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Autore: Vallentyne    29/11/2023    11 recensioni
Questa storia fa parte della serie Winners & Losers
Seguito de “La nuova stagione” | Storia di Karl e Lena
Era finita con un accordo firmato davanti agli avvocati, e da quel momento ciascuno aveva percorso la propria strada. Di quel fuoco divampato due anni prima restava solo la cenere.
Ma a volte qualcosa continua a bruciare sotto la superficie.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Winners & Losers'
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Epilogo

 

Quattro anni dopo

 

Genzo controlla il navigatore, mancano pochi minuti e giungerà a destinazione. Karl gli aveva inviato un messaggio con l’indirizzo esatto e un breve commento ‘Quando arrivi capirai di essere nel posto giusto’.

Mette la freccia, esce dall’autostrada e si sposta sulla 431 in direzione ovest, destinazione Blankenese. Prosegue lungo la strada verso il grazioso e caratteristico quartiere residenziale affacciato sul fiume Elba, a mano a mano che si avvicina nota sui marciapiedi parecchie persone a spasso: chi con il cane, qualche runner, parecchi bimbi nei passeggini. È un quartiere da cartolina, sulle colline, molto verde e punteggiato da eleganti case bianche, non è stupito dalla scelta dell’amico che pochi anni prima aveva dichiarato che avrebbe cambiato vita.

Poco più avanti la vede: la villa degli Schneider è al numero quarantasette. Accosta e fa partire la chiamata.

G. “Sono qui.”

K. “Entra con la macchina, segui il vialetto.”

Il cancello si apre, guida con lentezza verso l’interno. Attraversa parte del giardino, raggiunge l’ingresso della casa e spegne il motore. Scende dall’auto, si sgranchisce le gambe. Si stiracchia e quando posa lo sguardo verso l’ingresso vede Karl appoggiato al muro, gli va subito incontro. Una pacca sulla spalla e un abbraccio, lo accoglie con un sorriso.

«Ciao! Finalmente sei arrivato!»

«Karl… Come stai?»

«Alla grande. Vedo bene anche te! Come te la stai passando?»

Vengono raggiunti da un Weimaraner che non appena aveva intravisto uno sconosciuto si era messo all’erta. Il cane abbaia, Karl lo richiama e quello si avvicina al padrone scodinzolando.

«Non c’è male… Ma questa bestia?»

Genzo si fa annusare la mano, poi gratta l’animale dietro le orecchie.

«Lui è Ludwig, vive qui con noi dall’anno scorso.»

Raccoglie da terra un bastoncino, glielo lancia. Il cane segue la traiettoria con lo sguardo e scatta fulmineo.

«Dopo lo portiamo a fare un passeggiata, adesso entriamo... C’è almeno una delle mie donne che non vede l’ora di stare in tua compagnia, è da tre ore che domanda in continuazione notizie del tuo arrivo.»

Genzo ride.

«Non voglio farla aspettare un minuto di più.»

Karl fa strada, l’altro lo segue. La villa è frutto di una ristrutturazione recente ma ha mantenuto il fascino originario degli anni Trenta del secolo scorso. I pavimenti in legno massello a contrasto con il candore delle pareti, l’arredamento sobrio e tradizionale. Oltrepassano l’atrio dell’ingresso e svoltano a destra, lì nel salotto Katrin sta giocando con alcune bambole. Quando li sente sopraggiungere si alza subito in piedi e corre loro incontro.

«Zio Gen!»

Lui si abbassa e spalanca le braccia, la bambina gli corre incontro e si tuffa su di lui.

«Ehi, che super benvenuto!» le fa un buffetto sulla guancia, lei gli sorride radiosa «Ciao principessa! Come stai?»

Katrin si mette le mani dietro la schiena, tutto ad un tratto intimidita e imbarazzata dalla sua stessa esuberanza.

«Bene...»

Genzo le sorride.

«Stavi giocando con le bambole?»

«Sì. Vuoi vederle?»

«Certo!»

Si siede sul pavimento, in quel momento li raggiunge Lena.

«Ehi, ciao Genzo! Benarrivato!»

«Ciao, Lena!» si volta a guardarla e resta a bocca aperta «Accidenti, ma che sorpresa è questa?»

Lancia un’occhiataccia a Karl che risponde con un ghigno.

«Sì, sono stato io...»

Lena scoppia a ridere.

«Wow! Congratulazioni… Quanto manca?»

«Ancora cinque mesi… ma la pancia si vede già tantissimo stavolta!»

«Karl…» scuote la testa «Sei pessimo. Potevi anche dirmelo, no? Non sarei venuto con regali solo per la principessa e per Max, accidenti a te!»

Lena prende posto sul divano, accavalla le gambe.

«Ma figurati, non devi farti problemi! Volevamo fare una sorpresa!»

«A proposito, dov’è Maximilian? Non lo vedo da una vita, chissà quanto è cresciuto…»

«Sta dormendo, devi aspettare ancora un po’…»

Una manina lo tira per la manica della maglia.

«Zio Genzo, adesso vuoi giocare con me?» gli domanda seria.

E poi, a bassa voce «Non gioco mai con Max, è troppo piccolo e rompe tutto…»

 

La tata è arrivata un’ora dopo, si occupa della merenda dei bambini permettendo agli adulti di chiacchierare in tranquillità.

Si sono accomodati al tavolo in giardino, sotto il pergolato, la cameriera ha servito succhi di frutta e biscotti fatti in casa, Lena se ne porta uno alla bocca.

Genzo lancia qualche occhiata qua e là.

«La vista è stupenda…»

Karl sorride.

«Mi sono innamorato di questa casa non appena ci ho messo piede. Avevo capito fin da subito che avrei voluto vivere qui con la mia famiglia.»

Si guardano negli occhi.

«Me lo ricordo come se fosse ieri quando mi hai detto che volevi cambiare vita, sai?»

«Me lo ricordo pure io. Eravamo appena usciti dalla faccenda di Helmut Meier…» riportare alla memoria quei ricordi risulta ancora sgradevole, Karl si massaggia la fronte «E io non vedevo l’ora di mettere una pietra sopra a tutto quanto.»

«Già. C’era stato lo zampino di Jens Krone, vero?»

Interviene Lena.

«Sì, era stato l’avvocato che ci avevi raccomandato tu a risalire a lui… E a scoprire gli intrallazzi. Helmut Meier ci ha perso la reputazione, e ben gli sta, si è scavato la fossa da solo. Non ha più lavorato nei giri che contano, non dopo la sentenza del tribunale.»

«Mi sembra di ricordare che avesse patteggiato.»

«Sì. Si è poi scusato pubblicamente e ha pagato un indennizzo a Karl e a Matilda, noi non abbiamo voluto i soldi del danno di immagine, sono stati dati in beneficenza.»

«Li ho usati per finanziare parte della mia Fondazione.»

Genzo sorride.

«Beh, è consolante sapere che hanno contribuito a qualcosa di buono.»

«Già. La Fondazione mi sta dando tantissime soddisfazioni, adesso che avrò più tempo libero mi potrò impegnare anche in prima persona…»

Lena gli lancia uno sguardo amorevole.

«L’ho sentita quella punta di malinconia…»

Karl sospira.

«Per forza. Mi sono svegliato una mattina e mi sono accorto di stare per compiere trentasette anni. Così, all’improvviso.»

Lei gli scocca un bacio sulla guancia accarezzandogli la schiena.

«Sì, però nel frattempo hai vinto tutto.»

Sorride ancora. Poi annuisce.

«Beh, da domani comincia una nuova avventura!» si alza, si avvicina a Genzo e gli stringe un braccio «E il fatto che tu sia arrivato in tempo per la mia festa mi riempie di gioia. Tra poco arriveranno anche Hermann e Nadine. Naturalmente tu ti fermi a dormire qui, vero? Ho già fatto preparare la tua camera apposta, al secondo piano. Hai il tuo bagno, e Katrin che allieterà le tue giornate da mattina a sera… Attenzione, è una tipa mattiniera, alle sette di solito è già operativa.»

Genzo ridacchia.

«Veramente pensavo di stare in centro, avevo preso una camera al Fairmont… Però l’idea di giocare con Katrin è piuttosto allettante…»

Lena sorride.

«Ma sì, fermati! Ultimamente ci vediamo così poco…»

«Bene, è deciso.» dichiara Karl «Io mi allontano per un momento, devo fare una telefonata a Peter per la conferma dell’orario. Vi raggiungo subito.»

 

Genzo e Lena rimangono soli.

«E così avete costruito qui il vostro nido, sembra un paradiso…»

«Già. Sono stati quattro anni piuttosto intensi…»

«Direi! Il matrimonio, un altro figlio, e intanto due Bundesliga, una Champions League, una Supercoppa UEFA e una Coppa del Mondo per Club. Gli Europei… Karl era in uno stato di grazia perenne. E poi il trasferimento qui. E ancora un bambino in arrivo. O bambina?»

«Non lo sappiamo. Abbiamo deciso di non voler conoscere il sesso in anticipo.»

«Ah.»

«E comunque hai elencato gli innumerevoli successi di mio marito, e i tuoi, ma ho fatto qualcosa anch’io, sai?»

Genzo alza le mani.

«Non lo metto in dubbio, ma di sicuro non li conosco tutti.»

Lena sorride tra sé e pensa alla laurea, alle sfilate di New York che si erano aggiunte regolarmente negli ultimi anni oltre a Milano e Parigi. Le decine di campagne per Ralph Lauren, Burberry, Chanel, Armani, Missoni, Dolce & Gabbana, Tom Ford e Dior. I servizi su Vogue, le tante copertine sulle edizioni USA, Italia, Cina, Giappone, Francia e Germania.

Si stringe nelle spalle.

«Diciamo che mi sono tolta parecchie soddisfazioni. E arrivata a ventisette anni ho chiuso con il botto. E con il secondo pancione, avevo sfilato per Comme des Garçon incinta di sette mesi.»

Lui la guarda intensamente.

«Com’è andata?»

«È andata bene.» annuisce «La seconda volta è andata bene. Sapevo cosa mi aspettava, lo sapevamo tutti e due. Karl mi è sempre stato vicino… Sai che ho insistito e sono riuscita a fare un parto naturale? E lui era lì con me, non mi ha mai lasciata sola.»

Genzo ora è perplesso, Lena ride.

«Lascia perdere… Diciamo solo che è andata molto bene. E che tu sei davvero carino a domandarmelo.»

«E adesso che programmi hai?»

«Adesso cercheremo di goderci i bambini il più possibile… Per il momento ho un podcast tutto mio che parla di quello che c’è dietro le quinte delle vite patinate in vetrina su Instagram, non lo sapevi?» gli fa un occhiolino «Karl all’inizio era un po’ scettico, ma si è dovuto ricredere.»

La ascolta con interesse.

«Adoro la mia vita qui… Sono consapevole dei miei privilegi. E sono una persona felice e realizzata. Pensa che avevo ricominciato anche a fare equitazione prima di rimanere di nuovo incinta, voglio riprendere quando potrò. Karl l’anno scorso mi ha regalato Tallulah, la mia cavalla che adesso mi sta aspettando... E poi ci vediamo spesso con Hermann, io e Nadine siamo diventate amiche, frequentiamo la stessa palestra, giochiamo – oddio, giocavamo – a tennis insieme.»

Lena distoglie lo sguardo e sembra fermarsi ad ammirare quello che la circonda, ma è solo un momento, poi i suoi occhi fissano quelli di Genzo.

«E tu, invece? Come vanno le cose?»

Lui distoglie istintivamente lo sguardo e fa un mezzo sorriso.

«Vanno. La mia vita privata è top secret, e finché resta così va bene. Ho davanti a me ancora un anno in squadra, tra poco dovrò prendere qualche decisione importante.»

Lei gli prende le mani tra le sue.

«Ehi. Ti vogliamo bene, lo sai? Tutti noi. Karl senza ombra di dubbio, e anche i bambini. Ma ti voglio bene anch’io, ricordatelo. Casa nostra è sempre aperta per te.»

«Così mi fai sentire a disagio.»

Lei sorride scuotendo la testa, lo lascia andare e si appoggia allo schienale.

«Lo so che è difficile, e che tu sei un bravissimo equilibrista. Ma quello che ci tengo a dirti è che qui puoi rilassarti. Potevi anche non presentarti da solo!»

«È meglio così. Per ora è ancora meglio così…»

Sopraggiunge Karl alle spalle di Lena, la abbraccia.

«Sono io quello che adesso potrebbe entrare davvero in crisi, Gen… Ho smesso di giocare sul serio, stasera ci sarà la festa in mio onore.» torna a sedersi, li scruta prima una e poi l’altro «È difficile dire addio e chiudere certi capitoli.»

Lei lo guarda con aria complice.

«Beh, troverò qualche altro obiettivo.»

«Non hai mai pensato di allenare?»

«Come mio padre? Non so, non sono sicuro che potrebbe essere la mia strada. Non basta essere stato un buon giocatore per diventare un ottimo allenatore, lo sai anche tu. E io non mi accontenterei mai di essere mediocre, in nessun campo.»

Prende fiato, una farfalla si posa proprio sul suo bicchiere.

«Vi dirò, in fondo mi prendo volentieri un paio di anni di pausa dal calcio, poi ci penserò sul serio. Devo solo abituarmi all’idea. Mantenermi in forma, o mia moglie ha già minacciato ritorsioni…» ridacchia «Ma soprattutto godermi loro quattro. Katrin quest’autunno compie già sei anni, Max ne ha fatti due il mese scorso. Il terzo, o terza, arriverà all’inizio di ottobre… Lo so bene come corre il tempo. Corre indifferente alla nostra nostalgia, e io non voglio più rimpianti.» sbatte le palpebre, emozionato «Nessun rimpianto.»

Torna a guardare Lena negli occhi, ci trova tutto l’amore del mondo.

 

 

 

 

NdA

Eccomi qui.

Come prima cosa ringrazio tutti coloro che hanno letto e dato una possibilità a questa fanfiction. Spero che la lettura sia stata piacevole e abbia rappresentato quel momento di svago e di viaggio con la fantasia così come era nella mia testa.

 

Saluto qui la coppia Karl & Lena nella serie Winners & Losers, voglio che la loro storia finisca così. Felici e contenti, con tre figli, un cane, una cavalla e tanta voglia di vivere tenendosi per mano. Modella e calciatore, bellissimi, biondi, ricchi, bravi e famosi, potrebbero essere detestabili, io li amo da morire. E dopo averli torturati, fatti penare e averli spinti oltre la decenza in più episodi nelle storie precedenti mi congedo regalando loro l’happy ending più mieloso possibile.

(Potrebbero però tornare come protagonisti di una raccolta di missing moments legati alla loro storia, chissà, scriverò secondo il mio umore!)

 

La serie invece non è conclusa, manca ancora un ultimo tassello per chiudere il discorso. Ci sono ancora spunti da elaborare, qualcuno è stato lanciato proprio qui, altri li si trova in TRE. Forse, arriverà anche la storia di Genzo. Aggiungo “forse” perché (chi mi conosce lo sa) non mi riesce spontaneo né semplice scrivere di lui, e ancora più complicato è scrivere di lui in quella veste che ho immaginato.

 

D’altra parte, beh, voglio troppo bene a certi personaggi per voltar loro le spalle, per cui penso proprio che non li abbandonerò ma continuerò a scrivere calandoli in altri contesti. Ripulendoli da quanto ho raccontato fino a questo punto, rendendoli protagonisti di altre storie… Chissà!

Per ora mi godo quella nostalgia che mi assale quando metto la spunta su “completa”, stavolta è scesa una lacrima.

 

Ringrazio tutte voi che mi avete dedicato del tempo, recensendo o commentando, chi c’è stata sempre e chi quando ha potuto. E, infine, devo esprimere riconoscenza in particolare a aelfgifu, perché è stata colei che ha scatenato la mia creatività regalando a questo fandom una versione di Karl-Heinz Schneider da amare, e che con le sue parole mi ha indirettamente spinta a fare il possibile per rendergli giustizia. Questa storia d’amore è il mio tributo al “nostro” KHS.

 

 

 

Soundtrack

 

Verdena, Luna

Pixie, Where is my mind?

Lana Del Rey, Summertime sadness

Passenger, Let her go

Rage Against The Machine, Killing In The Name

Mr. Kitty, After Dark

Beck, Loser

Placebo, Blind

Muse, Madness

System Of A Down, Lonely Day

Muse, Falling away with you

Bryan Adams, (Everything I Do) I Do It For You

Hole, Dying

Beyoncé, Halo

   
 
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