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Autore: GReina    02/12/2023    1 recensioni
[sakuatsu: vampire!Sakusa - human!Atsumu]
L'eternità era noiosa e Sakusa Kiyoomi ne era consapevole, ma bastò scambiare un singolo sguardo con un umano combattivo per ribaltare il suo mondo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Motoya Komori, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Sakusa 

Dopo la "visita" inaspettata di suo fratello, Atsumu ci aveva messo un po' per riprendere la vita di tutti i giorni. Non era stato difficile per Sakusa notare quanto l'atteggiamento del ragazzo nei suoi confronti fosse cambiato. Era come se un’ombra, grande e minacciosa, si fosse stesa sopra il loro rapporto. Il vampiro aveva pensato spesso a come poterla fare andare via, arrivando quasi sempre alla conclusione che l'unica soluzione fosse quella di permettere ad Atsumu di fare visita liberamente alla sua vecchia casa, ma immediatamente dopo la parte più egoistica e vigliacca di lui gli faceva cambiare idea. Se era bastato qualche minuto insieme a Miya Osamu per fare allontanare Atsumu da lui, Kiyoomi tremava all'idea di cosa intere giornate in sua compagnia avrebbero potuto portare. Tempo fa si era ripromesso di proteggere Atsumu sotto una teca di vetro, sapendo bene – in realtà – che sotto quella teca stava mettendo la sua relazione con l'umano, ma se aveva pensato di aver fatto grandi passi in avanti con lui, i giorni immediatamente successivi al tentato attacco degli umani lo fecero ricredere. Non era ancora pronto a lasciare quella libertà ad Atsumu, ma questo non voleva dire che non volesse renderlo felice. 

Sapeva che il biondo odiava leggere, quindi iniziò a scegliere i libri che sapeva per certo che gli sarebbero piaciuti e iniziò a leggerli ad alta voce per entrambi; sapeva che la musica moderna lo aggradava di più, quindi si procurò gli spartiti e iniziarono a studiarla insieme per poterla riprodurre; sapeva che gli piaceva ridere, quindi si lasciò trasportare sempre più spesso in discussioni frivole e piene di insulti rozzi e fantasiosi che Kiyoomi neanche capiva appieno; sapeva che amava passeggiare, quindi iniziò a portarlo sottobraccio sotto le stelle; sapeva che gli piaceva danzare, quindi fece in modo di ottenere il nuovissimo grammofono e iniziarono a farlo nell'intimità del loro salotto preferito, frac elegante, scarpe di vernice e mantello giallo per il loro primo ballo insieme. 

"Ti porto fuori." Gli disse una sera. Gli ultimi raggi di sole stavano scomparendo dietro l'orizzonte ed il cielo era terso. Non c'era attimo migliore per farlo. 

Il biondo sorrise. "Fuori?" Chiese. "Dove andiamo?" Fino a quel giorno Kiyoomi l'aveva accompagnato solo in luoghi deserti con nient'altro che le loro voci e quelle degli animali notturni a rompere il silenzio, ma per la loro nuova gita aveva in mente qualcosa di diverso. Gli afferrò una ciocca ribelle di capelli biondi che gli coprivano il viso e gliela sistemò di lato, poi sorrise. 

"È fine marzo. Voglio portarti ad Osaka e farti vedere i ciliegi in fiore." 

Gli occhi di Atsumu, subito, si illuminarono ingrandendosi un po'. "Osaka?" Chiese incredulo. "Credevo non andassimo dove c'è altra gente." 

Sakusa scrollò le spalle. "E perché no." Disse. "Potremmo divertirci." 

Atsumu ampliò il sorriso. "Partiamo subito?" Kiyoomi rise del suo eccitamento. 

"Sì." Gli disse. "Ci vorranno più di cinque ore di carrozza, quindi sarà meglio non perdere tempo." A quel punto Miya si adombrò. 

"Non si farà troppo tardi poi per tornare indietro?" Una strana sensazione di felicità e orgoglio si diffuse in Sakusa. 

"Sei preoccupato per me?" Ghignò, cercando di nascondere quanto in realtà ne fosse compiaciuto.  

Il ragazzo arrossì. "No!" 

L'altro rise. "Conosco un posto lì vicino in cui potremmo passare il giorno. Torneremo qui domani." Detto ciò, il corvino diede l'ordine e la carrozza venne preparata. L'avevano già usata in altre occasioni nonostante non si fossero mai allontanati troppo, ma era la prima volta che Sakusa rifiutava il cocchiere. Invece, si mise al posto di guida – Atsumu al suo fianco – e partirono da soli. 

 
Fu all'incirca a mezzanotte che arrivarono in città. Prima che fossero tra la gente, però, Sakusa fermò i cavalli e raccolse un pacchetto che aveva incartato per Atsumu. 

"Ho una cosa per te." Annunciò. Il biondo non era estraneo ai suoi regali, ma reagì come ogni volta, sorridendo contento e vibrando impaziente di scartare il proprio dono. "Ammetto che si tratta di un regalo riciclato." Avvertì il vampiro, ma non disse altro e lasciò che Atsumu aprisse il pacchetto. Kiyoomi osservò come sempre con grande attenzione la sua espressione, non volendo perdersi per alcun motivo neanche un dettaglio della sua reazione. Le sopracciglia di Miya si sollevarono alla vista del contenuto mentre le dita scattavano ad accarezzare la stoffa appena rivelata. Si trattava di una sciarpa, raffinata ma comunque dal tessuto pesante, molto efficace contro il freddo. Era di un verde deciso, molto difficile – a dire di molti – da abbinare con altri accessori. 
"È la mia preferita." Aggiunse Kiyoomi. "Ce l'ho da moltissimi anni. Spero che non la trovi troppo rovinata." 

Atsumu assimilò l'informazione, poi chiuse gli occhi e se la portò al petto. "È perfetta, Omi. Grazie." 

Il corvino sorrise, poi afferrò la sciarpa dalle mani di Atsumu e iniziò a sistemargliela intorno al collo. Il ragazzo guardò in basso per tutto il tempo cercando di carpire i suoi movimenti. Quando Kiyoomi ebbe finito, l'altro sbuffò una risata. 

"Adesso nessuno direbbe che abito con un vampiro." Accarezzò la propria sciarpa. 

Sakusa mormorò concorde. "Era questo il suo scopo finale, ma sono comunque felice che ce l'abbia tu."  

Il biondo arrossì e non rispose per un po'. Infine, decise di stemperare l'imbarazzo. "Mi piace tanto, ma è di un verde abbagliante, Omi! Come fa ad essere la tua preferita?" Ridacchiò. 

Il vampiro mise il broncio. "È un colore bellissimo." 

"Senza offesa, ma è un colore tremendo!" 

"Se la insulti ancora me la riprendo." Fece per avvicinare la mano alla sciarpa, ma Atsumu si fece indietro stringendosela al petto. 

"Non provarci, è mia!" Kiyoomi si ritirò con aria soddisfatta, quasi avesse vinto la discussione, ma poi il biondo riprese:  

"I tuoi gusti però rimangono i peggiori." Rise. 

Sakusa ringhiò sommesso, per niente minaccioso. Si voltò e diede uno strattone alle redini per far riprendere la marcia ai cavalli. "Nessuno di voi ha gusto." Mormorò scontento riferendosi ad Atsumu, Komori, Iizuna e a tutti quelli che avevano avuto l'ardire di commentare i suoi capi d'abbigliamento. L'unica risposta di Atsumu furono altre risate, mentre Sakusa – a quella reazione – dovette nascondere le sue. 

Arrivarono in città poco dopo. Si stava facendo tardi, ma trovarono ugualmente le strade molto popolate. Atsumu fremeva accanto a lui, felice – a quanto gli parse – di essere nuovamente tra la civiltà. Kiyoomi cercò di non esserne geloso, eppure il proprio braccio si ritrovò a raggiungere la vita dell'altro, poggiandosi sulla parte bassa della sua schiena per guidarlo lungo il percorso che li avrebbe portati ad ammirare i fiori dei ciliegi. Se Miya se ne accorse, non lo diede a vedere. Erano lontani i giorni in cui si ritrovava a sussultare al suo tocco. Invece, continuò a guardarsi intorno, felice ed eccitato. C'erano coppie come loro che passeggiavano, gruppi di amici che uscivano a divertirsi, persone solitarie che tornavano a casa, e persino commercianti più audaci che vista la vita notturna della città avevano deciso di tenere aperto fino a tardi. Più si avvicinavano alla loro destinazione, più il viavai di gente aumentava. Arrivati nei pressi del giardino Nishinomaru, iniziarono a vedere petali rosa portati lì dal vento, e fu in quel momento che Atsumu perse del tutto la pazienza, afferrò la mano di Sakusa ed aumentò il passo per arrivare a vedere gli alberi. 
Come quando il biondo scartava i regali, Kiyoomi fece bene attenzione a non perdersi neanche un particolare del viso di Miya mentre la meraviglia raggiungeva i suoi occhi. Davanti a loro vi era un grande viale, lungo il quale – a intervalli regolari – vi erano lanterne dalla luce tenue, tenute sospese in aria grazie a delle corde resistenti. Dietro di queste, decine e decine di alberi in fiore coloravano tutto l'ambiente di rosa e di bianco. Un grande tappeto di petali chiari copriva il pavimento ed ovunque intorno a loro non si percepiva altro che meraviglia e felicità.  

Kiyoomi afferrò la mano di Atsumu ed iniziò a camminare. Il ragazzo era come incantato. Passeggiando, raccontò al vampiro di non aver mai visto così tanti fiori in vita sua e Sakusa immediatamente capì che se era quella l'espressione che avrebbe visto ogni volta sul suo viso davanti a quel genere di novità, allora avrebbe dovuto fargli vedere molte altre cose nuove e bellissime quanto lui.  

Passarono una notte sublime, piena di risate, chiacchiere e affetto. 

Quando il cielo inizio a rischiararsi, fu soprattutto Atsumu ad agitarsi. Da parte sua Kiyoomi conosceva ormai bene gli orari del sole ed era tranquillo, ma preferì non lasciare che Miya stesse in ansia, così guidò entrambi verso il rifugio che avrebbero usato durante la giornata. 

"Alcune notti fa ho mandato una lettera ai miei amici di qui." Spiegò il corvino ad Atsumu, che per tutta risposta lo guardò stralunato. 

"Hai degli amici oltre Komori? Strano che qualcun altro oltre noi due sopporti il tuo brutto caratteraccio." Commentò, e Kiyoomi gli diede una schicchera sulla fronte. 

Mentre il biondo si lamentava per il dolore portandosi le mani sul punto leso, Sakusa si difese: "Sono io a sopportare loro. Sono i vampiri più rumorosi e fastidiosi che io abbia mai conosciuto." Fece una pausa. "E questo include anche Motoya." Atsumu rise e lui sospirò. Poi riprese a spiegare: "La villa dove staremo è di proprietà di uno di loro. Si chiama Bokuto Koutaro ed è…" Tentennò, cercando il modo migliore per descrivere il suo amico; sbirciò verso Miya che lo stava fissando in un misto di curiosità e apprensione, quindi si affrettò a concludere per rassicurarlo. "È molto eccentrico." Disse. "Ma è anche fedele e premuroso. È innocuo, te lo garantisco. Non ti avrei mai portato da lui altrimenti, devi credermi."  

Atsumu sbuffò cercando di far passare la propria ansia per noncuranza. "Lo so, ovviamente." Disse, e Kiyoomi finse di credergli.  

"L'altro si chiama Hinata Shoyo." Spiegò ancora. "Ma si sposta sempre. Ha viaggiato per tutto il mondo, avrei voluto fartelo conoscere ma al momento si trova a Rio." Descrivere Hinata gli venne semplice: se esisteva una prova che le creature della notte potessero risplendere come il sole, quella era Shoyo. Sapeva che Atsumu avrebbe potuto trovarsi bene con lui, ed infatti semplicemente sentirne parlare lo fece visibilmente rilassare, quindi si ripromise di presentarglielo, un giorno. 

Quando arrivarono davanti alla villa di Bokuto, Atsumu si disse sorpreso che si trovasse in città.  

"Non tutti odiano la compagnia come me, Atsu. Bokuto si deprimerebbe in fretta senza nessuno di nuovo con cui parlare ogni notte." 

Il biondo scrollò le spalle. "Non mi sorprende più nulla." Disse. "Un tempo credevo che voi vampiri dormiste nelle bare." Gli ricordò, come se quello dicesse tutto. Sakusa ebbe giusto il tempo di sorridere che le porte della villa davanti a loro presero ad aprirsi.  

"Hey, Hey, Heeeyy!!" 

Kiyoomi sospirò, già mettendo in dubbio ogni sua scelta di vita. 

"Buonasera, Bokuto." Lo salutò con garbo. L'altro vampiro superò l'ingresso e corse ad abbracciarlo. Sakusa odiava il contatto fisico, ma c'era qualcosa nei grossi abbracci di Koutaro che lo facevano segretamente sentire a proprio agio.  

"Lui è Miya Atsumu." Fece le presentazioni non appena il suo amico lo lasciò andare. "Ed è--" continuò in fretta, bloccando lo scatto che Bokuto stava facendo per abbracciare il biondo "--un essere umano. Abbraccialo come fai sempre e gli spaccherai le ossa." Gli occhi di Atsumu si spalancarono comicamente a quelle parole mentre Koutaro metteva il broncio e faceva un passo indietro. 

"Entrate, allora!" Disse invece. "Vi devo far conoscere Akaashi!!" 

Vennero accolti da un grande atrio d'ingresso. La dimora di Bokuto era di più modeste dimensioni della sua, ma non per questo meno ricca. I preziosi dipinti e il raffinato mobilio, il pavimento in marmo, i grossi tappeti, le scale pregiate e i corrimani dorati, l'enorme candelabro di cristallo e i vasi preziosi non lasciavano adito a dubbi sulla fortuna del loro proprietario. Sakusa, a differenza del suo compagno di viaggi, non perse molto tempo ad ammirare quegli interni per concentrarsi invece sulla nuova figura appena apparsa dal salotto d'accoglienza. Era un ragazzo giovane, sulla ventina; aveva i capelli corvini e gli occhi di un blu intenso; indossava un kimono tradizionale e la sua postura era impeccabile. 

"Buonasera." Salutò educatamente. 

Kiyoomi strabuzzò gli occhi prima di rispondere. Non era abituato a trovare qualcuno di così mansueto sotto il tetto del suo amico. "Buonasera." Lo salutò di rimando. 

"Sono Akaashi Keiji." Fece un inchino. "Felice di fare la vostra conoscenza."  

Akaashi era un umano. Se l'odore non fosse bastato a dirglielo, l'avrebbe fatto il suo collo. Al pari di quello di Atsumu, mostrava segni arrossati o anneriti a causa del sangue pesto. Kiyoomi poteva riconoscere diversa bramosia nei solchi che si ritrovava sulla pelle, ma conoscendo Bokuto e vedendo quanto attraente fosse quel ragazzo, Sakusa non poté stupirsene. Non sapeva che Koutaro avesse preso con sé qualcuno di fisso da cui bere come lui aveva fatto con Atsumu, ma era felice che Akaashi fosse lì, in questo modo Miya avrebbe potuto parlare con qualcuno che poteva comprendere la sua situazione. 

Si presentò ad Akaashi e presentò anche Atsumu. Quando però si voltò verso di questi, sicuro di trovarlo interessato al loro interlocutore, scoprì che era tutto l'opposto. Il biondo sfuggiva lo sguardo di Akaashi, parlava a malapena e odorava di disagio. Sakusa si crucciò, confuso su cosa quel suo atteggiamento potesse voler dire, ma diede presto la colpa alla stanchezza e fece notare a Bokuto che il suo accompagnatore aveva bisogno di dormire. 

"Sì! Certo! Akaashi ha pensato a questo. Ti mostrerà la tua stanza." Disse il padrone di casa ad Atsumu, che si limitò ad annuire e a seguire l'altro umano su per le scale con la testa china e poche parole. 

Sakusa stava ancora pensando a cosa potesse essere successo a Miya, quando una potente pacca sulla spalla lo sbilanciò in avanti facendolo quasi cadere. C'era un motivo, dopotutto, se Bokuto era stato definito tra i cinque vampiri più potenti del Giappone. 

"Andiamo in salotto! Devo raccontarti un sacco di cose!" 

Tutte le cose che Bokuto aveva da raccontargli si scoprirono essere aneddoti su Keiji. Ad esempio, il momento in cui l'aveva visto per la prima volta: gli disse che stava passeggiando per le vie di Tokyo con Hinata quando i suoi occhi blu, così calmi e intelligenti, l'avevamo folgorato. Non si era avvicinato per parlargli, in quel frangente, troppo intimorito dalla sua aura; invece, l'aveva fatto qualche mese più tardi, consapevole del fatto che non avrebbe mai potuto lasciare Tokyo se prima non l'avesse fatto. Gli raccontò del primo morso che gli aveva dato, del primo bacio che si erano scambiati. Gli disse anche di come una notte avesse dovuto salvarlo da degli uomini che avevano tentato di aggredirlo e poi di come l'aveva sottratto alla sua famiglia, umani spregevoli e menefreghisti che non l'avevano mai apprezzato. In quell'occasione Bokuto non aveva chiesto il permesso di Akaashi, più che certo che il suo gesto sarebbe stato apprezzato, ma si era sbagliato. Tre settimane dopo l'accaduto, infatti, Keiji si era sentito abbastanza a suo agio da poter prendere da parte il vampiro per fargli una bella ramanzina, ed era da allora che Bokuto non faceva più niente che riguardasse Akaashi senza prima chiedergli cosa ne pensasse.  

Sakusa ripensò immediatamente alla conversazione che aveva avuto con Atsumu riguardo al bere il sangue degli umani. Il biondo ne era rimasto sconvolto, passando presto dall'esserne imbarazzato all'esserne arrabbiato. La volta successiva in cui Kiyoomi si ritrovò a morderlo, gli era venuto naturale chiedergli se gli andasse bene che lo facesse. In effetti, da quel giorno Sakusa non aveva mai smesso, ma spesso aveva come la sensazione che Miya gli rispondesse semplicemente ciò che credeva il vampiro volesse sentirsi dire. Così, senza che lo avesse premeditato, Kiyoomi si ritrovò a chiedere consigli sentimentali a Bokuto. Il corvino non si riconosceva, eppure voleva che il biondo stesse bene, e dai racconti del suo amico sembrava che Akaashi – a differenza di Miya – avesse sempre parlato chiaro con Bokuto. Quindi si torse le mani, digrignò i denti, prese coraggio e disse: 

"A volte ho come la sensazione che Atsumu mi menta quando mi dice di essere d'accordo che io lo morda. Ormai glielo domando sempre, ma non mi ha mai negato il suo sangue. A te è successo?" 

"Molte volte." Ammise Bokuto. "Gli umani sono fragili, lo sai! Altrimenti mi avresti fatto abbracciare Tsum-Tsum, vero?" 

Kiyoomi storse il naso, sia per il soprannome che era appena stato affidato ad Atsumu sia per il fatto che no, in ogni caso probabilmente Sakusa non avrebbe permesso a Bokuto di toccare il ragazzo. Ma voleva che l'altro arrivasse al punto, quindi rispose di sì e lasciò che Koutaro proseguisse. 

"Akaashi dice che fa male se lo mordo troppo spesso e poi che è fastidioso sempre, in generale."  

Per quanto le frasi di Bokuto fossero spesso da interpretare, non sembrava stargli dicendo nulla di nuovo.  

"È normale." Rispose lui. "Chiunque si farebbe male se gli venisse morso il collo." 

L'altro vampiro scosse per aria la mano, come a voler passare rapidamente oltre perché Kiyoomi non stava capendo cosa stesse intendendo.  

"Non dico per quello. È fastidioso perché gli umani offrono un sacco di piacere ai vampiri, ma i vampiri non ne offrono a loro. Se io mordessi ‘Kaashi senza soddisfare anche le sue voglie, a me piacerebbe meno." 

Sakusa non fu certo di aver capito, e quella conversazione lo stava inibendo talmente tanto che quasi decise di non chiedere, tuttavia sapeva di doverlo fare e soprattutto – cosa assai peggiore – che non ci sarebbe stato nessuno di più adatto di Bokuto a cui parlarne. "Di che tipo di piacere stiamo parlando?" Si costrinse quindi a dire. 

Bokuto sollevò un sopracciglio. "Che tipo di piacere proviamo noi bevendo il loro sangue?" Rispose ponendo una domanda a sua volta. Poi continuò: "Se tocchi il tuo compagno nei punti giusti, sentirà meno dolore mentre bevi, e allora piacerà anche a lui e ti risponderà sinceramente quando ti dirà che gli va bene essere morso." 

Durante la conversazione Kiyoomi si era avvicinato al bordo della poltrona dove si era seduto, quasi le parole di Bokuto lo stessero attirando fisicamente verso di loro, ma a quell'ultima frase si gettò di peso contro lo schienale. 

"Quindi finora mi ha sempre mentito." 

Koutaro scrollò le spalle.  

"Può darsi di no, ma di sicuro non gli piaceva."  

Sakusa si crucciò, deluso da se stesso. Non poteva ancora credere di aver avuto quella conversazione con Bokuto, eppure era stata illuminante. Si rese conto di aver passato troppo tempo nei panni di un vampiro, dimenticando completamente cosa volesse dire essere umani. Decise che si sarebbe impegnato di più a mettersi nei panni dell'altro, poi – con sorpresa di entrambi – Sakusa chiese ancora a Bokuto di Akaashi e della loro vita insieme, di cosa fossero l'uno per l'altro e del loro equilibrio in casa. Koutaro gli rispose che non si sentiva affatto superiore a Keiji, e che piuttosto riconosceva quanto l'umano fosse più in gamba di lui sotto moltissimi aspetti. La chiave di tutto, gli disse infine, era la parità. A Sakusa venne da ridere. Se era la parità ciò che serviva perché un rapporto vampiro-umano potesse funzionare, lui e Atsumu avevano parecchie cose sulle quali lavorare, ma il corvino era intenzionato a farlo, ed iniziò proprio non appena rimisero piede nel loro castello. 

 


N.B. non potrò pubblicare per tempo il prossimo capitolo perché sarò fuori città. Tuttavia su wattpad e Ao3 è possibile programmare in anticipo la pubblicazione dei capitoli, quindi - puntuale - potrete trovare l'8 capitolo di questa long sui miei profili Ao3: "malaka_1315" e Wattpad: "GReinaXxX".
Baciii

   
 
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