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Autore: GReina    25/11/2023    1 recensioni
[sakuatsu: vampire!Sakusa - human!Atsumu]
L'eternità era noiosa e Sakusa Kiyoomi ne era consapevole, ma bastò scambiare un singolo sguardo con un umano combattivo per ribaltare il suo mondo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Motoya Komori, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Sakusa 

Atsumu lo raggiunse nella sala del pianoforte. Kiyoomi stava suonando con zelo una delle sue sinfonie preferite, dunque per il ragazzo non fu difficile trovarlo. Quando arrivò non lo disturbò, né lui interruppe la sonata. Fu solo quando l'ebbe finita che invece si voltò verso il biondo. Questi era ancora appoggiato allo stipite della porta e, quando i loro sguardi s'incrociano, gli sorrise con aria triste; aveva gli occhi ancora umidi e il naso arrossato, eppure emanava forza e sicurezza, le stesse – in effetti – che avevano fatto in modo che a Kiyoomi piacesse all'istante. 

"Non arriverei mai a uccidere te, il tuo amico e tuo fratello, semmai dovessero ritornare." Atsumu non fece una piega alla scoperta che Sakusa doveva aver ascoltato tutta la sua conversazione con il parente. Invece sbuffò una risata. 

"Lo so." Disse, e prese ad avvicinarsi. "Ma era l’unico modo per convincerlo a non tornare." Quando gli fu vicino abbastanza, i suoi movimenti iniziarono a farsi più timidi. Guardò in basso e prese a martoriarsi le mani tra di loro. 

"Mi dispiace se ti ho fatto arrabbiare." Sussurrò. "Non era mia intenzione, credimi." Concluse. Poi si morse il labbro a disagio. 

Il corvino si ritrovò a sospirare. Atsumu l'aveva fatto arrabbiare, sì. Tutta quella situazione l'aveva innervosito, e anche se stava tentando di tenere a bada l'umore, c'erano attimi in cui quasi non resisteva alla propria ira. Guardando Atsumu, risentiva nella propria testa le sue parole: "Sono qui per questo". Il risentimento di Kiyoomi verso Miya era perlopiù ingiustificato, ma ugualmente forte. Quando quei sentimenti rischiavano di sopraffarlo, però, ripensava alle frasi che aveva origliato, quando il biondo aveva detto a suo fratello che Kiyoomi era gentile con lui e che insieme stavano bene. Il vampiro non aveva trovato traccia di menzogna nel suo tono e nel suo battito cardiaco e così la sua collera diminuiva. 

Si alzò dallo sgabello imbottito del pianoforte e raggiunse Atsumu. Sebbene stesse cercando di non rimanere arrabbiato, al momento lo era, e voleva assicurarsi che la cosa non si ripetesse.  

"Non mi piace quando mi disubbidisci, Atsu." Questi annuì velocemente per dar segno di aver capito. "Inoltre ti basta chiedermi le cose. Non hai bisogno di sfidarmi." Si riferiva al modo in cui Miya aveva rigirato le sue parole di due anni prima per fare in modo che "Sunarin" rientrasse nel patto, e da come il biondo sussultò dovette averlo capito.  

"Credevo di piacerti proprio perché ogni tanto ti sfido, Omi." Ridacchiò l'umano nervosamente in risposta, ma se a Sakusa sarebbe potuta piacere quella replica in qualsiasi altro momento, in quell'istante non lo fece. Si ritrovò a ringhiare sommessamente ed Atsumu trasalì, tuttavia l'umano si riprese in fretta, infatti fece un passo in avanti e con presa leggera afferrò le vesti di Kiyoomi.  

"Scusa." Disse. "Non essere arrabbiato con me." Sakusa si calmò, ma era bel lungi dal non essere più arrabbiato con Atsumu quando – a sorpresa – questi espose il collo di propria iniziativa, raggiunse la nuca del vampiro con una mano e spinse le sue labbra verso la propria gola.  

Kiyoomi deglutì sonoramente. Era la prima volta che Atsumu faceva il primo passo. Sakusa non sapeva se fosse semplicemente per rabbonirlo o perché volesse riappacificarsi del tutto con lui. Dubitava che al ragazzo piacesse essere morso, ma sapeva anche con assoluta certezza che amava essere curato subito dopo. Forse quel morso serviva a Miya tanto quanto a lui. 

Respirò a fondo, gettando il proprio fiato sulla pelle marchiata di Atsumu e facendola divenire d'oca. Si leccò le labbra, espose i denti e li affondò in Miya. Il biondo si strinse più forte a lui soffocando un gemito di dolore nella sua spalla. Kiyoomi lo abbracciò e continuò a bere ritirando i denti e poggiando su Atsumu solo le proprie labbra. Bastò una sola goccia del sangue del biondo perché un forte desiderio invadesse tutto il corpo del vampiro. La stretta intorno alla vita del ragazzo si fece più ferrea, i sorsi del corvino più ampi e rapidi, e una confortevole sensazione di calore iniziò a farsi largo nel suo petto. 

Quando Kiyoomi capì che forse stava esagerando, si fece indietro leccando i rivoli di sangue che avevano tentato di fuggire alla sua bramosia scendendo lungo il corpo di Atsumu. Si accorse che le membra di questi erano più deboli, ma il ragazzo riuscì comunque a ricambiare il suo abbraccio e – cosa nuova – a continuare ad accarezzarlo sulla nuca, dove la sua mano era rimasta. I suoi occhi castani erano languidi ed il suo sorriso di un malinconico contento. Sakusa non ci rifletté molto, semplicemente si sporse in avanti e poggiò le proprie labbra su quelle di lui. Dapprima il ragazzo si irrigidì, sorpreso e probabilmente confuso da cosa quel bacio potesse voler dire per loro, ma infine ricambiò, rilassò i propri arti abbandonandoli alle braccia di Kiyoomi che li stinse e li sorresse.  

Le labbra di Atsumu erano macchiate di rosso quando Sakusa le lasciò andare per tornare a succhiare dal suo collo. Bevve finché non raggiunse l'apice del piacere, e quando il corpo di Miya cedette alla spossatezza il vampiro lo raccolse per portarlo a letto. 

Atsumu aveva disubbidito a un suo ordine, ma ciò che era avvenuto quel giorno non era stata colpa sua, ed il fatto che a volte si sentisse libero di agire come voleva, in fin dei conti, non poteva essere che indice di quanto il ragazzo si trovasse a suo agio insieme a lui. Solo pochi minuti prima Atsumu gli aveva detto che credeva di piacergli perché ogni tanto lo sfidava, ed in effetti era proprio così. Miya non aveva fatto nulla di male e Sakusa non avrebbe mai potuto rimanere arrabbiato con lui un minuto di più. 

 

••• 
Miya 

Atsumu si svegliò con lentezza. Non ricordava di essersi addormentato, ma sapeva di aver perso molto sangue la sera prima e – conoscendo ormai bene quella sensazione – evitò di fare movimenti azzardati. Gli girava la testa, quindi tenne gli occhi chiusi e tentò di capire la propria situazione. Era a letto, sotto le coperte, ed indossava abiti comodi, probabilmente il pigiama. Il collo gli pulsava e qualcosa di freddo gli stava toccando il petto. Aprì gli occhi, abbassò lo sguardo e capì che erano le braccia di Kiyoomi che lo circondavano. Atsumu non poté fare a meno di irrigidirsi. Erano ormai più di due anni che abitava in quel castello e in quel lungo arco di tempo più volte era capitato che il vampiro rimanesse a coccolarlo dopo aver bevuto il suo sangue finché lui non si fosse addormentato. Mai, però, era capitato che Atsumu si risvegliasse tra le sue braccia. 

Diede un'occhiata all'orologio da comodino che aveva accanto e scoprì che era giorno: avevano passato tutta la notte in quel modo.  

"Sei sveglio." Disse Kiyoomi. Miya deglutì, non sapendo bene come comportarsi. Gli era sempre piaciuto che il corvino si prendesse cura di lui dopo il pasto, ma quella situazione era del tutto nuova, e poi c'era stato quel bacio... 

Si voltò tra le sue braccia per poterlo guardare negli occhi. 

"Buongiorno..." Disse con voce arrochita dal sonno. Sakusa gli sorrise. Quel succhia-sangue era la ragione per cui Atsumu si trovava tra quelle mura e non a casa propria con suo fratello, maledizione! Come poteva trovare quel sorriso tanto adorabile? 

"Sei stato con me tutta la notte?" 

"Non avevo niente di meglio da fare."  

Il biondo sospirò, in parte contento e in parte agitato. 

"Non sei arrabbiato con me?" Volle chiedergli. Per tutta risposta Kiyoomi si avvicinò a lui, poggiando una mano vicino al suo capo e schiacciandolo per metà con il proprio peso. 

"No." Gli rispose a pochi millimetri dalle sue labbra, poi lo baciò di nuovo. Atsumu aprì le labbra permettendo alla lingua di Sakusa di scivolare dentro la sua bocca; incontrò i suoi canini affilati, ma quando questi morsero leggiadri le sue labbra non gli fecero nulla. Il battito di Miya accelerò e il ragazzo non riuscì a capire se trovasse tutto quello romantico o inquietante. Kiyoomi interruppe il bacio, mormorò contento e tornò ad abbracciare Atsumu seppellendo il volto nella sua spalla. La sua pelle diventò d'oca e un forte brivido gli partì dal collo per irradiarsi su tutto il resto del suo corpo. Avrebbe potuto essere il freddo o i riccioli neri del vampiro che gli formicolavano la pelle, ma in realtà Atsumu sapeva bene essere per i denti dell'altro così vicini al suo punto più dolente. Di solito Sakusa evitava di morderlo a distanza di poche ore, e se proprio sentiva la necessità di farlo cambiava punto di spillatura, dunque Atsumu tentò di calmarsi, respirando a fondo e rilassando i muscoli. Abbracciò di rimando il vampiro cercando di godersi quel segno d'affetto ma riuscendo al contrario solo a paragonarlo con quello avuto alcune ore prima con Osamu e Rintaro. Il loro abbraccio era stato caldo, rassicurante e pieno d'amore, mentre in quello di Kiyoomi trovò freddo, ansia e senso di possesso. Forse trattandolo in quel modo Sakusa voleva fargli capire che gli voleva bene, ma se fosse stato veramente così l'avrebbe lasciato andare.  

Con rabbia, Atsumu strinse nei propri pugni le vesti di Kiyoomi. Il vampiro era prepotente, pericoloso e ipocrita, ma il biondo non avrebbe mai potuto dirglielo. Decise di mantenerlo di buonumore, invece; consapevole che puntando i piedi non avrebbe ottenuto nulla. 
 

In realtà, si disse diverse ore più tardi, il vampiro non era tanto male. L'umore del ragazzo continuava a passare da arrabbiato a confuso a stranamente felice. C'era da dire che Kiyoomi si impegnava parecchio per farlo stare bene, quindi – sebbene consapevole della propria situazione e di chi ne fosse il responsabile – cercò di rimanere positivo. 

Passarono diversi mesi, ma nonostante i suoi sforzi il biondo non riuscì a tornare ad avere l'atteggiamento spensierato di un tempo. Lui e Sakusa ripresero a sfidarsi a scacchi, a suonare insieme il pianoforte, a parlare delle cose che amavano di più, ma laddove prima vi erano solo divertimento e risate, adesso con rabbia Atsumu ricordava a se stesso di essere un prigioniero. La cosa peggiore era che il vampiro gli piaceva sinceramente, e sarebbe pure tornato spesso a fargli visita se solo questi gli avesse permesso di decidere della propria vita. Ma il fatto era proprio quello: Kiyoomi non gli lasciava decidere nulla. I suoi servitori sapevano quando svegliarlo, quando lavarlo, quando cibarlo. Atsumu godeva di una pseudo libertà di scelta per tutto il resto: la maggior parte delle volte era lui a scegliere l'attività da svolgere insieme a Kiyoomi, ma questo cosa lo rendeva se non un innocuo animale domestico da assecondare e coccolare a proprio piacimento? 

In quei momenti ripensava all'amico di Inubushi Higashi e a quanto fosse stato sciocco da parte sua definire Sakusa il suo cagnolino. In quel frangente, risalente ormai all'anno precedente, Kiyoomi l'aveva protetto all'istante, ma questo certo non perché Miya fosse in grado di dargli ordini. 

L'aveva protetto però, . E aveva risparmiato Suna, ed ogni volta che voleva cibarsi di lui gli chiedeva il permesso, e si assicurava che non si annoiasse, che mangiasse bene, che i suoi servitori non fossero troppo brutali mentre gli strofinavano via lo sporco dal corpo. Iniziò persino a portargli doni dalle sue passeggiate notturne, e in ognuno di loro Atsumu poteva riconoscere un dettaglio che gli indicasse quando Kiyoomi lo conoscesse bene. 
La rabbia del biondo non fu mai in grado di sparire del tutto, ma iniziò a stemperarsi. I morsi del vampiro si fecero sempre più delicati, i suoi baci più frequenti. 

Era ancora arrabbiato. 

Era ancora arrabbiato. 

A volte gli occorreva ripeterselo più volte per convincersene, finché a un certo punto iniziò a diventargli quasi impossibile. 

   
 
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