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Autore: Abby_da_Edoras    13/11/2023    6 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor e Rogue One]
Eccomi qua a infestare con le mie impossibili OTP anche questo fandom! XD Siamo alla fine della seconda stagione di The Mandalorian e, nella mia versione, Luke accompagna Din Djarin e Grogu a casa di Han e Leia per rassicurare il Mandaloriano che il suo piccolo sarà al sicuro. Là, però, il Mandaloriano incontrerà anche altre persone tra cui "un certo" Cassian Andor (che nella mia ff è stato salvato dieci anni prima da Ahsoka Tano) e questo incontro cambierà molte cose nella vita di Din e Cassian ma anche di altri personaggi. E scusate se sono pazza!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, The book of Boba Fett ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin, Principessa Leia Organa
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 2: Unleash your inner force

 

Climb way higher, free your fire
Never looking down below
Aim for the top, keep in motion
Get ready sometimes to fall
Light the embers, make it happen
Dare to fight against the odds
Be the one to shape your future
Just unleash you inner force
Unleash your inner force!
Animus!

(“Animus” – Moonlight Haze)

 

“Le stanze per gli ospiti sono da questa parte” disse Ahsoka Tano al Mandaloriano, facendogli cenno di seguirla. Lui, però, sembrava voler attendere ancora prima di ritirarsi in camera.

“Vorrei prima fare un giro qui attorno, vedere tutta la residenza, insomma, per rendermi meglio conto del luogo in cui il piccolo vivrà d’ora in poi” rispose lui.

“Beh, fai come preferisci, comunque prima dovresti venire a vedere qual è la tua stanza” insisté la Jedi.

“Ahsoka, non preoccuparti, ci penso io” si offrì molto altruisticamente Cassian. “Gli farò visitare la casa e poi lo accompagnerò nella sua stanza.”

“Oh, fate pure come volete, per me non cambia niente” replicò Ahsoka, fissando in un modo particolarmente insistente l’amico. “Del resto anche tu vivi qui, per cui sei il più adatto a mostrare la residenza a Mando. Buonanotte, allora.”

E, scambiando uno sguardo molto significativo con Jyn, si avviò con lei verso le camere.

Il Mandaloriano restò da solo con Cassian che, a quel punto, si sentiva strano e continuava a non capire perché…

“Bene, allora… da dove vuoi iniziare?” domandò.

“Dimmelo tu, sei tu che vivi qui” rispose il Mandaloriano.

“Dunque, forse è meglio iniziare da fuori, ti mostro i giardini e il grande cortile dietro la residenza, penso che sarà là che Luke addestrerà il piccolo Grogu. Come potrai vedere è un luogo sicuro e protetto, ci sono soldati a guardia dei portoni di ingresso e telecamere di sorveglianza dappertutto. In fondo è la residenza di una Senatrice della Nuova Repubblica” Cassian parlava a raffica e si era mosso verso l’uscita del salone, mentre il Mandaloriano lo seguiva in silenzio e guardandosi attentamente intorno.

Ben presto i due giunsero nella parte esterna, con i giardini e i grandi cortili. Cassian lasciò che l’ospite esaminasse tutto con cura e poi si fece coraggio e disse quello che voleva dire fin dal principio.

“Per quello che può valere, io non sono d’accordo con quello che ti ha detto Ahsoka su Grogu” buttò là. “Insomma, va bene che lei è una Jedi e io di queste faccende e della Forza non ne so niente, però so una cosa: affezionarsi a una persona, avere un punto di riferimento nella vita, non può essere in nessun caso una cosa negativa, anzi.”

Quelle parole sembrarono colpire molto il Mandaloriano che, per la prima volta da quando era arrivato, si voltò a guardare con interesse Cassian (mandandolo ancora più in crisi, ma ovviamente non poteva saperlo e Cassian stesso non capiva perché si sentisse così!).

“Tu vedi come una cosa positiva il fatto che il piccolo mi sia così attaccato?” domandò.

“Certo! Si vede che ti considera come se fossi suo padre e… beh, si vede anche che per te lui è come un figlio e secondo me questa è una cosa bella, non può essere sbagliato, non esiste, non importa cosa dice Ahsoka” insisté Cassian. “Ovviamente tu non sarai sempre qui, riprenderai a fare le tue missioni senza di lui ma, prima di partire, andrai a salutare Grogu e gli spiegherai che devi partire per i tuoi incarichi ma che, ogni volta che potrai, tornerai a trovarlo e che gli vorrai sempre bene. Lui dovrà restare qui perché è al sicuro e perché deve iniziare il suo addestramento come Jedi, ma siete comunque come padre e figlio e non lo abbandonerai mai.”

“In realtà è proprio questo che Ahsoka mi aveva detto di evitare, secondo lei non dovrei neanche salutarlo e non farmi più vedere da lui” replicò pensieroso il Mandaloriano. “Pensa che l’attaccamento sia sbagliato per un Jedi e che sia stato questo a distruggere il suo Maestro, Anakin Skywalker.”

“Ah, questa storia di Anakin e delle regole Jedi!” esclamò esasperato Andor. “Capisco che per Ahsoka sia stato un trauma, visto che lui era il suo Maestro, ma se tu ti comporterai con Grogu come ti ha detto lei otterrai solo il risultato di farlo sentire sperduto e abbandonato. È questo che vuoi?”

“Assolutamente no, io voglio solo il meglio per lui!”

“E allora non abbandonarlo, salutalo prima di partire e spiegagli che lo lasci qui temporaneamente e per il suo bene, altrimenti Grogu non capirà perché lo hai lasciato solo e ne soffrirà” chiarì Cassian.

“So cosa significhi sentirsi solo e abbandonato” mormorò il Mandaloriano, sul volto un’espressione triste. “I miei genitori furono uccisi da dei droidi da battaglia Separatisti durante la Guerra dei Cloni e io fui salvato e cresciuto dai Mandaloriani. Ovviamente, specie nei primi tempi, ho provato dolore, nostalgia, paura e tuttora non sopporto la vista dei droidi… certo che voglio evitare al piccolo tutte queste sofferenze e negatività.”

Se Cassian si stava già innamorando (senza averlo capito…) del Mandaloriano, sentire le sue parole lo portò a perdersi ancora di più per lui. Ebbe la singolare e assurda tentazione di abbracciarlo, si diede dello stupido da solo e riprese a parlare.

“Per evitare a Grogu queste sofferenze devi semplicemente fregartene di quello che ha detto Ahsoka e salutarlo come è giusto che sia e poi, ovviamente, tornare a trovarlo ogni volta che potrai, così non penserà mai che lo hai abbandonato” dichiarò, cercando di ritrovare un briciolo di controllo e dignità.

“Io la penso come te, ma noi due non siamo Jedi e forse, almeno su questo argomento, Ahsoka ne sa più di noi” obiettò il Mandaloriano. “Non vorrei mai che, un giorno, Grogu potesse passare al Lato Oscuro perché era troppo attaccato a me, come Ahsoka racconta sia accaduto al suo Maestro.”

“Senti, io voglio molto bene a Ahsoka e, del resto, lei ha salvato la vita a me e a Jyn, quindi… però in questo caso non posso darle ragione. Le regole dei Jedi sono assurde, non si può imporre a un essere umano di non amare nessuno, di non avere una famiglia, è crudele e inumano e, anzi, secondo me sono proprio queste regole a creare delle aberrazioni!” reagì Cassian. “Strappare un bambino ai suoi affetti e ai suoi punti di riferimento è un abominio, impedirgli di volere bene a qualcuno è anche peggio, per forza Anakin ha perso la lucidità. Si era innamorato e non poteva stare con la donna che amava, quindi era preoccupato per lei ed è per questo che si è lasciato corrompere dal Lato Oscuro. Se avesse potuto vivere con Padme alla luce del sole come desiderava, senza quelle regole del cavolo, sarebbe stato felice e non avrebbe avuto bisogno di passare dalla parte del male. Io non ci capisco niente in questa storia della Forza, ma guarda caso Luke Skywalker, che è uno dei Jedi più potenti della storia, ha una sorella, un cognato e un nipote e non per questo è passato al Lato Oscuro!”

Il Mandaloriano fissò con profondo interesse Cassian (facendolo quasi andare in fibrillazione…) prima di replicare.

“Sembra quasi che anche tu abbia avuto un’esperienza simile e che, in un certo senso, ti immedesimi in ciò che il piccolo potrebbe provare” disse.

“Non proprio simile, ma insomma, quasi” mormorò Andor, a disagio sia per il fatto di dover ricordare quell’episodio sia perché si imbarazzava sentendo lo sguardo dell’uomo su di sé e percependo il suo interesse per la sua storia. “Un’astronave in fiamme precipitò sul mio pianeta, Kenari, e io e alcuni compagni andammo a vedere il relitto. Era un’astronave dell’Esercito Separatista e solo uno dei suoi occupanti era vivo, ma il mio gruppo lo uccise per difendersi e poi scapparono tutti meno io, che volevo esplorare l’astronave. Mentre ero dentro arrivarono due persone, Clem e Maarva Andor, mi videro e mi portarono con loro per salvarmi perché… beh, perché sapevano che tutto il mio pianeta sarebbe stato bombardato per via dell’incidente all’astronave. Loro mi hanno adottato e cresciuto, però io sapevo che non erano la mia vera famiglia e poi a Kenari avevo lasciato la mia sorellina e quindi… Mi sono comportato male, sono stato spesso ribelle, oppositivo, mia madre ha dovuto avere molta pazienza con me e forse… forse mi sono reso conto di quanto le volessi bene solo quando l’ho perduta… Non sono stato per niente un bravo figlio.”

Cassian pareva rivivere quei momenti e aver dimenticato che, alla fine, era del futuro di Grogu che si stava parlando. Ma il Mandaloriano non lo interruppe, lo ascoltò in silenzio e con partecipazione, sentendo che dietro la facciata strafottente e disincantata del giovane che aveva davanti c’era molto di più e che le loro storie erano davvero simili.

“Non rimproverarti, sono certo che tua madre ha sempre saputo che la amavi, queste cose si sentono anche senza bisogno di dirle e per un ragazzino è normale essere ribelle e comportarsi male” gli disse poi, posandogli una mano gentile sulla spalla. “E in seguito hai onorato nel modo migliore la sua memoria, rischiando la vita per inviare i piani della Morte Nera a Leia Organa e combattendo tuttora al suo fianco contro i fedelissimi che vogliono ricostituire l’Impero. In realtà le nostre storie sono molto simili, visto che entrambi abbiamo perso la famiglia per colpa dei Separatisti dell’Impero, e adesso capisco anche meglio perché ti sia preso così a cuore il destino di Grogu.”

Andor era ritornato bruscamente alla realtà sentendo la mano del Mandaloriano sulla spalla e le sue parole pacate e incoraggianti, sentiva il cuore battergli a mille e il sangue andare a fuoco nelle vene. Gli ci volle un po’ per riprendere un minimo di lucidità e sperò che l’uomo interpretasse la sua esitazione come il turbamento per ciò che era stato costretto a ricordare!

“Beh, in un certo senso è così” ammise. “Ti ho già detto che trovo assurde e crudeli le regole Jedi e non voglio che per colpa di queste sciocchezze quel povero piccolo debba stare male, penso che ne abbia già passate abbastanza.”

Il Mandaloriano pareva sempre controllato e distaccato, ma quando qualcuno mostrava di provare affetto e interesse per il suo piccolo Grogu cambiava atteggiamento e lo prendeva subito in simpatia. Per questo aveva accettato di lasciare il bambino con Luke, Leia e la sua famiglia, che erano stati affettuosi e accoglienti con lui, e adesso vedeva Cassian che si preoccupava per i sentimenti del piccolo e gli consigliava di non dar retta a Ahsoka e di far sentire a Grogu che non lo avrebbe mai abbandonato e che sarebbe tornato a trovarlo spesso.

“Credo che seguirò il tuo consiglio e che Ahsoka dovrà farsene una ragione. In fondo che può fare, colpirmi con la sua spada laser? Ho il diritto di salutare Grogu e lui ha il diritto di sapere che non lo sto lasciando solo” commentò quindi. “Ahsoka mi aveva detto di partire domattina all’alba senza vedere il piccolo, ma non farò così, partirò solo dopo averlo salutato. E… a proposito, il tuo nome è Cassian, vero? Ho sentito Ahsoka che ti chiamava così.”

“Eh… sì, mi chiamo Cassian, Cassian Andor. Buffo che siamo stati qui a parlare per tutta la sera e non ci siamo neanche presentati” rispose il giovane, ancora molto turbato.

“Normalmente non mi presento” chiarì il Mandaloriano, “ma è da un po’ che mi sembra che non ci sia più niente di normale, o forse non era normale il modo in cui mi comportavo prima. Piacere di conoscerti, Cassian, io mi chiamo Din Djarin.”

E, con grandissima sorpresa e sconcerto di Cassian, l’uomo gli tese la mano. Cassian gliela strinse, rimpiangendo di non avere anche lui un casco da Mandaloriano in quel momento, perché aveva la strana impressione di essere arrossito, si sentiva scottare le guance come se avesse la febbre!

“Anch’io sono molto felice di conoscerti, Din” mormorò.

E poi ci fu un lungo istante di silenzio perché, sebbene Cassian non potesse saperlo, era stato il primo a chiamare per nome il Mandaloriano dopo tanti anni… e lui stesso si sentiva a disagio perché pensava di essere stato fin troppo precipitoso!

Molto felice di conoscerti, ma che accidenti dico? Avrei dovuto usare una frase di cortesia, cosa penserà di me adesso? Che figura da scemo… e poi… che mi sta succedendo? Perché mi comporto così?, pensò Cassian in quel momento di silenzio che a lui parve durare anni luce.

“Non so da quanto tempo nessuno mi chiama più per nome” disse Din Djarin, quasi sovrappensiero.

“Oh, cavolo, che stupido, ti dispiace? Insomma, ci siamo appena presentati, non so, magari ti ho mancato di rispetto? Io non le conosco le vostre regole, come quella cosa del casco che, tra parentesi, mi sembra un po’ assurda, ma comunque poi non lo hai neanche rimesso, ecco” Andor era completamente andato fuori di testa.

“No, non mi dispiace affatto, era solo una riflessione” replicò il Mandaloriano, divertito. “In quanto al casco, anche quella è una regola che solo alcuni tra i Mandaloriani seguono, ma non è certo la regola più importante. Domani lo indosserò di nuovo ma per ora è inutile, è notte e ci sei solo tu, che mi hai già visto bene in faccia.”

E Cassian ringraziò che fosse notte e che Din non potesse vedere che era arrossito ancora una volta…

“Bene” disse poi, “direi che adesso potremmo anche andare a dormire. Vieni, ti faccio vedere le stanze degli ospiti, tanto anch’io ho la mia camera da quelle parti.”

Non era un invito, certo che no, perché mai dovrei volere che Din Djarin entri in camera mia? Ma sul serio, gente? pensò tra sé, tuttavia il Mandaloriano non doveva aver colto niente di anche sottilmente equivoco perché si limitò a seguire Andor.

E, tanto per sentirsi meno turbato, cercò un argomento di conversazione più neutro.

“Hai detto che domattina partirai, ma io ho saputo da Luke che la tua astronave è stata distrutta da quelli che avevano rapito Grogu e che, quindi, è stato lui ad accompagnarvi qui con la sua. Quindi con cosa partirai domattina? Non hai più il tuo velivolo.”

“La Senatrice Organa mi ha messo a disposizione uno Starfighter N1 della Guardia Reale di Naboo” rispose il Mandaloriano. “È stata molto gentile, anche se io ero abituato ad un tipo di astronave del tutto diverso. Comunque staremo a vedere. Ti ringrazio, Cassian, per avermi mostrato i giardini e i cortili della residenza e per aver parlato con franchezza della situazione con il piccolo. È stato davvero un piacere parlare con te. Buonanotte.”

E l’uomo entrò nella sua stanza, mentre Cassian cercava di trattenere il cuore prima che gli volasse via o gli esplodesse…

“Buonanotte, Din” rispose, ancora una volta usando quel nome che nessuno pronunciava più da anni e che lo faceva arrossire proprio per questo!

È stata davvero una serata speciale anche per me, pensò Andor mentre si recava anche lui nella sua stanza. Non so perché, ma temo proprio che il piccolo Grogu non sarà l’unico a sentire terribilmente la mancanza di Din Djarin…

Fine capitolo secondo

 

 

 

 

 

 

   
 
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