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Autore: Spreeng    14/11/2023    0 recensioni
Ambientazione moderna (AU - era moderna) ed ispirata al film QUASI AMICI.
Sesshomaru viene inserito in un programma di recupero, e viene seguito da una giovane donna dal cuore d'oro...come andrà a finire?
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando arrivò il messaggio, Inuyasha era al lavoro: era stato assunto di recente come badante da Miroku Kanagawa, erede di una discreta fortuna e rimasto paralizzato dopo un grave incidente d'auto.
Il suo datore di lavoro, con cui aveva instaurato un rapporto di fiducia reciproca nelle ultime settimane, si accorse quindi facilmente che qualcosa non andasse.
"Cosa ti turba, Inuyasha?" Chiese Miroku.
"Mh? Oh, niente, niente: tutto a posto."
"Si-curo?"
"Sì." Ripeté il mezzo-demone, un pochino infastidito.
"Sicuro sicuro?" insistette l'altro.
"Ti ho detto di sì!" Tagliò corto Inuyasha.
"Eddai, non fare il timido: non è che mi lancerò in sedia a rotelle a sbandie…"
"Ma tu, i cazzi tuoi, proprio non sai farteli? È una questione privata, e non mi serve che tu mia dia una mano paralitica!"
Miroku non pareva minimamente toccato dallo scoppio del suo nuovo badante, ed aspettò che si calmasse; quest'ultimo, conscio di aver esagerato, cercò di scusarsi bofonchiando sommessamente.
"Scusa, non volevo infierire, solo che…"
"Tranquillo, non ha importanza; quando avrai voglia di parlarne, lo farai: nessun problema."
Il mezzo-demone annuì, e nella stanza tornò a regnare il silenzio.
Dopo 10 minuti, il telefono di Inuyasha squillò, mostrando sul display la scritta 'Papà'. Rispose.
"Pronto, papà? Sono al lavoro, ti richiamo più tardi."
Miroku gli fece cenno con la testa di fare pure, ché tanto non aveva bisogno di aiuto nell'immediato.
"Come non detto, dimmi pure." rettificò allontanandosi.
"Hai saputo della rissa al pub dove lavora Kagome?"
"Dei cinque avventori che sono finiti all'ospedale per aver 'infastidito' il demone sbagliato?"
"Lo prendo per un sì"
"Papà, Kagome è la mia ragazza: mi parla di queste cose."
Dall'altro capo del telefono, un sospiro gli suscitò un profondo fastidio.
"Indovino…"
"Devi andare da lui e…" cominciò Toga.
"No!" sbottò il giovane "Non se ne parla proprio: sai che non mi sopporta, e il sentimento è reciproco! Che se ne resti un po' dietro le sbarre."
"È proprio quello che dovrai dirgli."
"Ti ho detto che no…aspetta, come?"
"Sì, hai capito: mi sono stufato di questo suo atteggiamento, non può continuare a comportarsi così." continuò il genitore, un po' incerto.
"Papà, ti senti bene?" se prima era stato colto alla sprovvista, ora era preoccupato.
"Io gli voglio bene, figliolo, ma tuo fratello è davvero…davvero…" "Una spina nel culo?" offrì Inuyasha.
"Sì." sospirò il padre "non so davvero cosa fare, con lui."
"Tranquillo, papà. Mi metto in viaggio."
"Grazie, ragazzo mio." si congedò chiudendo la chiamata.

Il mezzo-demone rientrò nel salotto per prendere il cappotto, ed incrociò lo sguardo del suo capo.
"Scusami, Miroku, ma temo che dovrò assentarmi per un paio d'ore: problemi inderogabili in famiglia."
Mentre il badante stava per uscire, il giovanotto tetraplegico lo fermò.
"Aspetta, posso darti una mano!"
Inuyasha stava per varcare la porta.
"È gentile da parte tua, ma non devi disturbarti, davvero."
"E io dico di sì, invece: voglio aiutare tuo fratello."
Il mezzo-demone si irrigidì. Non gli aveva mai parlato di Sesshomaru, quindi come diavolo faceva a saperlo? Si era messo ad origliare? Aveva dedotto il tutto grazie a qualche indizio a la 'Sherlock Holmes'? Ma soprattutto: aveva davvero importanza? Fatto sta che si avvicinò alla sedia a rotelle.
"Ti ascolto." concesse Inuyasha.
"Ho saputo anche io della violenta rissa che si è svolta la notte scorsa, e conosco qualcuno che potrebbe risolvere il problema."
Il badante lo guardò accigliato, ma il suo capo fraintese.
"Nulla di illegale, tranquillo, e non intendo pagare la cauzione."
"Non è quello il punto, quanto il fatto che lui non voglia essere aiutato: è perennemente incazzato con il mondo, e tutto ciò che sa fare è malmenare gli umani." puntualizzò il mezzo-demone.
"C'è un programma per la gestione della rabbia guidato da una mia amica: si chiama Kagura Kazehaya, forse l'hai già sentita nominare."
Forse?! Quella donna era su ogni tabloid: per alcuni la bellissima filantropa in prima linea per garantire la convivenza pacifica tra umani e demoni, per altri la figlia del magnate dell'informazione Naraku Kazehaya.
"Sì, perché? Come potrebbe aiutarlo?" non che gliene importasse granché, ma sapeva che suo padre non gli avrebbe perdonato se avesse rifiutato senza aver ascoltato tutto attentamente.
"Nell'ultimo periodo ha iniziato un progetto in collaborazione con la polizia per la gestione della rabbia e l'incoraggiamento alla tolleranza tra demoni ed umani: potrebbe trovare un posto per lui."
"Miroku, davvero: non devi scomodarti per quello stronzo."
"Inuyasha, guardami!" protestò il padrone di casa "Non ho la pretesa di conoscere tuo fratello meglio di te, ma concedimi la possibilità di darti una mano ok? Tu aiuti me, ed io te, non è che, perché sto su una sedia a rotelle, io non possa fare altro che assistere impotente al mondo che mi passa davanti, lo capisci?"
Inuyasha era senza parole: davvero si sentiva così? Spaventato all'idea di essere compatito e reputato utile solo ad ascoltare i piagnistei altrui? Cavolo, non si aspettava quella reazione.
"D'accordo, Miroku." accettò il mezzo-demone, ancora un po' a disagio "Ti ringrazio."
"Non è necessario." lo rassicurò l'altro.
Dopo un breve silenzio, l'anfitrione si mise a ridere:"Posso raccontarti una cosa che nessuno sa?"
"Cioè?" drizzò le orecchie Inuyasha.
"È stata la mia prima amica donna, il che mi ha stupito, visto che ci siamo conosciuti con io che le palpavo il sedere, e lei che mi ha fatto un occhio nero. Ahahahahahah"
Il badante non riusciva a crederci: stava ridendo anche lui.
"Sei incorreggibile, Miroku!"


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