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Autore: london04    16/09/2009    2 recensioni
questa è la storia di due caretteri opposti come dice il titolo e tratta di Kevin &Scotty.inizialmente non è un au, ma poi vedrete che con il sussguirsi delle puntate lo sarà sempre un pò di più.adoro infatti i loro caretteri, ma credo che il creatore nn stia dando loro tanto qunato si meritano. quindi, è dedicata atutti coloro che la pensano cme me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una diversa domenica mattina .

Che pizza, il campanello del mio appartamento stà suonando all’impazzata. Che strano, eppure è domenica; tutti sanno che se non dormo per almeno 12 ore sono a dir poco sgradevole durante il resto della giornata e nessuno ha la voglia suicida di prendersi la responsabilità di quello che potrei fare o dire.

Scocciato ma non ancora sveglio mi giro dall’altra parte del letto e improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, un ricordo attraversa la mia mente e realizzo che proprio perché è domenica poteva venire il signor Wandell. In tutta fretta cerco di uscire dal letto ma non ci riesco…o almeno non nel modo che speravo. Infatti mi ritrovo ai piedi del letto seduto non molto comodamente sul fianco sinistro, con il piede destro ancora incastrato nelle lenzuola. Innervosito, tolgo il piede da quella trappola mortale e corro verso la porta per aprire.

“buongiorno signor Walker!”esclama, gioviale e pimpante come lo potrebbe essere un bambino di 5 anni alla vista della sua prima bicicletta.

“’giorno signor Wandell”grugnisco, prendendo con una mano un pacchetto che praticamente mi tira e stropicciandomi l’occhio con l’altra.

“l’ho svegliata per caso?” chiede, ironico

“noooo…e come l’ha capito, Watson?”ribatto, sarcastico

“mamma mia, spero proprio che la brioche che c’è in quel pacchetto la renda di miglior umore…le capita mai di svegliarsi di buon umore, satana?”chiede, sorridente, mentre fa un giro dell’appartamento e sbircia qualche copertina di libri.

“e a lei le è mai capitato di non saper cosa ribattere, signor Wandell?” chiedo,divertito da quella maniera di fare molto solare.

“a essere sincero, non mi capita molto spesso, signor Walker, ma neanche a lei credo.” Afferma, sedendosi sul divano vicino a me prendendo la brioche gli tendo.

“credo proprio che possiamo chiamarci per nome, ora. Il lavoro è finito e sinceramente ho sempre detestato essere chiamato signore.”

“ok, Kevin. Anche a me non piaceva l’idea di farmi chiamare signore ogni volta, ma credevo che tra voi del circolo anziani si usasse così, allora ho preferito non interferire: se so una cosa è che alle persone anziane non piace quando gli vengono cambiate le abitudini”dice, sorridendo, conscio di provocarmi.

“wow, che pensiero profondo…non è molto comune per un qualcuno che porta un orologio di joker.”ribatto, indicando l’orologio che indossa al polso.

Lui guarda l’orologio e una dolce espressione si posa sul suo bel viso: “è solo un ricordo…e comunque scommetto che anche a te piacevano i supereroi quand’eri piccolo…”

“ma quello non è un supereroe! Quello è un pazzo schizzato”

“è solo un altro modo di essere speciali…e non cambiare discorso,Kevin”

“no, non mi piacevano i supereroi quand’ero piccolo”affermo, deciso

Lui mi guarda di sottecchi, intuendo che ho detto una cavolata

“ok, adoravo l’uomo-torcia dei fantastici 4 – ammetto, ridendo- lo invidiavo da morire quand’ero piccolo, anche a me sarebbe piaciuto da morire andare alla velocità della luce e volare”

“io adoro il personaggio nel film,invece. l’attore è così sexy!”osserva,molto tranquillamente,mettendo l’accento sull’ultima frase

“già..”

Ed entrambi sospiriamo come due ragazzine 13enni che parlano del più bello della scuola.

Poi scoppiamo in una fragorosa risata contemporaneamente,intuendo che dobbiamo aver pensato la stessa cosa.

“allora, è questa la famosa cucina da rifare?”chiede, poggiandosi allo stipite della porta e guardando verso una stanza non molto grande, di un colore bianco pallido: sul lato ovest c’è un armadietto in cui ripongo tutto ciò che può essere conservato, sul lato nord, proprio di fronte a lui c’è un armadio in cui invece metto tutto ciò che è stoviglie, al lato est c’è un lavandino e il piano forno mentre a sud, dietro di lui c’è un grande muro bianco. Odio quel muro. Odio quel colore. Bianco pallido. Ma dico io? Cosa rappresenta? Assolutamente nulla.

“si…ecco, quello è il muro che vorrei ripitturare, ovviamente anche il resto, non sono il tipo d’uomo che lascia il colore di una parete e il colore di un’altra, come fanno tanti.”

“e quale sarebbe il tipo d’uomo che lo farebbe invece, scusa?”

“e c’è da chiedere?secondo me a casa tua persino la singola parete è divisa in quattro e colorata di diversi colori!.”

“questo vuol dire avere fantasia satana, cosa di cui secondo me tu ignori persino il significato”

“no,piccolo bastardo, questo vuol dire essere decisi e convinti. Perché, diciamocelo, ma che ci vuole a decidere di che colore pitturare una stanza? Bisogna essere davvero tardi per non arrivare neanche ad una conclusione del genere! Voglio dire, mica devi decidere come pitturare la monna lisa!è una cucina dio santo!”

Lui si trattiene dal ridere e continua comunque:

“va bene, va bene, ora però frena la tua isteria satana o ti verrà un ulcera solo per aver voluto ripitturare la tua cucina. A proposito…- e si gira verso la stanza, camminando verso il centro di essa-..hai la pittura oppure dobbiamo andare a comprarla?”

“in realtà non ho ancora deciso che colore farla…” ammetto, pensando che la frase deve suonare in modo abbastanza ambiguo dopo quello che ho appena detto.

Lui scoppia a ridere mentre io prendo le chiavi della macchina.

“allora andiamo, il centro commerciale è aperto anche la domenica…Leo”

“Leo?”lo guardo accigliato

“si, sai…Da vinci…un piccolo pittore di poco conto..”

“ah…esilarante, davvero. Mi chiedo perché sei ancora qui e non hai deciso di intraprendere la carriera di comico.” Mi avvicino alla porta e la apro, dirigendomi verso l’ascensore

“perché preferisco ridere che far ridere e con te non potevo sperare di capitare su di meglio.”

Lo guardo strano…mi ha appena fatto un complimento?...

“stai uscendo in pigiama…” mi fa notare, con le lacrime agli occhi e scoppiando a ridere.

Ah,…ecco, mi sembrava strano…

E ritorno dentro casa per cambiarmi. Dalla mia stanza lo sento ancora ridere e sorrido. Ha una risata che mette allegria.

Dieci minuti dopo (sono vestito) e siamo seduti in macchina, Scotty e io, io seduto dalla parte del conducente e lui da quella del passeggero.

“ho una regola, in macchina”confido

“spara, credo che uno come te abbia delle regola un po’ per tutto,no?” sorride

“non credere di avermi inquadrato così in fretta, piccolo bastardo: la regola è che è il passeggero a decidere che musica mettere”

“davvero? Wow,allora vuoi mantenere il passo con la tecnologia ed hai anche uno stereo?”

“si, ma sai, forse non lo sai manipolare…bisogna fare due cose contemporaneamente e non so se all’asilo per bambini con problemi di apprendimento lo insegnino già al primo anno”

“questa battuta ti costerà caro. Ricordatelo. Anzi te lo ricorderò io, caso mai tu abbia dimenticato le pillole per l’alzahimer questa mattina.”dice, lanciandomi un sorriso che non prevede nulla di buono. Si allaccia la cintura.

Metto in moto la macchina e parto.

Per strada chiacchieriamo un po’ di musica e di macchine e come al solito non abbiamo molto in comune, ma è divertente perché ogni volta fa una faccia stupita e cerca assolutamente di convincermi a vedere i bei lati di quell’artista o di quella macchina, descrivendo tutto con passione, gesticolando o mimando: è un vero spasso. Cambiando stazioni però ad un certo punto il mio viso si trasforma in una smorfia di disgusto: è George Micheal che canta “faith” e credo di essere l’unico gay in tutta LA a cui non piace George Micheal. Ovviamente Scotty se ne accorge e sfodera il suo ghigno più perfido.

“te l’avevo detto che mi sarei vendicato, no?” e così non solo non cambia, anzi, alza il volume e accompagna la canzone sfoderando delle doti canore non del tutto indifferenti.

Sconsolato, apro tutti in finestrini che posso comandare dalla mia postazione e accelero per diminuire un po’ il tempo di questa tortura.

Fortunatamente arriviamo a destinazione quando il celebre cantante pronuncia le ultime “ yes, I’ve gotta have faith…” e spengo il motore, lasciando Scotty ancora che canta .

“dai, andiamo Micheal…”dico, divertito chiudendo la macchina.

“ non riesco a capire come faccia a non piacerti George Micheal. Sul serio, forse non sei il suo fan numero uno e non ti metteresti in fila per farti autografare le mutande..”

“perché tu lo hai fatto, scusa?!”esclamo,interrompendolo

“ ma dai scherzi!… io non farei mai questo genere di cose…”dice, non molto convinto.

Mi volto a guardarlo dritto negli occhi, alzando un sopracciglio.

Lui, ride a disagio e prosegue ritornando al suo discorso

“comunque, non mi hai lasciato andare avanti, cafone..dicevo, ok che puoi non amare tutte le sue canzoni ma “faith”! Insomma ..come riesci a rimanere di pietra davanti tanta bellezza, tanto ritmo ?”

“ei frena! Sembra tu stai parlando di your song di Elton John,quella si che è una grande canzone…”

Entrando nel negozio stiamo ancora discutendo e ridendo dei nostri gusti musicali.

Siamo di fronte lo scaffale che vende le pitture da più di un quarto d’ora ed entrambi abbiamo dito poggiato sotto il mento, ponderando quale sia il colore migliore.

“credo che il verde mela sia perfetto” afferma dopo un po’ Scotty

“io credo che il blu sia migliore invece”

“blu? Emm..si carino, se vuoi ripitturare il tuo bagno..”

“invece è più carino verde mela..non voglio che la mia cucina somigli ad un grandissimo confetto!”

“fidati, ho un po’ d’esperienza. Nella tua cucina il verde mela sarebbe il massimo”

“credo che chiederò consiglio ad un vero esperto…qualcuno che ha fatto più che pitturare la classe del suo asilo con le maestre”e lo guardo in modo eloquente

“sei esilarante,dico davvero Kevin”

“scusi, signorina…” e chiamo una ragazza che mi fa cenno di essere subito da me.

“ma dai, Kevin ti lamenti della mia poca esperienza e chiami una che ha lasciato le barbie a casa sua solo perché la madre le ha detto che forse non era il caso portarle…”dice, allucinato.

“senti chi parla!...tua madre te lo diceva spesso?”chiedo, ridendo della sua battuta.

Lui mi segue a ruota e quando la ragazza arriva siamo entrambi piegati in due cercando di guardare altrove per non continuare a ridere nel centro del negozio in modo così rumoroso.

“le serviva qualcosa, signore?”chiede, gentile

“emm..”e quasi ammazzerei Scotty che non trattenendosi è andato dall’altra parte del reparto lasciandomi tutto solo con questa ragazza che, in effetti, con il suo cerchietto di hello kitty e suoi codini non promette nulla di buono.

Uscendo dal negozio Scotty ha ancora una voglia matta di prendermi in giro e non solo perché alla fine ho fatto scena muta per almeno 3 minuti con quella ragazza,facendo di tutto per evitare che il mio sguardo si fissasse su quel enorme gatto, ma perché sono uscito dal negozio con un barattolo color verde mela e uno color bianco. Quando ho chiesto a Scotty che cosa volesse farne lui mi ha solo risposto “fidati” e io, memore della recentissima figuraccia e incuriosito, l’ho preso senza ulteriori domande.

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ringraziamenti: a tutti coloro che seguono la ff anche solo leggendola, anche se vi invito nuovamente a lasciare un commento scritto semplicemente per dire come pensate stia proseguendo! Ci terrei davvero.

A cory90: grazie di tutto! Senza la tue recensioni non so se continuerei a pubblicare questa storia. Davvero. continuerei a scriverla ovviamente, ma non so se la pubblicherei ancora. Comunque spero che anche il ringraziamento che ti ho lasciato via epf ti sia arrivato per e-mail! Cmq, hai visto..kevin &scotty cominciano a darsi del tu! Ci avevo pensato pure io ma non doveva accadere così senza motivo, doveva esserci un perché!..trà un po’ i colori, per così dire, della storia saranno un po’ meno rosa ma un po’ più scuri..spero non ti dispiaccia! Fammi sapere cosa ne pensi!(mi raccomando..sii sincera!:)) Ciao!

  
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