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Autore: lmpaoli94    01/12/2023    1 recensioni
Chiara, ragazza bionda solare e piena d’energia.
Lucia, ragazza castana molto riservata.
Sandra, ragazza mora dallo sguardo penetrante
Emanuela, ragazza rossa dai modi sfuggenti.
Quattro giovani donne di 25 anni unite da un amicizia e da un amore per un ragazzo: Gregorio.
La loro relazione viene scandita ogni giorno da passatempi piacevoli, voglia di vivere e di scoprire il mondo.
Ma quando una di loro scompare misteriosamente, la vita di alcuni di loro quattro viene gettata in un vortice di depressione e desolazione che sembra non avere nessuna via d’uscita.
La verità sembra molto lontana da essere scoperta e destini avversi si prenderanno gioco di loro in maniera alquanto irrimediabile…
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gregorio si sentiva misteriosamente confuso da come aveva ricevuto l’invito di accompagnare Chiara al suo colloquio di lavoro.
“Perché l’ha detto proprio a me? Le altre ragazze lo sanno?”
Mille domande senza una risposta valida.
Il giovane uomo continuava a fissare la donna senza che però lei potesse ricambiare.
“E’ stranamente tranquilla… Che cosa avrà in mente?” pensò mentre continuava a sbuffare senza però farsi beccare.
“La fine del film sta per giungere… Meno male. Ho un assoluto bisogno di andare a letto.”
< Gregorio, fai silenzio > gli fece Emanuela.
< Scusa. non è colpa mia se continuo a sbadigliare. >
< E tu vedi di trattenere gli sbadigli. Non riusciamo a capire niente. >
< Vuoi che alzi il volume della tv? >
< Non serve. >
< Va bene. Allora andrò in cucina. >
< Perché? Stai qui con noi > fece Lucia.
< Devo risistemare alcune cose. Torno dopo. >
Una volta isolato dal resto del gruppo, a Gregorio gli imprimeva sempre di più di parlare con Chiara.
“Se solo non fossi così stanco… Ma cosa posso dirgli? Ho paura di farcela rimanere male.”
Appena vide dalla cucina che anche le sue amiche si stavano addormentando, Gregorio ritornò in salotto per spegnere la tv.
< Ma cosa fai? > gli domandò Sandra risentita.
< Il film è finito. Ed è mezzanotte passata. Forse è meglio che voi andiate a dormire. >
< Uffa! Ma non abbiamo visto come finisce. >
< Lo rivedrete la prossima volta, va bene? Tanto ormai è inutile. Riuscite a malapena a tenere gli occhi aperti. State crollando dal sonno. >
< Ma come mai? Eppure eravamo così vispe… >
< Forse il film non vi ha soddisfatto come volevate. >
< No, al contrario. Era molto carino. >
< Vabbé, un buon motivo per ritrovarci tutti assieme e rivederlo, non vi pare? >
< Su questo hai ragione, Gregorio > ribadì Chiara sorridente < Grazie per la bella serata. Ci vediamo domani, ok? >
< Perché? Vi rivedete anche domani? > fece Sandra con tono visibilmente risentito.
< Abbiamo da sistemare alcune faccende insieme e Gregorio è stato così gentile da acconsentire alla mia richiesta. >
< Ma di cosa state parlando voi due? > fece Emanuela.
< E’ un segreto. Ne riparliamo domani sera tutte assieme, va bene? Tu Gregorio non dire niente. Voglio che sia un segreto che accomuna io e te. >
< Ma perché le ragazze non devono sapere niente? >
< Perché sono scaramantica. Ce la fai a tenere la bocca chiusa per un giorno? >
< Va bene. Vedrò di tacere > rispose Gregorio evitando di insistere ulteriormente.
< Bravo, molto bene. Ci vediamo domani sera ragazze. Se va tutto bene andremo a cena fuori tutti insieme. Offro io. >
Le ragazze, alquanto confuse come Gregorio, si guardarono attorno con viso incuriosito.
< Non capisco perché fai la scaramantica con noi. siamo amiche e dovremmo dirci tutto. >
< Lo so, Sandra. Ma non ora… Eddai! Puoi resistere un giorno dalla curiosità, no? >
< Forse… >
< Vabbé, comunque vado. Domani sarà una giornata ricca di impegni. Buonanotte a tutti > disse Chiara prima di scomparire nel buio della notte.
< Gregorio, devi spiegarci un sacco di cosa > mormorò Lucia con tono circospetto.
< L’avete sentita. Io non posso dire niente. >
< Ma perché fate così? >
< Non lo so. Ultimamente è molto strana e riservata… >
< E davvero tu non sai niente, Gregorio? >
< Te lo giuro, Sandra. Io sono estraneo a tutto. >
< Sono proprio curiosa di sapere perché domani siete insieme. >
< Non ti fasciare la testa, Sandra. Non è niente di ché. >
< Se non fosse niente d’importante non farebbe così la misteriosa, non trovi? >
< Non so cosa dirvi. >
< Voi due non me la raccontate giusta… Ma lascerò perdere. Si sta facendo davvero tardi. >
< Sì, è meglio che andiamo. Grazie per la bella serata, Gregorio > rispose Lucia ritrovando il sorriso < A domani. >
< Buonanotte a tutte > disse infine l’uomo dopo averle salutate una ad una.

 

La notte fu alquanto insonne per il giovane Gregorio che continuava a rigirarsi nel letto come un forsennato.
Il pensiero di dover accompagnare la sua amica Chiara a quel colloquio non lo convinceva minimamente.
“Non ha avvertito le sue amiche… Perché negli ultimi tempi è così riservata? Perché si confida solo con me? Non vorrei avere delle brutte sorprese. Io e lei… al solo pensiero rabbrividisco.”
Sembrava che rimanere unito ad una di quelle donne fosse come una maledizione.
“Non confondere l’amicizia con l’amore” si ripeteva sempre “Così si distruggono i rapporti.”
Cercando di ritrovare il sonno necessario, Gregorio pensò a tutti i bei momenti avuti con una di loro.
Di quando aveva salvato Chiara da un fidanzato molto violento.
Quando aveva aiutato Lucia nella sua tesi di laurea.
Quando aveva aiutato Sandra in un trasloco che sembrava non finire mai.
Come aveva cambiato Emanuela, rendendola meno aggressiva e più dolce
“Quattro ragazze molto diverse tra di loro… E’ il bello di essere amici, non c’è dubbio” pensò infine Gregorio prima di addormentarsi definitivamente ed evitare di pensare a quello che sarebbe successo il giorno dopo.

 

Ore 08:02 di giovedì 16 aprile

 

Appena passate le otto del mattino, Gregorio si ritrovò dinanzi l’appartamento della sua amica Chiara, attendendo che potesse uscire di casa.
“Anche se è primavera, fa molto freddo oggi. Meglio se l’aspetto in auto.”
Ma prima di montare in macchina, vide la sua amica uscire di casa in un completo nero alquanto elegante e dei tacchi vertiginosi.
< Chiara, sei davvero tu? >
< Buongiorno, Gregorio. Grazie ancora per essere venuto. >
< Figurati… Ma perché sei così… >
< Come sto? Bene? Male? È il mio vestito preferito e me lo sono voluto mettere in un giorno molto speciale. >
< Hai fatto bene. >
< Non credi che io abbia esagerato, vero? >
< Assolutamente no. Sei un incanto. >
< Grazie mille. È bello sentirtelo dire. >
< Spero che non veniamo spiate dalle altre, altrimenti… >
< Quelle curiosone. Spero che dopo che me ne sono andata non ti abbiano tempestato di domande. Ci tengo molto ad essere riservata su questa cosa. >
< No, tranquilla. Li ho tenute a bada. >
< Bravissimo. Sapevo di poter contare su di te. andiamo? >
< Fammi strada. >
< Non è molto lontano. Sono solo dieci chilometri. >
< Bene. >
Una volta giunti dinanzi ad un enorme palazzo, Chiara espresse il desiderio al suo amico Gregorio di aspettarlo di sotto.
< Non ci metterò molto. È solo un colloquio formale. >
< Un colloquio formale? Chi significa? >
< Che non è importantissimo… Sono sicura che ce la farò senza problemi. >
“Però. Non la facevo così ottimista” pensò l’uomo.
< Ok, come vuoi tu. Ti aspetterò in macchina. >
< Grazie. Un bacio > disse infine la donna prima di entrare a corsa nel palazzo.
“Se non sta attenta rischia di farsi male con quei tacchi.”

 

Ore 09:19 di giovedì 16 aprile

 

Era passata all’incirca un’ora e Chiara non era ancora uscita da quel palazzo.
Controllando il suo cellulare, Gregorio notò che non c’erano né chiamate né messaggi da parte di lei.
“Meno male che faceva in fretta” pensò l’uomo alquanto scocciato “Che cosa gli starà raccontando? Vita, morte e miracoli? Per fortuna doveva essere un colloquio formale… Ma perché ha usato quella parola?”
Sembrava che la faccenda stesse diventando sempre più intrigata,
“Chiara che fa la misteriosa e non accenna di uscire da quel palazzo… Spero che vada tutto bene.”
Alzando momentaneamente lo sguardo, Gregorio poté tirare un sospiro di sollievo appena la vide uscire dal palazzo.
“Perché ha quello sguardo triste? Che avrà mai fatto?”
Dopo di lei, un uomo sulla quarantina d’anni, alto, distinto e i capelli castani riccioluti, la prese per le spalle come cenno di consolazione.
“Non so chi sia quell’uomo ma secondo me non è andato come sperava…”
Fissandoli con sguardo incuriosito, alla fine Chiara ritornò da Gregorio asciugandosi le lacrime.
< Va tutto bene, Chiara? >
< Sì, benissimo > si limitò a dire la ragazza.
< Possiamo andare via? Hai bisogno di qualcosa? >
< Non ho ancora finito. Il colloquio si è allungato improvvisamente. >
“Ho notato.”
< Per te è un grande problema attendere ancora un po’? >
< Nessun problema. Aspetto senza problemi. >
< Perfetto… Vuoi che ti vada a prendere qualcosa? C’è un bar qui vicino. >
< Un caffè, grazie. >
< D’accordo. Mi aspetti qui. >
< Sicuro. >
Una volta che Gregorio si fu allontanato per dirigersi verso il bar, passò all’incirca sette minuti da quando tornò alla sua auto.
Ma la cosa più strana era che Chiara non c’era.
Inizialmente pensò che era tornata dentro il palazzo per finire il colloquio, ma mentre la curiosità continuava ad albergare nella sua mente, decise di chiede informazione ad alcuni membri alla receptions.
< Buongiorno. Sto cercando la signorina Chiara Martelli. È forse rientrata da voi? >
< Mi dispiace signore, ma non conosciamo nessuna con questo nome. >
< Ma come? È impossibile. Doveva fare un colloquio per un posto nella vostra azienda farmaceutica. >
< Mi dispiace, ma oggi non ci sono in programma nessun colloquio. >
Tutto sembrava davvero tremendamente strano.
Che cosa stava succedendo? Dov’era finita Chiara?
< Ci deve essere un errore: la mia amica è entrata qui più di un’ora fa’ a fare quel benedetto colloquio. È uscita poco fa’ dicendomi di andargli a prendere il caffè ed è scomparsa nel nulla. Voi davvero non l’avete mai vista? >
< Signore, siamo qui da stamattina presto. Non è entrata nessuna donna con quel nome. >
< E’ impossibile! Vi state sbagliando! > replicò Gregorio spazientito < Voglio parlare con un vostro superiore! >
< Cerchi di stare calmo > fece una di loro < Se vuole incontrare il nostro superiore lo trova in questo momento che sta uscendo con la sua auto. >
Girando lo sguardo di sfuggita, Gregorio intravide un uomo anziano dalla barbetta grigia che stava salendo su un auto con accanto una persona che assomigliava molto a Chiara.
Correndo fuori dall’edificio, Gregorio cercò in tutti i modi di fermare l’auto, ma invano.
“Devo chiamare Chiara. Deve chiarirmi tutta questa situazione.”
Una volta composto il suo numero, il cellulare gli ripeteva ogni volta che era spento o irraggiungibile.
A quel punto gli mandò messaggi di ogni genere dicendogli dov’era finita, se andava tutto bene e se non doveva preoccuparsi.
Ma purtroppo l’uomo non ricevette nessuna risposta, attendendo ancora per molte ore.
“Chiara, dove sei finita? Che sta succedendo?”

   
 
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