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Autore: Cladzky    29/11/2023    1 recensioni
Una collezione di sogni di una persona che ha paura di dimenticarli svelano la sua personalità.
Genere: Angst, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno dei miei incubi peggiori lo sognai appena finii le superiori. Queste mi lasciarono con l’incubo dei ritardi, eventualità non rara quando abiti a venti chilometri dal liceo e circondato dal nulla, senza stazioni o fermate dell’autobus e devi affrontare il traffico sull’auto dei tuoi genitori.

Ero in mezzo una montagna priva di vita, senza piante che non fosse erba e priva di animali. Il cielo era terso e poco acceso, come la mattina presto e il terreno appariva lunare da quanto era impraticabile. Sentivo di essere in ritardo per l’inizio delle lezioni e compivo grandi balzi che aumentavano la mia sensazione di essere sulla luna per davvero. Scendevo giù come una valanga, lasciandomi alle spalle degli sconosciuti compagni di escursione e finalmente vedo l’edificio scolastico, costruito alla base della montagna. Aveva quella tipica facciata allegra da agglomerato di parallelepipedi in cemento che così tante scuole condividono nella realtà. La campanella era già suonata e benché ci fosse altra gente in giro a bighellonare mi sembrava di essere l’unico in ritardo. Salì rampe di scale, controllai il numero delle classi e non mi ci raccapezzavo. Era un labirinto, proprio come il mio vero liceo artistico. Correvo a destra e manca mentre l'orologio andava avanti. La gente che bighellonava mi prendeva in giro, sentivo i loro bisbigli di chi aveva capito che mi fossi perso. Controllai il mio orario, mi infilavo in un corridoio, controllavo tutte le porte ma la mia aula non la trovavo e feci così per molti piani.

Basta, mi dissi, e corsi fuori alla stessa velocità con la quale ero entrato lasciandomi la scuola e i suoi crudeli alunni alle spalle. Corsi nuovamente su per la montagna dai miei colleghi escursionisti e riprendemmo la scalata. Mi svegliai ricordandomi perché non sentivo nostalgia per il Toschi.

 
   
 
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