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Autore: Selene123    14/11/2023    3 recensioni
Una conversazione notturna, un confronto difficile su una realtà ormai chiara a tutti
[traduzione del mio oneshot in inglese: https://archiveofourown.org/works/50731768]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alain de Soisson, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Comandante! - esclamò una voce maschile dal fondo del corridoio.

Oscar si voltò e vide Alain avvicinarsi. Si fermò per aspettarlo e non poté fare a meno di controllare la sua divisa dalla testa ai piedi. Come a solito non era al meglio, ma quantomeno la giacca era ben chiusa e tutto sommato pareva presentabile. - C'è qualche problema, Alain?

- Nessuno, Comandante. Ho cambiato turno con Sébastien, vi accompagnerò io in città stanotte.

La donna annuì senza aggiungere altro e si incamminò nuovamente verso la porta della caserma. Era una calda sera di maggio, il vento soffiava sui volti dei parigini che ancora protestavano per le srade a un paio di giorni dall'apertura degli Stati Generali, ma sembrava che non ci fossero stati morti e feriti... ancora!

- Se Dio vuole, - disse il soldato nel tentativo di rompere il silenzio con il suo ufficiale, - sarà un turno più tranquillo degli ultimi.

- Non ne sarei così sicura. La situazione potrebbe precipitare da un momento all'altro. - Oscar era famosa per il suo pragmatismo, benché a volte sembrava che dovesse per forza andare tutto per il peggio.

Pattugliavano Parigi in sella ai loro cavalli con molta attenzione, controllavano ogni vicolo e scrutavano ogni persona che si avvicinasse resistendo all'istinto di difendersi dalle provocazioni che quegli sconosciuti sul piede di guerra rivolgevano loro in virtù della divisa che indossavano. Solo una volta Alain era stato sul punto di far scoppiare una rissa con un uomo che l'aveva insultato, ma Oscar era subito intervenuta per dissuaderlo. 

- Non ne vale la pena, rimani concentrato. - gli disse con fermezza.

- Lo so, Comandante, ma non potevo lasciargliela vinta. - Il suo carattere fumantino era proverbiale e lei stessa ne aveva avuto prova più volte. Era comunque un ottimo soldato, uno dei migliori su cui potesse contare. Era fondamentale che non cadesse in tentazione e si ricordasse che si trovavano lì per immischiarsi in stupide dimostrazioni di orgoglio e virilità con ubriachi e passanti. - Sarete curiosa di sapere il motivo del mio cambio di turno con Sébastien. - cambiò in fretta discorso avvicinandosi al cavallo del suo superiore.

- Non dovrei, ma ti conosco abbastanza da sapere che quando vuoi parlarmi di qualcosa che ti sta a cuore trovi il modo di farlo. - gli rispose nel suo consueto tono severo. Aveva sempre avuto l'impressione che quel soldato fosse diverso dagli altri. Era il loro capo e si era dimostrato molto sicuro di sé fin dal primo giorno. 

- Si tratta di André, Comandante.

Oscar sgranò gli occhi e, come per riflesso, tirò le redini. Il cavallo rallentò, lasciandole il tempo di guardare in faccia il suo sottoposto. Nulla per lei importava più di André e anche la minima possibilità che stesse male o fosse in pericolo la preoccupava. - Qual è il problema, Alain? Gli parli più di me ultimamente, dimmi se è successo qualcosa! - Per la prima volta da quando si erano conosciuti, stava mostrando la sua vera personalità dietro il rigore del suo ruolo.

Un sorriso impercettibile apparve sul volto dell'uomo. Quei due erano uno la debolezza dell'altra: solo menzionarne i nomi faceva perdere loro la calma. 

- È sempre il solito André, Comandante. Sa com'è: mezzo guercio, poverino, il più timido della Compagnia B.

Un'espressione confusa campeggiava sul viso di Oscar mentre un piccolo gruppo di persone li superava gridando. 

- Da quanto vi conoscete?

- Quasi tutta la vita... - Nel pronunciare quelle parole, la donna sentì improvvisamente una scossa nel petto. Cominciò a tossire e si coprì la bocca con la mano. I suoi occhi finirono distrattamente sul guanto, macchiato appena di sngue. Non era la prima volta che succedeva, ma non aveva avuto tempo di prestarci troppa attenzione e le era passato di mente. Ciò nonostante, con il passare dei giorni la tossa era diventata un problea costante. Quando Alain allungò un braccio per darle conforto e controllare che stesse bene, il comandante serrò il pugno e riprese il cammino. 

- So che non è affar mio quello che fate nella vostra vita e che mi sono intromesso già abbastanza per i miei gusti... Credetemi, l'ultima cosa che voglio fare è la dama di compagnia del mio superiore.

- Non sono mai stata né ho mai avuto una dama di compagnia nella mia vita. Non sarei di certo tu la prima! - lo interruppe lei per alleggerire l'atmosfera. 

- Questo è certo! Non fraintendetemi, ma non riesco a capire come possa il nostro amico soffrire tanto per voi.

Oscar lo guardò oltraggiata. Come si permetteva di parlarle così? Provò a protestare, ma il suo interlocutore glielo impedì prima ancora che le parole uscissero dalle labbra.

- Non voglio mancarvi di rispetto, Comandante. Io vi stimo molto, ma mi sembra solo inconcepibile che continuiate a rifiutarlo mentre lui dà anima e corpo per voi da che eravate bambini.

Continuando la ronda in sella ai loro cavalli, Parigi sprofondò nel buio della notte. Soltanto la luna e alcune torce appese ai muri delle case illuminavano le vie. Alain e Oscar osservavano le poche persone rimaste in giro tornare alle proprie abitazioni o rifugiarsi nelle ultime locande aperte sapendo di essere sopravvissuti un altro giorno. 

La loro concversazione si era interrotta e non avevano più trovato il modo di riprenderla. L'uomo, però, era intenzionato a difendere il proprio amico ad ogni costo, anche se gli fosse valso una punizione. Si schiarì la voce e accelerò appena.

- So cosa devi dirmi, Alain. - lo anticipò lei. - Sono la causa del dolore di André, non c'è bisogno che tu me lo spieghi,

Il soldato annuì. Quella donna era terribilmente testarda, non riusciva a darsi pace per come ci fosse qualcuno al mondo capace di amarla con così tanto sentimento.

- Mi sento male al pensiero, credimi. Farlo soffrire è l'ultima cosa che vorrei, ma non posso lasciare che succeda alcunché. - Cosa voleva sapere di più? Che gli confidasse i suoi segreti? Peraltro, cosa ne voleva sapere di loro due e perché gli interessava tanto?

- Temo che non sia una questione di cosa voi potete lasciare che succeda o meno. Si tratta di un uomo che piange da solo di notte perché l'unica persona che vorrebbe continua a comportarsi come se fosse senza cuore.

Oscar tirò con decisioni le redini e il cavallo si fermò con uno sbuffo rumoroso. Il suo silenzio era carico di irritazione. Nessuno dei suoi sottoposti aveva il diritto di parlare di lei in quel modo. - Come osi, Alain! - lo rimproverò. - Ricorda che sono sempre il tuo superiore! Non devi giudicare ciò che sai di me o della mia vita!

- Non vi sto giudicando, Comandante. - Alain si trovava a pochi passi da lei, faccia a faccia, in sella al centro di una piccola piazza deserta. La città era calma quella notte, solo le loro voci infrangevano il silenzio di Parigi. Il soltanto pareva incredibilmente fermo nelle proprie posizioni: voleva farle capire la portata della perdita a cui intendeva andare incontro. - Vi ripeto: quell'uomo è follemente innamorato di voi, non passa giorno senza che parli di voi. Perfino mentre dorme! Non voglio obbligarvi a qualcosa che non sentie, ma mi preme la felicità di André.

La donna non riusciva a trovare le parole adatte per replicare. Alain avaeva ragione? Assolutamente sì. Ma la sua vita ora era dedicata alla Guardia Nazionale, il suo lavoro prima di tutto — perfino dei sentimenti umani, o della propria salute. - Più insisti e meno me ne curerò. - Non era vero, lo sapevano entrambi.

- André ha ragione su di voi, madamigella Oscar.

Lei lo guardò incredula: era la prima volta che pronunciava quella parola nei suoi confronti e lo aveva fatto in tono sarcastico solo per provocarla. Il suo viso si arrossì leggermente, gli occhi si fecero lucidi per il nervoso. O erano lacrime dovute alla necessità di dover affrontare la verità? - E posso sapere circa cosa, nello specifico?

- La vostra testardaggine, madamigella. Siete la donna più testarda e cocciuta che abbia mai onorato questo posto.

- Io non sono—...

- Sì, Comandante, lo siete. Siete una donna, anche se indossate l'uniforme e nonostante il vostro nome. Prima di tutto, però, siete un essere umano e non avete il diritto di precludere a voi stessa di amare e agli altri di ricambiarvi.
 
   
 
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