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Autore: Signorina Granger    10/12/2023    3 recensioni
🎄❄️☃️🧣
1. Advent Calendar
2. Gloves
3. Snowman
4. Christmas shopping
5. Hot chocolate
6. Blanket
7. Ice skating
8. Decorations
9. Christmas tree
10. Letters to Santa
11. Mistletoe
12. Gifts
13. Snow globe
14. Reindeer
15. Cinnamon rolls
16. Snow
17. Socks
18. Gingerbread
19. Fireplace
20. Movie night
21. Candy cane
22. Candles
23. Sweater
24. Christmas Eve
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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X. Letters to Santa


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Va bene bambine,” Adela sollevò prontamente il vaso di cristallo pieno di fiori freschi posato al centro del lungo tavolo rettangolare della sala da pranzo, determinata a metterlo al sicuro sul ripiano della cassettiera più vicina mentre non una, ma ben quattro bambine sfrecciavano una dietro l’altra all’interno della stanza, i visini sorridenti e pieni di entusiasmo “sedetevi e prendete penne e inchiostro.”
India, Dalia, Queen e Silvy occuparono le sedie a loro quotidianamente designate durante i pasti, le due più grandi sedute vicine e le piccole esattamente di fronte a loro. La sedia di Richard, alla destra del posto a capotavola dove normalmente sedeva Adela, rimase vuota come accadeva ogni giorno da diverse settimane a quella parte, e Dalia non tardò a gettare un’occhiata preoccupata al posto vuoto del fratello maggiore prima di rivolgersi con tono ansioso alla madre:
“Mamma, come farò Richie con la sua lettera?!”
“Sì, come farà Babbo Natale a portargli i regali?!”, le fece subito eco Silvy mentre sedeva facendo dondolare le gambe dalla sedia, i lunghi capelli scuri acconciati sulla nuca con stuoli di forcine e un fiocco come tutte le sue sorelle, nel suo caso verde chiaro. Dopo aver svitato il tappo del calamaio che la madre aveva preparato davanti alla sua sedia Queen rischiò di urtarlo e rovesciare la boccetta sul tavolo, ma Adela la salvò appena in tempo, reduce da undici anni di duro allenamento, prima di rivolgersi alla più piccola delle presenti con un caldo sorriso:
“Non preoccuparti Silvy, Richard la sua può sempre scriverla da Hogwarts. Lo so che insieme è più bello, ma adesso lui vive lì.”
Lo sguardo della strega scivolò sui quattro volti delle figlie scorgendo visibili tracce di disappunto e di amarezza – le più piccole in special modo sembravano ancora parecchio risentite per la partenza del fratello maggiore – che si affrettò a cercare di placare sfoggiando un largo sorriso:
“Ma tornerà tra un paio di settimane e non vorrà vedere musi lunghi quando varcherà la porta di casa insieme a vostro padre, quindi iniziate ad esercitarvi con dei volti allegri da mostrargli. O volete fargli credere che non siete felici di vederlo?”
Esattamente come aveva preventivato un coro di “no” si levò dal tavolo, e Adela annuì compiaciuta prima di invitare le quattro figlie ad iniziare a scrivere le loro lettere, le mani adorante dalla sottile fede d’oro e l’anello di fidanzamento strette sullo schienale della sua sedia mentre guardava le bambine impugnare, chi più maldestramente delle alte, le penne d’oca che aveva sistemato davanti ai loro posti poco prima del loro arrivo insieme a fogli di carta, inchiostro e ceralacca rossa per sigillarle.
“Karlos per la sua come farà, invece?”, domandò Dalia iniziando a scrivere accigliata pensando al fratello minore e alla seconda sedia rimasta vuota, quella alla sinistra di Adela, occupata dalla piccola torre di cuscini che consentiva al bambino di trovarsi all’altezza del tavolo quando vi si sedeva.
“Karlos sta dormendo ed è meglio lasciarlo fare per la sanità di tutti noi, specie la mia. La scriverà dopo io per lui.”
Non destare dal sonno i figli quando dormivano era diventata rapidamente una di quelle regole che Adela non si sognava nemmeno di non rispettare. Pochi minuti dopo, la strega era china alle spalle di Silvy, aiutando la figlia minore a compilare la sua lettera – la bambina aveva iniziato ad imparare a scrivere solo di recente – quando Hector varcò la soglia della stanza con un sorriso sulle labbra e sfilandosi i guanti di pelle di drago dalle mani, i lisci capelli scuri coperti da una lieve spruzzata di fiocchi di neve.
“Buongiorno bambine! State scrivendo le vostre lettere?”
Di norma le figlie correvano ad abbracciarlo tramortendolo non appena lo vedevano entrare in una stanza, ma quel mattino erano talmente prese dalla loro importantissima occupazione che si limitarono a salutarlo allegre e ad assentire prima di tornare a scrivere, riempiendo la sala da pranzo illuminata dalla luce fredda del mattino che entrava dalle finestre solo con il fruscio delle punte delle penne sulla pergamena.
Hector si sfilò anche la sciarpa di lana e lasciò tutto sulla sua sedia prima di raggiungere Adela, depositandole un bacio su una guancia prima di chiederle come stesse procedendo:
“Direi bene. Silvy se la sta cavando egregiamente, vero piccola?” La strega sfiorò con dolcezza i capelli scuri della bambina, che annuì mentre si voltava verso il padre con un sorriso entusiasta, invitandolo a guardare come stesse scrivendo. Dopo essersi complimentato con lei e averle dato un bacio Hector, reduce da una gelida passeggiata in compagnia dei loro setter, raggirò il tavolo per andare a dare un’occhiata anche a quelle delle due figlie maggiori, schiarendosi la voce per attirare l’attenzione della moglie quando lesse ciò che Dalia aveva scritto:
“Dalia, tesoro mio, forse non è il caso di chiedere a Babbo Natale che zia Charlotte venga a vivere con noi.”
“Perché no? Io le voglio bene!” La bambina levò lo sguardo sul padre sgranando gli occhi azzurri con la pura innocenza, certa di aver fatto un’ottima richiesta mentre Hector si chinava flettendo le ginocchia e posando una mano sullo schienale della sua sedia, annuendo pazientemente mentre Adela, in piedi dall’altro capo del tavolo, si sforzava di non ridacchiare.
“Anche noi. E anche lei ti vuole bene, ma non può vivere con noi. Vuoi forse che William, Sean e Camille restino soli senza di lei?”
Possono venire anche loro!”
Del resto casa loro, quella in Inghilterra come quella in India, non era già troppo affollata, si disse Adela mentre Hector scuoteva il capo sfoggiando la sua espressione più dispiaciuta:
“Ho paura che neanche Babbo Natale possa fare certi miracoli, tesoro.”
“Oh, che peccato!”
Hector annuì con aria comprensiva, accarezzando il nastrino blu notte che adornava i capelli della figlia mentre India, accanto a lei, scriveva con tanta foga da far penzolare i lembi rossi del suo fiocco. Chissà che cosa stava chiedendo per regalo, si disse Adela prima di affrettarsi a raggiungere il marito raggirando il tavolo per farla desistere su almeno qualche desiderio.
“È proprio un peccato. Ma la vedremo prestissimo, domani vengono tutti a cena qui. Contente?”
“La zia ci racconterà come si fa a botte con i cattivi!”, esclamò Queen sorridendo felice e agitando in aria la sua penna quasi fosse stata una bacchetta facendo ridacchiare tutte le sue sorelle, affrettandosi ad abbassare la mano quando la madre le scoccò un’occhiata severa:
“La zia non fa a botte, e neanche voi dovete, che sia ben chiaro! E tu, signorina.”, aggiunse spostando lo sguardo su Silvy, che sorrise angelica mentre Queen, accanto a lei, si affrettava a chiedere a Babbo Natale di farla diventare coma la zia una volta cresciuta. Magari avrebbe anche sposato un uomo bello come William! Si aggiustò il fiocco rosa tra i capelli appuntandosi di mettersi un bel vestito per la sera seguente mentre pensava sognante al marito della migliore amica dei suoi genitori.
“Tu e Sean vi dovete comportare bene.”
Silvy annuì, promettendo solennemente alla madre che l’avrebbe fatto senza smettere di sorridere con un’innocenza che avrebbe convinto solo un estraneo, non certo i suoi genitori, che si scambiarono un’occhiata prima che la madre, rassegnata, annunciasse con un sospiro di dover andare a nascondere tutto ciò che correva il rischio di andare in frantumi.



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