II.
LA ZUCCHEROSA FILOSOFIA DI
CHOCOLATEDONUT.
Nome: Christine
Cognome: Thompson
Età: 30 (ma appena compiuti, quindi
per correttezza è meglio dire 29 abbondanti)
Professione: Impiegata
Cerco: Uomo, tuttavia potrei anche
considerare l’idea di diventare lesbica. A questo punto sono aperta ad ogni
proposta. Insomma vivere con una donna sarebbe di gran lunga meglio che stare
con un completo idiota, inoltre non dovrei più preoccuparmi di dover nascondere
i dolori del ciclo per non urtare la sensibilità del mio compagno e potrei
mostrare apertamente le mie emozioni senza essere considerata una stupida
piagnona o in alternativa una patetica sentimentalista. I miei sbalzi d’umore
verrebbero sicuramente tollerati e perfino compresi, così come le mie
indecisioni e i miei isterismi. Potrei condividere totalmente le mie paure, il
mio amore per lo shopping e il mio desiderio di maternità. Inoltre non dovrei
inventare scuse per non fare sesso, perché tra ragazze ci si capisce. Insomma
si conosco le reciproche esigenze, nonché i rispettivi bisogni. Perciò non
dovrei inverarmi falsi mal di testa per giustificare la mia momentanea mancanza
di desiderio, non dovrei trovare delle scuse frettolose per motivare la mia
improvvisa voglia di dormire invece di ricercare un piacere utopistico e non
dovrei nemmeno indossare quegli assurdi pigiami antiestetici per diminuire la
libido. Sì, stare con una donna non sarebbe tanto male. Poi adesso in alcuni
stati americani è consentito anche sposarsi, quindi si potrebbe benissimo
ufficializzare il tutto e pensare poi alla fecondazione. Però al momento voglio
essere masochista, perciò desidero trovare un uomo. Possibilmente dolce,
sensibile e gentile. Un uomo in grado di comprendermi e accettarmi per quella
che sono. Un uomo serio, determinato e disposto a condividere la sua vita con
me. Un uomo romantico, che non si vergogni a citarmi versi d’amore e ad
intonare canzoni sdolcinate. Come quelle di Ed Sheeran.
Ridacchio
per merito delle mie geniali riflessioni e subito dopo bevo un abbondante sorso
di vino, lasciando aumentare la mia euforia. Successivamente continuo a
compilare la mia scheda personale con un rinnovato slancio di sincerità,
scrivendo a ruota libera e dando voce ai miei pensieri.
Presentazione: Sì, allora…
potrete anche non crederci, ma sono un’affascinante donna in carriera. Ho una
fluente massa di capelli castani, che al dire il vero preferisco definire ciocciolatosi considerata la mia venerazione per il cacao,
dei profondi occhi verdi e un fisico abbastanza formoso. Ok, più che formoso.
Volete proprio saperlo? Ho una taglia 48: i miei fianchi sono esageratamente
abbondanti, il mio sedere in pratica fa provincia e il mio seno è
eccessivamente prosperoso. Ma mi piaccio e se devo essere sincera mi considero
alquanto attraente, anche se come tutte le donne ho delle insicurezze e certe
volte vorrei essere diversa. Più snella, più sofisticata e meno golosa.
Tuttavia non potrò mai rinunciare ai dolci, al cioccolato o alle ciambelle. Quindi
mi dispiace, ma il mio futuro partner dovrà accettarmi con i miei rotolini di
ciccia. Ad ogni modo non sono una sostenitrice dello sport, odio le faccende
domestiche, non sopporto i bugiardi, non tollero le telepromozioni – perché per
colpa della mia ossessione nei confronti dello shopping finisco puntualmente
per essere fregata da quei venditori che sponsorizzano magici prodotti – e
detesto seriamente le diete. Al contrario amo le serie TV, il mio spazioso
divano, i miei fedeli numeri, i soldi, i romanzi d’amore, la scarpe con il
tacco e inoltre ho una folle adorazione per i donuts. Mi reputo una donna
gentile, premurosa, determinata, simpatica e niente affatto gelosa. Ok, forse
solo un poco. Giusto il necessario, ma non sono una tipa ossessiva. In una relazione
sono disposta a scendere a compromessi, basta che non riguardino assurde
posizioni sessuali oppure corsi di fitness o ancora stupide diete ipocaloriche.
Per il resto cerco essenzialmente un uomo onesto, carismatico, divertente,
comprensivo e disposto a donarmi tutto se stesso. Tutto il suo amore.
Profilo
Riservato: Sì
Nickname: …
Nickname?
Giusto, non ci avevo pensato. Ma in effetti è ovvio che, non volendo svelare la
mia vera identità, io adesso debba scegliere un nome in codice. Uno che
possibilmente sia allo stesso tempo affascinante, enigmatico ed accattivante.
D’altronde è necessario che conservi un pizzico di mistero, però grazie a
questo pseudonimo devo inspirare anche passionalità e dolcezza.
Bevo un
altro sorso di vino e assaggio il mio secondo donuts, pulendomi subito dopo le dita con un tovagliolo di carta e
continuando poi a pigiare con forza i tasti del mio computer. Attualmente sono
seduta sul divano, con le gambe incrociate e un cuscino appoggiato sulla pancia
per sostenere meglio il mio MacBook. La scatola di ciambelle è sistemata
fedelmente al mio fianco, nel posto che in teoria dovrebbe occupare il futuro
uomo della mia vita, mentre la bottiglia aperta di Merlot si trova sul
pavimento accanto al bracciolo del sofà. Forse sarà stato proprio l’alcool o il
sovraccarico di zuccheri, ma dopo interminabile ore di ragionamenti
sconclusionati mi sono convinta finalmente a compilare il modulo di iscrizione
del sito WithLove.
No, vi
prego, non guardatemi in quel modo. So quello che ho detto e so che non dovevo
cedere alla tentazione, però è stato più forte di me. Devo ammettere che l’idea
di registrarmi a questa pagina ha catturato il mio interesse appena Maggie me
ne ha parlato e in quanto donna non ho potuto deludere le rappresentanti del
mio stesso sesso tirandomi indietro, pertanto ho ceduto e ho anche confermato
per l’ennesima volta gli assurdi pregiudizi sociali legati al mondo femminili.
Sì, siamo maledettamente curiose. Sì, siamo lunatiche. E sì, cambiamo in
continuazione idea. Perciò mi sono ritrovata improvvisamente a sbirciare
l’innocuo sito dell’agenzia di incontri online e poi, senza nemmeno rendermene
conto, ad aprire il modulo di abbonamento. Ho già speso trentacinque dollari
per accedere ai servizi e visitare globalmente il sito, quindi ormai per questo
mese sono costretta a considerarmi
un’associata della pagina. Sono obbligata a diventare una potenziale
adescatrice di uomini sul web, anche se non sono affatto d’accordo con questo
meccanismo e vorrei oppormi con tutte le mie forze a questa commercializzazione
dei sentimenti. Però sul sito ci sono davvero dei tipi carini e potrei farci un
pensierino, ma ovviamente non infrangerò i miei principi. No, fidatevi.
Tamburello
con le dita sul computer e continuo a riflettere sul mio ipotetico nickname,
fantasticando su abbinamenti assurdi e abbastanza buffi. Christine Rabbit? Non va bene. Merry Chris? No, è patetico.
Emetto
un sospiro esasperato, passandomi una mano tra i capelli e prendendo nuovamente
la mia ciambella. La mordo un’altra volta, sporcandomi leggermente di
cioccolata, e subito dopo con grande sacrificio mi impegno a finirla. Assaporo
fino all’ultimo boccone, godendomi questa ennesima esperienza orgasmica.
E poi,
all’improvviso, ecco l’illuminazione! C’è una sola cosa in questo mondo che mi
rappresenta davvero e che in pratica racchiude tutta la mia essenza, nonché la
mia felicità. Una sola cosa che può essere associata indiscutibilmente al mio
nome: il cioccolato. Il cioccolato abbinato ai donuts.
Il
risultato quindi è abbastanza scontato ed effettivamente, mentre pigio con
rinnovato entusiasmo i pulsanti della mia tastiera, mi viene quasi da ridere.
Però sono anche soddisfatta, perché ho trovato lo pseudonimo giusto. Quello
fatto apposta per me.
Nickname: ChocolateDonut
Guardo
la semplice parola che ho appena inserito nel modulo e subito dopo clicco
INVIO, completando così la mia iscrizione e dando ufficialmente inizio alla mia
nuova avventura virtuale. Mi informo sul regolamento, inserisco le spunte nelle
caselline vuote per consentire al sito di gestire i miei dati e finisco di
leggere le varie normative sulla gestione della privacy. Poi passo la
successiva mezz’ora controllando i vari profili, mentre nel frattempo scarico
l’app di WithLove
anche sul mio cellulare per tenermi sempre in contatto con i miei potenziali
compagni di vita.
La
pagina dell’agenzia online comunque è ben strutturata e tutta colorata di
rosso, con scritte bianche e nere che si alternano a varie fotografie. C’è una
chat comune, dove ci si può presentare e dialogare tranquillamente con gli
altri membri del sito, e in alto a destra invece è sistemata una piccola barra
messa in rilievo che ospita diverse icone con le quali è possibile interagire
per amministrare i miei dati personali. È presente quindi un omino che permette
l’accesso diretto al mio account, una specie di libro minuto di matita che può
essere usato per scrivere eventuali annotazioni e il simbolo della mail per
valutare la presenza di possibili messaggi.
Comunque,
una volta valutato generalmente il sito, scelgo anche l’immagine di una
ciambella stilizzata per impostarla come foto del profilo. Successivamente,
dopo essermi un po’ ambientata e aver capito tutti i meccanismi di questa
agenzia online di incontri, mi decido a scrivere nella chat generale per
rivolgere un saluto alle persone presenti in questo momento sulla piattaforma.
ChocolateDonut: Salve gente!
Digito
velocemente, associando alle parole una faccina sorridente.
JulietCapulet: Ciao, ChocolateDonut! Nuova iscritta?
ChocolateDonut: Sì… da appena cinque minuti
JulietCapulet: Allora benvenuta, spero ti troverai bene qui con noi
GeorgeClooney: Certo che si troverà bene, dolce Juliet! D'altronde su questo sito ci
sono persone davvero fantastiche… almeno, io sono sinceramente meraviglioso.
Provare per credere. Comunque ciao, ChocolateDonut!
JulietCapulet: Luke, quando cambierai il tuo stupido nickname? È assurdo che insisti
ancora a paragonarti a George Clooney… e poi smettila di vantarti! Sei
insopportabile!
GeorgeClooney: Sì, certo, Juliet. So bene quanto ti risulto antipatico ;)
JulietCapulet: Solo perché siamo usciti insieme due volte, non vuol dire che tu mi piacca!
GeorgeClooney: Lo dici per convincere me o te stessa?
JulietCapulet: Ti odio
Scoppio
a ridere quando leggo l’ultimo messaggio di Juliet e continuo a godermi il suo
battibecco con Luke, sospettando tuttavia che tra i due ci sia del tenero e
anche una certa intimità. In effetti queste mi sembrano più schermaglie d’amore
che veri insulti, perciò mi intenerisco e li lascio bisticciare per un altro
paio di secondi prima di intervenire.
ChocolateDonut: Ciao, finto George. Per un attimo ho scioccamente creduto che fossi
quello vero ed ero già pronta a dichiararti tutto il mio amore, ma pazienza…
sopporterò questa ennesima delusione
JulietCapulet: Ecco, Choco, diglielo anche tu che non può
continuare così! È inammissibile che si spacci tuttora per il mitico e dolce
George…
SerenaCooper: Già, Luke, smettila di illuderci e farci creare inutili aspettative!
FredBennett: Ragazze, non torturare in questo modo il povero Lucas. In fin dei
conti avrà pur diritto di rimorchiare con le sue tecniche obsolete, no?
JulietCapulet: Fred, non giustificarlo… lo so che ti dispiace per lui, però così non
lo aiuti
GeorgeClooney: Ehi! Perché dovrebbe dispiacersi per me? Girls, forse non lo sapete,
ma io fuori di qui ho la fila che mi aspetta…
JulietCapulet: Non darti false speranze, tesoro,
hai la fila soltanto perché lavori in una discoteca e fai parte della
security. Le ragazze aspettano di entrare nel locale, certamente non desiderano
calamitare la tua attenzione… mi dispiace infrangere i tuoi sogni
GeorgeClooney: Julia, sai quanto volte ho rimorchiato grazie al mio impiego? Non ne
hai idea. Basta mettere in evidenza i muscoli e le donne cadono ai miei piedi…
dovresti saperlo, in effetti
JulietCapulet: Non sono caduta ai tuoi piedi, ho semplicemente accettato di uscire
con te perché erano settimane che mi pregavi! Mi hai perfino intasato la posta!
FredBennett: Uh, Luke, quindi l’hai supplicata! Lo sapevo che Julia non avrebbe mai
accettato volontariamente di avere un appuntamento con te, è troppo
intelligente…
GeorgeClooney: Ha accettato in piena libertà! È vero, forse sono stato un pochino
insistente, ma alla fine ha ceduto perché sono davvero irresistibile
JulietCapulet: Un pochino?
FredBennett: Certo xD
JulietCapulet: Comunque adesso smettetela, voi due, state spaventando Choco…
ChocolateDonut: Al dire il vero in questo momento sto trattenendo le risate
GeorgeClooney: Sì, ti capisco, io sono un tipo molto divertente… invece Fred è una
vera lagna
FredBennett: Io sono la reincarnazione della simpatia, mio caro Luke
GeorgeClooney: Allora raccontaci una barzelletta, Mr Comicità
JulietCapulet: No, ti prego!
SerenaCooper: Risparmiaci questo supplizio…
FredBennett: Ascoltate, ne ho una carina. Ehm, ehm. Perché il pane non ha mai
problemi?
JulietCapulet: Non voglio saperlo, mi piace restare nella mia ignoranza
FredBennett: Perché li-evita… ahahaha
SerenaCooper: Scusate, vado a suicidarmi
FredBennett: L’avete capita? Perché nessuno ride?
JulietCapulet: …
FredBennett: Ehi, qualcuno mi risponde? Ci siete?
ChocolateDonut: Sai, Fred, mi dispiace dirtelo ma non credo che questa freddura sia
piaciuta molto
AliceInWonderland: Ciao, ragazzi! Che fate di bello?
GeorgeClooney: È meglio che tu non lo sappia, vattene adesso che sei ancora in tempo
AliceInWonderland: Oh, no… Fred ha raccontato di nuovo una barzelletta?
FredBennett: Ma cosa avete tutti contro le mie battute?!
AliceInWonderland: Sono orribili, Freddie
FredBennett: Basta, mi ritiro! Non vi racconterò più le mie storielle, siete
soddisfatti?
GeorgeClooney: Sì, evviva! Si è realizzato un sogno
AliceInWonderland: Dici davvero? Finalmente le mie preghiere sono state esaudite! Grazie,
Signore… grazie, grazie, grazie!
Mi
lascio scappare nuovamente una risata, scuotendo il capo per l’assurdità di
tutta la discussione, e considero che forse iscriversi a quest’agenzia di
appuntamenti online non è stata proprio una brutta idea. Sto conoscendo persone
apparentemente simpatiche e sto capendo che non si basa tutto solo sulla
ricerca dell’anima gemella, ma ho l’opportunità di fare perfino nuove amicizie.
Comunque, mentre aspetto l’ennesima risposta indignata di Fred, mi alzo dal
divano e mi dirigo in cucina. Apro il freezer ed estraggo la vaschetta di
gelato alla vaniglia strafogato al caramello, recuperando anche dalla credenza
la mia bomboletta di panna spray e prendendo invece dal cassetto un cucchiaio
di plastica rigida. Subito dopo torno in salotto, riguadagno la mia comoda
posizione sul sofà, posiziono un’altra volta il computer sulle mie gambe e mi
accerto che tutto il cibo che ho appena racimolato sia a portata di mano.
Sostituisco il bicchiere di vetro che fino ad ora ho utilizzato per sorseggiare
il vino direttamente con la bottiglia di Merlot e in seguito mi accingo a
mangiare la mia terza ciambella, preparandomi ad affrontare una notte
movimentata a causa della mia ingordigia. Sicuramente finirò per dover
affrontare gli effetti di un sovraccarico di zuccheri e di una potenziale
sbronza, ma per il momento non mi preoccupo per i miei futuri problemi di
salute e continuo anzi a controllare la chat del sito.
FredBennett: Sapete, la vostra reazione così immotivatamente gioiosa mi sta facendo
riconsiderare la mia decisione. Forse sono stato troppo affrettato, dovrei
darvi un’altra possibilità
AliceInWonderland: Ci lusinghi, Fred, ma davvero non sacrificarti per noi. Te lo
proibisco. Non meritiamo la tua comprensione, perciò lasciaci sguazzare nel
nostro triste mondo
GeorgeClooney: Sì, amico, non sprecare il tuo talento in questo modo!
JulietCapulet: Ehi, Choco, ma tu l’hai già fatto il test di
compatibilità?
La
domanda di Julia mi risveglia dai miei pensieri e, mentre mi accingo a
risponderle, noto che ha utilizzato lo stesso diminutivo di prima per attirare
la mia attenzione. Ma devo ammettere che in realtà non mi dispiace e al dire il
vero lo trovo alquanto carino, nonché intimo e dolce.
ChocolateDonut: No, di cosa si tratta?
JulietCapulet: Se vai sul tuo account, dovrebbe esserti arrivata una notifica… in
pratica appena ti registri al sito ti inviano un test per capire i tuoi gusti e
le tue preferenze, così selezionano in automatico un paio di profilo con il
grado di compatibilità più alto
ChocolateDonut: Quindi fanno una specie di
selezione…
JulietCapulet: Sì, anche se tu ovviamente non sei obbligata a seguirla. Insomma puoi
frequentare e conoscerti con chi vuoi, ma in questo modo ti danno la
possibilità di rompere un po’ il ghiaccio e capire che tipo di persone
potrebbero interessarti
GeorgeClooney: Già… dovresti proprio farlo, dolcezza. E informami se per caso dovessi
essere un tuo potenziale partner!
JulietCapulet: Fossi in
te non lo farei
GeorgeClooney: Julia,
sei per caso gelosa?
JulietCapulet: No, questa è semplice solidarietà femminile
ChocolateDonut: Grazie per l’informazione, allora vado subito a farlo!
Entro
nel mio account e noto la presenza di un messaggio, quindi mi affretto ad
aprirlo e a cliccare sul link. Trascorro i successivi dieci minuti a rispondere
ad alcune domande riguardanti i miei gusti musicali, cinematografici e
culinari. Poi il test si concentra su aspetti più intimi e caratteriali,
chiedendomi essenzialmente cosa cerco in una relazione e soffermandosi sulle
mie impressioni. Sembra un questionario molto complesso e perciò mi prendo
tutto il tempo necessario per valutare con serietà le varie opzioni, così alla
fine quando confermo le mie scelte sono assolutamente certa di non aver
tralasciato nulla. Pensavo che sarebbe stata una sciocchezza e invece mi rendo
conto che quest’agenzia ci tiene davvero ai suoi iscritti, considerando le
domande dettagliate e puntigliose alle quali ho appena dovuto rispondere.
Certo, non ho alcun metro di paragone e in effetti questa è la prima volta che
mi registro ad un sito del genere. Però, almeno fino a questo momento, la mia
impressione è davvero ottima. Aspetto quindi il risultato con grande
aspettativa, sentendomi anche leggermente emozionata. Forse saranno tutte
queste calorie, ma era da tempo che non mi lasciavo coinvolgere così tanto.
Dopo il consistente numero di rapporti disastrosi che ho collezionato
nell’ultimo periodo, devo ammettere che ho un po’ perso le speranze di trovare
l’uomo giusto per me e mi sono quasi illusa di poter vivere come una zitella.
Però adesso capisco che stavo solo mentendo a me stessa, perché in realtà ho
paura di restare sola. Voglio una famiglia, voglio dei bambini, voglio una
dimora calda e accogliente. Voglio tornare a casa da lavoro con la
consapevolezza che c’è qualcuno ad aspettarmi, sogno di varcare la porta del
mio appartamento e sentire uno scalpiccio di piedini venirmi incontro.
Ma è
difficile continuare a fantasticare su queste cose quando hai accanto uomini
indifferenti e menefreghisti, capaci solo di mettere in evidenza i miei difetti
e di farmi sentire a disagio. Di farmi sentire imbarazzata, sbagliata…
Adesso
invece posso ricominciare da capo e godermi queste nuove conoscenze con
spensieratezza, mantenendo momentaneamente nascosta la mia identità e
riacquistando nel frattempo un po’ di fiducia in me stessa. Probabilmente è un
atteggiamento da vigliacca, ma ora ho bisogno di pensare al mio benessere e di
salvaguardare il mio cuore da altre cocenti delusioni.
Mi
risveglio dai miei pensieri quando mi rendo conto che il test è stato
rielaborato e di conseguenza mi affretto a leggere i risultati, valutando i
livelli della mia compatibilità con gli altri associati. Noto immediatamente
che sono solo tre gli uomini ad aver ottenuto un punteggio abbastanza
rilevante: un certo Martin Lewis, un tale DottorAndrew e un altro che si chiama RichieRich.
Come il personaggio del film interpretato da Macaulay Culkin, ovvero la
baby-star che purtroppo ha trascorso il resto della sua adolescenza drogandosi.
Richie comunque era un bambino ricchissimo, erede di un impero multimiliardario
e un dodicenne alquanto ribelle. È strano quindi scegliere un nickname del
genere, ma probabilmente dietro a questo soprannome si nasconde in realtà una
persona megalomane e a tratti insicura. Una di quelle che vuole apparire,
sentirsi importante e vantarsi di falsi successi.
Gli
altri iscritti invece hanno una percentuale inferiore, che varia dal venti al
quarantacinque per cento, e perciò il computer li ha automaticamente segnati in
rosso. Sembra quasi volermi dire: “Ehi,
bella, non ti azzardare nemmeno a pensare a loro”. Seguo pertanto il suo
suggerimento ed evito di controllare i loro account, perché non voglio perdere
tempo inutile e soffermarmi su cose che non mi interessano.
L’unico
a registrarsi con il suo vero nome è stato il primo, mentre gli altri hanno
scelto un pseudonimo. Sbircio allora i loro profili, per farmi un’idea generale
riguardo alle loro personalità, e osservo anche le loro foto. Martin è ritratto
in una posa buffa, infatti sta rivolgendo all’obiettivo un segno di vittoria
accompagnato da un occhialino malizioso, e ha anche uno splendido sorriso
stampato sul volto. Percepisco in lui un’allegria contagiosa e anche una certa
affinità istantanea, ma non mi sono mai fidata del mio istinto per quanto
riguarda gli uomini e nemmeno delle mie prime impressioni. Tom ne è una
dimostrazione lampante: la priva volta che l’ho visto pensavo fosse quello
giusto – quello con cui coronare il mio sogno d’amore, creare una famiglia e
fecondare il mio utero – e invece si è dimostrato una totale delusione,
mandando in frantumi tutte le mie aspettative. Non voglio fare dunque lo stesso
errore e prima di prendere una decisione riguardo alla mia eventuale
frequentazione con questo Martin, mi accerto che possa davvero rispecchiare il
mio genere ideale di uomo. Indubbiamente è molto bello: ha i capelli neri, gli
occhi azzurri e un fisico abbastanza scolpito. In base alle sue informazioni
personali vengo a sapere che ha appena compiuto ventinove anni, è un docente di
musica alle scuole elementari e ha una famiglia davvero numerosa. Infatti è il
terzo di sei fratelli, ha una marea di nipotini pestiferi che lo tengono molto
occupato e vive ancora con i suoi genitori. Punto
a sfavore. In futuro desidera comprare comunque un’accogliente villetta in
periferia, dove poter crescere adeguatamente i suoi figli. Punto a favore. Ovviamente ama i bambini, passa i pomeriggi
esercitandosi al suo pianoforte e adora le serie televisive. Altro punto a favore. Cerca una donna
che condivida la sua voglia di impegnarsi seriamente e che sia disposta a
dedicarsi al cento per cento ad un’eventuale famiglia, occupandosi quindi della
casa e facendogli trovare ogni sera un pasto caldo sulla tavola. Enorme punto a sfavore. Perché sì, da un
certo punto di vista l’idea sembrerebbe anche carina messa in questi termini.
Se solo fossi quel tipo di donna, se solo sapessi cucinare qualcosa di diverso
da un uovo fritto e se solo mi accontentassi di essere esclusivamente una moglie
devota. Una di quelle donnine stereotipate con il grembiule merlettato, il
mestolo sempre in mano e i capelli acconciati in perfetto stile anni Cinquanta.
Non fraintendetemi, non c’è niente di male a svolgere queste genere di mansioni
e a dedicarsi totalmente al proprio nucleo familiare. In effetti molte donne
sono delle casalinghe e delle madri a tempo pieno, ma non per questo meritano
meno rispetto. Anzi, se mai dovrebbero essere valorizzate. Anche mia madre
rientra in questa categoria e ho visto la fatica che ha fatto per crescermi,
quindi la stimo davvero e la ammiro. Però si deve avere una predisposizione
naturale per questo genere di cose, come quando si trova un impiego. C’è chi è
adatto ad un determinato incarico e invece c’è chi si dimostra una vera
incompetente. La verità è che io adoro il mio lavoro e la mia indipendenza,
perciò non voglio rinunciarci. Poi sono proprio una frana con le faccende
domestiche: insomma la mia stanza è sempre in disordine, uso piatti di plastica
pur di risparmiarmi la fatica di dover caricare la lavastoviglie e mi affido
periodicamente ad una lavanderia di fiducia per tenere in ordine i miei
vestiti. Non faccio la lavatrice, non stiro e non so nemmeno cosa sia un
aspirapolvere. Il mio appartamento è pulito semplicemente perché, considerando
il mio lavoro e i miei impegni, non ci passo poi molto tempo. Ma il mio armadio
è un vero disastro, così come il bagno confinante alla mia camera. Ogni
settimana chiamo una donna delle pulizie per dare una rassettata generale e io mi
godo il mio meritato tempo libero, recuperando le puntate delle mie serie
preferite e uscendo la sera con le mie amiche. Pertanto è facile intuire che,
in un prossimo e mi auguro non tanto remoto futuro da sposata, non desidero
affatto ricoprire il ruolo della brava donnina di casa. Insomma preferisco
indossare un bel paio di scarpe con il tacco al posto di un anestetico
grembiule macchiato, che in effetti non mi dona per niente. Mi dispiace perciò
doverlo ammettere, ma non credo che Martin sia la persona giusta per me.
Abbiamo sicuramente punti in comune, ma cerchiamo cose diverse da una
relazione. Non voglio illuderlo con false speranze e non voglio nemmeno fargli
credere di poter ottenere un’idilliaca vita insieme, perché è evidente che non
siamo compatibili e perciò preferisco scartarlo a priori prima di iniziare un
ennesimo rapporto inconcludente. Ora capisco perché la nostra affinità era solo
del sessanta percento.
Il
secondo ipotetico candidato per la conquista del mio cuore è il fantomatico DottorAndrew, un
tipo che tuttavia ha il profilo riservato e perciò al contrario di Martin non
permette agli altri iscritti di accedere ai sui dati sensibili. Non conosco
pertanto il suo vero nome, ma in base alla sua sintetica descrizione apprendo
diverse informazioni basilari. Scopro così che ha trentacinque anni, che da
bravo patriota americano ama il football
e segue regolarmente anche il campionato NBA. Inoltre è un chirurgo
toracico, cosa alquanto prevedibile considerato che il suo nickname dava già
un’indicazione precisa riguardo al suo rapporto con la medicina, quindi è
sempre molto impegnato e nel suo tempo libero preferisce godersi appieno il suo
meritato relax. Di conseguenza evita di uscire, poltrisce in casa e molto
sporadicamente va al parco. Punto a
sfavore. Io dopo un’intensa giornata passata in ufficio devo
obbligatoriamente uscire per liberarmi di tutto lo stress accumulato nel corso
della mattinata, anche se certamente non vado in giro per locali cercando di
rimorchiare qualche bel ragazzo e non rientro nemmeno a casa alle ore piccole.
In realtà durante il tardo pomeriggio mi piace passeggiare per la Fifth Avenue ammirando le vetrine di
quei negozi famosi nei quali non potrò mai entrare a fare shopping a causa dei
prezzi esorbitanti, oppure trascorro la serata cenando in un ristorante
italiano in compagnia dei miei amici. Ogni tanto mi piace perfino bere una birra
in uno di quei pub che servono anche alette di pollo piccanti o in alternativa
andare in un locale alla moda situato magari sulla Seventh Avenue, per sorseggiare uno di quei deliziosi drink fruttati e
allo stesso tempo leggermente alcolici. Insomma sono una donna attiva, sempre
pronta a sfruttare i momenti di calma. Durante il week-end recupero invece le
energie e passo le mie giornate sul divano, precisamente spaparanzata davanti
alla televisione, con le mie fedele ciambelle al mio fianco. In questo modo
come avrete già capito posso vedermi le puntate delle mie serie preferite,
tenermi aggiornata con gli spoiler e passare delle rilassanti ore in compagnia
dei miei donuts. Ma sinceramente nel
corso della normale settimana lavorativa odio restare troppo a casa, perché
dopo essere rimasta pazientemente seduta per almeno otto ore alla mia scrivania
purtroppo mi riduco in uno stato di iperattività e ho bisogno di muovermi. È
come se fossi in sovraccarico di zuccheri, cosa abbastanza probabile dato che
ogni mattina faccio un’abbondante colazione da Maggie e Phil. Comunque dopo
essere uscita dall’ufficio ho seriamente bisogno di concedermi qualche divertimento,
staccare dalla quotidianità e annullare la mente. Quindi di tanto in tanto va
bene poltrire, ma ovviamente non sempre ed in ogni occasione possibile.
Insomma, non come fa il DottorAndrew.
Il diretto interessato tuttavia offre anche degli spunti positivi: in fin dei
conti è indipendente, ha una posizione economica stabile, vuole sposarsi prima
dei suoi trentotto anni e desidera almeno tre bambini. La sua sedentarietà di
conseguenza non dovrebbe frenarmi, però devo ammettere che ho ugualmente dei
dubbi. Andrew sembra un uomo troppo concentrato su se stesso, sui suoi
traguardi professionali e sul suo programma di costruirsi una bella famigliola
felice. Tutto troppo schematico, impersonale, freddo e prevedibile. Niente
brio, niente spensieratezza e nessun cenno ai sentimenti. Io al contrario amo
le sorprese, il tocco magico del destino, il romanticismo. Amo le cose che
capitano per caso, quelle non progettate e improvvise. Non sarei mai in grado
di rispettare un rigido piano d’azione e anzi mi verrebbe l’angoscia, perché
sono un’imbranata in questo genere di cose. Non se si tratta di lavoro, ma la
vita vera è un’altra cosa. In questo caso soffro di ansia da prestazione.
Perciò potrei mai trovare il giusto equilibrio con una persona che è sempre
assente a causa del lavoro, elabora con gelida logicità ogni singolo istante
della sua vita e generalmente passa il suo tempo libero mummificandosi sul
sofà? Ovviamente è bello che sia un tipo determinato, così com’è rassicurante
che sia un uomo consapevole di quello che vuole e pronto a guadagnarsi con
fatica il suo adorato lieto fine. Però, ecco, è tutto un po’ troppo…
angosciante. Anzi, direi meglio asfissiante. Oddio, già mi manca l’aria.
Sinceramente io non potrei mai vivere con l’ansia di dover raggiungere sempre
nuovi traguardi, così come non potrei mai gestire lo stress causatomi
dall’ossessione di dover assolutamente realizzare entro un limite di anni gli
obiettivi prefissatimi molto tempo prima. Fare tutto in modo automatico,
occuparsi della vita come se fosse un lavoro e sentire l’esigenza di ottenere
sempre di più. Essere di più, guadagnare di più. No, mi verrebbe un esaurimento
nervoso nel giro di qualche mese. Enormissimo punto a
sfavore. Sono ancora troppo giovare per diventare un pazza bisbetica e una
donna frustrata, disposta a concentrarsi solo sui problemi della vita. Questi
dovrebbero essere i miei anni migliori, quindi non posso passarli
preoccupandomi di ottenere determinati risultati irrealistici e facendomi
venire i capelli bianchi.
Allora
con una stretta al cuore, che dura esattamente tre secondi, scarto anche il Dottor Andrew e inizio a prendere in
esame il terzo potenziale partner incluso nella mia breve lista. Spero almeno
che questa sia la volta buona e che il mio grado di compatibilità non sia di
nuovo frutto di un inesatto calcolo matematico, perché in effetti fino ad adesso
nessun risultato sembra corrispondere a quello previsto dal test. In verità non
si avvicina nemmeno lontanamente e non riesco nemmeno a capire con quali criteri
il sistema abbia scelto queste persone, ma allo stesso tempo comprendo anche
non è poi tanto semplice accoppiare due sconosciuti solo in base alle risposte
date ad un questionario abbastanza generico. È normale quindi che alla fine, a
prescindere dai valori ottenuti dopo aver completato le domande, non si trovino
poi molti punti in comune con questi presunti uomini ideali. Però ora mi auguro
davvero di poter perlomeno considerare accettabile questo misterioso RichieRich, perché attualmente – per
quanto è triste doverlo ammettere – lui rappresenta la mia ultima opzione. La
mia ultima chance. La mia ultima
opportunità di dimostrare a questa agenzia di incontri online che non sono una
donna tanto complicata e pretenziosa. Certo, ci sono molti altri uomini che
fanno parte del sito. Ma se già questi che in teoria dovrebbero risultare
compatibili non vanno bene, non oso immaginare come io possa anche solo
riuscire a tollerare quelli che sono totalmente distanti dai miei gusti. Va
bene non essere presuntuosa e cercare di non mostrami troppo esigente, ma non
posso nemmeno accontentarmi del primo che passa! La mia anima gemella si trova
sicuramente da qualche parte e aspetta solo di incontrarmi, forse è più vicina
di quanto immagino e io non me ne rendo neanche conto. Ma so che esiste, so che
si trova là fuori nel mondo e so che probabilmente è disperata quanto me.
Quindi non posso arrendermi proprio adesso e anzi devo assolutamente continuare
a cercarla, anche a costo di dover uscire con tutti i maschi registrati su WithLove. Anche a
costo di avere altri mille appuntamenti sbagliati, orribili e noiosi.
In ogni
modo anche RichieRich ha l’account
privato e quindi posso venire a conoscenza solo delle sue informazioni di base,
ma resto molto sbalordita quando mi rendo conto che la sua presentazione è
alquanto sintetica. Estremamente sintetica. Insomma, è composta soltanto da due
righe in cui descrive le sue passioni e specifica la sua età. A quanto pare ha
trentacinque anni, ama viaggiare e il suo lavoro consiste nel fare i gusti
investimenti. Inoltre vive in un appartamento vicino al Central Park, ogni
mattina prima di fare colazione va a fare jogging e possiede una piccola
collezione di automobili. Sì, avete capito bene. Automobili. Ovviamente non
quelle normali o al massimo lievemente costose, che comunque possono
permettersi anche i comuni mortali dopo numerosi sacrifici. No, qui stiamo
parlando di modelli inaccessibili e dispendiosi. Molto dispendiosi. Diciamo
pure che queste vetture provengono essenzialmente da case automobilistiche
internazionali famose in tutto il mondo: vale a dire Lamborghini, Pagani,
Bugatti, Aston Martin e W Motors. In pratica nomi di
aziende che personalmente ho sentito pronunciare solo dai miei clienti
facoltosi e super ricchi, visto che le società interessate producono appunto
macchine lussuose e spesso in edizione limitata. Io ad esempio potrei
acquistarne una solo dopo essermi venduta qualche organo, aver aperto come
minimo un mutuo trentennale e aver dato fondo a tutti i miei risparmi.
Forse il
suo nickname rispecchia davvero la sua indole megalomane, ma considerata la sua
ipotizzabile ricchezza è chiaro che RichieRich
gli calzi a pennello. Effettivamente conduce una vita agiata, non ha alcuna
preoccupazione e certamente può esaudire tutti i suoi desideri senza alcun
problema.
Tuttavia,
sorvolando logicamente sui nostri diversissimi conti in banca, mi rendo conto
con una certa sorpresa di avere alcuni punti in comune con lui. In fin dei
conti anche RichieRich si occupa di
investimenti e gestisce sicuramente un numero spropositato di azioni, perciò si
troverà spesso a valutare i rischi delle operazioni commerciali e di
conseguenza presterà pure attenzione agli indici di borsa. Punto a super favore. Infatti, se durante un nostro ipotetico
incontro dovessi trovarmi per caso a corto di argomenti, potrei sempre
attingere dal mio personalissimo dizionario di promoter finanziaria per
intavolare con lui una discussione certamente produttiva. Insomma gli indici di
interesse, le oscillazioni del mercato e i bilanci sono il mio pane quotidiano.
Mi trovo a mio agio eseguendo calcoli, parlando di grosse somme di capitale ed
analizzando le altalenanti variazioni delle quotazioni. Quindi sì, ribadisco,
questo è un enorme – enormissimo, enormissimissimo
– punto a suo favore. Inoltre è abbastanza palese che sia un uomo indipendente,
nonché una persona amante dell’avventura e occupata spesso a girare il mondo.
Soldi, adrenalina e lusso sono indubbiamente le sue parole preferite. Io non
sono una grande viaggiatrice e non sono mai uscita dagli Stati Uniti, però ho
sempre desiderato visitare l’Europa e con la giusta compagnia potrei
sicuramente convincermi a lasciare i confini dello stato per vivere una nuova
entusiasmante esperienza. Secondo punto a
favore. In base alle brevi informazioni riportate sulla sua scheda è ovvio
che gli piaccia fare jogging e probabilmente ci tiene molto a mantenersi in
forma, ma finché non mi coinvolge nelle sue attività io non ho niente da
obiettare: ognuno è libero di fare ciò che vuole, coltivare i propri interessi
e proseguire con la propria routine. L’importante è che non mi compri scarpe da
ginnastica per persuadermi a fare attività fisica, che non insista nel farmi
svegliare presto la mattina per trascinarmi con sé al parco e che non mi faccia
bere i suoi frullati energetici a base di carote. No, grazie. Tuttavia la cosa
che mi preoccupa è la sua mania di sprecare soldi e mantenersi vizi costosi,
come dimostra il suo hobby di comprare macchine assolutamente non necessarie e
non proprio economiche. Insomma buttare via quantità spropositate di denaro
solo per passarsi inutili capricci è una cosa un po’ da irresponsabili,
menefreghisti e sconsiderati. È uno schiaffo alla miseria, alla fatica e ai
sacrifici delle persone comuni. Quelle che per arrivare a fine mese devono contare
ogni singolo centesimo, perché devono pensare a saldare l’affitto e a pagare le
bollette. Perché devono fare la spesa, mantenere i figli e risparmiare in
previsione di future problematiche. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a
dare valore ai soldi, spiegandomi che i risultati si raggiungono anche grazie
alle rinunce e ai compromessi. Mi hanno sempre fatto capire che le cose si
ottengono solo lavorando duramente, impegnandosi al massimo e sfruttando
unicamente le proprie capacità. Quando ero bambina aiutavo spesso mio padre a
far quadrare i conti e forse è nata proprio così la mia passione per la
matematica, i numeri e la finanza. Lui all’epoca era un professore
universitario di economia, adesso in pensione, e non si è mai creato problemi a
rendermi partecipe della nostra situazione economica nonostante il dissenso di
mia madre. Lei non voleva attribuirmi delle responsabilità eccessive,
soprattutto considerata la mia giovane età, mentre mio padre voleva spiegarmi
il perché di determinati sacrifici. Quando ero molto piccola ricordo che per
intere settimane mangiavamo esclusivamente legumi in scatola, perché mio papà
era ancora un semplice assistente e quindi non potevamo permetterci altro. I
barattoli di latta costavano pochi centesimi, potevano essere utilizzati per
cucinare delle ottime zuppe nutrienti e non richiedevano un eccessivo dispendio
di energie. Si apriva il fornello, si mettevano i legumi precotti nella pentola
e dopo pochi minuti era pronto il pranzo. Ogni tanto comunque compravamo il pollo,
ovviamente la carne meno cara, e altre volte ci sbizzarrivano a preparare le
omelette più strane con gli avanzi del frigorifero. In ogni modo le cose sono
migliorate con gli anni e già quando frequentavo il liceo la nostra condizione
si era per fortuna stabilizzata, però non dimenticherò mai quel periodo della
mia vita. Mi ha aiutata a crescere, a maturare e a dare importanza alle cose
davvero rilevanti. Mi ha permesso di capire quanto fosse difficile mantenere
una famiglia, quanto mio padre si spaccasse la schiena per ottenere dei
risultati e quanto mia madre fosse preoccupata per il mio futuro. Ma siamo
andati avanti sempre a testa alta, con la convinzione di poter realizzare i
nostri sogni con il giusto impegno e la fatica. Per questo il mio primo stipendio
da stagista l’ho speso comprando dei regali ai miei genitori, pagando una rata
del loro mutuo e aprendo un libretto di risparmi a loro nome. In realtà volevo
semplicemente ringraziarli perché tramite ai loro sforzi sono potuta andare al
college, perché mi hanno cresciuta senza mai farmi mancare niente e perché mi
hanno sempre sostenuta. Se non fosse stato per il loro supporto, la loro
pazienza e la loro fiducia non sarei mai arrivata dove sono oggi: non sarei mai
diventata una fiera donna in carriera, responsabile e coscienziosa.
Tuttavia,
per tornare al discorso principale, posso anche comprendere e giustificare in
minima parte il misterioso RichieRich.
In effetti io non sono nessuno per condannarlo a causa dei suoi vizi o per
dirgli come spendere il suo denaro, anche se obiettivamente dovrebbe essere un
po’ più giudizioso. Certo, pure io ogni tanto mi passo dei capricci – in fin
dei conti è innegabile che ho una dipendenza patologica dalle ciambelle, che
acquisto scarpe solo per il gusto di saperle nel mio armadio e in pratica mi sono
abbonata a tutti i canali della TV via cavo – ma sicuramente per quanto
riguarda l’aspetto monetario non sono paragonabili ai suoi. Comunque non voglio
partire prevenuta e scartarlo solo perché colleziona automobili, probabilmente
è ricco e forse anche un po’ viziato. Ho a che fare con gente del genere tutti
i giorni e quindi immagino già come potrei relazionarmi con lui, perciò questo
è un fattore molto positivo. Credo sia normale non volersi sentire a disagio
con un uomo, ma anzi apparire sicura e determinata. Con RichieRich potrei perfino riuscirci davvero, essere me stessa senza
filtri e senza insicurezze determinate dal mio aspetto. Tanto per cominciare
dovremmo comunicare solo tramite lo schermo di un computer, poi non è
obbligatorio incontrarsi di persona e se dovessi constatare che non esiste
alcuna affinità potrei tirarmi facilmente indietro senza provare un inutile
imbarazzo. Senza dover dire quelle frasi banali, scontate e spesso false che
accompagnano nella maggior parte dei casi la fine di una frequentazione.
D'altronde non correi nemmeno il rischio di incrociarlo per strada e anche se
dovesse succedere non sarebbe comunque un problema visto che, avendo entrambi
il profilo riservato, non lo riconoscerei neanche. In pratica sarebbe un completo
estraneo per me. Ma la cosa davvero importante è che in questo modo non
metterei al cento per cento in gioco il mio cuore, perché non arriverò mai a
conoscerlo completamente solo per mezzo di messaggi online. Dovremmo prima
incontrarci per rafforzare il nostro legame, valutare il proseguimento del
nostro rapporto e confermare i nostri pareri. Pertanto se già dalle e-mail non
si crea una certa complicità, potremmo evitare dal principio di mettere in
mezzo sentimenti profondi e andare troppo avanti. Nel peggiore dei casi, se
questa frequentazione risultasse inopportuna, potrei sempre considerare di aver
avuto un confronto con un collega.
In base a questi ultimi ragionamenti
mi rendo conto che i punti positivi sono nettamente maggiori rispetto a quelli
negativi, perciò essendo io un’attenta valutatrice dei rischi e considerando il
quadro generale della situazione decido di contattare RichieRich. Voglio buttarmi in questa nuova ed entusiasmante
avventura senza ulteriori tentennamenti, in fin dei conti cosa potrà mai
succedere di tanto brutto?