Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Giorgiaaisha    13/12/2023    4 recensioni
Poggio le mani sulla porta a vetri e mi avvicino con la testa per guardare meglio dentro.
Strano, le luci sono accese e vedo delle persone che girano per il negozio.
Qualcuno si accorge di me e chiedo:
" È chiuso?"
Non ricevo risposta ma uno sguardo interrogativo.
Mia sorella intanto si è appoggiata di schiena al riparo dalla pioggia e sta tentando di strizzare i suoi capelli.
Riprovo.
"È chiuso?"
Ora mi guardano tutti perplessi.
Mi giro verso mia sorella e le dico:
"Ma sono scemi?"
Lei alza le spalle e continua a sistemarsi i capelli.
Busso e ripeto alzando un po' di più il tono della voce.
Finalmente vedo una ragazza nascosta dietro a un abito che timidamente mi fa cenno con il dito verso destra.
Giro lo sguardo e i miei occhi si incrociano con quelli di un bel ragazzo orientale.
Voleva indicarmi lui?
Lo guardo con aria perplessa e lui mi sorride.
"Credo che la ragazza ti stesse indicando l'entrata. Quella porta è chiusa, ma qui è aperta, vedi?"
Mi giro e vedo che il tipo ha perfettamente ragione. La porta è del tutto spalancata.
Che gran figura di merda!
Non lo voglio più il cappellino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Non so quanto tempo è che non facciamo un'uscita tra uomini.

Sembra tutto così strano. La musica è leggera e l'ambiente ospitale.

Una cameriera molto carina ci riconosce e accompagnandoci al nostro tavolo privato, leggermente scostato dagli altri, ci chiede se gentilmente possiamo farci una foto con lei. Acconsentiamo e mentre è in azione l'autoscatto, mi ritrovo la sua mano vicina al mio sedere. Qualche tempo fa avrei colto l'occasione per passare una serata divertente, ma ora il suo gesto così sfacciato mi infastidisce. Possibile che non hanno un po' d'amor proprio?

Mi volto verso Tsubasa e vedo il suo volto rosso come un peperone, lo sguardo mi cade inevitabilmente sulla mano della cameriera, che palpa sfrontatamente anche il suo di sedere.

Non ci posso credere.


“Bene. Abbiamo fatto la foto, ora puoi gentilmente portarci tre sex on the beach e un po' di stuzzichini? Grazie.” Velatamente me la tolgo dalle scatole.

Prendo il telefono e controllo, come se da un momento all'altro potessi ricevere sue notizie. Non è così ovviamente.

Testona com'è non mi scriverà mai di sua spontanea volontà.

Stizzito dal mio stesso pensiero, ricaccio malamente il telefono nella tasca e mi metto a chiacchierare con i miei due amici.


“Avete sentito Jo?” chiede Castro. Tra le tante domande proprio questa doveva tirar fuori!


“Si”, “No”, rispondiamo in coro io e Tsubasa.

“Come si? Genzo come sarebbe a dire? L'hai sentita?” Mi chiede Tsubasa con la fronte corrugata.

Avrei dovuto farmi gli affari miei e stare zitto.


“Oh Tsubasa al diavolo le sue richieste, io non riuscivo a pensarla in mezzo al nulla con la sola compagnia di un cavallo e di un coso peloso che pensa solo a giocare con i sassi e le lucertole. Non ho resistito e le ho scritto”

“Mi sembra sia stata chiara nell'esprimere la sua voglia di non voler nessuno di noi accanto in questo momento, tanto meno di volerci sentire.”

“Al diavolo lei e la sua emancipazione e tutte le sue cavolate sul femminile. Io sono indipendente. Io sono autonoma. Bla, bla. Sì, lo so che lei è tutto questo e anche di più, ma vista anche la sua goffagine e l'esser in compagnia di soli due animali, se permetti, mi sono preoccupato. Volevo solo sentire se tutto andava bene!”


Castro sghignazza al mio teatrino e Tsubasa sempre più corrugato mi chiede cosa lei mi abbia risposto.


“Mi ha detto che lei è autonoma e tutte le cavolate che ho detto prima, che stanno tutti bene e che oggi si è unita ad altre tre ragazze, per fortuna.”

“Ah meglio così! Allora le scrivo anche io domani.” Risponde Tsubasa.

“Capitano, ma perché non l'hai contattata prima?”

“Perchè ho voluto rispettare la sua decisione IO, non come Genzo che non dà importanza a ciò che lei vuole.”

“Ti sbagli. Le do importanza, e anche tanta, ma non riesco a pensarla lontana e sola. Siamo semplicemente diversi io e te, ma non c'è un modo giusto o uno sbagliato di amarla.”

“Ullallà e da quando l'sggk è così saggio? Pensavo che i cricetini nella testa si attivassero solo nelle partite”, dice Castro sorridendo.

“Idiota!”


La cameriera torna, ci porge i nostri drink e qualche fritto, cercando in continuazione attenzione da parte nostra, cosa che però non avviene e a passo deciso si allontana.


“Stasera non parliamo di Jo, della sua mente scombinata e del trio imbarazzante che si è creato. Pensiamo solo a divertirci, tra poco inizierà la musica e ci buttiamo a ballare.”

Gli altri due annuiscono e insieme iniziano a bere e parlare di calcio.


“ Che bellisscccima scerata ragazzi. Era troppo tempo che non sci divertivamo coscì tanto tra uomini. Sempre le donne in mezzo ai piedi, che prima sci amano e poi sci lasssciano per il tuo migliore am-ammico.”

Tsubasa ha bevuto fin troppi drink, domani sentirà i postumi di una bella sbornia!

“Tsubasa io non ti ho rubato la ragazza. E lei non ti ha lasciato per me, è solo confusa. Ora andiamo a casa a dormire, che domani sarai distrutto. Meglio che chiamiamo e diciamo che non si sente bene per gli allenamenti.”

“Si, lo dico io domani al mister.”

“Sciiuu non dici proprio niente al Misshter. Domani shtarò benissimo!”

“Tsubasa non ti sei mai ubriacato in vita tua, domani starai malissimo. Fidati di me”

“Genzo, è diffiscile fidarmi di te ora. Sob. Shcusate singhiozzo. Ma tornerà un giorno. Forssshe. Chi lo sa! UUUh guarda la Luna com'è grande. Shhono scicuro che Jo la sta guardando ora. Ciao Joooo. Sob. Mi sentiii? Torna da meeee!”

“Mi fa quasi pena. Poverino. Sembrava accettare pienamente la decisione di Jo, e invece guardalo!”


Già. Castro ha pienamente ragione. Il suo cuore è a pezzi e mi dispiace tremendamente. In un modo del tutto diverso dal mio, soffre in maniera spropositata.

“Dai, amico. Andiamo a casa!”

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Che mal di testa pazzesco.

Mi è passato sopra un tir ieri?

Non ricordo nulla, se non che ballavamo come forsennati.


“Buongiorno bell'alcolizzato nel pub. Male alla testa?”Genzo farfuglia qualcosa di impossibile.

“Come? Alcolizzato?”

“Ieri eri ubriaco come un ciucco! Dimmi, come ti senti?”
“Io? Davvero? Ecco perchè non ricordo nulla! Ma che ore sono?”

“Sono le 10!”

“Le 10? Oddio, è tardissimo. Devo andare agli allenamenti!”
“Tranquillo. Ci ha pensato Castro. Ha detto al Mister che non ti sentivi bene.”

“Ma lui non sta male?”
“Non ha mica bevuto come te. Lui si sa gestire.”
“Ma perchè non mi avete fermato? Tu, stupido portiere, sai benissimo che non bevo mai”

“Lo so, ma ne avevi bisogno Tsubasa. Dovevi lasciarti andare, almeno per una sera. Tieni sempre tutto sotto controllo, anche i tuoi sentimenti e non va bene. Devi lasciar andare le emozioni. Vuoi implodere?”

“Aspetta un momento. Tu ieri hai scritto a Jo lei ti ha risposto e io mi sono innervosito.”

“Sì. Bravo, qualcosa te la ricordi allora!”

Mi alzo dal letto, ma la testa prende vorticosamente a girare e ricado pesantemente seduto.


“Stai lì. Ti porto un toccasana per le sbornie. Tra poco starai benissimo”, con queste parole Genzo si allontana e si dirige verso la cucina. Chissà che vuole propinarmi.

Prendo il telefono e inizio a scrivere un messaggio a Jo.


Buongiorno Amazonas, come stai? Come procede il viaggio? Mi manchi.”


Invio? Ma si.

Inviato.


“Eccomi Tsubasa. Tieni. Bevilo tutto d'un fiato!”


Prendo quello strano liquido nero, che all'aria di essere caffè e lo tiro giù.


“Ma vuoi avvelenarmi? Che schifo. Oddio devo vomitare!”


Corro al bagno e sembro la bambina del film: “L'esorcista”.

Non appena finisco di rigettare anche gli occhi mi sento meglio. Molto meglio.


“Ti senti meglio ora. Vero?”

“Sì. Cavolo. Sì. Sto una favola! Chi ti ha insegnato questa ricetta?”
“Trucchetti del mestiere!”


BIP BIP


Sarà lei? Corro al telefono ma è Sara, la direttrice di quel sito dei fan. Cavolo è vero, oggi ho l'intervista con lei.


Buongiorno Capitano, purtroppo ho avuto un imprevisto e per quell'ora non riuscirò ad esserci. So che non puoi anticipare, visti gli allenamenti. Possiamo rimandare?”


Potrei anche anticipare, almeno mi tolgo questo dente.


Buongiorno Sara, oggi non sono andato agli allenamenti, non mi sentivo molto bene, ora però sto decisamente meglio. Possiamo vederci prima se vuoi.”

Mi dispiace per la tua salute, ma per fortuna nulla di che se sei già guarito. Ottimo! Anticipiamo. Tra due ore può andar bene?”

Ok, ci vediamo nel tuo ufficio. Mandami la posizione. Grazie, a dopo.”

Perfetto. A dopo.”


Meglio fare una bella doccia con tanto di colazione.

Controllo il telefono, ma nulla. Di Jo nessuna traccia.


“Dove vai? Non hai allenamento oggi.”

“Lo so. Almeno questo lo ricordo. Prima era Sara al messaggio, quella ragazza che gestisce quel sito su di me e ho anticipato l'intervista. Il suo ufficio è a 45 minuti da qui, quindi ora mi avvio”

“Sicuro non vuoi che venga con te?”

“No. Tranquillo. Riposati che la prossima settimana ricominci gli allenamenti”

“Non vedo l'ora!”

“Ci credo amico. A dopo”

“A dopo. Stai attento e chiama per qualsiasi cosa!”

“Ok. Grazie”


Sempre a protezione di tutti Genzo. Lo fa con Jo, ma lo fa anche con me e con tutte le persone a cui tiene davvero.

È il suo tratto distintivo.

Finalmente arrivo al suo ufficio.

Busso.

Qualcuno che corre. BOOM. Un rumore sordo che sa di caduta in terra.

“Tutto bene?” Chiedo.

“Si, si. Arrivo!” Deve essere Sara.

La porta si apre e la vedo minuta con una grossa crocchia castana, grandi occhi verdi, coperti da grossi occhiali da vista, che le coprono quasi tutto il viso, vestita in tuta.


“Ciao Sara.”

“Ciao Capitano. Uh, è un grande piacere incontrarti di nuovo. Mai nella vita avrei potuto pensare di realizzare questo mio grande sogno di intervistarti. Non credevo possibile riuscire a comunicare con te. Tutti i miei seguaci, tuoi grandissimi fan, impazziranno!”

“Grazie davvero, ma non è poi così impossibile parlare con me.”

“Lo so che sei molto umile, ma rimani pur sempre il giocatore più forte del Barca e del Giappone, nonché dell'intera Europa.”
“Non esageriamo ora.” Sorrido e mi gratto la testa.

“Posso offrirti qualcosa?”


Solo al pensiero della bevanda di Genzo mi viene da vomitare. Al momento non riuscirei ad ingerire nulla di liquido.

“No, grazie. Ho appena fatto colazione”

“Ok. Allora vogliamo iniziare? Io ti farò delle domande, sentiti libero di rispondere o meno. Poi insieme pubblicheremo solo ciò che reputi opportuno.”
“Va bene. Grazie”

“Allora Tsubasa, sei un calciatore nipponico e per anni il Giappone ha chiuso le classifiche dei campionati mondiali. Diciamo che non ha mai spiccato per le sue doti nel calcio. Tu hai però rivoluzionato l'intera nazionale portandola a vincere il campionato del mondo giovanile. Come è nata questa tua passione?”

“Non sono io che ho portato il Giappone ai livelli che è ora, ma l'intera squadra. Calciatori come Wakabayashi, Matsuyama, Yuga, Misaki, Ishizaki, Misugi, ecc... hanno portato alla generazione d'oro. Non solo io.”

“Ma ammettiamo che tu sei stato il legante per tutti”

“Se intendi che ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti e che ho tentato di mettere pace là dove c'erano tensioni, allora si.”

“Ma la tua passione come è nata?”
“Fin da piccolo ho amato il calcio. La palla è diventata la mia migliore amica da quando un giorno di molti, moltissimi, anni fa, mi ha salvato da un incidente che avrebbe potuto uccidermi. Da quel giorno non me ne sono mai separato.”

“Come ha potuto una palla salvarti da un incidente mortale?” Mi chiede incuriosita, sistemandosi gli occhiali.

Le rispondo raccontandole tutto l'evento, non tralasciando nessun dettaglio. Sembra assurdo che io possa ricordarmi così bene anche le emozioni che ho provato, vista la tenera età, ma è così. Quel giorno ha davvero segnato la mia vita e mai potrò dimenticarmene.

L'intervista prosegue tranquilla. Mi chiede del calcio, del Brasile, della nazionale, ma nulla di privato.

“Bene. Direi che materiale per accontentare i fan e tifosi del Barca ne abbiamo. Ora però bisogna accontentare anche le fan innamorate pazze di te, ed entrare quindi nel privato.

Va bene?”


Ecco. Appunto.

“Preferirei evitare in questo momento”

“Facciamo così, rispondi solo a ciò che reputi più opportuno, il resto lo omettiamo.”

Proverò ad acconsentire.

“Va bene.”

“Sappiamo che hai avuto una fidanzata storica in Giappone. Una capo fan e manager della tua squadra, ma che poi è finita. Come mai?”

“In Giappone l'amore non viene espresso liberamente come in Europa o nelle altre parti del mondo. Noi siamo molto attenti alle etichette e io in aggiunta ero totalmente preso dal calcio, da non guardare, né considerare nessuna ragazza. Ero molto legato a lei e anche attratto fisicamente. Mi piaceva certo, probabilmente inizialmente ne ero innamorato. Tornato dal campionato del mondo mi sono dichiarato e abbiamo iniziato una relazione, lei però era totalmente presa da me, così tanto da annullarsi completamente, da non avere più un sogno tutto suo, ma condividere il mio. Per questo a un certo punto, per il suo bene, ma anche per il mio, abbiamo deciso di chiudere la nostra storia. E da lì sono partito per l'Europa.”

“Non hai avuto altre storielle prima di incontrare la tua attuale ragazza?”

“No. Totalmente preso dal calcio.” Sorrido pensando alla sua affermazione.

“La tua attuale ragazza si chiama Jo, è italiana. Come vi siete conosciuti?”
“Il nostro è stato un incontro bizzarro” il petto diventa pesante e l'aria inizia a diventare rarefatta, “ dovevo comprare una maglia e mi ero recato in un negozio particolare. È lì che l'ho incontrata! Voleva buttare giù la vetrata”, sorrido ripensando a quel giorno.

“Voleva buttare giù la vetrata?” Mi chiede con occhi sgranati, sistemandosi gli occhiali che le sono scesi sulla punta del naso.

“Sì. O meglio non proprio”.


Racconto con un nodo in gola il nostro primo incontro, il nostro secondo incontro alla cena della squadra e di come il nostro rapporto si è evoluto.

Il cuore mi batte in gola. Mi manca l'aria. Vorrei scappare da qui.

“Siete la coppia più amata dai fan. Mi piacerebbe poter incontrare anche lei. Pensi sia possibile?”

“Al momento no. Lei è in viaggio con il suo cane e il suo cavallo.”

“Ha una competizione?”

“No. Viaggio di piacere.”

Bip Bip

Prendo il telefono e velocemente leggo.

È di Jo.


Ciao Capitan. Tutto bene, grazie. Mi sono unita ad altre tre simpatiche ragazze e mi sento molto più serena. Tu, come stai?”

Mi ha risposto. Rimango imbambolato a fissare lo schermo dello smartphone, con una voglia matta di chiamarla.

“Vuoi rispondere?”

“Come scusa?” La voce di Sara mi riporta alla realtà.

“Dico se vuoi rispondere, puoi farlo”

“No. Lo faccio dopo con calma.”

“Ok. Come preferisci. Allora dicevamo che Jo è in viaggio, come mai?”
“Non ho voglia di parlarne. Perdonami, vorrei andare ora.”
“Mi dispiace. Sono stata troppo pesante? Mia mamma me lo dice sempre che parlo troppo e non le do mai retta. Il problema è che non riesco a contenermi.”

“No, tranquilla. È che... io e Jo al momento siamo in pausa. Sono successe tante cose e non me la sento di raccontarle, anzi ti chiedo di non accennare a nulla di tutto questo per favore.”


Rimane in silenzio per qualche minuto fissandomi con occhi lucidi, poi riprende.


“Certo, puoi contarci. Tra qualche giorno ti invierò l'anteprima dell'intervista, così mi dirai se vuoi o meno pubblicarla.”

“Grazie mille Sara.”

“Figurati. A presto allora”

“A presto. Buona giornata”.


Le porte a vetri del grande palazzo si chiudono, affretto il passo per arrivare velocemente alla macchina.

Ma dove ho parcheggiato? Non sembrava così distante prima.

Corro.

Eccola lì. Finalmente.

Mi siedo. Chiudo la portiera e prendo il telefono.


Potrei dirti bene, ma mentirei. Mi manchi e ancora non riesco a credere che ci siamo lasciati. Le giornate non sono più le stesse da quando non sei con me. Spero di rivederti presto. Hai idea di quando tornerai?”


A costo di risultare smielato devo scriverle ciò che provo. Se c'è una cosa che mi ha insegnato è proprio quella di lasciar fluire le emozioni e che non posso avere il controllo di tutto. Quest'ultimo l'ho imparato a mie spese. Purtroppo.


Tsubasa, non so quando tornerò. Ho bisogno di tempo. Spero tu capirai. Ciò non vuol dire che non mi manchiate anche voi. Ora devo spegnere il telefono. Ci sentiamo presto. Buon proseguimento Capitàn.”

Ho appena finito di raccontare alle mie compagne di viaggio il mio dilemma. Ho passato l'intera mattina a parlare e ora ho la bocca secca, ma era necessario non tralasciare alcun dettaglio e raccontare tutto dal principio.

Mi guardano sbalordite. Chissà che penseranno di me.


“Allora fammi capire”, dice Lucìa, “tu stavi con Ozora? E Wakabayashi il super portiere fico è il tuo amico stalker?”

“Non è uno stalker. È protettivo e dolcissimo, anche se a volte, anzi sempre, mi fa uscire di senno. Lui è molto bello, sì.” Chiudo gli occhi e lo vedo abbracciarmi in mezzo al mare, mentre piango per Tsubasa.

Lo vedo prendermi in giro e un attimo dopo sorridere dolcemente mentre mi arrabbio e lo insulto malamente.

Lo vedo seduto in un pub mentre mi racconta la sua vita in Germania.

Lo vedo guardare la Luna insieme a me.

Lo vedo giocare con Sid e pulire Pino.

Lo vedo sdraiato sul quel maledetto letto d'ospedale.

Mi vedo disperata scrivergli lettere senza fine.

“Jo. Ci sei?”Lucìa mi riporta alla realtà.

“Si. Ci sono. E sì, stavo con Ozora.”

“E dimmi. Dimmi. Com'era stare con il capitano del Barca? È lui che ti ha scritto prima?”

“Si. Era lui. Come lo hai capito, Paula?”

“Dai tuoi occhi. Avevi i cuoricini”, porta le mani unite sotto il mento e inizia a dondolare con occhi sognanti.

“Mi manca molto. È stato un ottimo fidanzato. Un vero cavaliere. È dolcissimo e pieno d'amore, oltre a essere ovviamente un bellissimo ragazzo. Con lui c'è stata subito sintonia. Ci siamo trovati all'istante. L'unico problema tra noi è stato il suo non riuscire a capire le situazioni e a volte il suo troppo autocontrollo, ma sicuramente neanche stare con me sarà stato facile. Ho anche io le mie colpe. Con il mio caratteraccio testardo e a tratti impulsivo non ho reso la nostra storia una passeggiata.”

“Un tonto, insomma.” Risponde Daniela.

“Non mi piace definirlo così, ma un po' si.”

“E il portiere? Lui non mi sembra tonto da come lo hai descritto”

“No Paula, per niente.”

Ecco un nuovo capitolo. Sono riuscita questa volta a non far trascorrere troppo tempo tra una pubblicazione e l'alrta, e spero vivamente di continuare in questa direzione!
Il nostro Capitàn prende la sua prima sbornia, ma finalmente si lascia un pò andare e dice a Genzo ciò che prova e pensa, ma lui non ne pare poi così meravigliato. Sara, grande fan di Tsubasa viene a sapere che è single, e glielo dice proprio lui. Succederà qualcosa? Non vi ricorda qualcuno Sara? Siete sempre pro-Capitàn? O siete passate al Genzo team?
Aspetto i vostri commenti e vi auguro una buona giornata!
kiss kiss

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Giorgiaaisha