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Autore: Star_Rover    15/11/2023    5 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14. Tommy Gun
 

«È comparso dal nulla nel mezzo della boscaglia, nessuno l’ha sentito arrivare. All’improvviso si è piazzato nel mezzo del sentiero, incurante di essere un bersaglio per il nemico, ha puntato il suo fucile contro ai tedeschi e ha iniziato a sparare. Dopo aver conquistato la prima mitragliatrice ha scavalcato la trincea ed è corso alla postazione successiva. Così ha fatto fuori tre squadre di crucchi, una dopo l’altra. Quando ci siamo avvicinati lui ci ha sorriso, ha tirato fuori un pacchetto dal taschino della giubba e ci ha offerto delle sigarette. Eravamo così sconvolti da non osare chiedergli nulla, volevamo presentarlo al nostro comandante per raccontagli il suo gesto eroico, ma lui se ne è andato, ci ha voltato le spalle senza darci alcuna spiegazione. Quel soldato ha salvato la vita a tutti noi e poi è scomparso nella foresta»
 
Billy raggiunse i suoi compagni intorno al fuoco.
«Di che state parlando?» domandò. 
«Il caporale Harding ci stava raccontando del suo incontro con Tommy Gun» spiegò Bailey.
O’ Hagan sospirò.
«Davvero credete ancora a quella storia?»
«Ei! Posso giurare sulla tomba di mia madre che questa è la verità!» ribatté Harding.
Billy scosse il capo: «nessuno sarebbe così pazzo da vagare solo nel bosco in mezzo ai tedeschi!»
«Invece ti dico che quel soldato non aveva alcuna paura del nemico»
«D’accordo. Ma allora perché non farsi riconoscere? Se ha davvero compiuto così tanti atti eroici meriterebbe una Medagli al Valore!» obiettò O’ Hagan.
Harding rifletté su quelle parole.
«Tommy Gun non combatte per la gloria»
«Allora non ha capito niente di questa guerra. Che senso ha rischiare di farsi ammazzare senza ottenere nulla in cambio?»
«Tu proprio non sai cos’è il senso del dovere» lo rimproverò Harding.
O’ Hagan rispose a tono: «al momento il mio dovere è finire questa bottiglia di birra!»
 
Billy e Jack Bailey percorsero insieme il sentiero che conduceva al fienile dove alloggiavano i soldati.
 «Harding non si stanca mai di raccontare quella storia»
«Già, a Quota 113 lui e i suoi uomini se la sono vista brutta. Magari gli eventi non sono andati esattamente in quel modo, ma qualcuno deve essere giunto in loro soccorso»
O’ Hagan rimase scettico.
«Tommy Gun…ha anche trovato un nome originale [*]»
«A quanto pare è stato lui a dire di chiamarsi così»
O’ Hagan avvertì una strana sensazione, ma non riuscì a capire perché trovasse così familiare quel nome.
«In ogni caso, l’Esercito americano ha bisogno dei suoi eroi» continuò Jack.
«Ho saputo di un irlandese che ha sconfitto da solo dieci tedeschi, lui è un vero eroe. Si chiama Michael O'Leary, l’ho visto su un volantino. Gli inglesi l’hanno decorato con la Victoria Cross!»
Bailey rivolse lo sguardo verso il profilo della collina che risaltava come un’ombra nera nella notte.
«Be’, io voglio credere che Tommy Gun esista davvero»
«Mi sarei aspettato tanta ingenuità da parte del piccolo Jackson, non da un uomo con la testa sulle spalle come te!»
«Quando ti ritroverai solo a combattere a Quota 113 anche tu vorrai credere all’esistenza di un eroe disposto a tutto per salvarti!»
O’ Hagan non era convinto.
«Ho imparato sulla mia pelle che quando le cose si mettono male puoi contare solo su te stesso»
 
Più tardi Billy si ritrovò al posto di guardia in compagnia del soldatino Jackson.
«Sono felice che tu sia tornato con noi» disse O’ Hagan con sincerità. Anche se non l’avrebbe mai ammesso, si era davvero preoccupato per lui.
Il ragazzo continuò mantenere lo sguardo fisso davanti a sé.
«Non avrei potuto restare in quell’ospedale un giorno di più»
Billy poté comprendere le sue ragioni.
I due soldati rimasero a lungo in silenzio, fu Danny a decidere di parlare.
«Durante la mia ultima missione abbiamo incontrato una pattuglia nemica, siamo riusciti a raggiungere le nostre linee soltanto grazie al sergente Miller. Lui ha deciso di restare solo ad affrontare il nemico…non è più tornato con noi»
O’ Hagan fu colpito da quel resoconto, doveva ammettere che il sergente aveva davvero dimostrato di tenere al bene dei suoi uomini, nonostante tutto.
Avrebbe voluto dire qualcosa per rassicurare il suo giovane compagno, ma proprio in quel momento avvertì dei rumori sospetti. Immediatamente si rannicchiò sul fondo della buca. Sperò di essersi sbagliato, ma l’eco continuava a giungere alle sue orecchie. 
Quel suono era inconfondibile, si trattava di stivali che sguazzavano nel fango.
Jackson lo affiancò: «hai sentito anche tu?»
O’ Hagan annuì.
«Qualcuno si sta avvicinando…»  
I due rimasero in attesa prestando attenzione ad ogni minimo movimento.
All’improvviso scorsero un’ombra aggirarsi intorno al filo spinato, pian piano la sagoma divenne sempre più nitida finché la figura non sorpassò i reticolati.
Billy stava per afferrare il fucile, ma Danny lo bloccò. In quel momento la figura abbandonò l’arma, continuando ad avanzare con le mani alzate in segno di resa.
O’ Hagan rivolse al compagno uno sguardo incerto, era la prima volta che vedevano un nemico arrendersi.
 
Dopo i primi momenti di sconcerto, Billy riprese il controllo della situazione. Con orgoglio consegnò il prigioniero tedesco al tenente Dunkel, attribuendosi anche fantomatici meriti per la sua cattura.
Jackson invece non si dimostrò così entusiasta.
«Per quale ragione dovresti consegnarti al nemico?» domandò quando furono nuovamente soli.
O’ Hagan rispose senza pensarci troppo: «forse era solo stanco di combattere. Detto tra noi, non potrei biasimarlo per questo»
Danny non parve convinto: «hai visto come era spaventato? Sicuramente deve essergli accaduto qualcosa di terribile»
Billy decise semplicemente che la questione non lo riguardava, un tedesco in meno dall’altra parte dei reticolati era solo una buona notizia.
 
 
Il mattino seguente Billy aveva già dimenticato la questione del tedesco, la sua più grande preoccupazione era Quota 113. Fu Jackson ad aggiornare i suoi commilitoni al termine dell'interrogatorio. 
«Il prigioniero ha rivelato di essere fuggito dalla foresta. Un cecchino ha teso un’imboscata alla sua squadra e lui è stato l’unico sopravvissuto. Ha detto di aver provato ad arrendersi, ma l’avversario ha continuato a sparare»
«Un’altra storia riguardante un americano che combatte i tedeschi nella foresta» appuntò Bailey.
«Oh, non dirmi che…»
«Chi altro potrebbe essere?»
«Tommy Gun» disse Danny con voce tremante.
O’ Hagan iniziò a spazientirsi: «scommetto che non esiste nessun Tommy Gun»
«Se ci tieni tanto a dimostrarlo, presto avrai modo di verificare tu stesso»
Billy sussultò udendo la voce del caporale Harding.
«O’ Hagan, Jackson, Bailey e Warren. Voi sarete la mia squadra»
«Bentornato tra noi, Danny. Appena arrivato e già hai la fortuna di uscire in pattuglia» commentò Warren con tono sarcastico.
«Spero che la tua mira sia migliorata dall’ultima volta, e anche la tua vista» sghignazzò Jack, riferendosi all’incidente del soldato Evans.
Pete si caricò il fucile in spalla: «certamente, Bailey. Se dovessi spararti, sappi che non sarebbe per errore»
I due si allontanarono insieme continuando a scambiarsi battute, tra risate e pacche sulle spalle. O’ Hagan li seguì con lo sguardo, non aveva ancora capito per quale motivo il cameratismo portasse i soldati ad insultarsi per consolidare un’amicizia.
 
Billy e Danny si separarono dal resto del gruppo per addentrarsi lentamente nella foresta. La densa nebbia e la fitta vegetazione impedivano una nitida visuale, era necessario muoversi con cautela per non palesare la propria presenza al nemico.
«I tedeschi usano i gas» bisbigliò Jackson con tono preoccupato.
O’ Hagan lo rassicurò: «la zona è sicura, tranquillo»
Il due proseguirono lungo il sentiero, inoltrandosi nel labirinto di conifere. 
All’improvviso udirono l’inconfondibile scatto di un grilletto, una voce giunse minacciosa alle loro spalle.
«Fermi! Se non dite qualcosa in inglese giuro che vi faccio saltare le cervella!»
Billy sussultò, immediatamente si preoccupò di farsi riconoscere.
«Non sparare! Siamo americani!»   
«Questo è sufficiente»
Soltanto quando ebbe la certezza che l’altro avesse abbassato il fucile, Billy trovò il coraggio di voltarsi.
Dalla nebbia comparve un soldato che indossava un’uniforme americana, portava un elmetto mimetico, il viso era coperto di terra e fuliggine. Dal lato della bocca pendeva il mozzicone fumante di una sigaretta.
L’uomo sorrise porgendo la mano: «benvenuti a Quota 113, io sono Tommy Gun»
Billy guardò Jackson, il quale fremeva per l’emozione. Dunque anche lui l’aveva riconosciuto.
Sembrava impossibile, eppure…
«Sergente Miller! Lei è vivo!»
Per poco Danny non corse ad abbracciare il suo comandante per la felicità.
Tommy Gun rimase a fissare i due soldati con uno sguardo vacuo e spento.
«Temo che mi abbiate confuso con qualcun altro»
Billy era certo che non ci fosse alcun fraintendimento.
«Lei è il sergente Thomas Miller, il nostro caposquadra! Io sono il soldato Billy O’ Hagan e lui è il soldato Danny Jackson»
Il sottufficiale sembrò non capire.
«Forse ricorda meglio i nostri soprannomi. Lei mi chiamava sempre “smidollato” mentre il ragazzo era “pappamolla”. Adesso ha le idee più chiare?»
Nemmeno in questo modo Miller riconobbe i suoi sottoposti.
O’ Hagan arretrò per sussurrare all’orecchio del suo compagno: «diamine, si è davvero fottuto il cervello»
«Il dottore ha detto che può accadere che i soldati perdano la memoria a seguito di un trauma subito in battaglia»
Billy rimase perplesso: «che cosa dovremmo fare?»
«Niente, adesso lui crede di essere Tommy Gun, possiamo solo assecondarlo»
Billy sbuffò, aveva già abbastanza problemi, non poteva occuparsi anche di Miller in quello stato.
Il soldato si avvicinò nuovamente al suo vecchio comandante, in quel momento notò i macabri souvenir che il sergente portava con sé, ciò che più lo turbò fu un sacchetto pieno di bottoni d’ottone con lo stemma imperiale.
«Ha davvero ucciso tutti quei soldati?»
Miller scoppiò in una fragorosa risata.
O’ Hagan ebbe la certezza che il suo superiore fosse completamente impazzito. Quella risata lo fece rabbrividire, era la follia che vedeva nel suo sguardo.
«Lei deve tornare con noi, non può rimanere qui»
«Oh, no. Devo restare a difendere Quota 113» affermò con convinzione.
«Non pensa al suo plotone? Il tenente Dunkel conta su di lei per…»
Miller lo zittì bruscamente.
«Conosco questo luogo meglio di chiunque altro, non abbandonerò la mia postazione finché non avrò stanato l’ultimo bastardo mangiacrauti nascosto in questa foresta!»
O’ Hagan deglutì a vuoto.
«Sergente, tutto questo è assurdo!»
L’animata discussione fu interrotta dall’artiglieria tedesca, i primi proiettili si abbatterono sulla collina.
Billy e Danny corsero al riparo, nascondendosi in una buca. Nella confusione persero di vista il sergente.
«Oddio! Dov’è Miller?» chiese Billy accorgendosi della sua assenza.
«È rimasto in superficie. Ha detto di non temere di guardare la morte in faccia»
O’ Hagan si premette l’elmetto sulla testa udendo un’altra esplosione.
«Maledizione! Era meglio quando lo credevamo morto!»
 
Billy riaffiorò dal suo rifugio soltanto quando la situazione tornò a quietarsi. La foresta si era tramutata in una landa desolata. O’ Hagan vagò tra i crateri fumanti. Con sua sorpresa nella radura notò una figura immobile come una statua, il sergente era ancora stoicamente in piedi tra le fiamme.
Billy si avvicinò, incredulo che quell’uomo fosse rimasto incolume nel mezzo di un bombardamento. Forse anche i proiettili tedeschi avevano paura di lui.
Con cautela poggiò una mano sulla sua spalla.
«Sergente, si sente bene?»
Miller si voltò, non aveva più l’aria di un pazzo, la sua era la solita espressione irritata.    
«Hai intenzione di restare qui per sempre? Forza, O’ Hagan, muoviti! Ti ho mai detto che sei davvero uno smidollato?»   
Billy, seppur stremato, rispose con un sorriso.
«Sì, sergente»
 
 
 
 
 
 
Nota
[*] Il modello di mitra Thompson, più noto come Tommy Gun, fu brevettato solo nel 1919. Dunque nel contesto della storia, il sergente non ha preso ispirazione dalla famosa arma per il suo soprannome. Anche se, ovviamente, il riferimento è voluto dall’autrice.
   
 
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