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Autore: AmiliaCross    17/11/2023    0 recensioni
LIBRO I
In un futuro non troppo lontano il progresso tecnologico ha finalmente dato i suoi frutti, e ora gli umani possono godere di un sogno che per secoli è stato definito impossibile: ingannare la morte.
La Macchina dei Sogni permette alla coscienza di chi ha terminato il proprio tempo su questa Terra di poter continuare a vivere una nuova vita.
Buster ha solo 19 anni quando una malattia terminale lo sconfigge. Ma egli non teme la morte, poiché ora è certo di poter continuare a vivere in una nuova realtà che lui stesso ha creato.
Ma qualcosa sembra non andare come previsto e Buster si risveglia in un mondo completamente differente. Al posto della vita rosea e romantica che egli aveva scelto, dovrà invece sopravvivere in una terra abitata da diverse razze e creature magiche, in competizione per la ricerca di un nuovo sovrano.
TW: Sono nominati episodi di bullismo, abusi, suicidio e altre scene delicate che potrebbero infastidire lettori sensibili.
Genere: Avventura, Comico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La luce del sole sorto ormai da un paio d'ore si rifletteva sugli occhi dorati di Mardic. Il biondo attendeva l'amico al di fuori dell'abitazione, la schiena poggiata al muro bianco di questa e le braccia comodamente intrecciate sopra il capo.

Fu questo che Buster vide quando scese le scale uscendo a seguito dalla porta principale.
-Non avevi detto che saresti andato da solo?- scherzò il corvino.
Egli aveva cambiato i suoi abiti da notte con altri vestiti. A suo malgrado, all'interno dell'armadio non aveva trovato nulla di lussuoso.
Solo diverse felpe, giacchette, pantaloni e magliette che sembravano tutte uguali.
Ma non aveva altri abiti a disposizione per il momento, perciò dovette accontentarsi.
-Avevo il timore che questa mattina potessi perderti.- Mardic rispose con la stessa ironia che aveva ricevuto. Si spostò dalla sua comoda posizione. -Forza, hanno finito di sistemare gli ultimi banchi già da diverso tempo.-
Il mercato, giusto. Buster non aveva molta voglia di mettersi ad osservare le bancarelle, in quel momento aveva altre priorità in mente.
Vi erano diverse sezioni del Menù che ancora non aveva visto per bene, quella delle abilità e della mappa.
Si domandava cosa contenesse la prima. Quel Menù gli ricordava molto le impostazioni di un videogioco, se il mondo nel quale era rinato era simile allora egli possedeva anche abilità speciali?
"Chissà quali sono allora? Posso volare? Padroneggiare il fuoco? Se non ho cominciato questa nuova vita avendo soldi e donne a disposizione posso forse non abbattermi del tutto."
Il ragazzo aveva deciso di controllare meglio questi dettagli, rimandando però la faccenda a quando si sarebbe separato da Mardic, così da avere una sosta di completa calma per riflettere.
Per quel momento decise di seguirlo lungo la strada che il biondo aveva intrapreso. Avrebbe dovuto comportarsi come suo amico, ma Buster non credeva ancora completamente di esserne in grado. Non dopo aver passato diversi anni interagendo solo e unicamente con la propria famiglia.
Ma il ragazzo che camminava accanto a lui in quel momento aveva un'espressione abbastanza allegra e serena.
"Da quel che ho letto non ha un carattere troppo complicato. Non sarà un'impresa impossibile."
Le strade di quella città parevano alquanto strette per i gusti di Buster. Un singolo edificio non era di per sé molto grande, ma il ragazzo poté notare che man mano che camminavano questi parevano essere costruiti l'uno sopra l'altro, creando abitazioni più grandi. Sembravano grosse case di lego bianche incastonate fra di loro. Buster ipotizzò che si stessero dirigendo dalla periferia verso il centro della città.
Al di sopra di sé poté osservare diversi stendardi collegati da un edificio all'altro, con triangolini colorati. Alcune abitazioni in alto erano addirittura collegate fra loro da dei ponti, unendo così le case da un lato all'altro della strada. Il vetro delle finestre rifletteva la luce in molteplici colori. Diversi balconi ricchi di piante e fiori davano altrettanti dettagli colorati a quell'immagine.
I tetti delle abitazioni erano alti e appuntiti, un esagerato numero di camini si innalzava fra di essi. In molti rilasciavano nel cielo scie di fumo bianco. Un agglomerato di colori e dettagli esagerati capaci di attirare e confondere la vista come l'immagine di una spirale bianca e nero in movimento.
Buster non aveva mai visto abitazioni simili e ne restò meravigliato.
Accanto a sé la risata di Mardic risuonò al di sopra del clamore della città. Il corvino si accorse solo allora dello sguardo che aveva addosso. L'amico gli stava rivolgendo la stessa espressione compassionevole di quella mattina.
-Mi chiedo cosa avrai mai fatto questa notte per avere uno sguardo tanto scombussolato e distante.- Esordì il biondo.
Buster si preoccupò di riportare lo sguardo davanti a sé. Raddrizzò la schiena rilassando poi i muscoli della faccia affinché il suo volto ritornasse ad avere un'espressione normale.
-Te l'ho già detto. Il materasso era scomodo, ho dormito male.- fu la risposta che Buster scelse.
-Sembra quasi che tu non abbia mai visto Borrian.-
Quello appena pronunciato dal giovane era il nome della città nella quale si trovano i due ragazzi. Buster aveva appreso quelle formazioni grazie al Menù, mentre controllava in breve tempo i dati sulle persone conosciute.
"Ovvio che non la conosco, sono appena resuscitato in questo mondo!" avrebbe tanto voluto rispondere, ma sapeva di non poter rischiare così tanto. "Tu conosci me, ma io non conosco te e il resto di questa città. Aah... Com'è strano."
Buster si giustificò così con una risata. -Ma che stai dicendo? Sto solo osservando i dintorni. Hai detto tu per primo che volevi vedere il mercato, questa mattina me ne ero solo dimenticato.-
Stava guardando davanti a sé, ma per qualche istante si sentì addosso ancora lo sguardo del biondo. Buster pregò in silenzio che questo non cogliesse qualche anomalia nel suo comportamento. Sul Menù che aveva controllato prima di uscire di casa vi stava riassunto gran parte del personaggio che avrebbe dovuto interpretare. Eppure non vi era alcuna notizia sul suo carattere, ed egli non era sicuro al 100% che il Buster che in quel mondo conoscevano avesse il suo stesso modo di fare.
Se fosse stato una persona completamente diversa? Lo avrebbero preso per matto.
"Beh... La gente può cambiare, anche se non succede da un giorno all’altro."
I dubbi del giovane furono momentaneamente interrotti dalle successive parole di Mardic: -Esatto! Vediamo che vendono di interessante!-
Le strade di quella città non solo erano strette, ma molte erano addirittura divise da un canale. Buster si era sporto per vedere oltre al bordo del marciapiede. L'acqua non sembrava troppo profonda, ma era ben pulita e si potevano vedere diverse rocce nel fondo. Alcuni pesci colorati nuotavano tranquilli fra di essi. Il ragazzo si dovette allontanare quando una piccola gondola passò per quel canale, trasportando un uomo occupato a remare e a dirigere l'imbarcazione, assieme a due donne sedute comodamente dall'altro lato all'ombra dei loro ombrellini di pizzo beige. Spettegolavano e squittivano come due topine ben vestite, fecero l'occhiolino a Buster non appena lo notarono. Il ragazzo si allontanò, paonazzo in volto.
Il mercato tanto nominato da Mardic comprendeva una serie di bancarelle poste ai lati delle strade, accanto alle abitazioni. Molte di queste occupavano parecchio spazio. Buster e Mardic non erano gli unici a percorrere le strade della città, perciò a volte risultava difficile passare senza dover urtare qualcuno.
Vi erano molti vicoli ed incroci. Il corvino pensò che quella mattina se Mardic lo avesse lasciato da solo, si sarebbe realmente perso fra tutte quelle strade.
Fino a quel momento aveva già posato lo sguardo su diverse bancarelle. Queste avevano colori vivaci, sgargianti ed esagerate decorazioni con l'unico scopo di attirare l'attenzione. E Buster pensò che ci avevano proprio preso.
Il ragazzo non sapeva dove posare lo sguardo, i mercanti richiamavano ad alta voce per attirare ulteriormente l'attenzione dei paesani.
-Miele fresco di alta qualità!-
-Signora, le piacerebbe dare un'occhiata a questi cappelli?-
-Abiti all'ultima moda! Edizione limitata, signori!-
-Amuleti a prezzi speciali! Ne abbiamo di ogni tipo!-
Buster aveva pensato di non essere dell'umore giusto per il mercato, ma ora che aveva visto così tante merci sconosciute avrebbe preferito fermarsi per curiosare meglio.
Aveva passato diversi anni in ospedale, perdendosi molto del mondo, ma aveva capito subito che molte delle merci in vendita non esistevano sulla sua Terra.
La bancarella accanto a lui era allestita con un telo rosso acceso, al di sopra vi stavano pietre e metalli dagli strani colori e dalle insolite forme.
Quella davanti a loro invece assomigliava più ad un capanno allestito sotto ad un ombrellone giallo. Qui vi stavano diverse gabbie. Gli occhi di Buster dovettero soffermarsi più volte ad osservare prima di comprendere che gli animali al loro interno erano di diverse specie a lui sconosciute.
Mardic parve notare dove lo sguardo dell'amico era rivolto in quel momento.
-Vuoi un animaletto da compagnia?-
Chiamare quegli esseri "animaletti da compagnia" era abbastanza esagerato per Buster. Nella gabbia più vicina ai due vi stava una piccola creaturina dal pelo color cenere. Questa assomigliava molto ad uno scoiattolo, ma la coda era decisamente più lunga e sottile, facendo pensare ad uno strano incrocio fra questo animale e una lucertola gigante. Da quando si erano avvicinati, il ragazzo lo aveva visto più volte aprire la bocca per emettere piccoli versi striduli, simili al cinguettio di un canarino non del tutto in salute. I denti al suo interno, piccoli ma decisamente affilati, avevano fatto desiderare al ragazzo di gettare via la chiave che apriva quella gabbia.
-Sono a posto così.- rispose il Buster. -E poi non dovevamo risparmiare soldi? Piuttosto che spenderli in questo modo preferisco avere degli abiti e una stanza migliore.-
Mardic sembrava avere intuito tale risposta già da prima che l'altro potesse replicare. -Ciò che abbiamo è già fin troppo.-
I due concordarono in silenzio di porre fine alla discussione con un semplice sguardo. Proseguirono dunque lungo il sentiero.
Oltre alle abitazioni vi stavano diversi negozi che spiccavano particolarmente fra di queste. Tutto attorno a loro sembrava voler richiamare l'attenzione, tutti sembravano voler vendere qualcosa.
Buster suppose che in quella città l'economia e i mercanti trovassero ogni giorno il proprio posto.
Non era difficile da immaginare, ma quella era una città abbastanza movimentata.
"Se è così perché mi sono svegliato in un buco di stanza? Quel luogo sembrava più un alloggio per barboni senza una casa. Non potevo avere un posto anche io qui in centro?"
Il ragazzo aveva già abbandonato la speranza che quello fosse solo un sogno, nell'attesa di risvegliarsi nel vero mondo che aveva richiesto prima di morire. Si sentiva ingannato, ma non poteva sapere se quello fosse tutto il risultato di un errore umano, o se la Macchina dei Sogni non funzionava davvero come gli era stato promesso.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso l'alto. Oltre i camini e i tetti appuntiti delle abitazioni, un azzurro chiaro e pulito da ogni nuvola ricopriva il cielo. Un caldo raggio di sole riusciva a superare tutte quelle abitazioni per accarezzare dolcemente la pelle del giovane. Questa luce era abbastanza calda, Buster suppose che fossero agli inizi della primavera.
Era passato molto tempo dall'ultima volta che egli era riuscito a godersi una giornata simile, se non da dietro il vetro di una finestra d'ospedale. Riusciva ancora a ricordare cosa si provasse a correre nei prati verdi, con il vento che passa fra i capelli e i vestiti? Non ne era certo.
Fra il clamore vivo della città, fra schiamazzi, chiacchiere e risate, ebbe l'occasione per schiarirsi le idee.
Egli era stato accecato fino a quel momento dall'idea di voler una villa al mare, con tutto il lusso che aveva richiesto, che non aveva ancora pensato al dettaglio più importante.
Era ancora vivo. Gli era stata data l'opportunità di scampare ad una morte che gli era già stata annunciata da mesi, senza dover più trascinare con sé il fardello avere di una malattia terminale.
Ma in quel momento il ragazzo non ebbe abbastanza tempo per pensare a quanto egoista fosse stato tale pensiero.
Una piccola massa di vestiti verdi gli era appena corsa addosso, colpendolo dritto al petto.
-Aih!- seguì lo schiamazzo di una voce fine e acuta.
Ciò che lo aveva colpito non era altro che una piccola bambina di circa sette anni. Buster abbassò lo sguardo per assicurarsi che questa stesse bene, ma la giovane si alzò subito da terra, scusandosi e raggiungendo di corsa un gruppetto di bambini. Parevano giocare ad un gioco simile all'acchiapparella.
Quel colpo lo aveva fortunatamente riportato con i piedi per terra, facendogli interrompere quei pensieri. Decise di rimandare anche questa faccenda a più tardi.
-Forse dovremmo raggiungere una zona meno affollata.- Buster si rivolse all'amico. Voltandosi, tuttavia, non riuscì a vedere nessuno che somigliasse a Mardic fra la folla circostante.
Cercò con lo sguardo in diverse direzioni, non sapendo se l'altro fosse rimasto indietro, o se fosse andato avanti senza accorgersi della sua assenza.
"Cavolo, non dirmi che ora mi sono perso veramente."
Cercare di orientarsi fra la folla nel mercato era impossibile. Buster aveva percorso quel tragitto con la testa fra le nuvole, non era sicuro di poterlo fare a ritroso per tornare al sicuro nella sua povera stanza.
L'unica soluzione in quel momento, era quella di continuare ad avanzare.
Il ragazzo superò quella catena di vicoli e strade strette, raggiungendo una piazza circolare, molto più spaziosa. Gli edifici circondavano la piazza, al suo centro vi stava una fontana grossa e vistosa.
Un serpente di pietra bianca saliva attorcigliato a quello che sembrava un albero. Da sette dei suoi rami uscivano piccole cascate di acqua chiara e pulita.
Il ragazzo si avvicinò, sedendosi ad una delle panchine in pietra che stavano attorno alla fontana. Non si sorprese nel vedere piccole pietre colorate e monete sul fondale di questa.
Perlomeno sapeva così che alcune abitudini e modi di fare non erano completamente differenti dal mondo nel quale era nato.
"Dovrò imparare ad orientarmi al più presto. Non posso continuare a perdermi senza la guida di quel ragazzo."
Successivamente a quel momento, Buster ebbe il dubbio di averlo evocato proprio col pensiero.
Udì la voce del biondo dietro di sé, ma prima ancora di potersi voltare qualcos'altro rientrò nel suo campo visivo.
-Eccoti qui! Potevi avvisare prima di allontanarti.- Mardic aveva raggiunto il ragazzo alle sue spalle, in quel momento stava reggendo davanti al volto di Buster uno strano dolce.
Questo era avvolto attorno ad un bastoncino di legno. Lo percorreva a spirale, così come il serpente con l'albero nella fontana alle loro spalle. Sembrava fatto con lo stesso materiale dello zucchero filato, ma più compatto. Sopra vi stava una glassa simile al cioccolato.
Un veloce sguardo concesse a Buster di capire che Mardic aveva comprato due di quei dolci, uno a testa. Probabilmente era questa la ragione per la quale i due si erano persi di vista.
-Non sono un bambino, non ho bisogno di tutta questa supervisione. Sei tu ad essere sparito da un momento all'altro.- Mentì il corvino, sapeva bene che ancora non conosceva le strade di quella città, tantomeno il resto del mondo all'esterno.
Afferrò la base del bastoncino, la pelle delle sue mani incontrò un lieve strato di zucchero appiccicoso che era rimasto attaccato anche alla base del legno.
-Non abbiamo ancora fatto colazione.- prese parola l'amico. Senza che nessuno lo interpellasse, si sedette dall'altro lato della panchina. -Ho visto questi dolci e sembravano invitanti. Non dire a Cora che ho speso altri soldi alle bancarelle.-
Buster non prestò molta attenzione a ciò che l'altro stava dicendo, lo sentì solo dire che ci teneva a non vedersi più i capelli tagliati durante la notte.
In quel momento la mente di Buster era catturata da ciò che stava avvenendo ad un lato distante a loro della piazza.
Un piccolo palco in legno era stato costruito momentaneamente, probabilmente in corrispondenza dei giorni riservati al mercato. Sopra di esso, un uomo dai sgargianti vestiti stava parlando ad un pubblico che attendeva al di sotto. Il corvino non riusciva ad udire le parole che questo stava rivolgendo al popolo. Dietro di lui vi stava una fila di uomini e donne, chi più giovane e chi più avanti con l'età. Tutti questi erano caratterizzati da una pelle pallida, bianca, vestiti leggeri e poco curati.
A seguito di un cenno da parte del presentatore, da questa fila avanzò un bambino. Aveva un caschetto nero non molto curato, alcuni ciuffi di capelli gli ricadevano sugli occhi. Egli fece un giro su sé stesso come per farsi vedere meglio dal pubblico, fu solo allora che Buster si accorse che tutti loro tenevano le mani dietro la schiena non per comodità, ma perché queste erano legate da una corda.
Mardic notò dove lo sguardo dell'amico fosse in quel momento ed intervenne prima che l'altro potesse esprimere il proprio commento.
-Penso che dovremmo muoverci. Ci staranno aspettando al porto.-
Buster riuscì a leggere fra le righe di quella frase. Nemmeno a Mardic faceva piacere assistere ad una vendita di schiavi.
La panchina fu presto lasciata dai due, che si trascinarono a dietro il loro silenzio.
Il ragazzo aveva ancora in mano il dolce che Mardic aveva comprato per lui. L'aspetto era invitante, quando egli diede il primo morso pensò di aver trovato il suo nuovo cibo preferito. Quel dolce era caldo, probabilmente era stato preparato sul momento. Il suo sapore era delicato, con un ripieno di cioccolata che si scioglieva non appena entrava in contatto con la bocca.
Anche senza un commento espresso ad alta voce, Buster e Mardic concordarono che quella fosse un'ottima colazione.

 

   
 
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