Cap. 3: I had a dream
Remember that the footprints you're leaving
Will tell us all who you really are
It's too bad you can't see what you're worth
Spreading your legs 'stead of using your words
Character is shown by the things that we do
The one thing you're never gonna hide is the truth
'Cause anyone can sell when they're selling out
And anyone can fly when they're falling down
I had a dream that we were more
A generation to behold
Lighting fires with our words
Instead of useless smoke that blurs
The lines of right and wrong
Expression that lives on
An army with a song
That lingers when we're gone
I had a dream!
(“I had a dream” – Kelly Clarkson)
La mattina successiva
Cassian si svegliò con la vaga sensazione di aver sognato tutto quello che era
accaduto la sera prima, quando si era trattenuto per tanto tempo a parlare con
il Mandaloriano e si erano confidati e lui… beh, lui si era perduto totalmente
nei suoi occhi scuri e non aveva capito più niente. Continuò a pensare di aver
sognato tutto quanto per tutto il tempo in cui si lavò e si vestì, poi sentì
provenire delle voci da fuori e capì che era stato vero, che aveva realmente parlato
con quel Mandaloriano come non aveva mai fatto prima con nessun altro e che… e
che lui stava per partire e chissà quando sarebbe tornato!
Fece più in fretta
che poté per riuscire a scendere in tempo nel grande cortile dove già si
trovavano tutti gli altri ed essere quanto meno presentabile. E sì, c’erano
tutti: Luke, Han e Leia che teneva per mano Ben, Jyn e Ahsoka e poi… e poi lui,
Din Djarin, che stava salutando Grogu proprio come gli aveva consigliato la
sera prima, lo teneva in braccio e gli parlava con affetto e dolcezza, in tono
rassicurante e guardandolo negli occhi.
Mentre si avvicinava
cercando di avere un’aria il più normale possibile, Cassian si ritrovò a
pensare che, se Din avesse tenuto lui tra
le braccia in quel modo e gli avesse parlato con quella tenerezza fissandolo
negli occhi si sarebbe sciolto o sarebbe esploso in un miliardo di stelle… poi
si rese conto di cosa stava pensando,
giudicò di aver perso completamente la ragione e si morse il labbro inferiore
per cercare di ritrovare almeno un pallido barlume di lucidità mentale.
“Stai tranquillo,
piccolo. Io adesso devo partire per una missione importante e ti lascio con
queste persone che ti terranno al sicuro e ti addestreranno per farti diventare
un guerriero forte e potente” lo sentì dire a Grogu. “Ma tornerò a trovarti,
tornerò presto e ogni volta tu mi farai vedere quanto sei diventato bravo. Va
bene?”
Il bambino lo
guardava serio, poi gli posò le manine sul viso e annuì.
Jyn e Leia si
asciugarono furtive lacrime di commozione, mentre Ahsoka alzava gli occhi al
cielo ostentando un’aria esasperata, come a dire che Mando stava sbagliando
proprio tutto e che, in quel modo, Grogu non sarebbe mai diventato un Jedi, ma
anzi si sarebbe corrotto e avrebbe combinato casini anche peggiori di Anakin e
che… ma qualcosa nei suoi occhi faceva capire che era tutta apparenza e che
pure lei si stava commuovendo nel vedere il Mandaloriano e Grogu che si
separavano!
Nel frattempo Cassian
si era avvicinato sempre di più e non sapeva come fare: da un lato avrebbe
voluto andare anche lui a salutare Din (che gli sarebbe mancato tantissimo,
ormai lo sapeva), dall’altro però era incerto su come approcciarsi a lui. Che
idiozia, accidenti! Si sentiva tremare le gambe come un ragazzino alla sua
prima cotta, peccato che avesse trentasette anni e non più dodici e poi, a
pensarci bene, in realtà lui non si era mai
sentito così, neanche durante le sue vaghe storielle e relazioni
adolescenziali.
No, qui c’era
qualcosa di più e Cassian Andor era certo che, se solo si fosse messo a parlare
con il Mandaloriano, tutti gli avrebbero letto in faccia che era proprio del
tutto, completamente, perdutamente e scioccamente innamorato di lui. Che poi,
per colmo di sfiga, nel gruppo c’erano almeno due o tre Jedi che, come minimo,
erano in grado di leggergli nella mente o nello spirito o che cavolo ne sapeva
lui… Cosa avrebbero pensato? Come avrebbe…?
Ma poi si disse che
era un cretino a esitare tanto. Din Djarin stava salutando Grogu e poi sarebbe
partito e chissà quando sarebbe riuscito a ripassare di là, magari dopo mesi, e
lui perdeva tempo a pensare alla figura di merda che avrebbe fatto quando in
realtà ogni fibra del suo essere urlava che non voleva, non voleva
assolutamente che lui se ne andasse? Non poteva perdere l’occasione di
salutarlo, non se lo sarebbe mai perdonato. Si mise in faccia un’espressione
che reputava potesse sembrare almeno lontanamente normale (ecco, in momenti come questi capiva perfettamente perché i
Mandaloriani portassero il casco in pubblico, avrebbe fatto tanto comodo anche
a lui!) e si avvicinò deciso a Din e Grogu.
“Beh, allora sei in
partenza, eh?” gli disse. Frase più banale e stupida non avrebbe potuto
trovarla in tutta la galassia e oltre, era chiaro
che il Mandaloriano stava partendo! Lui, però, non parve notare l’assoluta
idiozia della frase e, anzi, gli concesse un lieve sorriso.
“Buongiorno, Cassian”
rispose. “Sì, sto per partire, ma ti devo ringraziare per aver insistito con me
perché salutassi il piccolo come si deve. Per me sarebbe stato doloroso
andarmene senza nemmeno rivederlo e anche per lui sarebbe stato un trauma, in
questo modo lo vedo più tranquillo e mi sento meglio anch’io. Mi mancherà e io
mancherò a lui, ma sapere che ci rivedremo ogni volta che potrò è un sollievo
per entrambi, e di questo posso solo ringraziare te.”
Cassian si rese conto
di essere nuovamente arrossito, e stavolta non c’era l’oscurità della notte a
nasconderlo e, oltre tutto, anche Han e Leia e tutti gli altri potevano
vederlo, ma non gli importava più, non in quel momento.
“Sono contento di
averti dato un buon consiglio, anche se non era niente di speciale, ho solo
pensato a come mi sarei sentito io… cioè, a come mi sarei sentito al posto di
Grogu, ovviamente” disse, rendendosi conto di essere piuttosto frastornato. “Come
ti ho raccontato ieri sera, ho passato un’esperienza simile e so come ci si
sente.”
“Anch’io lo so e
proprio per questo non so come possa aver pensato di far provare quel vuoto e
quel senso di abbandono anche al piccolo, ma tu mi hai dato modo di rifletterci”
replicò il Mandaloriano, fissando Cassian con intensità. Chissà se sapeva che
ogni suo sguardo faceva bruciare il sangue del suo interlocutore?
Luke, nel frattempo,
si stava avvicinando ai tre. Era giunto il momento che Grogu andasse con lui e
che il Mandaloriano salisse sul suo nuovo velivolo e partisse, ma… ma proprio a
quel punto accadde qualcosa di inaspettato. Grogu, che per tutto il tempo era
rimasto tra le braccia di Din Djarin, accarezzandogli il viso con le manine e
fissandolo negli occhi, gli fece un’ultima carezza e poi si voltò,
tranquillizzato e rassicurato, ma non guardava Luke, proprio per niente. Si
sporse invece verso Cassian, facendo capire che voleva andare in braccio a lui!
“Ehi, a quanto pare
anche tu vuoi ringraziarmi per averti permesso di salutare tuo padre” scherzò
Cassian, prendendo in braccio il piccolo. “Non c’è di che, mi è sembrata
veramente la cosa più giusta da fare per tutti e due.”
Però non era tutto
lì, nell’aria si sentiva una strana atmosfera, quasi una tensione elettrica.
Grogu fissò Cassian negli occhi proprio come aveva fatto prima con Din Djarin e
poi posò anche a lui le manine sul viso, in una carezza morbida e affettuosa
che andò a toccare Andor proprio in fondo al cuore. Che gli succedeva? In quel
momento un calore intenso, dolce e struggente lo invase da capo a piedi mentre
in testa gli si affastellavano mille pensieri e ricordi: la madre adottiva
Maarva, la sorella perduta, il padre adottivo impiccato dai Separatisti, il suo
pianeta annientato, la sua infanzia distrutta… E quel bambino tra le sue
braccia sembrava sapere tutto e davvero essergli grato per avergli risparmiato
tanto dolore, e forse gli stava trasmettendo anche qualcos’altro, forse erano
tante le cose che voleva dirgli. Nell’emozione travolgente di quel momento a
Cassian passò vagamente per la testa il pensiero che, in fondo, anche Grogu
aveva il potere dei Jedi e che quindi con ogni probabilità gli leggeva nella
mente, non solo le sofferenze e le perdite del suo passato ma anche i
sentimenti del suo presente… Poi il
pensiero passò e rimase solo quel senso di calore avvolgente, di… di famiglia,
di casa. Cassian si sentì salire le lacrime agli occhi e non gli importava più
niente se faceva la figura del fesso, sarebbe voluto rimanere lì con il
piccolino tra le braccia per sempre, avrebbe voluto avere anche lui un Grogu di
cui sentirsi padre, avrebbe voluto… non lo sapeva neanche lui!
Luke, che era il più
vicino, notò e avvertì tutto (e beh, in fondo era il Jedi più potente della
galassia!), ma non forzò la separazione, anzi sorrise, come se approvasse.
Invece il gruppetto formato da Ahsoka, Jyn, Han e Leia si guardava perplesso,
chiedendosi cosa stesse accadendo e perché Luke non avesse ancora preso il
bambino. Ben tirò la madre per la mano dando voce agli interrogativi di tutti
con la sua innocenza infantile.
“Mamma, ma che
succede? Perché Grogu non viene a giocare con me?” domandò.
“Eh? Io… ma sì, Grogu
viene subito, sta salutando il suo papà e… sì, poi lo zio Luke lo porterà qui
da te” rispose Leia, come risvegliandosi da un sogno.
“Mi dispiace che
Grogu sia triste, ma poi io cercherò di distrarlo e di farlo divertire” ribatté
Ben.
“Lo so, sei un bravo
bambino, Ben” disse affettuosamente Leia, accarezzando i capelli del figlio e
pensando che era davvero fortunata, lei non si sarebbe dovuta separare dal suo
bambino e ora si rendeva conto di quanto fosse dura per il Mandaloriano. Anche
se non riusciva ancora a capire bene cosa c’entrasse Cassian in tutto questo…
Intanto, però, anche
Din Djarin guardava la scena inaspettata di Grogu che sembrava quasi… beh,
voler salutare anche Cassian e, in un certo senso, affidargli suo padre. E la
mente del Mandaloriano si riempì di strani pensieri: era come se Grogu sapesse
qualcosa e in quel momento fu certo che, se avesse potuto parlare, avrebbe
detto a Cassian di prendersi cura di suo
padre e di non farlo sentire solo. Non significava niente, a meno che… e un’altra
sensazione invase i pensieri di Din. Guardare Cassian con in braccio Grogu era
bello, era giusto, e chissà come
sarebbe stato meraviglioso e perfetto se loro tre fossero stati veramente una
famiglia, se anche Cassian fosse diventato il padre adottivo del piccolo! Non c’era
niente di male né di strano, tra i Mandaloriani prendersi cura dei trovatelli e
crescerli come propri figli era più importante anche di avere figli del proprio
sangue e per questo il Credo Mandaloriano non aveva pregiudizi o regole
riguardo alle unioni e ai matrimoni anche tra persone dello stesso sesso o di
razze diverse che non avrebbero potuto procreare naturalmente.*
Già, però perché si
metteva a pensare a una cosa del genere proprio in quel momento? E poi Cassian
non era un Mandaloriano e neanche Grogu… tuttavia Din non riuscì a scacciare
quel pensiero dalla testa e tanto meno la dolce e luminosa sensazione che gli
riscaldava il cuore quando ci pensava.
Fu così che prese
quella decisione che avrebbe cambiato tutto… in meglio!
Poi Luke si avvicinò
e quella specie di incantesimo parve spezzarsi. Grogu allungò le braccia verso
di lui e il Jedi lo prese in braccio.
“Non temere, Grogu
starà benissimo con noi e diventerà un Jedi potente, nessuno potrà fargli mai
più del male e, anzi, quando sarà perfettamente addestrato, dovranno essere gli
altri a temere lui” disse Luke. “Comunque tu potrai venire a trovarlo quando
vorrai e non ti sarà impedito di incontrarlo, devo ammettere che non sono molto
d’accordo con le regole severe di Ahsoka. In fondo io sono diventato un Jedi
senza dovermi separare da mia sorella, dalla mia famiglia.”
“Appunto, era quello
che dicevo anch’io” commentò Cassian, che stava lentamente riprendendo un certo
controllo su se stesso e sulle proprie emozioni.
“Ti ringrazio, Luke,
e ringrazio anche la Senatrice Organa per avermi donato questo Starfighter N1 della Guardia Reale di Naboo
visto che la mia astronave è stata distrutta” disse il Mandaloriano, stringendo
la mano di Luke. Quindi, inaspettatamente, si rivolse a Cassian. “Il fatto è
che io ero abituato a pilotare la mia Razor
Crest e potrei aver bisogno di un appoggio per imparare a gestire un velivolo
così nuovo e potente. Tu sei un pilota, vero, Cassian? Che ne diresti di venire
con me? Un pilota esperto è proprio quello che ci vorrebbe per questo
Starfighter.”
Cassian rimase sbigottito, mentre Luke sorrise e annuì e
anche Grogu sembrava soddisfatto. Che fosse vero che i Jedi (e i futuri Jedi)
leggevano nella mente, nel cuore e nei sentimenti degli altri? Beh,
probabilmente sì, nella Forza potevano percepire i sentimenti e le emozioni
altrui e Luke in particolare era il Jedi più potente…
“Penso che sia un’ottima idea, sempre se Cassian è d’accordo,
naturalmente” commentò il Jedi, che a quanto pareva si divertiva anche a fare
il fanboy!
“Io… io… eh? Certo, sì che sono d’accordo. Insomma, sì, sono
un pilota e un soldato, anch’io avevo voglia di un po’ di azione e poi… beh,
wow, questo Starfighter è davvero un gioiello!” rispose Andor, ancora
sconvolto. Fino a pochi minuti prima si chiedeva come avrebbe fatto a
sopportare di separarsi dal Mandaloriano e adesso era proprio lui che gli
chiedeva di partire e di accompagnarlo nelle sue missioni future! Possibile che
fosse tutto un sogno?
“Senatrice Leia, ho il tuo permesso di partire con il
Mandaloriano come suo pilota e compagno di missione?” domandò poi, ricordandosi
che alla fine era da anni al servizio di Leia e che avrebbe dovuto chiedere a
lei se era d’accordo.
La Senatrice, che cominciava a capire parecchie cose anche
lei (in fondo il fratello l’aveva addestrata per un periodo per tentare di fare
di lei una Jedi!), sorrise.
“Ma certo che hai il mio permesso, Cassian. Anzi, avrei
dovuto essere io a consigliarti di partire con lui” rispose. “In fondo il
Mandaloriano cercherà coloro che hanno cercato di far del male al piccolo Grogu
e, come Luke ci ha spiegato, sono le stesse persone che vogliono ricostituire l’Impero,
i nostri nemici. È una splendida idea!”
Tutto era quindi stabilito. Din Djarin e Cassian salutarono
tutti e salirono a bordo dello Starfighter N1; Luke, Leia e gli altri dissero Che la Forza sia con voi com’era giusto
che dicessero e via così. Grogu si avvicinò a Ben che lo prese per mano e gli
sorrise.
“Quindi adesso tu hai due papà?” gli domandò.
Grogu non poteva rispondere, ma si voltò a guardare con
affetto i due nel velivolo che stavano per partire e poi rivolse la sua
attenzione a Ben, con una sorta di sorrisetto che la diceva lunga.
Lo Starfighter N1 decollò da Hosnian Prime, si prospettavano
nuove sfide e avventure per il Mandaloriano, ma non sarebbe stato da solo come
aveva temuto e, anzi, la presenza di Cassian al suo fianco avrebbe portato
cambiamenti positivi sotto molti aspetti!
Fine capitolo terzo
* Questa notizia che mi fa proprio comodo e mi porta
ad ammirare e apprezzare ancora di più i Mandaloriani non me la sono inventata,
l’ho trovata su un sito che studia usi, costumi e tradizioni dei Mandaloriani.
Link: https://newstarwarsgdr.forumfree.it/?t=76636926