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Autore: Mairyelf    16/12/2023    2 recensioni
"Crowley, niente dura per sempre..."
Queste erano le parole che il demone si portava dietro da quella che a lui pareva un'eternità - e ai comuni mortali pareva un anno. L'Innominato, così ora NON si riferiva un certo angelo, era asceso Quel giorno e non si era più fatto vedere. Non che gli importasse, ovviamente. Crowley era rimasto del tutto imperturbato. Aveva solo mandato tutti al diavolo, o all'angelo, in base alle non preferenze, e aveva cambiato stato. Il nord Italia, con tutto quel vino e quella gente blasfema, era diventato il suo posto preferito. E il demone Crowley ci stava pure abbastanza bene, nella sua villetta in mezzo ai vigneti, se non fosse stato per l'apparizione di quel maledetto libro che tanto gli ricordava un passato non troppo lontano: "Le Discrete e Aspecifiche Profezie di Sibilla Cumina, Strega Amatoriale".
*** NOTE: i personaggi citati avranno il proprio nome inglese. Lo stile narrativo è ispirato a quello del libro, mentre le vicende sono ambientate dopo la seconda stagione della serie TV. ***
Genere: Romantico, Satirico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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«Cosa sta succedendo?» Domandò Aziraphale trafelato quando giunsero davanti all’apostolo.

«Le vie del Signore sono infinite, fratello Azaria. In questo gior-»

«La comunità ebraica non ha apprezzato che si parlasse di un’altra religione davanti alla loro sinagoga.» Lo interruppe Crowley, accennando all’edificio alle loro spalle. «Da quanto siete qui?»

Aziraphale tentennò, poi abbassò la testa. «Tre giorni…»

«Quanto, scusa?»

«Tre giorni!» Sbottò l’angelo.

Crowley iniziò a fumare dai piedi, poi prese un respiro profondo e il fumo gli rientrò nelle suole dei sandali. «Bene. Suggerirei di levarci di torno.» Diede uno spintone all’apostolo mandandolo lontano dal centro della piazza, poi si rivolse ad Aziraphale, inclinando la testa. «Azaria

«Nome umano.» Gli sussurrò l’angelo. «L’ho usato una volta tempo fa.»

«Devo prendere nota o…»

«Oh no, no, va bene Aziraphale.»

«Attenzione!» Crowley prese l’angelo per una manica e lo trascinò verso di sé appena in tempo, perché una lancia sfrecciò a velocità allarmante nel punto esatto dove prima c’era la sua testa. Quando ce l’ebbe a una spanna dal volto, lo guardò negli occhi da sotto le lenti. «Okay, via.»

Senza attendere la reazione dell’angelo, ma tenendo sempre la sua toga stretta in pugno, Crowley si buttò in mezzo alla folla, raggiunse l’Apostolo delle Genti – che si stava difendendo come poteva con una spada trovata chissà dove – e lo prese a braccetto, correndo come un treno.

«Viaviaviavia.»

«Scusi, ma lei chi è?» Piagnucolò il predicatore, segnandosi una piccola croce in fronte. «Che Dio abbia pietà di noi.»

«Se non taci e ti muovi dovrai sperare che io abbia pietà di te.»

La piazza veniva sommersa dalle urla delle persone e dal clangore delle armi, mentre il demone tentava in ogni modo di preservare il proprio corpo mortale e quello degli altri due.

Ad un certo punto Aziraphale scivolò fuori dalla sua presa e con un gesto del braccio si mise davanti a un’anfora che stava volando verso di loro. Il vaso, invece di affondare nella stoffa della lunga manica, vi esplose contro con un suono metallico, come se quella fosse fatta di ferro.

«Razza di incivili, questa è manifattura pregiata!»

«Fottiti!» Sbraitò qualcuno tra la folla.

Aziraphale si indignò e gonfiò il petto come una colombella. «Maleducato!»

Un istante dopo, Crowley miracolò una pietra che stava volando verso l’angelo, facendola diventare un mazzolino di non ti scordar di me. «Non fermarti a discutere!»

Bastò quel momento di distrazione di entrambi, una delle poche volte in cui Crowley sbatteva le palpebre, e l’apostolo era andato. Sparito. Volatilizzato.

«Oh, no…» Aziraphale iniziò a guardarsi intorno nel panico, mentre la folla rischiava di schiacciarli. «Oh, cielo! Paolo!»

«Porc- Di qua!» il demone si buttò in un vicolo, trascinando con sé l’angelo.

Nonostante i loro corpi non avessero bisogno di respirare come quelli umani, Aziraphale sembrava comunque in iperventilazione, con il panico scritto negli occhi. «E ora che facciamo?»

«Si sarà perso tra la folla.» Crowley si affacciò dal vicolo e cercò di distinguere il viso dell’apostolo nella massa. «Avete un punto di ritrovo?»

Aziraphale sembrava avere il cervello immerso nella nebbia. «Sì, no, credo… Non lo so, non ricordo!» Balbettò. «Oh, sciocco me, come faccio ora? Gabriel si era raccomandato, non posso sbagliare con Paolo.» Iniziò a camminare avanti e indietro nel vicolo, portandosi dietro lo sguardo del demone. «Mi declasseranno! Tornerò un cherubino! E chi fa di nuovo carriera da lì? Il grado di principato l’ho raggiunto solo perché è nato il genere umano…»

«Aziraphale…»

«Non è facile fare carriera in Paradiso. Non quando gli Arcangeli sono stati creati per questo e noialtri no. Oh, stupido, stupido Aziraphale. Mi metteranno tra gli angeli scribi. Inventeranno il trentottesimo grado solo per me!»

«Angelo.»

L’angelo si fermò e si mise impettito, come imitando qualcuno. «Paolo di Tarso è fondamentale. Deve annunciare la Seconda Venuta. Quindi non fare danni come sempre, capito, Aziaphale?» Poi si accartocciò su sé stesso. «Nessuno Lassù mi darà più un incarico importante…»

«Angelo!» Sbraitò Crowley.

Aziraphale lo guardò. «Cosa!»

Crowley diede un'altra inutile occhiata alla folla e si voltò verso l’angelo. «Gabriel è in paradiso a tormentare cherubini e tu sei qui. Nessuno sta pensando a declassarti.»

«Ma tu non temi i tuoi? Non sai nemmeno cosa devi fare e abbiamo perso l’unico indizio.»

Crowley pensò che non fosse il caso di rispondergli che no, i suoi non li temeva perché non avrebbero avuto nessuno con cui sostituirlo e perché era sicuro di aver appena ottenuto quello che cercavano, così ripiegò. «Per questo adesso andiamo a cercarlo.»

Aziraphale sembrò calmarsi un poco a quelle parole, come se sapere di non essere da solo ad affrontare i propri doveri gli desse conforto. Dopotutto, loro due erano le eccezioni, lo avevano capito entrambi 2551 anni prima, ma l’angelo sembrava restio a rendersene conto. «E dove?»

«Avevate un punto di ritrovo? Magari è andato là.» Riprovò, ora che gli pareva lucido.

L’angelo si illuminò di colpo, come solo lui riusciva a fare. «Crowley! Vecchia serpe, certo!»

«Visto? Non ci voleva molto, angelo.»

«Ero nel panico, va bene?» Si schermì lui, aggiustandosi la toga. «Seguimi.»

Fuori dal vicolo, il caos generale stava lentamente andando a scemare. Aziraphale infilò una via secondaria con sicurezza, mentre il demone con gli occhiali da sole gli andava dietro, attento che nessun residuo bellico volante li colpisse.

«Il Paradiso ti fa così paura, Aziraphale?» Chiese d'un tratto, a bruciapelo

«Paura?» Aziraphale sussultò e poi alzò il mento. «Oh, no, non ho paura del Paradiso. Solo molta premura di fare la mia parte. Per il bene e la luce.»

«Quindi hai paura di fallire.»

«Si capisce! Se il bene e la luce fallissero, i tuoi vincerebbero e sarebbe terribile.»

«Hai mai pensato, che so, al grigio nel mezzo?» Buttò lì il demone.

«Grigio?» L’angelo ridacchiò. «Non esiste grigio, Crowley.» Lo ammonì, con fare paternalista. «Quello è ciò di cui gli umani si convincono per sentirsi liberi di fare la cosa sbagliata. Ma si ingannano. Nel mondo ci sono il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, il bianco e il nero. È ineffabile.»

«Come uccidere i figli di Giobbe?»

Aziraphale si fermò e per poco il demone non gli finì addosso. Tacque qualche secondo, prima di rispondere. «Noi non possiamo giudicare gli intenti del Piano Ineffabile. Se quello che abbiamo fatto fosse stato davvero sbagliato, di certo il Paradiso avrebbe preso provvedimenti.» Si asciugò le mani sulla veste e riprese a camminare, di colpo più veloce.

«Tu dici?» Crowley lo sapeva, lo sentiva, che nel profondo più profondo di quella testolina riccioluta nemmeno lui ci credeva.

Ma Aziraphale no. Non ancora. «Certamente.»

«Ah, eccoci!» Esclamò qualche istante di silenzio dopo. «La casa di Giaso-o- O cielo.»

Davanti all’edificio, una domus romana in piena regola con due piccole tabaernae sul davanti e un accenno di atrio all’interno, stavano tre uomini circondati da una folla recalcitrante. Due dei tre erano già stati legati, mentre il terzo, Paolo di Tarso, Apostolo delle Genti, Tizio Cadutodacavallo, stava cercando invano di sfuggire a decine di mani che volevano acciuffarlo.

Crowley lo fissò per un po', pensoso, poi un sorrisetto malsano gli apparve in volto e un sibilo serpentino gli sfuggì dalle labbra. Aveva avuto un'idea.

Aziraphale gli diede un'occhiata di sfuggita, concentrato sugli uomini, poi si rese evidente conto di quello che aveva visto e ritornò sul demone. «No, Crowley, no.»

«Eddai.»

«Assolutamente no!»

«Ma sarebbe divertente.»

«Cosa penserebbe la folla!»

«Che dio l’ha trasfigurato?»

«Non essere blasfemo!»

«Sono un demone, angelo. È il mio lavoro.»

«Non puoi trasformarlo in un cavallo, Crowley.»

Il demone sbuffò, un po' per scherno, proprio come un cavallo. «Va bene. Quindi come gli impediamo di essere catturato di nuovo?» Indicò l’apostolo. «Guarda, l’hanno preso.»

Aziraphale girò su sé stesso un paio di volte, cercando delle soluzioni nei dintorni.

«Lo stanno legando, eh. Io te lo dico.»

L’angelo lo guardò e nei suoi occhi si accese il panico, ma questa volta dal panico scaturì una scintilla. Una folgore che Crowley aveva imparato a riconoscere e adorare, perché prometteva sempre bene.

«Per il futuro ti consiglio Atene. Le frittelle dolci sono, come diresti tu, paradisiache.» Disse in fretta.

Un istante dopo, un cavallo nero come la pece e uno bianco come una colomba stavano correndo a briglia sciolta tra la gente. I presenti saltarono di lato, colti di sorpresa e incerti su cosa diavolo stesse succedendo. Il cavallo bianco prese in groppa i tre uomini, mentre quello nero iniziò a scalciare e saltare come imbufalito, impedendo alla folla di opporsi agli eventi – fu un miracolo se quel giorno nessuno si fece del male. Poi, come se nulla fosse accaduto, le due bestie corsero via, in due direzioni opposte.

L'evento, di per sé, fece scalpore solo in quel preciso momento e ben presto molti lo dimenticarono, ma c’è chi dice che il cavallo nero, prima di andarsene, avesse fatto un occhiolino a quello bianco.

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Spazio autrice:

Sì, l'ho fatto davvero. No, non me ne pento e non lo farò mai😂. Az e Crowley sono il mio posto sicuro, la mia coppia preferita e, soprattutto, il mio duo del caos. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma dal mio punto di vista non è assolutamente improbabile che, almeno una volta in seimila anni, siano diventati dei cavalli al solo scopo di fare casino. Considerato poi i precedenti del soggetto per cui l'hanno fatto... No, non me ne pentirò mai. (Avrei voluto scrivere che questa fosse una scena biblica, attentamente studiata e riproposta, ma purtroppo devo confessarvi che il testo è lacunoso e che questo è frutto della mia mente malata.😂)
Aggiornamento in leggero anticipo per festeggiare la conferma della terza stagione! è passato più di un giorno e io continuo a infartare quando mi appaiono post al riguardo su Instagram. Ho iniziato un rewatch per festeggiare? Sì, ma non ditelo in giro. Dovrei star studiando. 
Spero che questo capitolo pieno di caos vi sia piaciuto! Come sempre sono super felice di leggere i vostri commenti!
Alla prossima,
- Tara
 
P.s.
Per chi c'è dall'inizio: sto sperimentando con la formattazione del testo. In questo capitolo ho deciso di mettere uno spazio tra ogni riga, un po' com'è il mio documento Word. Secondo voi è meglio o peggio?
   
 
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