleva essere come il maniaco del cuoco, nonostante i molti loro anni di relazione. Sbuffò e nervosamente lasciò cadere i pesi sedendosi accanto alla donna dagli occhi chiari. Robin sollevò lo sguardo verso il ragazzo. Non l’aveva mai visto così nervoso in sua presenza, neanche la notte della loro prima volta. Robin gli accarezzò la schiena facendo su e giù con le dita. Zoro si rilassò sotto quel tocco delicato e femminile. Per Ener, quanto amava le dita di Robin sulla pelle! «Zoro il mio regalo è proprio qui, in questa stanza per questo non te l’ho consegnato prima». Zoro sgranò gli occhi, scattando all’in piedi. «Sei fuori strada se pensi che mi importi». Robin accavallò le gambe spingendo il busto in avanti. «Sicuro Roronoa Zoro?». La vena sulla fronte gli pulsava maledettamente. Quella donna sapeva come farlo andare su tutte le furie, in tutti i modi. Robin si alzò e dai sedili del divano e tirò fuori due involucri di carta colorata. Zoro pensò a come diamine non aveva fatto ad accorsene prima. Aveva perlustrato la coffa da cima a fondo tranne quel piccolo, insignificante punto. «Sorpreso?» domandò la donna, sorridendogli. Zoro sentiva il cuore battere a mille quando Robin gli consegnò tra le mani i regali ma non fece trapelare nessuna emozione. Almeno così credeva. «No, per nulla» rispose con finta indifferenza. Le mani lo tradirono, gli tremavano un po’ ma Robin non disse nulla. Zoro scartò con una certa fretta i doni. La saliva si era fermata in gola, il pomo d’Adamo faceva su e giù. «E’ uno scherzo?» domandò con voce profonda. Robin scosse in segno di diniego la testa guardandolo dritto negli occhi. «E’ un test di gravidanza» disse con voce tranquilla ma dalla strana inclinazione, come se fosse intimorita. «Lo so che cos’è!» disse rosso in volto e agitato. Le mani gli sudavano come mai in vita sua. Neanche quando aveva sconfitto Mihawk e preso il titolo di miglior spadaccino del mondo. Con un filo di voce continuò «quindi io e te». Robin annuì «ma solo se vorrai» disse con il cuore che gli batteva in gola. Zoro si precipitò verso Robin prendendola tra le braccia. Il sorriso sul volto dello spadaccino allontanarono tutti i dubbi e le incertezze. Con sorpresa di Robin, Zoro corse giù per le scale della coffa, fino ad arrivare alla stanza delle ragazze che con un calcio sfondò la porta. Sanji scattò dal letto mentre Nami copriva il suo corpo nudo. «Ehi, cuoco diventerò padre prima di te!» gridò. Sanji sgranò gli occhi mentre tutta la ciurma si svegliava per il gran baccano. «Cosa hai fatto alla cara Robin chawan!» e iniziarono a litigare. Robin fu posata sul letto accanto a Nami. Tutta gli uomini entrarono nella stanza. Rufy con in bocca il braccio di Chopper, bofonchiò «chi mangia padre?». Chopper colpì Rufy liberandosi dalla presa. Nami ormai al limite della pazienza scatenò Zeus che incenerì tutti. Solo mezz’ora dopo, Robin con calma e sorseggiando un tè in cucina, spiegò che presto avrebbero avuto un nuovo membro nella ciurma che ora cresceva nella sua pancia. Il padre era Zoro. Rufy scosse la testa confuso. Jinbei gli promise che in seguito gli avrebbe spiegato come nascevano i bambini ma che adesso bisognava festeggiare, ancora una volta. Nella confusione Robin trascinò Zoro fuori dalla cucina sul ponte della Sunny sussurrandogli all’orecchio «Buon compleanno, Zoro».
        
***
 
Nove mesi dopo Robin aveva dato alla luce le due gemelle Roronoa. Kuina dai capelli bianchi e Olvia dai capelli verdi e alla parete della piccola stanza di Zoro e Robin era appeso il secondo regalo dell’archeologa: un quadretto con tutta la ciurma e una piccola scritta in calce: a te, Roronoa Zoro. Tua Robin.




Angolo Autrice 

Mai Valentine: Sicuramente sarà un po’ banale aggiornare nel giorno del compleanno di Zoro, tuttavia e un capitolo nato e scritto in poco tempo. Ovviamente, non sappiamo quando Rufy diverrà il re dei pirati e tutti realizzeranno i loro sogni ma mi andava di scrivere qualcosa di tenero. Un caro saluto a tutti.
   
 
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