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Autore: Abby_da_Edoras    06/12/2023    6 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor e Rogue One]
Eccomi qua a infestare con le mie impossibili OTP anche questo fandom! XD Siamo alla fine della seconda stagione di The Mandalorian e, nella mia versione, Luke accompagna Din Djarin e Grogu a casa di Han e Leia per rassicurare il Mandaloriano che il suo piccolo sarà al sicuro. Là, però, il Mandaloriano incontrerà anche altre persone tra cui "un certo" Cassian Andor (che nella mia ff è stato salvato dieci anni prima da Ahsoka Tano) e questo incontro cambierà molte cose nella vita di Din e Cassian ma anche di altri personaggi. E scusate se sono pazza!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, The book of Boba Fett ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin, Principessa Leia Organa
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 4: Supernova

 

Drowning in a haze, and I just wanna get in deeper (deeper, deeper, deeper)
Purple skies with a million stars, I'm falling ground
These days when I'm losing track of time
These days when I'm burning up inside
These days when I'm lost, I search the skies

I'm waiting for your last goodbye
'Cause I'm not over it, not over it
I'm waiting for your last goodbye
The kiss of time

Like thunder screaming out for a flash of lightning
Stars are falling down for God's applause
I'm waiting for the light of your supernova
Your last goodbye

I'm waiting for you, supernova, supernova, supernova…

(“Supernova” – Within Temptation)

 

Cassian non sapeva bene come gestire le proprie emozioni adesso che si trovava da solo con Din Djarin, nel suo nuovo Starfighter N1 e niente attorno a loro se non le stelle. Si diceva che era soddisfatto di poter pilotare un velivolo del genere, ma era il primo a sapere che erano tutte balle, lui era travolto dalla gioia e dall’emozione perché si era, chissà perché, innamorato a prima vista del Mandaloriano e, dopo aver temuto di doversi separare da lui per chissà quanto tempo, si era ritrovato invece a viaggiare con lui, a seguirlo e appoggiarlo nelle sue missioni.

In tutta sincerità, era davvero troppo da poter gestire…

Il Mandaloriano si era rimesso il casco, visto che stavano comunque compiendo una missione e poteva accadere di tutto da un momento all’altro, e almeno questo consentiva a Cassian di controllare i battiti del cuore e regolare la respirazione senza rischio di andare in iperventilazione! Tuttavia, per imparare a pilotare quella che sarebbe stata la sua astronave (o magari usando quel pretesto…), Din Djarin si era seduto molto vicino a Cassian e, dopo avergli riferito le coordinate del volo, lo osservava e ogni tanto gli faceva domande sui comandi e i dispositivi che usava. E, siccome la cabina di pilotaggio era molto più piccola di quella della Razor Crest, in effetti il Mandaloriano era praticamente incollato a Andor e questo lo mandava abbastanza in fibrillazione…

“È curioso pensare che, fino a un anno fa circa, non avrei mai neanche pensato di collaborare con qualcuno, sono sempre stato un lupo solitario e non mi dispiaceva” raccontò ad un certo punto il Mandaloriano. “Il mio incontro con il piccolo ha cambiato tutto. Pian piano mi sono reso conto di tenere a lui, di volerlo proteggere e portare in un luogo sicuro non soltanto perché era mio dovere, ma perché gli volevo bene e volevo il meglio per lui. Mi sono legato a Grogu gradualmente e senza nemmeno accorgermene, l’ho capito solo quando Moff Gideon lo ha fatto rapire. A quel punto sono andato contro tutte le mie convinzioni e ho chiesto aiuto e collaborazione ad amici, alleati e anche persone di cui non mi fidavo completamente, tutto pur di salvare il bambino.”

Cassian era felice che Din si confidasse con lui, si rendeva conto di essere forse la prima persona con cui si era aperto totalmente e senza riserve e la cosa lo emozionava ancora di più, ci teneva ad essere speciale per lui, anche se non osava immaginare di potergli interessare nel senso che intendeva lui… Ma, considerato come si era sempre mostrato distaccato e schivo il Mandaloriano, già diventare suo amico e confidente era una cosa importantissima e preziosa.

“Capisco cosa vuoi dire, anch’io per anni sono stato un lupo solitario. Da ragazzo ero anche una specie di fuorilegge, un ladro e un truffatore, magari tu mi avresti catturato, sicuramente c’erano diverse taglie su di me!” scherzò, mentre si sentiva tremare i polsi al solo essergli così vicino. “È stata mia madre a salvarmi, la mia madre adottiva. Io tentennavo, non volevo compromettermi, odiavo l’Impero ma volevo anche salvarmi la pelle… poi, però, lei si è ammalata ed è morta e al suo funerale ha fatto in modo che fosse proiettato un ologramma in cui lei incitava gli abitanti di Ferrix, il pianeta sul quale vivevamo, a entrare nella Ribellione e ad opporsi decisamente all’Impero. Così anch’io ho deciso di schierarmi e sono diventato un vero ribelle. Però, anche allora, sebbene partecipassi alle missioni, preferivo lavorare da solo e non legarmi a nessuno degli altri, pensavo solo a fare quello che mi veniva chiesto.”

Andor non poteva vedere il volto del Mandaloriano (e meglio così, altrimenti chissà dove sarebbe andato a schiantarsi con lo Starfighter!), tuttavia l’uomo lo fissava intensamente e rifletteva sul fatto che tutto aveva un motivo, che lui e quel pilota erano destinati a incontrarsi perché avevano veramente molte cose in comune. L’immagine che gli aveva scaldato il cuore guardandolo con Grogu, quella di loro tre come una vera famiglia, ritornò ad avvolgerlo con il suo dolce calore.

“Abbiamo avuto davvero alcune esperienze molto simili” commentò. “Io ho deciso di collaborare davvero con altre persone perché ho capito che da solo non avrei mai salvato Grogu, ma poi mi sono reso conto che avere degli amici e delle persone su cui poter contare è davvero importante. Anche per questo ti ho chiesto di venire con me, non solo per le tue doti di pilota. Ho compreso che non sarei riuscito a portare avanti le mie missioni da solo, senza neanche più il piccolo accanto a me, e credo che averti conosciuto proprio a Hosnian Prime sia stato una sorta di segno: avevo bisogno di qualcuno che potesse essermi amico e alleato, che combattesse al mio fianco e mi sostenesse nei momenti peggiori, però questa persona doveva essere particolare, dovevo fidarmi e sentirmi compreso per poterci davvero collaborare. E, parlando con te, mi sono reso conto che eri tu quella persona.”

Per fortuna Cassian era davvero un pilota abile, perché quelle parole lo sconvolsero talmente tanto che rischiò seriamente di mandare in stallo i motori e precipitare!

“Beh, anch’io ho imparato in questi ultimi anni che è sempre meglio avere degli amici su cui contare, anche quando si hanno delle missioni da compiere” replicò cercando di restare sul vago e di non mostrare quanto le parole del Mandaloriano lo avessero turbato! “In effetti, oltre al fatto che in due si combatte meglio che da soli, c’è anche il vantaggio che, per esempio, durante il viaggio uno dei due può riposare mentre l’altro pilota, e poi ci diamo il cambio.”

In realtà quello Starfighter era pensato per le battaglie e la velocità e non c’era una cabina in cui riposare, solo un piccolo alloggio, quindi quello che Cassian aveva detto non sembrava molto praticabile e Din glielo fece notare.

“Non c’è una cabina in questa astronave” obiettò. “In questo, perlomeno, la mia Razor Crest era più comoda. Qui c’è solo un piccolo alloggio, qua dietro, ma non è nemmeno possibile stendersi, quindi per riposare dovremo comunque fermarci da qualche parte. E pensavo anche un’altra cosa: se, per caso, un domani Grogu riprendesse a viaggiare con noi, quello di noi che non pilota dovrebbe tenerlo in braccio!”

Cassian si mise a ridere, ma si bloccò subito quando si rese conto del reale significato delle parole del Mandaloriano: da quello che aveva detto pareva che desse per scontato che loro due avrebbero continuato a viaggiare e fare missioni insieme per chissà quanto tempo e che, magari, in un futuro non meglio precisato, anche Grogu sarebbe tornato e avrebbe partecipato alle loro avventure.

Non poté evitare che il cuore cominciasse a battergli più forte, spedendogli scariche di adrenalina nelle vene e accelerandogli il respiro.

“Ah… sì, beh, tu pensi che Grogu tornerà da te? Cioè, non so come funziona per i Jedi” quella cabina di pilotaggio improvvisamente sembrava diventata ancora più piccola e Cassian iniziava a sentire un calore incredibile che lo soffocava, chissà, magari lo Starfighter aveva preso fuoco? O, molto più semplicemente era lui a bruciare dentro?

“Una volta che avrà completato il suo addestramento potrà decidere cosa fare e dove andare e, visto che ci consideriamo come padre e figlio, è molto probabile che scelga di tornare a viaggiare con me… con noi, anzi” precisò Din, che forse non aveva notato o magari fingeva solo di non notare, il turbamento sempre più evidente del suo compagno di avventura! “A quel punto sarà in grado di gestire il suo potere e sarà lui ad aiutare noi, invece di aver bisogno di protezione.”

Andor non sapeva bene come porre la domanda successiva, tanto la cosa lo emozionava e accendeva ogni fibra del suo essere, poi decise di buttarsi.

“E quindi… tu pensi… che, anche se Grogu tornasse a viaggiare con te, tu… io… cioè, vorresti che continuassi ad essere il tuo pilota e a combattere al tuo fianco?” chiese con una strana voce spezzata.

“Sì, certo, ma non solo” replicò il Mandaloriano. “Vorrei spiegarti una cosa relativa al nostro Credo, che ti farà capire anche perché mi sono legato tanto al piccolo. Una delle più importanti Regole dei Mandaloriani è quella di crescere dei trovatelli e educarli nel Credo, è quello che hanno fatto con me, e per i Mandaloriani questo è forse anche più importante di avere una famiglia e dei figli propri. Per questo ci sono famiglie in cui i genitori sono dello stesso sesso o di razze diverse, che non possono procreare tra loro: non conta avere figli propri quanto prendersi cura dei trovatelli e educarli nel Credo. Più mi affezionavo al bambino e più mi rendevo conto che era quella la cosa che avrei voluto davvero, crescerlo e educarlo come un Mandaloriano. Ovviamente allora non sapevo che Grogu è invece in contatto con la Forza e che il suo destino è diventare un Jedi.”

Genitori di razze diverse o anche… dello stesso sesso? Oh cavolo, ma dove vuoi andare a parare? Insomma, non sarà mica possibile che tu… che io… accidenti, devo trovare qualcosa da rispondere!

Cassian stava letteralmente per esplodere…

“Ma dai, è interessante conoscere tante culture e tradizioni diverse!” commentò, dicendo probabilmente la cosa più cretina che potesse tirar fuori e sentendosi un completo imbecille. “Dunque, se ho capito bene, tu avresti voluto adottare Grogu e la cosa sarebbe stata normale perché voi Mandaloriani fate così, però non puoi perché lui deve diventare un Jedi e non un Mandaloriano. Vado bene finora?”

“Direi di sì. Quando Ahsoka mi ha detto che avrei dovuto consegnare il piccolo ai Jedi e che il suo attaccamento a me era un pericolo per lui, per me è stata una delusione, avevo davvero sperato di poter adottare Grogu. Poi, però, sei stato tu a ridarmi speranza. Tu hai insistito sul fatto che Ahsoka stava esagerando, che era condizionata dalla sua esperienza con il suo Maestro, e in effetti anche Luke, in seguito, ha accettato il fatto che io e Grogu restiamo uniti” rispose Din Djarin. “Ho cominciato a pensare che, in futuro, lui potrà essere sia un Jedi che un Mandaloriano* e che quindi potrò adottarlo comunque. E poi ho visto che il piccolo ti si è affezionato… è vero che lui è amichevole e fiducioso quando sente che una persona ha l’animo buono, ma con te è stato particolarmente affettuoso e così ho pensato che magari noi tre potremmo essere una famiglia.”

E lo dice così? Ma non lo sa che sta per venirmi un infarto e che potremmo schiantarci con lo Starfighter contro il primo asteroide di passaggio?

Cassian stava davvero iperventilando ed era diventato di tutti i colori, mentre il Mandaloriano aveva pronunciato quelle parole con la massima calma e pacatezza, come se fosse la cosa più ovvia della galassia. E, a dirla tutta, per lui lo era. Din Djarin era un uomo semplice e schietto. Aveva perduto la sua famiglia ed era stato salvato dai Mandaloriani, perciò la sua devozione e riconoscenza andava a loro e al Credo. Si era pian piano legato a Grogu e aveva iniziato a pensare a lui come a suo figlio, dimostrandosi disposto a tutto pur di proteggerlo e fare ciò che era bene per lui. Poi aveva conosciuto Cassian, aveva trovato molti punti in comune con lui e aveva visto il bambino che gli si era affezionato rapidamente: non gli ci era voluto molto a fare due più due e l’idea di una famiglia con Cassian e Grogu lo faceva sentire bene. Era quello che facevano i Mandaloriani, no? Non si era interrogato troppo sul motivo per cui si trovasse bene con Cassian, anzi, aveva deciso di portarlo con sé proprio per verificare che loro due potessero andare d’accordo e stare bene insieme e, almeno per ora, la cosa stava funzionando. Forse, chissà, non aveva neanche pensato a tutto ciò che comporta sposarsi e fare una famiglia e, del resto, probabilmente tra i Mandaloriani ce ne erano anche di famiglie nate così, più per amicizia e condivisione che per altro.

Solo che, per Andor, le cose stavano in un modo un tantino diverso!

Lui l’avrebbe fatta di corsa una famiglia con il Mandaloriano, ma in quel caso sarebbe stata una famiglia vera e loro due sarebbero stati compagni e non solo i genitori di Grogu… Però cominciava a pensare che, per Din, non fosse così e che lui cercasse soltanto un compagno con cui andare d’accordo e con cui educare il piccolo.

“Ho detto qualcosa che non avrei dovuto?” chiese quindi il Mandaloriano, accorgendosi che Cassian non rispondeva e che, anzi, appariva parecchio turbato.

“Tu… no, no, certo che no, è una bella idea” riuscì a esalare Andor. “Ma… ecco… io non sono un Mandaloriano e in realtà non lo è neanche Grogu. Questo non va contro le vostre Regole?”

Din ci rifletté per qualche momento.

“A dire il vero non lo so” disse poi. “Nel mio clan tenere il casco in pubblico è una Regola fondamentale, ma ultimamente ho scoperto che ci sono altri Mandaloriani che, invece, non portano il casco al di fuori dei combattimenti e sono comunque fedeli al Credo. Sto cominciando a pensare che ci siano molte più strade nel Credo di quanto abbia mai immaginato, quindi forse non è un problema se tu non sei un Mandaloriano, basta che ti impegni a rispettare il nostro Credo e a educare il piccolo secondo le Regole. Su questo, tuttavia, mi dovrei informare…”

Cassian pensò vagamente che sarebbe stato disposto a rispettare tutte le Regole del Credo e anche di più se questo avesse significato poter stare con Din… poi si rese conto di cosa stava pensando e si rimise in carreggiata.

“A proposito, quelle coordinate che mi hai dato prima, per dove sono? Sai già dove si è diretto Moff Gideon o quali sono le basi degli imperialisti?” domandò, tanto per riportare il discorso su un terreno più neutrale e tranquillo.

“No, non ho ancora queste informazioni. Nel frattempo ho deciso di andare al rifugio dove si nascondono gli ultimi Mandaloriani del mio clan” rivelò Din Djarin, come se niente fosse. “Così potrò sapere dall’Armaiola se il fatto di aver tolto il casco in pubblico è veramente un problema e se sarebbe accettabile il progetto di formare una famiglia con te e Grogu.”

Ah siamo già a questo punto???

Andor si sentiva più o meno come il protagonista di Ti presento i miei pur non avendo mai visto il film.

Mentre sfrecciavano nei cieli con lo Starfighter N1 verso il rifugio dell’Armaiola, Cassian iniziò a pensare che forse le cose non sarebbero andate a finire tanto bene, aveva un brutto presentimento. Din Djarin era inesperto su tante cose e Cassian temeva che questa Armaiola o chi accidenti fosse avrebbe potuto dimostrarsi ostile, magari si sarebbe infuriata con Din per essersi tolto il casco e ancora di più per aver portato con sé uno straniero. Temeva che avrebbe cercato di separarli e che, in qualche modo, avrebbe finito per far soffrire Din e questa era la cosa che lo angosciava più di ogni altra. Lui non poteva permettere che qualcuno facesse del male al Mandaloriano, neanche per sogno, neanche se… se fosse stato per causa sua. Chissà, forse avrebbe dovuto davvero separarsi da lui per il suo bene, così come Din aveva accettato di allontanarsi da Grogu.

Il solo pensiero lacerava il cuore di Cassian come un proiettile esplosivo…

Fine capitolo quarto

 

* In realtà nell’universo di Star Wars c’è stato un unico Mandaloriano che poi è diventato anche Jedi, ossia Tarre Vizsla, primo possessore della Spada Oscura. E tra i Jedi e i Mandaloriani ci sono stati anni e anni di guerre. Tuttavia Din Djarin è possibilista perché, in realtà, non sa praticamente niente dei Jedi a parte quello che ha appreso ultimamente da Ahsoka e Luke. Siamo nel periodo dell’Impero di Palpatine, i Jedi non esistono quasi più e lo stesso Imperatore ha fatto di tutto perché ne scomparisse anche il ricordo. In effetti anche in Andor e in Rogue One i Jedi sono ormai merce rara e probabilmente neanche Cassian ne aveva mai visti prima di Ahsoka e Luke.

 

 

   
 
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