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Autore: MelaniaTs    15/12/2023    0 recensioni
I Keller sono una storica famiglia di origini tedesche . Immigrati in America durante le prime due guerre mondiali hanno costruito un impero e una dinastia a Boston! Thomas Keller ha tanti figli sparsi per il mondo, tra cui Thomas Uriel, fratello coetaneo di Gabriel Keller (La storia si muove in parallelo con Ali di Libertà, la storia che racconta di Gabriel e Gellert Keller)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
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COPYRIGHT: Le mie storie non sono assolutamente prelevabili e non potete spacciarle per vostre!
Vi ricordo inoltre che: Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

ATTENZIONE: ©
Questa è una saga di famiglia si svolge in contemporanea con la storia di Gabriel Keller in Liberi di essere se stessi. Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.

La la KCG è ispirata alla BCG - Boston consulting group esiste realmente, è una multinazionale del Massachusetts con sedi in quasi tutti gli Stati europei (2 almeno in Italia) l’ho usata ma con nomi e storia diverse, quindi anche in questo caso è tutto di mia invenzione.
Il microstato del Keinsten non esiste, ne ho inventato uno a somiglianza del Lietchsten.
MAPPA DI BOSTON così da rendervi tutto più chiaro Mappa della Gran Bretagna e Nord Europa INFORMATIVA ARRIVATA FINO AD ORA SULLA SERIE -Albero Genealogico:I Thompson - I Keller

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...Segue

Quando rientrai a casa dissi a mia madre che probabilmente ero incinta poiché mi era saltato il ciclo già due volte. Forse quella poteva essere un occasione perché io non sposassi Andrew Davis.
Mia madre sconvolta fece per parlare, ma le dissi che non avrei abortito il figlio del mio amore. Mai!
Forse quella poteva essere una buona scappatoia per non sposare Andrew Davis. Ma quando il furono delle pubblicazioni mia madre annunciò la gravidanza il grande stronzo disse che per lui potevamo proseguire col matrimonio.
"Facciamo le pubblicazioni. Attenderò a braccia aperte quel bastardo se proverà a venire a prenderti." Annunciò. "Ovviamente tu non lo vedrai più."
Ero sconvolta. Andrew avrebbe rovinato Thomas lo sapevo. Pubblicammo il nostro matrimonio e in contemporanea lasciai a mia madre un biglietto per Tom, lei era l'unica che poteva avvicinarlo se fosse venuto a cercarmi. Gli scrissi tutto il mio amore sperando che mi perdonasse.
Il matrimonio, causa il mio stato, fu anticipato di due mesi. Andrew andava di fretta, perché il fisico deforme avrebbe poi rovinato il fisico della sua bambola preferita.
Intanto avevo fatto la prima ecografia. Il bimbo cresceva era al terzo mese e stava benissimo.
A fine aprile mi sposai, ero felice perché il vestito molto sexy e attillato non riusciva a non nascondere la rotondità della mia pancia. Il piano di Andrew di avermi perfetta era fallito.
Sulle foto era più evidente la presenza di mio figlio, Thomas come suo padre, poiché al nuovo controllo avevo scoperto fosse un maschio.
La prima notte di nozze fu terribile, non perfetta, passionale e dolce come con Thomas. Andrew abusò di me prendendomi con violenza e picchiandomi dandomi della sporca sgualdrina.
Fu una tortura per tutto il viaggio di nozze, ma fu peggio a casa. Più la mia pancia cresceva, più le percosse continuavano. Più volte mia madre mi portò in ospedale per un rischio aborto. Ma il mio bambino era forte e resisteva ad ogni attacco. Inoltre avevo un angelo custode, mia suocera dopo il secondo ricovero si trasferì a casa nostra. Cambiò tutto, in un attimo mio marito divenne mite e obbediente. In quell'occasione restituii le mille sterline, se non di più, ad Elisabeth. Non li voleva, ma orgogliosa le diedi tutti i miei guadagni al coffee with friends. Quello fu anche un modo per mettermi alle spalle il periodo più bello della mia vita, povero ma felice.
Thomas Uriel, nacque con quasi un mese di anticipo, causa una sfortunata caduta dalle scale. Fu la mia gioia più grande averlo tra le braccia, fu inoltre amato da mia madre e mia suocera che lo accolsero come uno splendido miracolo. Uriel era il nome che più gli si addiceva, era l'angelo fiamma di Dio, un combattente e sapevo che avrebbe fatto grandi cose col tempo.
La nascita di Tom non mi diede però tregua d amico marito. Nonostante avessi partorito da poco esigeva ogni notte il mio corpo. A due mesi dalla nascita di Thomas scoprii di essere incinta e trentuno agosto a meno di anno da Thomas, venne al mondo Joel Zachary Davis. Cercai di farli crescere molto uniti, come Thomas mi ricordava erano stati lui e suo fratello Tad, riuscendoci. A Andrew il legame tra i due fratelli e il fatto che Joel mi somigliasse parecchio a me, come Thomas che aveva i miei colori, ma era identico a suo padre. Inutile negare che dovevo proteggere il mio primogenito dalla violenza di Andrew, mia suocera riusciva a proteggerci abbastanza, ma qualche volta mi trovavo a scorgere qualche graffio su Thomas difficile da giustificare.
Fortunatamente qualcuno lassù proteggeva il mio angelo. Una mattina infatti mia madre mi portò una lettera spedita per me dalla T-KCG London. La lettera mi invitava ad accettare l'iscrizione di Tom presso la scuola europea di Monaco. Ero incredula, sentii il cuore battermi forte, il mio Thomas sapeva di nostro figlio? Perché mi chiedeva di separarmi da lui? Inoltre non volevo che Tom e Joel si separassero.
Con coraggio chiamai la sede della T-KCG, ricordavo il numero. Quando mi risposero restai stupita nell'ascoltare una giovane voce.
"Buongiorno, sono Sapphire Davis, ho ricevuto una comunicazione da parte vostra." Dissi.
-Ah signora Davis! Un attimo che le passo mrs Harris.- Rispose ella lasciandomi in attesa. Mi batteva forte il cuore, Mrs Harris.
Che fosse la moglie di Thomas?
"Pronto, Saph sei tu?" Mi portò alla realtà la voce all'altro capo del telefono. Saph? Ci conoscevamo.
"Si, sono io." Dissi col cuore in gola.
"Saph sono Molly." Rispose lei.
"Molly?!" Sussultai, possibile che fosse Molly, la mia compagna cameriera. "Oh Dio Molly. Sei veramente tu?" Chiesi piacevolmente sorpresa. "Stia bene? State bene? Tu, Ebony e Jane? Oh Dio Molly, non mi aspettavo di risentirti dopo tutto questo tempo." Dissi tra i singhiozzi.
"Cosa credevi? Thomas si mise in affari con Drake non ricordi? Quando andasti via Thomas si riservò sul lavoro e per giugno aveva tirato su un buon ufficio. Prima di andarsene via per la nascita del figlio lasciò in gestione tutto a Drake e assunse anche me. Comunque mi sono laureata e adesso sono uno dei consulenti e gestisco con Drake la KCG. Ebony e Drake si sono sposati e sono in attesa del primo figlio. Sinceramente non voglio chiederti come stai, sappiamo già tutto." Rispose lei amareggiata.
"Come tutto?!" Chiesi. Non sapevano nulla.
"Ti prego Saph! Come disse Thomas vedendo le foto del tuo matrimonio è ben evidente che il bambino non sia di quel mostro."
"Quale mostro?" Ironizzai
"Oh Saph. Thomas si è assicurato che qualcuno ti controllasse. Dopo il tuo secondo ricovero ha anche fatto in modo che qualcuno si proteggesse."
"Thomas?" Chiesi sorpresa.
"Il tuo bel Thomas aveva molte più frecce al suo arco di quanto sembrava. Il suo obbiettivo era aprire una società per il padre con le sue sole forse e lo fece. Ma aveva anche il potere di potersi permettere un investigatore privato. Il piccolo Thomas è nato in anticipo, è un bambino tranquillo. Stranamente però ultimamente si ferisce senza motivo. Per questo Thomas lo vuole lontano da quell'uomo. La scuola in cui ha iscritto il piccolo è frequentata anche dal suo primo figlio, potrebbero conoscersi e crescere insieme. Tu puoi vederlo durante le vacanze invernali ed estive..." snocciolò Molly senza lasciarmi parlare.
L'idea che Thomas mi facesse controllare si era insinuata nella mia mente, sapeva anche che Thomas veniva picchiato.
"Molly io non posso... comprendo che sarebbe bello per Tom crescere col fratello maggiore, ma qui ho anche l'altro bambino. Non mi sento di separarli." Le dissi pensando a Joel. Probabilmente Andrew sarebbe stato contento di liberarsi di Tom, anche se per lui era una rivalsa essersi preso il figlio di Thomas che odiava senza conoscerlo. Ma separare i miei due figli mi sembrava ingiusto.
"Come si chiama il figlio di Thomas?" Chiesi. "Tu invece? Pensi di sposarti?" Le chiesi cambiando argomento.
Ci fu un attimo di silenzio poi la rossa rispose. "Io ho conosciuto un collega alla sede che abbiamo aperto a Edimburgo, ci siamo sposati e... c'è un bambino. Poi ti spiegherò." Una sede anche in Scozia? Cavolo se stavano espandendosi. "Non posso dirti il nome del bambino di Thomas." Continuò Molly. "Dice che, nel caso, vorrebbe che il loro sia un approccio naturale e non forzato. Anche perché il bambino stesso ha un fratello dell' era di Joel nato da Inga e Tad che frequenta la scuola." Ero basita a quella rivelazione, conoscevano il nome di Joel anche, compresi che probabilmente a Monaco Thomas aveva una buona situazione finanziaria. La scuola, avevo letto, era privata ed aveva una quota minima di circa 450 £ mensile (500€ circa nda).
"Capisco. Purtroppo però, come ti ho detto mi vedo costretta a rifiutare la vostra offerta Molly... mi piacerebbe però incontrarvi, te ed Ebony." Le dissi.
"Qualche mattina potremo organizzarci Saph. Adesso però devo salutarti, ho un cliente e devo prepararmi." Mi disse dolcemente. "Mi raccomando non fare come l'ultima volta, chiama. Il numero lo conosci benissimo e qua ti sanno come uno dei due soci fondatori, non ti faranno attendere." Mi si alleggerì il cuore a quella frase.
Sospirai dicendole che mi sarei fatta sentire.
Solo risentire Molly mi sollevò l'umore, lo notò anche Andrew quella sera, e i bambini.
"Cos'hai da sorridere?" Mi chiese sprezzante.
Lo fissai. "Penso che andrò a lavorare, al mattino. I bambini ormai vanno alla scuola preparatoria."(asilo nda)
Lui fece un ghigno. "No! Non permetterò che mia moglie faccia la cameriera, ne va del buon nome della mia e della tua famiglia." Disse lui.
"Farò lavoro di segreteria." Dissi tranquilla, mi sentivo forte sapendo che Thomas vegliava sempre su di me.
"Nessuno ti darà lavoro. Non permetterò che ti assuma nessuno." Mi minacciò.
Lo guardai con sfida."Sicuro? Potrei riuscirci e se lo farò inizierò a lavorare, con o senza il tuo permesso." Gli dissi, Andrew aveva ancora il mio conto e la mia priorità congelata, non ero indipendente e lavorare mi avrebbe garantito uno spiraglio di indipendenza che lui non voleva io avessi. Ma come aveva detto Molly, io ero socia della T- KCG. "Lunedì avrò un lavoro e tu non avrai potere decisionale in quell'ufficio."
"Ti ricordo che mio padre e anche io siamo soci della London bank." Concluse lui. "Sono tutti nostri clienti, nessuno ti assumerà."
Irritata non gli risposi. Ero socia, se non fosse comparso il mio nome da impiegata, Andrew non mi avrebbe trovata, giusto?
Avrei parlato del mio lavoro la domenica a pranzo con i suoi genitori e anche i miei. Nel tardo pomeriggio mia madre mi aveva chiamata dicendomi che sarebbero stati a Londra per il week end.
Ero in ansia, mia madre raramente si faceva vedere, con mio padre erano andati a stare in un cottage in Scozia. Lontano da ogni tentazione dal gioco, con una certa disciplina mio padre stava cercando di curarsi dal vizio che ci aveva portati in rovina. Non so come fosse loro venuta in mente l'idea di andare su un'isola delle highland scozzesi, ma sembrava che un po' di sano lavoro nella natura e lontani dalla società frenetica della capitale, papà si stesse riprendendo. Non vedevo i miei dalla nascita di Joel.
Così attesi tranquillamente l'arrivo della domenica. Purtroppo la mia ribellione ad Andrew ebbe delle conseguenze. Nei giorni che anticiparono la domenica ogni notte abusò di me, nonostante non volessi avere rapporti con lui. Alla mattina della domenica dopo aver coordinato la servitù per accogliere gli ospiti, mi ero dedicata ai miei bambini. Sopratutto a Thomas che aveva la caviglia danneggiata dall'ultima 'caduta' che aveva cercato di spiegarmi.
Gli sollecitai l'articolazione, dopodiché gli passai la crema sul polpaccio, dove un ematoma grande e lungo tutta la caviglia faceva mostra di se. Rifasciai l'arto e gli infilai la calza per coprirlo. "Adesso ti porto giù in braccio, così non sforzi il piede." Gli dissi prendendolo e dando un bacio prima a lui, poi a Joel.
Una volta giù trovai ad attendermi Andrew che già era in compagnia dei genitori.
"Quante volte devo dirti che i ragazzi hanno una tata che badi a loro." Mi ammonì Andrew.
"Quante volte devo dirti che come madre è mia la responsabilità di educarli ed essere presente." Risposi.
"Vanno all'asilo. Sono pronti a non averti più intono, non per nulla si chiama scuola preparatoria." Mi riprese lui.
Elisabeth intervenne in quel battibecco. "I miei due angeli, venite bambini abbracciate i nonni." Disse attirando Joel a se e prendendomi Tom dalle braccia.
Mia suocera li guardò attentamente. Non sapevo come avrei potuto fare senza di lei, in quella casa oltre me, la tata e la cuoca, solo lei dava ai miei figli l'affetto di cui avevano bisogno.
"Non viziarli Elisabeth." La richiamò mio suocero.
Lei scrollò le spalle guardandomi. "Non vedo l'ora che arrivino i tuoi cara. Prima di pranzo vorrei discutere di qualcosa con tutti voi." Annunciò sorprendendo tutti.
"In realtà anche io ho delle notizie per voi." Dissi dolcemente servendo loro un drink per aperitivo.
Venimmo raggiunti meno di mezz'ora dopo dai miei genitori.
Archie, il maggiordomo, fece accomodare i miei genitori nella stanza degli ospiti. Salutai entrambi con gioia, trovavo mio padre molto bene, più sereno e probabilmente in pace con se stesso. Versai anche a loro da bere e ci accomodammo.
Quando fummo tutti seduti e concentrati Elisabeth riprese la parola chiamando Joel e Thomas accanto a noi.
"Ho da dire una cosa importante ai bambini." Disse ella.
Mi chiesi cosa potesse essere. Elisabeth non aveva fratelli o altri figli, quindi non sarebbero mai arrivati dei cugini per i miei bambini.
"Andiamo parla Elisa." Sbottò mio suocero.
Elisabeth annuì guardando verso Thomas. "Piccolo mio, ti amo tanto, il mio bene è uguale a quello che ho per Joel."
Lui sorrise alla donna abbracciandola. "Anche io nonna."
Lei sospirò sorridendo malinconica. "Però quando non ci sarò più e gli angeli mi avranno chiamato al cielo, tesoro mio, non potrò darti nulla di mio. Non posso, Joel sarà il mio unico erede." Annunciò.
Non restai sorpresa, anche se non pensavo fosse il caso di dirlo a un bambino di appena cinque anni, quindi tacqui al contrario di mio marito che esultò.
"Il signore è grande. Finalmente lo abbiamo capito e lo diciamo." Annunciò mio marito.
"Non ho finito Andrew." Lo rimproverò mia suocera con lo sguardo e col tono che non ammetteva repliche. Andrew smise di parlare abbassando lo sguardo, mio suocero invece ancora sogghignava.
"Nonna!" La chiamò Tom. Lei assentì, mio figlio aveva tutta la sua attenzione. "A me non importa dei soldi. Nonna voglio che non muori e stai sempre con noi." Le disse.
Il mio cuore si riempì di orgoglio e di amore per Thomas. Aveva detto le parole giuste e infatti Elisabeth lo abbracciò.
"Ci sarà un giorno, miei angeli , che questo non sarà più possibile. Però sappiate che vi amo tanto, vostra madre è la figlia che non ho mai avuto. Vi sarò accanto con l'anima."
"A me va bene così." Disse Tom. "I soldi non mi servono, io lavorerò e diventerò il principe di mamma."
"Farai grandi cose Thomas, ne sono sicura. Ma hai capito che non sono veramente tua nonna?" Chiese lei. Restai basita dalla conversazione, non pensavo fosse il caso di dirlo a Thomas.
Il bambino improvvisamente collegò ed il suo viso assunse un'espressione di stupore. "Perché?"
Elissabeh annuì indicando Andrew. "Perché devi capire che lui non è il tuo papà. In pratica non ti vuole bene come farebbe un papà Thomas, non come la tua mamma che per voi farebbe di tutto." Spiegò. "Anche restare con lui."
Restai basita, non avevo parole. "Dimmi Thomas, perché non riesci a camminare?" Chiese ancora mia suocera.
"Sono caduto." Rispose lui con gli occhi bassi guardando mio marito.
"Sei sicuro?" Chiese Elisabeth guardandomi.
Annuii. "Così mi ha detto, non ero presente quando è accaduto."
Elisabeth prese il viso perfetto di Thomas tra le sue mani curate e lo guardò. "Thomas Uriel, ti andrebbe di raccontare la verità? Giuro, non ti sgriderà nessuno, anche perché se sei caduto avresti dovuto avere dei graffi sul davanti e non un grande livido sul polpaccio piccolo mio." Spiegò la donna.
Sapevo dove voleva arrivare, anche per me era sospetto tutto quello.
Thomas sembrava aver preso coraggio. "Papà mi ha dato un calcio dietro il ginocchio, sono caduto e poi mi ha schiacciato la gamba. Non gli piaceva che contassi bene benissimo." Disse con ingenuità.
"Piccolo bugiardo! Non è vero." Urlò Andrew alzandosi, anche mia suocera si tirò su fronteggiandolo.
"Non c'è nulla di più puro dei bambini, non mentirebbe mai." Disse lei.
"No, il bastardo sta mentendo." Si giustificò ancora lui.
"Come tua moglie quando va in ospedale e dice di essere caduta?" Concluse lei. "Credi che solo perché non sono qui ogni giorno, io non sappia? Credi non sappia che tua moglie cercherà lavoro e grazie al cielo lo troverà perché lavorerà per una multinazionale." Disse lei snocciolando tutto.
"Mente!" Urlò Andrew. Un sonoro ceffone esplose nella stanza. Oscar Davis era di fronte al figlio furente.
"Non ti ho mai educato a picchiare le donne, tua madre non è mai stata trattata così e non devi trattare in questo modo la madre dei tuoi figli. Non ti ho mai scalfito fino ad oggi, ma sei cresciuto. Sono i bambini che non si toccano, che siano tuoi o meno. Inoltre non ti ho mai insegnato a non portare rispetto a tua madre, quindi siediti, moderati e chiedi scusa a tutti." Sproloquiò.
Avvertii i miei figli piangere, li attirai tra le mie braccia per proteggerli da tutto quello. Joel singhiozzava forte.
"Il papà non è papà!" Piangeva.
"No tesoro. È il tuo papà. Solo ne avete diversi tu e Thomas." Spiegai dolcemente.
Mio figlio maggiore mi guardava stupito. "Per questo mi picchia sempre?" Chiese.
Scossi la testa, non potevo spiegarne i motivi molto più grandi di ciò che sembravano. Gelosia! Thomas assomigliava a suo padre, era bellissimo proprio come lui, inoltre come il padre aveva una spiccata tendenza a usare i numeri nonostante avesse solo cinque anni. Era acuto e sveglio e piaceva a tutti. Anche Joel era bello, mi somigliava tanto, sia fisicamente che di carattere. Mite e gentile.
"Tesoro." Disss Elisabeth. "Sei amato anche se non sei il figlio del tuo papà. Anche nonno Oscar ha tanto rispetto di te." Elisabeth era una donna molto intelligente, volutamente non aveva usato la parola amore perché il pensiero di Oscar era lo stesso di Andrew. Lui ignorava gentilmente Thomas intervenendo solo quando vedeva il suo spiccate senso pratico.
In quei casi le sue parole erano: Joel dovresti imparare da tuo fratello.
Oscar non amava Thomas, ma non gli piaceva neanche Joel. Spesso usava il maggiore per denigrare il minore, probabilmente proprio per metterli l'uno contro l'altro.
Sapevo che ad Oscar  faceva piacere vedere escluso Thomas dal testamento di Elisabeth.
"Ho capito nonna. Posso chiamarti sempre nonna, vero?" Chiese Thomas.
Ella annuì ed Elisabeth riprese il suo discorso. "Certo tesoro e proprio perché non meriti di essere trattato male credo sia il caso che tu e Joel andiate via da qui." Continuò.
"Via? Via dove?" Chiesi speranzosa, proponeva forse una separazione da Andrew?
"Tesoro." Intervenne mia madre guardandomi. "Nel collegio europeo che mi hai proposto l'altro giorno." Spiegò a tutti.
Il collegio? Non ne avevo parlato con lei, ne con altri.
"Giusto." Continuò Elisabeth. "Il collegio a Monaco, Thomas e Joel andranno lì a studiare già da adesso, lasceranno l'attuale scuola." Disse mia suocera. "Così Andrew non sarai più costretto a sopportare i bambini." Concluse guardando il figlio.
"Un collegio a... Monaco?" Chiese titubante. "Sarebbe costoso e io non spendo soldi per quel bastardo." Annunciò indicando Thomas.
"Fino a prova contraria figlio mio..." disse Elisabeth puntualizzando che era lei, sua madre, a comandare. "I soldi di cui ti vanti tanto è disponi, sono miei. Così come anche la posizione che hai alla London bank. Sei li perché tuo padre ti ci ha voluto dentro." Espletò Elisabeth mettendo le carte in tavola. "I soldi con cui hai estinto il debito dei Cooper sono i miei, nessuno te li ha mai regalati. C'era con tuo padre appositamente un accordo matrimoniale, proprio perché le posizioni nella nostra famiglia fossero chiare." Sospirò sorseggiando un po' del suo Martini, posò il bicchiere. "Per cui si fa ciò che dico io con i miei soldi. Ho già stipulato un testamento per cui, semmai dovessi venire a mancare, tutti i miei beni andranno a favore di Joel, tuo figlio e mio unico erede. Inoltre le proprietà dei Cooper torneranno ai loro proprietari. Tuo padre vivrà di rendita, ha diritto all'usufrutto della mia casa nello Yorkshire e negli appartamenti di Londra, fino alla sua morte. Entrambi avrete una rendita abbastanza ragionevole in realtà. Ma il mio erede prossimo sarà solo ed esclusivamente Joel, che verrà educato a Monaco, lontano da te." Terminò decisa.
"Il bastardo..." Emise Andrew indicando Thomas.
Mia suocera sollevò una mano. Prese la borsa e la aprì tirando fuori un walkie tolky, poi fissò il marito.
"Hai la cassetta col messaggio che hai ricevuto in segreteria, giusto?" Gli chiese.
Lui sospirò annuendo, prese dal taschino una mini cassetta e la porse alla moglie.
"Ascoltate." Disse Elisabeth avviando il nastro.
Ci fu un attimo di esitazione poi una voce uscì dagli altoparlanti. Lo riconobbi subito.
- Signor Davis, sono il padre di Thomas Davis. Non ho tempo per prenderci in giro, sappiamo entrambi che è così. Le chiedo gentilmente di tenere mio figlio lontano dall'uomo che vive con lui. Percosse su di lui come quelle che ha subito ultimamente non verranno accettate. Se scopro che accade di nuovo, non importa in quale parte del mondo vi trovate, io verrò lì e denuncerò vostro figlio infangando il nome della vostra famiglia. Inoltre sappia che non vi permetterò di insabbiare le mie denunce, poiché ho delle prove fotografiche che testimoniano l'atteggiamento di Andrew verso mio figlio. Non posso agire per conto della madre, ma come padre posso e mi permetto di difendere ed agire per il meglio al fine di dare un'infanzia serena a mio figlio. Spero di non dovervi contattare più. Grazie. -
Così finì la registrazione. Thomas sapeva cosa accedeva in casa nostra, me lo aveva detto Molly ed ora ne avevo un'ulteriore conferma.
Guardai mia madre che annuì.
"Con queste premesse." Intervenne mio padre. "Penso sia il caso per Sapphire di tornare a vivere con noi."
Un peso mi si sollevò dal petto! Oh si!
"No. Non può..." rispose irritato Andrew. "È incinta, deve restare a casa."
Scossi la testa. "No! Prendo la pillola." Affermai.
Lui mi guardò e rise quasi impazzito. "Ho scambiato le pillole con delle caramelline. Davvero pensavi che ti facessi andare a lavorare? Sei di mia proprietà."
Gelai! Era impazzito.
"Questa è casa dei Cooper. Sapphire non andrà da nessuna parte." Disse Elisabeth.
"Andrew." Intervenne gelido mio suocero. "È il caos che sia tu a lasciare per un po' questa casa e non il contrario. Raggiungere un centro di riabilitazione psichica potrebbe essere congeniale. I  bambini andranno in collegio e fino a Natale non potrai comunque vederli." Gli spiegò. "Devi solo pregare che dopo questo periodo di riabilitazione, Sapphire ti perdoni, per ora però deve andare così. Non possiamo permettere uno scandalo ne per la nostra famiglia, ne per i visconti. Lo capisci vero?"
Io non capivo! Era possibile che fossi incinta dopo gli abusi subiti? Non lo volevo un altro figlio, non da Andrew. C'era la possibilità che fossi incinta?
Lo guardai, era crollato in ginocchio. "Non pagherò, non firmerò nulla per il bastardo." Sussurrò impazzito.
Al che intervenni. "Il collegio è già pagato." Dissi, se Elisabeth avrebbe pagato per Joel i miei figli non si sarebbero separati. "Non voglio più vederlo, mi ha violentata e ha abusato anche della tata dei bambini che anche è incinta!" Affermai accusando Andrew.
Oscar Davis guardò ora me, ora Andrew. "È vero?" Gli chiese.
Lui scosse la testa. "Quella puttana doveva usare la pillola. Non lo ha fatto, non è colpa mia."
Mio scuocerò ci guardò tutti. "Porterò subito Andrew via, diremo che aveva bisogno di una vacanza. Tu Sapphrie dovresti farmi la cortesia di informarmi della ragazza e del bambino, veramente mi vergogno immensamente di questo. Ma reputo che Andrew sia malato ed è il caso che si faccia controllare, ti prego dagli un'altra occasione." Mi chiese per la prima volta con umiltà.
"Per ora non riesco." Ammisi. "Ma per il bene di Joel dopo la terapia gli darò un'opportunità per fare ammenda. A Natale, quando rientreranno dal collegio." Dissi.
"Perfetto." Disse l'uomo strattonando il figlio. "Elisabeth ti aspetto in auto, chiedi che ti preparino una borsa per Andrew e gentilmente , assicurati che nulla esca da questa casa." Concluse portando mio marito fuori dalla casa, dalla mia casa e quella dei miei genitori.
Attendemmo che la porta si chiudesse alle nostre spalle, solo allora mi rilassai scoppiando a piangere. "Grazie!" Sussurrai.
"Non ringraziare me, ma tua madre." Disse Elisabeth. "Io ho solo detto a Thomas di simulare una chiamata intimidatoria." Mi spiegò.
Guardai mia madre. "Mi ha chiamato quando hai rifiutato di mandare Tom al collegio, mi ha detto che era disposto a mandare entrambi i tuoi figli lì per allontanarli da lui. Margot gli raccontava cose allucinanti, tra cui l'abuso che ha subito, dopo che Andrew ha quasi rotto la caviglia a Tom, Thomas non ci ha visto più."
"Sei tu il suo legame con me? Anzi no, Margot." Dissi.
Mia madre annuì. "Tornò a chiamarmi prima della sua partenza per Monaco. Disse che aveva visto le foto del matrimonio e sapeva che tu aspettavi suo figlio. Mi diede un indirizzo mail chiedendomi di tenerlo aggiornato sul bambino. Fu lui a mandare Margot, la sua amica Ebony l'ha selezionata fra tante."
"Se Andrew non tornerà, posso tenere qui i bambini." Affermai.
"Tesoro davvero precluderesti a tuo figlio la possibilità di crescere col fratello?" Chiese mia madre.
"Piuttosto non so ancora quanto potremo tenere a bada mio figlio." Intervenne Elisabeth. "Albert oggi era indiavolato, la registrazione di Thomas senior lo ha urtato molto, se scopre che le prove erano un bluff riprenderà a comportarsi come sempre."
"Quindi non è lei ad avere potere nel vostro matrimonio." Affermai.
Mia suocera rise. "Ovvio che sono io. Andrew è uguale a suo padre, un nulla facente arrampicatore sociale. Mi sedusse! Ma mio padre non aveva debiti ed era scaltro e intelligente. Potevo sposare chi volevo ma con un accordo prematrimoniale e la separazione dei beni. Albert in mia presenza 'deve' comportarsi sempre in modo ineccepibile. Ha tante amanti, mi sta bene fin quando non infanga il mio nome, Andrew fa il suo stesso percorso, ma lo sta facendo in modo sporco. Anche per questo Oscar è sconvolto, ha sempre avuto una certa dignità, abolisce la violenza. Quindi mi raccomando, tu stai in guardia sempre. Cambia le serrature di casa e anche il personale. Puoi tenere Margot e la cuoca, Hannah. Il maggiordomo e le cameriere toglile, sono succubi di Andrew, se non fosse stato per Margot non avremmo mai saputo delle percorse a Thomas." Mi spiegò.
"Se mi prendono a lavorare posso farcela da sola." Dissi.
Mio padre annuì. "Col tuo 0,001% di quota, sicuramente ti daranno modo di lavorare." Ironizzò.
"Però si, come socia sicuramente potrai lavorare alla KCG. Sempre se sei intenzionata ad andare lì. Io adesso vado, questi sono gli assegni per i tuoi dipendenti, c'è la liquidazione." Disse Elisabeth porgendomi un carnet. "Fammi sapere se aspetti un altro angelo cara e aggiornami su Margot. Non penso che un figlio fosse nei programmi di quella ragazza, dille che posso prendermi io cura del bambino. Adesso voi due salutate la nonna." Concluse chiamando a se i bambini.
Trascorremmo il resto della domenica insieme. Mia madre mi aiutò a fare i bagagli per Thomas e Joel, mi raccontò di come in quegli anni Thomas fosse stato in contatto con loro e che era stato lui stesso a mandare papà a vivere nelle highlands, proprio a scopo terapeutico. Quello era il motivo per cui non sarebbero rimasti, papà avrebbe avuto troppe tentazioni in città ed era ancora in una fase primaria della riabilitazione.
Il giorno dopo, di lunedì, andai alla T - KCG. Drake e Molly erano lì, stavano organizzandosi con altri consulenti di cui non sapevo nome o altro quando arrivai. Appena mi videro, mi accolsero a braccia aperte. Mi presentarono come una delle socie e consulente per le pubbliche relazioni della sede, senza che io dicessi nulla.
Solo quando fummo soli ci prendemmo qualche minuto per noi, prima che Molly partisse per Edimburgo e me ne spiegasse il vero motivo. Sarebbe poi rientrata per una settimana il trimestre successivo. Dissi loro che avevo accettato di far partire i bambini per Monaco e che se era possibile avrei voluto lavorare con loro. La mia richiesta fu esaudita, fu così che iniziai la mia nuova vita.
Intanto le azioni di Andrew parvero non ebbero successo, poiché mi arrivò il ciclo, sapevo che per averne conferma però avrei dovuto aspettare almeno un altro mese.
A inizio ottobre ebbi modo di incontrare di nuovo Thomas. Fu un incontro doloroso, era venuto per conoscere un nuovo consulente e ci trovammo, con lui e suo fratello. Lo ringraziai di tutto ciò che avesse fatto per me e i bambini e la scintilla tra noi si riaccese. Fu una settimana intensa, fatta molto di sesso e poco di chiacchiere. Lui evitava di scendere molto nel personale e quando lo fece i risultati fossero disastrosi.
"Sei ancora sposata con lui. Fino a quando non scinderai il matrimonio non penso che ci sarà un futuro per noi." Mi disse allontanandosi da me. "Non avrei dovuto cedere... non con queste premesse."
Scossi la testa. "Potrei essere incinta di lui e non lo so, inoltre se lo lascerei la situazione potrebbe ripercuotersi contro di me e i bambini." Gli dissi. "Non posso costringerti a stare con me, o aspettarmi in eterno, non adesso e con queste premesse. Mi dispiace."
Lui si allontanò ancora di più sospirando. "Questo è quindi un addio, se è questo che vuoi non posso costringerti. Non sono tuo marito, non ti picchierò o torturerò per farlo." Mi disse. "Non posso decidere per te, sei adulta e dovresti sapere che solo tu puoi liberarti dall'infermo in cui sei caduta. Forse non eravamo semplicemente destinati a stare insieme." Mi disse. "Basta poco Sapphire..." mi disse tendendomi la mano. "Vieni via con me. A Monaco, dove ci sono già i tuoi figli."
Scossi la testa. "Molly mi ha detto che hai avuto un figlio." Gli confidai guardandolo, era sorpreso. "Vive a Edimburgo, la madre lo ha lasciato alla sede e lei non ti ha detto nulla, poiché col marito lo stanno crescendo come un figlio. Forse è il caso che pensi a lui invece che a noi." Scossi la testa. "Invece di avere delle relazioni instabili dovresti provare ad andare avanti."
Thomas si grattò la fronte. "Non ti salta per la testa che volevo solo te? O che non riesca più a fidarmi dopo che sei andata via?" Mi disse.
Annuii. "Anche tu non mi hai detto tutto."
"No! Ti ho detto che volevo fare tutto da solo, omettendo che mio padre aveva i soldi. Se avessi immaginato che eri fidanzata e mi avresti lasciato non mi sarei innamorato di te. Capisci il vuoto che hai lasciato nel mio cuore? Ho tante relazioni inconcludenti si... ma perché non voglio lasciarmi andare. Non voglio rivivere di nuovo tutto." Mi confidò. "Ti amo ancora e se immagino che Davis ti faccia del male e che tu glielo permetti... ti prego, proviamoci noi due."
"Ti rendi conto che sul certificato di Thomas risulta lui come padre, potrebbe portarmi via i bambini se provassi a lasciarlo. Sua madre gli ha detto che ha lasciato la sua eredità a Joel, non me lo lascerà mai. Quindi mi dispiace Thomas, ma non posso rischiare, non con i miei figli ancora indifesi."
Lui annuì. "Ho capito." Disse rivestendosi. "Domani parto per la sede di Sidney, poi parlerò con Molly del bambino. Per i tuoi figli invece, sappi che si stanno integrando. Sono seguiti dalla tata di Inga e Tad. Un domani, per non turbare la loro infanzia gli dirai che c'è un benefattore segreto dietro le spese del collegio. Possono restare lì fino alle superiori e poi scegliere l'università che vogliono. Non tornerò più a Londra Sapphire, così potrai lavorare qui senza problemi. Non ci incontreremo più, in questo stesso istante smetto di seguirti se è ciò che vuoi." Mi disse. "Un'ultima cosa. Margot è una ragazzina ancora, quindi ti prego proteggi quel bambino dal padre, posso pagare anche per lui il collegio. Ma libera Margot da tutti gli impegni con quel bambino, se anche sei incinta Margot dovrebbe partorire a breve, il bambino che hai in grembo potrete dire che è nato prematuro. Non sta a me riparare agli errore di Davis, tuttavia penso che il bambino non centri nulla in tutto ciò." Disse aprendo lo spiraglio della porta. "Vado a cena, così per quando rientrerò in albergo ti avrò dato tutto il tempo per andare via."
E così dicendo mi diede le spalle. Volevo piangere, ma dovevo essere forte per i nostri figli. "Thomas... perdonami e ti prego. Ama... ama non avere più il cuore arido. Ti prego." Lo supplicai.
Lo sentii esalare un respiro profondo. Non mi rispose, chiuse la porta e non lo vidi più. Questa volta era per sempre.
Margot partorì a fine ottobre, il bambino nato in casa, sotto consiglio di Elisabeth, venne riconosciuto come figlio mio e di Andrew.
Mentre io saltai il ciclo....

A giugno nacque mia figlia Diamond, i bambini erano tornati per le vacanze estive e Thomas era entusiasta. Mi raccontò che era in un dormitorio con dieci bambini e bambine e che era diventato molto amico di tre di loro. Aveva una fidanzatina e un migliore amico, stessa cosa per Joel. Aveva un amico e un'amica speciale, la scuola era bellissima e facevano tante cose belle.
Entrambi i bambini furono affascinati dalla sorellina, bionda come me, ma con gli occhi scuri, e da Samuel. Per loro era la prima volta trovarsi a che fare con dei neonati.
Per la nascita di Diamond, fu concesso anche a Andrew di venire a trovarci. Conobbe i neonati e trascorse l'estate con noi, sorvegliato da sua madre che viveva con noi da quando era in terapia e da suo padre che vigile non lo perdeva mai di vista.
L''anno successivo ricevetti una lettera di Thomas alla sede dell' ufficio. Aveva conosciuto una donna e seguendo il mio consiglio stava dandosi una nuova opportunità, aveva aperto il suo cuore a questa donna italiana di nome Marina.
Gli risposi augurandogli il meglio. Non ricevetti risposte da parte di Thomas in merito, se non una mail più avanti.
- Grazie. -
Fu di poche parole ma andava bene così. Anche io ero andata avanti vivendo una storia extra coniugali.
Avevo notizie di Thomas da Drake e Ebony. Fu così che due anni dopo scoprii che si sarebbe sposato con Marina a breve e che progettavano di mettere su famiglia.
Intanto a Elisabeth fu diagnosticato un altro tumore, questa volta allo stomaco. Iniziò una nuova terapia e sperammo riuscisse a riprendersi. I miei tornarono dalla Scozia per aiutarci ad assisterla. A dieci anni Thomas era diventato un bel bambino intelligente, quando tornò a trovarci per il Natale comprese che la nonna non stava più bene. Disse che voleva tornare a casa, ma ella stessa lo fece desistere, sempre più debole non riusciva ad avere potere sul figlio che non face iscrivere né Samuel, né Diamond alla scuola Europea. L'estate del 1998  Thomas decise di fare l'ammissione all'Eton college dove venne accettato con ottimi risultati. Purtroppo dopo il primo anno al college morì prima mio suocero per uso eccessivo di medicinali, una pillola entrata in commercio che aumentava il desiderio sessuale a quanto pareva, poi mia suocera. Con la morte di Elisabeth tutto cambiò, Andrew non era più sotto il controllo dei suoi genitori e Thomas era alla sua mercé.
Gli chiesi quindi di tornare a Monaco, dove aveva una costante garantita e soprattutto gli chiesi di non far tornare Joel a casa. Ormai mio figlio era grande e sapeva dove era bene e il male.
"Sii sincera con me! È il mio vero padre che mi paga l'istruzione." Affermò.
Sospirai, Thomas era grande e fin troppo intelligente anche se aveva appena quindici anni. Non potevo mentire. Annuii. "Purtroppo Andrew non ha acconsentito a far venire a scuola anche Diamond, tuo padre avrebbe pensato a tutti voi Thomas. Poi quando sarai grande ti racconterò tutto."
"Giurami che stai lontano da lui, prendi una guardia del corpo, qualsiasi cosa. Ma stai lontana da lui, non voglio che ti faccia del male mamma." Mi disse.
Fissai il suo bel viso, il labbro rotto e lo zigomo gonfio, non era di me che doveva preoccuparsi, ma di se stesso. "Tu vai! Io starò bene, ho degli amici che non permetterebbero mai che Andrew mi tocchi."
"La zia Ebony e lo zio Drake." Affermò.
Sorrisi. Mi erano rimasti i miei amici, quelli che avevo ritrovato nel momento del bisogno e da allora non li avevo più lasciati andare. Erano diventati la mia forza, contro qualsiasi male.
"Adesso che i nonni non ci sono più semmai lui dovesse farmi qualcosa, io lo denuncerò e fidati. Lo farò sbattere in galera senza farlo più uscire." Gli promisi.

 

   
 
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