Sognai qualcosa quando ancora andavo alle medie. Credo fosse l'ultimo anno prima che cominciassi le superiori. Era estate e andai a dormire presto. Di conseguenza sognai a lungo.
Vidi una città scurita sotto un cielo rosso da incendio. Un mostro, credo una macchina umanoide, gigantesca, camminava per le strade e dagli occhi emetteva una fascio di luce che trasformava ciò che toccava in nero carbone sbriciolabile e così faceva con tutti i vari palazzi.
Un manipolo di soldati, stranamente disarmati e vestendo un’uniforme da guerra in Vietnam, gli camminò incontro cercando di non farsi notare. Pensai “Non finirà bene” e così fu. Mi passarono davanti immagini statiche di loro, uno per uno, morti, colti in un momento in cui cadevano all’indietro o si accasciavano e un piccolo fiotto di sangue fuggiva dai loro corpi.
Il mio cervello dovette essere piuttosto turbato perché cambiò lo scenario apocalittico. Mi trovai di fronte mio fratello che rideva a crepapelle, facendo fatica a respirare. Nelle mani stringeva una globo grosso come un pallone da calcio, per metà fatto di vetro e dentro si vedeva una locandina di un vecchio film dipinta. Recava scritto “SPACE STATION” e io, senza motivo, seppi immediatamente che si trattava di un film del 1957. Mio fratello mi spiegò che rideva tanto poiché il film si intitolava “stazione spaziale” e sulla locandina c’era disegnata una stazione spaziale e lui trovava la cosa ridondante.
Mi svegliai non trovandoci nulla da ridere. No, non esiste un film con quel titolo, ma a quanto pare esiste un film sovietico di quell’anno che parla di una stazione spaziale. Дорога к звёздам o Rotta per le stelle.