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Autore: Justice Gundam    04/12/2023    2 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Una strana ombra incombe nei cieli sopra Riddleport, la malfamata Città dei Glifi, e molti cosiddetti profeti la considerano un presagio di sventura. Nel frattempo, un signore del crimine della città cerca di recuperare le glorie perdute, e cerca gente che possa essergli utile nel suo intento...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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LIBRO 3 – SECONDA OSCURITA'

Capitolo 3 – Al lavoro

 

"Che ne direste... di lavorare per me?"

La proposta di Saul venne accolta da un silenzio carico di sorpresa. "Lavorare per lei, mister Vencaskerkin?" chiese Timeon, senza nascondere il suo stupore. "Vorrebbe... che noi la aiutassimo a gestire la vostra sala da gioco?"

"Perchè no? Ho visto che siete delle persone in gamba, e se voleste restare un po' per discutere i termini del vostro contratto, sono sicuro che potrei farvi un'offerta molto conveniente. Come potete vedere... al momento non sono molti gli impiegati che hanno accettato di restare a lavorare per me." Con un sospiro amareggiato, Saul indicò i pochi membri dello staff che erano rimasti a ripulire il luogo e a mettere di nuovo in ordine la sala da gioco. "Ma... se voleste lavorare per me, sappiate che sento già il sapore della rivincita e del riscatto che si celano proprio dietro l'angolo."

"Hmm..." Qael si sfregò il mento sbarbato, cercando di pensare ai pro e ai contro della proposta... e in effetti, riconobbe che poteva trattarsi di un'idea molto allettante. A parte il fatto che lavorare per Vancaskerkin gli avrebbe garantito un salario stabile, era anche un ottimo modo per tenere d'occhio il famigerato signore del crimine, ed essere nella posizione giusta per intervenire se la sua missione lo avesse richiesto.

"Che dici, Umlo? Ti interesserebbe l'idea di lavorare per mister Vancaskerkin?" chiese il mezzelfo al suo compagno.

Il mezzorco fece un'espressione pensierosa, ma non restò a rifletterci troppo a lungo. "Hmm... ti dirò, mi sembra una buona idea. Finora me lo sono sempre cavata facendo dei lavoretti... e alcuni, lo ammetto, non erano neanche tanto puliti... ma lavorare per una casa da gioco mi dà l'impressione di pagare molto meglio." affermò. "E va bene... sono dei vostri!"

"Accetto anch'io. Basta che voi ci diciate le condizioni... e quanto verremo pagati, si intende." rispose Qael.

"Anch'io! Un posto del genere è perfetto per un menestrello di professione! E il sottoscritto, non per vantarmi, è un vero maestro nell'arte di intrattenere ed attirare i clienti!" rispose Timeon, mettendosi in mostra e facendo una posa affascinante. "Se voleste assumermi, mister Vancaskerkin, sono sicuro che non ve ne pentirete!"

"Perfetto! Allora a questo punto... mancate soltanto voi, signorina Samaritha! Che ne pensate? Credo che questo posto potrà sempre contare su una presenza femminile! In mezzo a tutti questi tipacci, questi lupi di mare e questi energumeni... un po' di grazia renderà questa casa da gioco più gradevole." affermò Saul Vancaskerkin, rivolgendo alla mezzelfa dai capelli arancioni uno sguardo compiaciuto.

Samaritha trattenne l'impulso di alzare gli occhi al cielo, immaginando bene quali pensieri poco casti stessero passando per la testa del proprietario del Goblin Dorato. "Beh... che posso dirle, mister Vancaskerkin. Io sono venuta qui a Riddleport perchè ero interessata ad unirmi all'ordine dei Glifieri... e magari studiare un po' quello strano fenomeno che si è verificato nei cieli della vostra città in questi ultimi tempi. Ma... non sono riuscita a trovare un lavoro che mi permettesse di mantenermi. Perciò... a condizione che il lavoro che mi offrite non sia di natura sessuale, e non mi richieda di compromettere il mio senso della morale... sono disposta a lavorare per voi, magari come cameriera o croupier."

"Per me va benissimo! Finchè le condizioni sono chiare ad entrambe le parti, sono più che disposto ad accettarle." affermò Saul. "D'accordo, quand'è così... se voleste seguirmi, vi esporrò la mia offerta in maggior dettaglio! Signor Bojask! Voi e i ragazzi vi occupate di mettere a posto questa confusione? Io e i vostri... futuri colleghi... abbiamo di che discutere!"

Il muscoloso buttafuori, in quel momento impegnato a rimettere a posto i tavoli da gioco, si fermò per un attimo e rivolse a Qael uno sguardo torvo... poi grugnì qualcosa che poteva assomigliare ad un sì e ritornò al suo lavoro, subito affiancato dal resto dei dipendenti di Saul rimasti.

Saul non diede peso al comportamento del suo sottoposto. "Hehehee... non datevi troppa pena per i comportamenti del signor Bojask. Magari non sarà un allegro compagnone, ma è una guardia del corpo che sa fare bene il suo lavoro. E soprattutto, che non discute gli ordini." Qael vide un brillio acuto negli occhi del tarchiato signore del crimine, e sentì un brivido percorrergli la spina dorsale. Malgrado i suoi modi di fare cordiali, Qael riusciva a percepire che quel Saul Vancaskerkin nascondeva una mente acuta e un animo spietato... e che non avrebbe esitato a sbarazzarsi di qualunque sottoposto non si fosse rivelato all'altezza. "Comunque, seguitemi pure. Siete tutti invitati nel mio ufficio, e lì potremo discutere meglio tutti i particolari del vostro impiego."

Sapendo di non avere molta scelta a quel punto, il quartetto seguì Saul attraverso una porta nel retro della bisca, attraversando alcune stanzine prima di essere fatti accomodare in una stanza un po' più grande, decorata da oggetti di vario tipo ordinati su alcuni scaffali - soprammobili, fermacarte, una bussola ormai arrugginita, un elmetto ammaccato, e altre stranezze. Una scrivania in legno scuro era stata posta al lato opposto della stanza, e su di essa spiccava un elegante candelabro d'argento, sul quale erano state piazzate delle candele grigie parzialmente sciolte. Dietro la scrivania, era appeso un quadro che attirò subito l'attenzione di Qael - riproduceva Saul Vancaskerkin con ancora entrambe le mani, abbracciato ad una donna dai lunghi e ricci capelli neri vestita di un corsetto verde che doveva aver visto giorni migliori. Ciò che colpì Qael, in particolare, fu l'espressione di Saul: stava sorridendo, non uno dei suoi ghigni di sufficienza, bensì un sorriso vero, di autentica felicità. Sicuramente quella donna doveva essere stata molto importante nella sua vita...

"Prego, sedetevi pure." li esortò Saul, indicando alcuni sgabelli ordinati davanti alla scrivania, su ognuno dei quali era stato posto un cuscino. "Benvenuto nel mio grazioso ufficio. Prima che ci mettiamo a parlare di affari, qualcuno gradirebbe un bicchiere di vino? O di rum, o di brandy?"

"Non mi dispiacerebbe un goccio, se è disponibile." affermò Umlo.

Qael si schiarì la voce. "Anche per me."

Con una risata, Saul prese una fiaschetta di brandy da uno scaffale e ne versò un po' in un bicchiere, che poi porse al mezzorco, poi fece lo stesso per Qael, e infine ne versò un goccio per sè. "Perfetto! Allora... alla nostra salute, e con l'augurio di una felice  collaborazione!" affermò. Con il piglio di un bevitore esperto, alzò il bicchiere e tracannò il brandy caldo in un unico sorso, godendosi la piacevole sensazione del liquido ad alta gradazione alcolica che gli scendeva lungo il gozzo. "Aaaah, niente di meglio per sciogliere un po' la lingua e parlare senza tante inutili formalità." affermò, sedendosi alla sua scrivania e pettinandosi la barba con la sua protesi-chiave. "Prima di tutto, vi reitero i miei ringraziamenti per quello che avete fatto per il mio esercizio. Tutti i soldi che avete puntato nel corso della competizione vi saranno restituiti, con un bonus del 50 per cento. Consideratelo un ringraziamento un po' più concreto da parte mia."

"Ben accetto, mister Vancaskerkin." disse Timeon, guardandosi attorno ed ammirando l'ufficio del proprietario della bisca. Si era aspettato un posto scomodo, forse addirittura fatiscente, e invece era piacevolmente sorpreso di vedere che Vancaskerkin teneva abbastanza all'ordine e alla presentazione... anche se forse alcuni degli oggetti ornamentali erano un po' pacchiani o di cattivo gusto.

Il suo interesse non sfuggì all'acuto proprietario della bisca. "Allora, che ve ne pare del mio... umile ufficio?" chiese Saul con malcelato orgoglio. "Diciamo... che questa stanza contiene dei ricordi da cui non mi andava di separarmi. Anche se il mio passato... non è esattamente una cosa di cui molti si vanterebbero. Vedete... forse saprete già che in passato, sono stato il leader di un'importante banda di Riddleport, e ho avuto i miei giorni di gloria... ma purtroppo, come potrete immaginare, la cosa non è durata. La mia vita di crimine si è dimostrata... tutt'altro che lucrativa, e in effetti ha finito per costarmi molto. La mia salute. La mia fortuna... La mia mano sinistra..." Mostrò la protesi che aveva preso il posto dell'arto. "E anche, purtroppo, la mia famiglia."

Con un sospiro di nostalgia, Saul guardò il quadro dietro di sè. "Mio fratello Damon non ha mai voluto avere nulla a che fare con il tipo di... affari che svolgevo. E anche i miei figli... Natalya, Orik e Verik... se ne sono andati da Riddleport." continuò a narrare, senza ascondere la sua amarezza. "Da quando la mia cara Bertrida è venuta a mancare, e io ho dovuto pagare il mio... debito... davanti alla legge di Riddleport, la fortuna mi ha voltato le spalle. Però... sapete com'è, io mi considero una persona che sa sopravvivere. Sono riuscito a rimettere assieme una piccola fortuna, e alla fine sono riuscito a comparmi questa casa da gioco, che una volta era stata famosa, ma che in seguito ha conosciuto tempi difficili. Diciamo che... in questo modo sono riuscito a rifarmi una vita. E adesso non ho più nè voglia nè modo di tornare a far parte della criminalità di Riddleport. Sono troppo in là con gli anni per certe cose."

Alzò le spalle con una breve risata e si versò un altro goccio di brandy. "Ma... anche se ormai non mi considero più parte del crimine organizzato di Riddleport, ho ancora dei nemici tra i criminali di questa... graziosa cittadina... a cui piacerebbe vedermi in rovina. Quel maghetto da quattro soldi, Angvar Thestlecrit... e quella sua squinzia con un occhio solo... si sono fatti una certa fama per le azioni intimidatorie che svolgono per conto di altri criminali di Riddleport. In particolare, per quello che più di tutti gli altri mi ha vessato. Immagino che il nome di Clegg Zincher vi dica qualcosa."

"Certo che ci dice qualcosa, per il fiato di Norgorber!" esclamò Umlo, non poco sorpreso. "Non è il proprietario dell'arena gladiatoria di Riddleport?"

"E anche di un discreto giro di racket, prostituzione e spaccio di droga." continuò Timeon. "Sì, è uno dei cocchini di Gaston Cromarcky, quindi non è esattamente un tipo che conviene farsi nemico."

"Per l'appunto." affermò Saul con evidente rancore. "Anche se è stato solo dopo la mia caduta dalla gloria che quel dannato è riuscito a raggiungere le vette su cui si trova adesso."

Qael restò a pensarci su per un attimo. Sì, in effetti il nome di Clegg Zincher gli diceva molto. Ma c'era anche qualcos'altro che gli dava da pensare. Un paio di anni prima, l'uccisione di un alchimista di pochi scrupoli di nome Falk aveva scatenato un vespaio nella Città dei Glifi... e proprio in seguito a quell'omicidio, avvenuto in circostanze ancora poco chiare, Clegg Zincher era riuscito ad incrementare la propria fama mentre Saul Vancaskerkin aveva perso quasi tutto. Qael ricordava bene che in quella particolare occasione era stata avanzata l'ipotesi che Falk fosse stato ucciso per legittima difesa mentre tentava a sua volta di uccidere qualcun altro...

"Se devo essere sincero..." continuò Saul, interrompendo le riflessioni del chierico di Calistria. "...avevo anche considerato l'idea di mettermi al servizio di qualcun altro dei luogotenenti di Cromarcky, preferibilmente qualcuno che con le sue attività potesse danneggiare Zincher. Ma... come ho detto, l'idea di rientrare nel mondo della criminalità organizzata non mi attrae per niente. E' anche per questo che cerco il vostro aiuto. Credo che, se ci sarete voi a farmi da spalle, potrò evitare di ricadere nelle mie vecchie abitudini. Ecco quindi tutti i motivi che mi spingono ad offrirvi un lavoro nella mia sala da gioco, come specialisti e come partner. Lavorereste direttamente per me, per un salario iniziale di dieci monete d'oro alla settimana, vitto e alloggio compresi, e mi assistereste nella gestione giornaliera del Goblin Dorato, nelle mansioni che più ritengo si addicano alle vostre abilità. Ovviamente, se vi doveste dimostrare all'altezza delle vostre responsabilità, avrete sempre la possibilità di un aumento di stipendio. Per esempio... lei, signor Umlo, mi sembra essere adatto come buttafuori. Lei sta nella sala principale, e se qualcuno importuna i clienti, e in particolar modo le ragazze della casa, lei lo piglia e lo sbatte fuori a calci."

"Per me va bene." rispose prontamente il mezzorco sfregiato. "Heh... sono abituato a far lavorare i miei muscoli! E rispetto ad altri lavori che ho fatto, questo mi sembra anche abbastanza legale. Ci sto."

"Perfetto!" rispose deliziato Saul, muovendo le dita della mano destra come se stesse arraffando da una pila di monete. "E voi che mi dite, signori? Per il signor Timeon qui presente, avrei in mente una posizione da menestrello. Con la giusta musica, la giusta atmosfera e la giusta motivazione... i clienti saranno più che disposti a scommettere e a far scorrere denaro a fiumi!"

L'halfling non aveva alcun dubbio in proposito. "Oooh, sembra davvero interessante! Sì, confermo che sono interessato a lavorare per lei, mister Vancaskerkin." rispose. "Sono sicuro che qui potrò attirare più clienti... e mettermi in tasca un bel po' di soldi in più! E voi, che mi dite? Non siete curiosi di sapere cos'ha in serbo per voi il nostro... datore di lavoro?" Si voltò verso i due mezzelfi con un ghigno vittorioso, sicuro che avrebbero detto di sì. In fondo, si disse Vancaskerkin, stava offrendo loro esattamente quello che volevano.

"Per lei, signorina Samaritha... è stata già sufficientemente chiara nelle sue richieste, quindi le farò avere un posto come cameriera." proseguì Saul, volgendo la sua attenzione all'aspirante Glifiera. "Sono ansioso di vederla all'opera... e non si preoccupi di eventuali clienti troppo curiosi. Sono sicuro che il signor Umlo, qui presente, sarà in grado di difenderla da attenzioni sgradite."

Samaritha si voltò verso il mezzorco sfregiato, che fece un sogghigno vittorioso e mostrò un bicipite in modo da dare enfasi alle parole di Saul. La mezzelfa rispose con un sorriso accomodante. "Credo... di essere perfettamente capace di difendermi da sola, signor Umlo, ma apprezzo comunque il pensiero." affermò. "Detto questo... va bene, mister Vancaskerkin, sarò lieta di lavorare per lei. Il posto che mi sta offrendo mi sembra corrispondere molto bene ai miei bisogni e alle mie richieste, quindi può già segnarsi che accetto."

L'espressione già soddisfatta di Vancaskerkin passò rapidamente ad un sorriso trionfante. "Ottimo! E con questo, direi che manca soltanto lei, signor Qael. Allora... sarebbe interessato ad un posto come croupier? Anche se credo che con le sue capacità sarebbe in grado di ricoprire qualsiasi ruolo fosse necessario, quella è una posizione che per il momento è scoperta." chiese, fissando il chierico di Calistria con il suo sguardo acuto. "Allora, che mi dice? Non sarebbe interessato ad una posizione di fiducia... che paghi anche bene?"

Per quanto fosse sicuro della sua risposta, il mezzelfo biondo volle prendersi un attimo di tempo, in modo da non dare l'impressione di essere troppo entusiasta. Anche se l'offerta era allettante, e soprattutto gli avrebbe permesso di tenere sotto controllo Vancaskerkin da distanza ravvicinata, non era il caso di farsi vedere baldanzosi, avrebbe potuto sospettare qualcosa. "Mi sembra una buona proposta. Certo, tutto dipenderà dalla paga, dalle condizioni di lavoro... ma sono disposto a tentare. Conti pure sul mio aiuto."

"Ero sicuro che sarebbe stato l'inizio di una proficua partnership!" esclamò deliziato il proprietario della bisca. Qael aveva la netta impressione che si sarebbe sfregato le mani, se solo le avesse avute entrambe. In effetti, avrebbe avuto la tentazione di chiedergli qualcosa su quell'imp che aveva visto durante il torneo di gioco d'azzardo, ma era davvero troppo presto per simili domande... e anzi, sarebbe stato meglio cercare da soli la risposta a questa domanda. Non era davvero il caso di destare i sospetti del suo (temporaneo) datore di lavoro. "Perfetto, signori... d'ora in poi, questo sarà il vostro luogo di lavoro! Vi fornirò delle chiavi passepartout, in modo che voi possiate avere accesso a tutte le stanze della casa da gioco tranne che ai miei quartieri personali. Compresi nella paga ci sono vitto ed alloggio, se sceglierete di prendere dimora qui. E con questo... tutto quello che manca è una bella firma, e potrete cominciare a lavorare qui già da domani. Per adesso... avete il tempo di tornare a casa, raccogliere i vostri oggetti personali e trasferirli nelle vostre stanze private. Vi può andare bene, come sistemazione?"

"Mi sembra perfetta! Voi che ne dite?" chiese Timeon, dando una pacca amichevole sulla schiena di Umlo. "Va bene. Allora... alla nostra collaborazione, mister Vancaskerkin!"

"Alla nostra!" esclamarono tutti assieme Umlo, Qael e Samaritha.

"E con l'augurio che questo sia un nuovo inizio, sia per voi che per me!" Saul alzò il bicchiere ancora mezzo pieno di brandy e fece cenno di festeggiare. In effetti, per quanto di regola tendesse ad essere scettico, anche Qael era d'accordo sull'idea che quello avrebbe potuto essere l'inizio di una proficua collaborazione. Se Saul si fosse dimostrato estraneo ai sospetti dei suoi superiori, nulla gli impediva di continuare a lavorare lì.

E se invece fosse saltato fuori che Saul c'entrava qualcosa, sicuramente i suoi superiori gli avrebbero concesso un sostanziale premio una volta ce lui fosse riuscito a dimostrare la colpevolezza dell'uomo.

Per il momento... era una buona sistemazione.

 

oooooooooo

 

Come Qal aveva previsto, i giorni successivi furono alquanto frenetici. I quattro nuovi impiegati del Goblin Dorato erano stati impegnati prima a trasferire i loro effetti personali nelle stanze che Saul aveva loro concesso... e poi a familiarizzare con la casa da gioco, fare conoscenza dei loro colleghi e sapere cosa ci fosse da fare, quando e in che misura. Finalmente, tre giorni dopo la tentata rapina, era arrivato il loro primo giorno di lavoro.

Le prospettive per quanto riguardava la retribuzione erano più che buone, grazie anche all'entusiasmo di Saul per i nuovi arrivati. Non altrettanto si poteva dire però di chi avrebbe lavorato con loro. Umlo, in particolare, aveva presto avuto modo di discutere in maniera piuttosto animata con Bojask, il capo della sicurezza della bisca.

"Non cercare di fare il furbo con me, pelleverde!" ringhiò l'omaccione, piazzandosi proprio in faccia ad Umlo, che sostenne il suo sguardo con aria gelida. "Se ti dico che questi sono i giri di perlustrazione che devi fare, allora questi sono i giri che devi fare! Mi sono spiegato?"

Umlo represse il suo fastidio nel sentire quell'insulto che di solito veniva rivolto ai mezzorchi. In condizioni normali, non avrebbe esitato a dare una lezione a quel galletto presuntuoso, ma in questo caso, il fatto che si trattasse tecnicamente del suo superiore sul posto di lavoro faceva sì che l'irascibile mezzorco tenesse a freno sia la lingua che le mani. Con un ringhio rabbioso, Umlo si mise le mani in tasca e cercò di spiegare le sue ragioni. "Chiedo scusa, signor Bojask. Il fatto è che pensavo che sarebbe stato meglio seguire l'altro percorso a cui le accennavo... ci avrei messo meno tempo, e mi sarebbe avanzato più tempo per tenere d'occhio la sala principale..."

"Tu non devi pensare, amico. Tu devi fare quello che ti viene detto. E' per questo che ti paghiamo, no?" tagliò corto Bojask, puntando un indice al torace muscoloso di Umlo. Senza attendere risposta dal mezzorco sfregiato, Bojask si voltò verso gli altri inservienti e abbaiò altri ordini. "Allora, cosa state guardando? Vi sembra un salotto? Uno spettacolino teatrale? Sbrigatevi a mettere tutto in ordine, che fra un'ora apriamo!"

"Subito!" esclamarono Qael, Samaritha e Timeon, quasi in sintonia. I tre stavano aiutando il resto dello staff a preparare la sala principale per l'apertura di quella sera, ma il fatto che fossero rimasti in così pochi a lavorare per Saul rendeva le cose un po' più complicate del previsto. A parte Bojask, che si era attirato l'antipatia di tutti e quattro a causa del suo carattere brusco e prepotente, in quel momento stavano lavorando con loro i due inservienti dall'aspetto anonimo, Hans e Beyar... oltre che un nano calvo e dalla folta barba castano-rossiccia di nome Larur Feldin, il cui compito era di gestire le operazioni al piano terra. Larur non si era dimostrato esattamente un tipo loquace o con cui si sarebbe volentieri fatto amicizia... ma Qael avrebbe senza dubbio preferito la sua compagnia a quella di Bojask.

"Andiamo, gente. Vogliamo fare bella figura con chi verrà qui questa sera... e più gente viene, più gente dovremo convincere che solo il Goblin Dorato dà loro la possibilità di divertirsi e vincere ricchi premi." affermò Larur, senza mostrare troppo entusiasmo. "E poi ci sarà da fare un po' di pubblicità in giro per Riddleport, quindi non battete la fiacca e preparate tutto entro un'ora!"

"Ricevuto! Un istante che devo mettere a posto il... palcoscenico... sul quale mi esibirò." commento Timeon. Il piccolo halfling stava aiutando a sistemare una piattaforma di legno duro sopra alcuni piedistalli di pietra, e i due inservienti si prodigavano per fissarla e metterla in sicurezza. Nel giro di una ventina di minuti, la pedana era stata preparata, e Timeon ci salì sopra, ballandoci su per un attimo in modo da testarne la resistenza. "Aaah, perfetto! Non per vantarmi, ma sono sicuro che sarà un grandissimo successo!"

Qael non potè trattenere una risata davanti all'entusiasmo del bardo. "Heh... sono davvero curioso di vedere come andrà! Per quanto mi riguarda... io sono pronto per fare la mia parte." disse, facendosi avanti in modo che i suoi colleghi potessero ammirare il suo nuovo abbigliamento - una camicia bianca con sopra una giacca blu-grigia e pantaloni lunghi dello stesso colore, assieme ad un paio di scarpe nere tirate a lucido e una spilla d'argento appuntata sul torace, i capelli raccolti dietro la testa in modo da dargli un aspetto più elegante. "Allora, come sto? Niente male, se mi è concesso di darmi un po' di tono!"

"Sì, è un abbigliamento che la sta davvero bene, signor Clelesa." commentò Samaritha, per poi dare un'occhiata un po' imbarazzata al suo nuovo abbigliamento. Il completo che indossava non lasciava scoperta molta pelle, ma non faceva molto per nascondere le sue forme... e in quel momento Qael e i suoi compagni si stavano accorgendo che le sue forme erano alquanto attraenti, un seno ben proporzionato e le curve tutte al posto giusto! Forse non era quello che si diceva una bambola sexy, ma a renderla così attraente era proprio quello che la rendeva così attraente. Nulla di esagerato, nulla di straordinario... una bellezza elegante e discreta.

Umlo si schiarì la voce e guardò da un'altra parte, sentendosi stranamente imbarazzato. "Anche... anche lei sta molto bene, miss Samaritha." affermò, permettendosi qualche secondo di pausa prima che Bojask lo richiamasse all'ordine. "Quei vestiti le stanno a pennello, dico sul serio."

"Io mi sento un po' troppo elegante così..." affermò la giovane maga. "Ma... immagino che... non posso esattamente lamentarmi. Avevo chiesto a mister Vancaskerkin di darmi un posto dignitoso... e immagino di essere stata anche fortunata. Così potrò restare qui a Riddleport, in una posizione relativamente sicura... per tutto il tempo che mi servirà per entrare nell'ordine dei Glifieri!"

"Bene, bene. Credo che come lavoratori abbiate i numeri per distinguervi." commentò Larur, mentre dava un'attenta occhiata agli abiti di Qael. "Mi sembrate delle persone ragionevoli, quindi sono convinto che non abbiate davvero bisogno di raccomandazioni, ma è sempre meglio essere sicuri che abbiate capito. Voi fate il vostro lavoro, attirate qui quanta più gente possibile, e non immischiatevi negli affari personali di mister Vancaskerkin... e tutto andrà bene. Nel giro di qualche settimana vi si riempiranno i borselli di monete d'oro... e anche le casse della nostra casa da gioco!"

"Bene... facciamo del nostro meglio!" affermò Timeon, scendendo con un balzo dal palcoscenico. "Ora forza, ragazzi, terminiamo i preparativi... e accogliamo i nostri clienti! Questa dovrà essere una serata con i fiocchi!"

"Certamente..." rispose Umlo, per poi riprendere a spostare arredamenti e sistemare i tavoli, seguendo le istruzioni che Larur gli stava dando.

Nel giro di un'ora, tutto il lavoro era stato completato... e Saul Vancaskerkin non poteva essere più contento di come fosse andata. Sembrava quasi che la rapina di appena qualche sera prima non fosse mai avvenuta, e la sala principale del Goblin Dorato era anzi ancora più accogliente ed impressionante! Il proprietario della bisca ammirò i tavoli da gioco ordinatamente disposti e i banchi puliti e tirati a lucido, con la netta sensazione che quella serata sarebbe stata particolarmente proficua. "Ooooh, bene! Vedo che avete fatto un ottimo lavoro. Vedendo ordine e pulizia, i nostri avventori saranno più propensi a fermarsi qui e farsi portare via un po' pù di soldi! Hehehee... e ovviamente, dovrò ringraziare voi per il successo! Ma ora... pensate ad accogliere i clienti e a fare la vostra parte! E state pur certi che io e i vostri colleghi staranno bene attenti a come vi comportate... a parte questo, buon lavoro a tutti voi!"

 

oooooooooo

 

Le previsioni di Vancaskerkin si erano rivelate accurate. Dopo una comprensibile titubanza dovuta alla rapina e al fallimento del torneo di gioco d'azzardo, i clienti avevano cominciato a riversarsi nuovamente nella casa da gioco, attirati dalla pubblicità che era stata fatta e dalle rassicurazioni del proprietario. Quella sera, la sala da gioco risuonava delle esclamazioni, delle grida di vittoria, delle imprecazioni e delle risate di decine di avventori, molti dei quali raccolti intorno ai tavoli... mentre altri erano al bancone del bar, tracannando birra e vino, e altri stavano ascoltando la performance del nuovo bardo, che stava raccogliendo i consensi di una piccola folla riunita attorno al palcoscenico.

Timeon stava suonando un piccolo violino delle dimensioni adatte per un halfling, danzando al ritmo della musica ed esibendosi in volteggi e capriole. Altri avventori si stavano unendo alla danza, trasformando quella parte della casa da gioco in una sorta di teatrino.

Umlo stava facendo un giro di ispezione, passando per i tavoli per verificare che i giochi si svolgessero senza intoppi e che nessuno cercasse di attaccare briga. Per fortuna, la presenza di un muscoloso mezzorco dallo sguardo acuto faceva sì che nessuno tentasse di fare nulla di stupido, ed Umlo stava cominciando a sospettare che forse il suo compito sarebbe stato il meno movimentato...

"Hey, dolshezza, vuoi venirrrre al mio tavolo? Io sharò molto shenerosho..." esclamò la voce di un uomo annebbiato dai fumi dell'alcol, che si stava avvicinando ad una signorina con aria poco rassicurante, la mano che si allungava verso il seno della donna. Quest'ultima lanciò un'esclamazione rabbiosa e gli prese il polso, allontanando da sè il malintenzionato.

"Guarda che io non sono una prostituta, stronzo!" esclamò la donna dai capelli rossicci, vestita in maniera piuttosto trasandata e con una bandana grigia legata sulla testa.

Ma invece che ascoltarla e rinunciare, l'ubriacone si fece di nuovo avanti e cercò di palpeggiare di nuovo la sua vittima. "Hahahaaa! Fai la preshosha, uh? Voi donne avete tutte il voshtro pressho..." mormorò con un sogghigno vacuo. "Bashta che tu me lo dica e..."

"Senti, ho detto che con te non ci sto, dannato beone!" esclamò la ragazza. "Togliti di qui e lasciami godere la serata!"

"Dishi di no con la bocca, ma in realtà mi vuoi, veroooo?" continuò l'ubriacone, che adesso si stava praticamente gettando addosso alla donna e tendeva le mani verso di lei...

Ma per fortuna, si fermò di colpo quando Umlo allungò una mano e lo prese per il colletto, trascinandolo lontano dalla donna. "Buonasera, signorina. Questo caprone vi sta molestando?" chiese, gettando un'occhiataccia all'ubriacone, che lanciò un grugnito di sorpresa e cominciò ad agitarsi e a scalciare. La donna, inizialmente colta alla sprovvista dall'intervento del muscoloso mezzorco, fece un piccolo sorriso di soddisfazione e annuì.

"Bene, bene. Tu molesti la ragazza, e io ti butto fuori a calci." esclamò Umlo con un grugnito rabbioso. Mentre il molestatore continuava a sbracciarsi e a biascicare insulti, il mezzorco lo trascinò via tenendolo per il colletto, lo accompagnò fino all'uscita della sala da gioco, e come aveva promesso lo sbattè fuori con un poderoso calcio nel fondoschiena! L'ubriacone cascò a terra con la faccia in una pozzanghera, tra le risate degli avventori. "E la prossima volta che proverai ad allungare le mani nella nostra casa da gioco, ti costerà qualche dente!"

Furibondo ed umiliato, il molestatore si rialzò, sputacchiando acqua fangosa e massaggiandosi poco elegantemente le chiappe doloranti, per poi scappare tra i vicoli di Riddleport. Umlo chiuse le porte della casa da gioco e si rivolse nuovamente agli avventori, sorridendo da un orecchio all'altro. "Bene, signori, spero che questo spettacolo non vi sia dispiaciuto, anche se non era esattamente in programma! Il signor Vancaskerkin sarà più che lieto di allietare ulteriormente la vostra serata con qualche spettacolo!" esclamò. "Nel frattempo... prego, tornate pure ai vostri giochi, e buona fortuna a tutti voi!"

L'atmosfera nella sala da gioco tornò frenetica e vivace, ed Umlo riprese il suo giro di perlustrazione tra i tavoli da gioco... non prima però che la donna che aveva aiutato lo chiamasse con un cenno del braccio.

"Hey, amico. Grazie per avermi aiutato!" disse la giovane, facendo un cenno di assenso al mezzorco. "Sei un tipo in gamba, sai? Se non fosse stato per te... non mi sarebbe piaciuto per niente quello che quel maiale avvinazzato aveva in mente per me."

"Può stare sicura che quel porco non ci proverà più." rispose il mezzorco con un occhiolino. "Prego, continui pure a godersi la serata... e buona fortuna ai tavoli!"

La donna annuì e tornò al tavolo al quale stava giocando a Golem, mentre Umlo faceva un sospiro soddisfatto e riprendeva la sua perlustrazione. Come prima giornata di lavoro, non si stava mettendo per niente male...

 

oooooooooo

 

"Bene, signori... ecco a voi le vostre birre! Spero che ve le godrete!" esclamò Samaritha, mentre con un po' di difficoltà portava tre enormi boccali pieni di birra schiumante ad un terzetto di avventori che si era concesso una pausa dopo una buona vincita. Diversi dei presentile rivolsero un'occhiata di apprezzamento mentre i tre individui afferravano soddisfatti le loro birre e facevano un brindisi. Uno di loro ebbe la gentilezza di dare a Samaritha alcune monete d'argento come mancia, e la maga dai capelli arancioni ringraziò con un cenno della testa e intascò i soldi. Con un rapido movimento della mano, Samaritha creò delle piccole luci danzanti che fluttuarono delicatamente sopra i boccali ed illuminarono per breve tempo i volti degli avventori, prima di spegnersi e lasciare gli spettatori alquanto stupiti.  

"Wow, niente male, ragazza! Dove hai imparato quell'incantesimo?" chiese uno degli individui.

Con espressione un po' spocchiosa, Samaritha fece volteggiare il vassoio tra le mani. "Oh, è soltanto uno dei trucchetti che insegnano a chi vorrebbe diventare un Glifiere... una maga come si deve non può non conoscere incantesimi come questo!" affermò. "Ed ora... prego, signori, se avete bisogno di qualcos'altro, non esitate a chiedere!"

"Grazie mille! Buon lavoro!" esclamarono gli avventori. Samaritha si recò a servire altri clienti...  e poco lontano, Qael stava lavorando al suo bancone, scambiando monete d'oro con fiches e controllando che non avvenissero imbrogli nè che gli scommettitori barassero. Il mezzelfo devoto di Calistria era concentrato sul suo lavoro... ma nel frattempo, ben attento a non farsi vedere, stava attento a qualsiasi indizio potesse indicare che Saul Vancaskerkin avesse traffici con forze infernali o altre potenze occulte. Dal loro incontro, non aveva certo avuto l'impressione che Saul si intendesse di magia, e anche le sue conoscenze sugli esseri occulti erano scarse... ma una cosa che Qael aveva imparato era di stare sempre attento e non farsi distrarre dalle apparenze. In fondo, Calistria insegnava a celare il proprio desiderio di vendetta dietro una facciata amichevole, e a colpire quando i nemici meno se lo aspettavano. Non era il caso di abbassare la guardia soltanto perchè Saul sembrava relativamente innocuo.

Tuttavia, fino a quel momento non aveva avuto motivo di allarmarsi. Il lavoro al Goblin Dorato pagava bene, i suoi superiori del clericato avevano approvato la sua idea... e non ultimo, il giovane mezzelfo trovava che fosse un posto abbastanza tranquillo, a parte qualche rissa o qualche diverbio di tanto in tanto. E quell'imp che aveva visto durante il torneo - si chiamava Vecchio Graffio, se non ricordava male - non si era più visto.

"Quell'imp è l'elemento che mi dà più da pensare..." riflettè tra sè il mezzelfo, mentre scambiava alcune fiches con un avventore. "Però da solo non significa niente. Devo continuare a cercare... ma quel Saul Vancaskerkin mi sembra un tipo astuto. Sicuramente si sarà premurato di nascondere qualsiasi altra prova di eventuali traffici con gli immondi... e per quell'imp, sicuramente avrà una spiegazione plausibile. No, meglio non avere fretta. Devo attendere che arrivi il momento giusto, e solo quando ho l'assoluta sicurezza che sia colpevole posso denunciarlo ai miei superiori. Se commettessi un errore, non credo proprio che le forze dell'ordine di Riddleport me la farebbero passare liscia."

Fece un sorrisetto amaro a quel pensiero. Parlare di forze dell'ordine per una città come Riddleport era un controsenso, ma Gaston Cromarcky e i suoi agenti si erano comunque premurati di lasciare attiva una divisione di sbirri (tutti al soldo del signore del crimine, si intende) che riuscissero a mantenere una parvenza di ordine. E anche se Saul Vancaskerkin non riscuoteva più i favori del governatore, era comunque meglio andarci piano con le accuse. Senza prove più che concrete, sarebbe stato davvero troppo pericoloso.

"Va bene, in fondo non ho esattamente fretta." pensò tra sè il mezzelfo, gettando un'occhiata ai suoi colleghi anche mentre continuava a consegnare fiches ai clienti e mettere da parte i soldi. "Per adesso, vedo che Umlo e gli altri stanno facendo un buon lavoro... e nemmeno io posso lamentarmi. Potrebbe davvero cominciare a piacermi, questo lavoro..."

"Prego, signore, ecco a lei le sue fiches! Fate il vostro giovo, e buona fortuna!" esclamò Qael, distratto dai suoi pensieri da un cliente che era arrivato in quel momento...

 

oooooooooo

 

"Aaaah, adesso sì che si ragiona." disse soddisfatto Saul Vancaskerkin, osservando da una finestra l'attività che ferveva nella sala da gioco. "Era da un bel po' che non vedevo tanta gente nella mia umile bisca! Hehehee... questo vuol dire che si fanno i soldi, e che le voci si diffondono! Quel Qael e i suoi amichetti sono capitati come il cacio sui maccheroni. Se continuano a lavorare così, non ci vorrà molto prima che il Goblin Dorato torni ai fasti di un tempo!"

Mentre il proprietario del Goblin Dorato continuava ad osservare compiaciuto i clienti che continuavano a puntare e a giocare, notò che il suo inserviente Bojask si stava avvicinando, recando con sè una busta sigillata. L'omaccione aveva un'espressione vagamente inquieta, come se immaginasse che il suo datore di lavoro non avrebbe gradito il contenuto della busta, ma si schiarì la voce e porse la busta a Saul. "Chiedo scusa, mister Vancaskerkin... è arrivata questa missiva per lei." affermò, attirando l'attenzione dell'uomo più basso. "Penso... che sia il caso che lei ci dia un'occhiata."

"Hm? E di cosa mai potrebbe trattarsi?" si chiese Saul, senza mai perdere il suo sorriso divertito. Prese la busta dalle mani del suo inserviente e la aprì con un colpetto della sua protesi-chiave, poi tirò fuori la missiva e lasciò cadere la busta per terra, da dove Bojask si affrettò a raccoglierla. Con espressione interessata, Saul lesse quello che c'era scritto... e fece una breve, secca risatina divertita. Per qualche motivo, si aspettava quello che aveva appena letto. "Hehehee... ma guarda. Quei leccapiedi stanno alzando un po' troppo la cresta, a quanto vedo."

"M-mister Vancaskerkin? C'è qualche problema per caso?" chiese Bojask, dando a sua volta un'occhiata alla lettera. Gli sembrava di riconoscere la grafia... ma Saul ripiegò la missiva prima che la sua guardia del corpo potesse leggere.

"No, nessun problema, signor Bojask." rispose Saul. "Solo... un piccolo contrattempo, che potremo risolvere senza troppi disturbi. Lasci fare a me, ho già a chi chiedere."

 

oooooooooo

 

Nello stesso tempo, da un'altra parte di Riddleport...

"Hmm... il Goblin Dorato, eh?" chiese una voce rude, appartenente all'uomo muscoloso seduto alla scrivania che stava ricevendo degli aggiornamenti da un individuo smilzo seduto là davanti con aria sommessa. "Pensavo che quella squallida bisca da quattro soldi stesse per fallire. Come mai all'improvviso sta tornando in auge?"

"Questo non lo so, signore..." disse l'inserviente, sperando di non incorrere nella collera del suo principale. "Ma... è un fatto che dopo quel torneo fallito, la gente ha ripreso a frequentarla, e sta guadagnando più di quanto non abbia mai fatto in tempi recenti."

"Ma davvero?" chiese l'omaccione seduto alla scrivania. Passò le punte di due dita sul piatto di una sorta di enorme piccone appoggiato accanto a lui, e ghignò sinistramente. "Capisco. A quanto pare quel vecchio relitto di Vancaskerkin non ha ancora imparato a stare al suo posto, eh? Beh... peggio per lui. Vorrà dire che... dovremo ricordargli cosa è successo l'ultima volta! Heheheee... e se dovesse fare il testardo, sarà la volta che me lo toglierò di mezzo per sempre."

Il subordinato deglutì nervosamente. Quando il suo capo sembrava così deciso, non andava mai a finire bene per i suoi rivali...

 

ooooooooooo

 

CONTINUA...    

 

  
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