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Autore: AngelikaMSunday    17/12/2023    1 recensioni
Christine ha appena compiuto trent’anni, non si è ancora sposata e nell’ultimo periodo – considerata la sua collezione di rapporti falliti – ha preferito dedicarsi esclusivamente al lavoro. Tuttavia non può ignorare le lancette del suo orologio biologico, che con il loro insistente ticchettio sembrano informarla della necessità di trovarsi definitivamente un uomo per costruirsi una famiglia, perciò dopo aver bevuto un bicchiere di troppo ed essersi lasciata trasportare da un impeto di disperazione si iscrive ad un sito di incontri. È così che inizia un scambio online con RichieRich, un uomo dal nickname assurdo e dall’ego smisurato. Un uomo che però riesce anche a farla ridere, a comprenderla e a metterla a suo agio. Per questo motivo Chris resta sorpresa quando scopre che il suo ammiratore segreto è proprio il miliardario Richard Reyes, ovvero il suo ultimo cliente e la persona più insopportabile del mondo. Un imprenditore astuto, manipolatore e purtroppo incredibilmente attraente.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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4.

copertina

 

IV.

UN’ASSURDA CORRISPONDENZA VIRTUALE.

 

Sabato mattina mi sveglio in pratica quasi all’ora di pranzo, confermando in questo modo la mia pigrizia e la mia voglia di godermi con tutta tranquillità il tanto agognato week-end. In effetti durante la settimana mi alzo regolarmente alle sette, in modo da potermi preparare con calma e andare a fare un’abbondante colazione nella mia pasticceria preferita prima di recarmi a lavoro, ma se devo essere sincera è un vero sacrificio per me impostare la sveglia ad un orario tanto assurdo. Se dipendesse dalla sottoscritta, devo ammettere che non uscirei assolutamente dal letto così presto. Tuttavia sono costretta, perché per raggiungere il mio ufficio devo anche prendere la metropolitana e quindi sono obbligata a calcolare attentamente i miei spostamenti per evitare di arrivare in ritardo.

In realtà io potrei benissimo presentarmi in studio pure più tardi, visto che non timbro alcun cartellino per annotare la mia presenza e non ricevo comunque i miei clienti prima delle nove. Però la nostra politica aziendale ci obbliga a recarci in ufficio con un’ora in anticipo nel caso in cui dovessero tenersi eventuali riunioni con i dirigenti e di conseguenza, se voglio mantenere il mio posto di lavoro e non suscitare soprattutto la collera di Mr Micols, mi devo attenere necessariamente al regolamento della società. È abbastanza raro dunque che durante i normali giorni feriali possa beneficiare di meritati momenti di riposo mattutino, perciò quando capita mi trasformo in una vera pantofolaia e faccio invidia perfino alla Bella Addormentata. In sostanza, come dice sempre mio padre per prendermi in giro, dormo più dei materassi.

Ma la sensazione di stare al caldo sotto le coperte e non di non avere alcun pensiero assillante su cui concentrarmi è davvero impagabile, quindi non è sempre facile per me abbandonare quel bozzolo protettivo senza lamentarmi o protestare. Perché so che appena scosterò le lenzuola dal mio corpo non solo morirò di freddo, ma dovrò anche tornare alla vita vera. Quella in cui devo pagare le bollette, preoccuparmi dell’affitto, risolvere i miei problemi esistenziali e discutere con mia madre. Dunque mi sembra abbastanza palese da cosa dipenda il mio odio nei confronti della sveglia: tanto per iniziare quel fastidioso suono ripetitivo infrange i miei sogni, poi mi obbliga ad affrontare la realtà e infine mi introduce in un nuovo giorno fatto di potenziali delusioni. Meglio stare a letto, rannicchiarsi sotto le lenzuola ed illudersi di poter sfuggire a questo mondo crudele. Però le cose cambiano quando arriva il week-end, perché finalmente si può pensare solo a se stessi e al proprio benessere. Per questo motivo i miei fine settimana sono programmati totalmente all’insegna dell’ozio e la mia giornata di solito si svolge in maniera abbastanza semplice: mi alzo ad orari assurdi, subito dopo faccio colazione – o addirittura direttamente il pranzo – con un paio di donuts al cioccolato comprati venerdì sera al negozio di Maggie, mi rilasso poi sul divano e alla fine passo tutto il pomeriggio guardando la televisione. Così recupero gli episodi delle serie che ho lasciato in sospeso, mettendomi in pari e preoccupandomi successivamente di leggere gli spoiler delle prossime puntate. Ogni tanto invece, quando devo soddisfare la mia parte masochista, dedico il sabato sera allo yoga. Ottengo comunque scarsi risultati, visto che non sono assolutamente portata per lo sport e non sono nemmeno molto coordinata. Ma la mia ritrosia nei confronti di questa particolare pratica meditativa dipende soprattutto dal fatto che non riesco proprio a capire come stare a testa in giù per un quarto d’ora possa aprire i miei chakra, liberarmi dallo stress e dalle sensazioni negative che affollano la mia mente. Sinceramente continuo a farlo solo perché, durante il mio periodo di shopping compulsivo e terapeutico post rottura con Tom, ho speso centinaia di dollari comprando tappetini e corsi videoregistrati. È un peccato quindi non sfruttarli. Alcuni week-end infine li trascorro coccolandomi davvero: faccio un bel bagno rilassante, sistemo una decina di candele profumate sul bordo della vasca e sorseggio vino direttamente dalla bottiglia. Niente TV, niente tecnologia e niente guide spirituali che mi consigliano di assumere posizione assurde per scogliere muscoli potenzialmente inesistenti. Siamo solo io, l’acqua calda, la schiuma bianca, un buon libro e dell’ottimo vino rosso. Quando finisco passo poi a ricoprire il mio corpo con delicate creme alla fragola ed intanto indosso una qualche maschera idratante, acquistata dopo aver visto miracolosi spot pubblicitari che mi illudono di poter avere un viso brillante proprio come quello delle modelle. È piuttosto raro invece che mi dedichi alle pulizie, ma capita che nei periodi morti – mentre aspetto magari che l’ennesima maschera antirughe faccia effetto o che lo smalto ai piedi si asciughi – mi venga voglia di riordinare il mio armadio. Allora sistemo i vestiti che ho ritirato dalla lavanderia durante i pomeriggi precedenti, dopo essere uscita dall’ufficio. Certe volte cambio addirittura le lenzuola e lucido i soprammobili con qualche prodotto recuperato a caso dall’armadietto del bagno, sebbene sia davvero inconsueto per me occuparmi delle faccende domestiche durante i miei giorni di pausa lavorativa. Anche questa mattina quindi non è un’eccezione e quando mi sveglio non posso fare a meno di pregustarmi la mia imminente giornata di relax, rigirandomi all’inizio sul letto e decidendomi poi di alzarmi per fare una doccia quando mi rendo conto che sono le undici passate. Non posso perdere troppo tempo, perché voglio portarmi avanti con le ricerche per Mr Reyes e soprattutto devo recuperare le sitcom che ho lasciato in sospeso lo scorso fine settimana. Mi stiracchio allora come un gatto, mugolo qualche parola senza senso e trovo il coraggio di lasciare finalmente le mie calde coperte. Mi ritrovo perciò a mezzogiorno ad ingozzarmi di ciambelle, seduta sul mio sofà. Per l’occasione indosso una comoda tuta grigia di flanella, ho legato i capelli in un comodo chignon e porto ai piedi delle simpatiche pantofole a forma di cagnolino. Niente potrebbe rovinare questo momento di tranquillità, a parte ovviamente il suono del mio cellulare.

Sbuffo, chinandomi verso il tavolino per recuperare il mio telefono, e controllo subito chi è la persona che ha osato disturbarmi. Quando vedo la scritta “Mamma” sul display sono quasi tentata di non rispondere, ma so già che i miei tentativi di ignorarla risulterebbero inutili. Mia madre infatti sarebbe in grado di restare attaccata alla cornetta fino a questa sera pur di parlarmi ed io sinceramente non ho alcuna voglia di mandare in tilt la mia segreteria telefonica a causa della sua insistenza, perciò non mi oppongo al destino e premo il tasto verde.

«Pronto» borbotto, preparandomi ad affrontare la nostra imminente discussione.

«Ciao, tesoro» inizia lei, apparendo stranamente docile e pimpante. «Come stai?» mi chiede subito dopo, accertandosi del mio stato di salute.

«Bene» mi limito a replicare, sorvolando sulla mia frustrazione e sui motivi che mi hanno portata in questi giorni ad essere così irritata. Anche se non è poi tanto difficile capire la causa del mio malumore: in effetti è tutta colpa dell’incontro avvenuto con Richard Reyes, nonché degli avvenimenti che si sono susseguiti proprio in seguito al mio colloquio con il diretto interessato. Sono stata rimproverata duramente dal mio capo per non aver concluso subito il contratto, rischiando di mandare a monte la mia unica possibilità. Mr Micols non si è rassicurato nemmeno quando gli ho riferito del mio prossimo appuntamento con Richard e anzi mi ha detto che, nel caso in cui mi fossi lasciata sfuggire questa enorme occasione, avrei rimpianto i tempi in cui ero una semplice stagista. Lui voleva dare lustro al nostro ufficio, ma ci sarebbe riuscito solo se Mr Billionaire si fosse deciso ad apporre la sua firma accanto alla mia su un documento ufficiale. Ma se devo essere onesta c’è un’altra ragione alla base del mio nervosismo e questa non riguarda affatto il mio lavoro, la verità è che non ho ancora ricevuto alcuna risposta da RichieRich e adesso quindi sono esattamente cinque giorni che mi ignora. Perciò mi sento sempre più umiliata, furiosa e depressa. Anche se in teoria non dovrei darci alcun peso, alcuna importanza. Invece ci tengo troppo e questo mi dà ancora più fastidio, perché un tale maleducato non dovrebbe meritare la mia considerazione. «Voi?» mi accerto in seguito, risvegliandomi dai miei pensieri e concentrandomi sui miei genitori.

«Tutto a posto» commenta Samantha, tranquillizzandomi. «Tuo padre sembra essersi ripreso grazie alla nuova cura che gli ha prescritto il Dottor Maison e sta molto meglio da quando ha cominciato la sua dieta ipocalorica» mi informa, mettendomi al corrente della situazione. Papà è un soggetto a rischio infarto e ultimamente non è stato bene, perciò mia madre lo ha portato subito da un cardiologo e lo ha messo a stecchetto. Niente più dolci, niente più bistecche, niente più hamburger e soprattutto niente più birra. Ora mangia solo pane integrale, minestre di verdura, cavolfiore bollito e pollo arrosto. Ovviamente senza sale, senza olio e altri condimenti. Per quanto la cosa mi faccia soffrire, considerato che mio padre è sempre stato un fervido sostenitore del cibo americano e di ogni schifezza commercializzata nei supermercati, non posso negare che questa volta mi trovo pienamente d’accordo con mia madre.

Papà deve stare attento alla sua alimentazione, al suo stile di vita e alla sua salute. Perciò dovrà sopportare ancora per molto le pietanze insapori propinategli dalla mamma e inoltre dovrà continuare regolarmente con i suoi esercizi fisici, dimenticandosi il divano. Io per sfortuna ho ereditato tutto da lui, infatti ho sia la sua costituzione fisica sia le sue brutte abitudini. Però sto cercando di cambiare e sto seguendo una dieta equilibrata, sebbene continui a strafogarmi di ciambelle. Ma a quelle non posso assolutamente rinunciare, soprattutto per la mia sanità mentale. Sono il mio antistress personale, nonché il mio antidepressivo naturale. «Sai, cara, Edward ha appena divorziato da sua moglie» continua Samantha, sospirando con fare afflitto e riferendosi ancora al medico. «È un uomo talmente dolce e disponibile che non capisco proprio quale possa essere stato il motivo della loro separazione».

«Non credo siano affari nostri» affermo, preparandomi inoltre alla sua prossima risposta. Perché so già dove andrà a parare, ormai la conosco troppo bene.

«Dovresti proporgli di uscire» dichiara infatti, provando a coinvolgermi in un altro suo assurdo piano per accasarmi. «Penso proprio che sia la persona giusta per te» continua, cercando di convincermi. «E scommetto che a lui farebbe davvero piacere conoscerti meglio, in effetti quando ci incontriamo non facciamo altro che parlare di te» conclude, adulandomi. I suoi palesi tentativi di trovarmi un uomo stanno diventando davvero patetici, imbarazzanti ed umilianti. Inoltre sono consapevole che quando mia madre dice “non facciamo altro che parlare di te” le cose non stanno esattamente in questo modo, ma anzi è tutto il contrario. Significa soltanto che lei rimbambisce di chiacchiere il povero malcapitato di turno, il quale ovviamente si ritrova del tutto impreparato al suo assalto verbale e non ha la minima idea di come reagire davanti alla prospettiva di essere stato scelto come potenziale genero.

«Mamma, voglio ricordarti che il Dottor Maison ha più di cinquant’anni e un figlio della mia età che gli ha già dato dei nipoti» le ricordo con calma, contenendo il mio fastidio. «Sono troppo giovane per essere considerata una nonna, senza contare poi che non è affatto il mio tipo» aggiungo, stroncando sul nascere le sue speranze.

«Tesoro, sarà anche stempiato e un po’ grandetto» comincia, parlandomi con un tono condiscendete. Come se fossi una bambina capricciosa, cocciuta ed irragionevole. La cosa tuttavia non mi stupisce, perché ormai da anni mi tratta in questo modo. «Ma considerata la tua… condizione… dovresti accontentarti» continua, cercando il termine adatto per descrivermi. Sospiro, trattenendomi a stento dal gridarle contro e sfogare su di lei tutta la mia frustrazione. Ma è anche vero che mia madre purtroppo fa parte della vecchia generazione, quella in cui se non sfornavi un figlio al massimo a venticinque anni potevi considerarti in pratica una zitella. Una gallina vecchia. Per lei non vedermi ancora sposata è una vergogna, perché ho già superato abbondantemente l’età giusta per procreare e secondo la sua filosofia a quanto pare non ho alcuna speranza ormai di crearmi una famiglia. La odio quando ragiona in questo modo. Mi fa sentire patetica, inadatta e decrepita. «È un uomo piacevole, maturo e cordiale» prosegue, descrivendo le qualità di Gregory.

«Allora sposatelo tu» borbotto, non riuscendo a trattenermi.      

«Christine, lo sai che voglio soltanto aiutarti» si giustifica lei, trattandomi come un caso perso. «Lo faccio per il tuo bene» afferma, iniziando a piagnucolare. «Non voglio che resti sola» riprende, confidandomi la sua più grande paura. «E vista la tua età, il tuo peso e il tuo carattere indipendente non so se riuscirai mai a trovare qualcuno» finisce, continuando ad insultarmi e lasciando volatilizzare così la mia comprensione.

«Ho trent’anni, mamma, non cento!» esclamo con risentimento, alterandomi e mandando a monte il mio piano di restare tranquilla. Di essere padrona della situazione. Però è difficile, perché lei tocca argomenti troppo delicati per il mio equilibrio psicologico. «E il mio peso è perfettamente nella norma» ribadisco, stringendo con forza i pugni e lanciando un’occhiata disperata ai miei donuts. Adesso sento proprio il bisogno di addentarne uno e sfruttare gli effetti antidepressivi del cioccolato, altrimenti rischio di avere una crisi isterica o peggio ancora corro il pericolo di mettermi a piangere. Loro però non mi deludono mai, sono sempre disposti a consolarmi ed ignorano costantemente le mie imperfezioni. Mi accettano per quella che sono: una trentenne a volte un po’ bisbetica, in sovrappeso, con qualche piccolo problema di autostima e con evidenti complessi nel rapporto con sua madre.

«Tesoro, non sei mai stata nella norma» rincara la mia interlocutrice, non capendo il mio stato d’animo.

«Sei sempre molto gentile, grazie» commento ironicamente, storcendo le labbra in una smorfia. «Ora devo proprio lasciarti, ho del lavoro da sbrigare. Salutami papà» la saluto in modo frettoloso, trovando una scusa convincente per interrompere la nostra discussione e non aspettando nemmeno la sua risposta prima di chiudere la chiamata.

In realtà so che non dovrei restarci male a causa delle sue parole e ormai dovrei essermi addirittura abituata ai suoi commenti tutt’altro che carini, d’altronde è da quando ho compiuto quindici anni e mi è cresciuto il seno che mia madre fa riferimenti offensivi riguardo al mio corpo. Mi ha sempre fatta sentire a disagio per colpa dei miei fianchi larghi, del mio sedere abbondante e della mia pancia morbida. Non ha mai perso tempo nel rimproverarmi, anche davanti ai nostri parenti e ai miei amici, quando mi strafogavo di dolci o eccedevo con il cibo. Inoltre durante la mia adolescenza mi ha imposto diete assurde, visite dietologiche e pomeriggi in palestra. Ormai la conosco, so che è delusa per la mia forma. Perché sono grassa, non le assomiglio e sono una delusione. Sì, mi vuole bene, ma per lei non sono perfetta. Non sono una figlia modello. Per questo, quando ci sentiamo o ci troviamo a pranzo insieme la domenica, cerco puntualmente di ignorare le sue parole. Tuttavia certe volte, soprattutto quando affronto un periodo complicato o riaffiorano le mie insicurezze, mi fa soffrire sapere che perfino lei mi trova orrenda. Insomma, non sarò una bellezza tradizionale, ma anche io ho i miei punti di forza. Poi non credo che delle tette prosperose e dei fianchi abbondanti mi rendano tanto brutta, anzi a certi uomini piace avere qualcosa da toccare e a cui aggrapparsi durante il sesso. Ci sono voluti anni per farmi accettare il mio corpo e per sentirmi a mio agio con le mie curve, per non avere paura di guardarmi allo specchio e per superare il timore di andare a fare shopping. Non capisco invece perché mia madre debba sfruttare ogni occasione per denigrarmi, per ricordarmi il mio peso e mettermi in imbarazzo. Non riesco a comprendere perché non mi faccia mai un complimento, perché non sia orgogliosa dei miei traguardi a prescindere dal mio aspetto fisico, perché continui a comprare riviste nutrizionali con il solo scopo di regalarmele e farmi sentire un’obesa. Forse per lei è difficile mettersi l’anima in pace, ma la verità è che non sarò mai la sua esatta fotocopia.

Non potrò mai avere il suo corpo longilineo, le sue braccia gracili, le sue lunghe gambe da ballerina e il suo ventre piatto. Inoltre, considerando obiettivamente la mia costituzione fisica, è ovvio che non potrò mai diventare magra come una sottiletta. Come una modella anoressica, che mangia solo insalate e mele. In realtà io ho preso da mio padre: ho ereditato le sue guance paffute, la sua pancia burrosa, le sue cosce carnose, il suo sedere e la sua prorompenza. Ma va bene così. Le mie curve attirano gli sguardi, anche se non sempre quelli lusinghieri, e quando oggi mi ritrovo a studiare la mia immagine riflessa nello specchio non vedo più un’adolescente complessata per colpa del suo peso. Non vedo più una cicciona in lacrime, una ragazzina brufolosa che indossava le pancere per far felice sua madre. Non vedo più una quindicenne indifesa che odiava andare a scuola, perché i suoi compagni la insultavano e la facevano sentire sbagliata. Diversa. Ora ho davanti una donna determinata, forte e bella. Una donna in carriera, che gestisce ogni giorno milioni e milioni di dollari. Una donna a suo modo attraente, che riesce a conquistare gli uomini e a sentirsi desiderata. Ho anche trovato uno stile di abbigliamento che mette finalmente in evidenza il mio corpo, invece di farmi apparire un wurstel strozzato in un panino, e adesso sono davvero soddisfatta del mio aspetto. Mi sento attraente e sexy. Mi piaccio e non permetterò a nessuno, compresa a mia madre, di farmi sentire sbagliata o inadeguata. Di nuovo.

Annuisco, animata da un nuovo impeto di coraggio, e subito dopo addento la mia terza ciambella senza alcuna esitazione. Alla faccia tua, mamma. Poi lancio un’occhiata al mio portatile, che è posizionato sul tavolino di fronte al divano, e in seguito ad un breve riflessione mi decido a recuperarlo. Ignoro i personaggi che hanno ripreso a parlare in televisione e lo apro, mettendo la password e collegandomi immediatamente ad internet. Il mio obiettivo però non è quello di iniziare le fatidiche ricerche di mercato destinate al mio affare con Mr Reyes, al contrario voglio occuparmi della mia entusiasmante vita privata. Questa volta non è il vino a condizionarmi e nemmeno la mia assurda disperazione. No, questa volta mi lascio guidare semplicemente dalla rabbia e dall’eccesso di zuccheri nel mio sangue. Allora mi connetto al sito di incontri WithLove, faccio il login, vado nella casella delle e-mail e apro una nuova conversazione con RichieRich.

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Stupido, sciocco maschilista

Sai che c’è, RichieRich? Pensavo davvero che fossi una persona diversa. Un uomo con le palle, tanto per cambiare. Uno capace di intavolare una discussione civile, rispondere ad una stupida e-mail con un minimo di garbo e un briciolo di educazione. Uno pronto a dimostrarmi che il genere maschile non è formato solo da stupidi approfittatori malati di sesso, palloni gonfiati e Don Giovanni da strapazzo. Invece no, sei stato una vera delusione. Ma cosa mi aspettavo? Voi uomini siete tutti uguali: idioti, arroganti e assolutamente sicuri della vostra incredibile bellezza. Anche se a volte lasciate molte a desiderare, fammelo dire. Pensate davvero che qualsiasi ragazza sia disposta a cadere ai vostri piedi, sbavarvi dietro e vendersi l’anima pur di avervi? Pur di accontentarsi delle vostre briciole? Magari perché vi reputare attraenti, irresistibili e ricchi. Beh, non è così, mi dispiace deluderti!

Noi donne siamo gemme preziose, fiori delicati che devono essere accuditi con amore. Non ci accontentiamo mai di poco, preferiamo avere niente piuttosto che la mediocrità. Cerca di ricordarlo. Non siamo nemmeno delle bambole, delle galline o dei giocattoli! Possediamo invece caratteri forti e decisi, inoltre siamo molto determinate. Io probabilmente più di tutte. Ho trent’anni e so come funziona il mondo, ma ormai da tempo mi sono opposta a questo assurdo maschilismo che ancora esiste nella nostra società. Ne ho abbastanza. Non sono inferiore a nessuno: ho una vita colma di successi, lavoro meglio di tanti uomini che si vantano della loro inesistente bravura e non mi farò mettere i piedi in testa dall’ennesimo presuntuoso. Sai quanto coraggio mi ci è voluto per scriverti? Sai quanto tempo ho impiegato per trovare le parole giuste? Per non sentirmi patetica? Sai quanto è stato difficile per me aprirmi con un completo sconosciuto, mettere a nudo le mie debolezze? No, certo che non lo sai. Perché sei uno stupido, sciocco maschilista. Mi sono pentita di averti contatto, di aver creduto di aver trovato qualcuno di interessante su questo sito di incontri. Ma cosa mi è passato per la testa l’altra notte? Sono stata sincera e cosa ho ricevuto in cambio? Niente, né una parola né un misero messaggio per giustificare il tuo silenzio. Nemmeno un “mi dispiace, ma non sono alla tua altezza”. Perché sì, è questa la verità. Tu evidentemente non sei adatto a me. Credevo di aver toccato il fondo quando mi sono registrata su WithLove, ma ho capito che mi sbagliavo. Sei tu il mio fondo, il mio più grande errore. E sono stufa di restare delusa, di essere ferita. Perciò addio, RichieRich.

Ah, un’ultima cosa.

Vaffanculo.

 

Sorrido con soddisfazione e premo su INVIA, senza rileggere nemmeno la mia e-mail. In realtà il mio unico intento in questo momento è quello di sfogarmi e ci sono assolutamente riuscita, anche se forse sono stata un po’ troppo dura. Ma non mi interessa, perché ho scritto solo la verità. Non provo sensi di colpa. RichieRich è stato scorretto con me, un vero insensibile e un autentico maleducato. Si meritava assolutamente una bella ramanzina ed io sono stata più che felice di fargliela, infatti non posso fare a meno di ridere per un’altra manciata di secondi prima di riprendere il controllo delle mie emozioni. Sono entusiasta della mia iniziativa e sono fiera di me stessa, perché finalmente mi sono liberata da questa assurda sensazione di inferiorità e da questo disagio che mi accompagnava da giorni. Ora sono libera, perciò riprendo a guardare la TV con perfetta tranquillità e mi lecco le dita per pulirle dai residui dell’ultima ciambella.

Passa circa una mezz’ora prima che io avverta uno strano suono provenire dal mio computer, un bip che mi avverte dell’arrivo di un nuovo messaggio. Aggrotto le sopracciglia, poi osservo con attenzione lo schermo – dove c’è ancora aperta la pagina di WithLove – e mi soffermo a guardare il numero rosso che è appena comparso accanto al mio nickname. Allora torno sul mio account, clicco sull’icona della busta per capire chi possa avermi contattata e trattengo violentemente il respiro. Perché, contro tutte le mie aspettative, RichieRich mi ha risposto. Esito per qualche minuto, indecisa se leggere o meno il suo messaggio, ma alla fine mi impongo di non essere vigliacca. L’ho insultato, me la sono presa con lui e adesso devo leggere la sua replica. Almeno, rifletto, questa volta si è degnato di scrivermi. Forse ho sbagliato tattica quando l’ho contattato la prima volta.

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: Uno strano modo di approcciarsi

Sei sempre così carina con tutti i tuoi possibili corteggiatori? No, perché se è così non mi sorprende che tu sia ancora single…

 

Resto a bocca aperta e mi soffermo ad analizzare con attenzione le parole che sono allineate sul mio monitor, alterandomi con immediatezza quando mi riprendo dallo stupore e ne capisco il senso. Insomma, mi sta insultando. Lui, lo stesso incredibile maleducato che non mi si è nemmeno degnato di mandarmi un piccolo messaggio dopo la mia prima e-mail. Lui, che in pratica mi ha fatta sentire una nullità per tutto questo tempo e mi ha indotta a dubitare di me stessa. Lui, che mi ha costretta a ridurmi come una di quelle patetiche donne attaccate al cellulare in attesa di una risposta da parte dello stronzo di turno. Anche se mi ero ripromessa di non farlo. Lui, che oltretutto mi ha trattata come se fossi la patetica e struggente protagonista di un romanzetto d’amore. Una di quelle che aspetta solo di essere notata, perché essenzialmente è invisibile a chiunque e non possiede alcuna qualità. Una che poi deve pure mostrare gratitudine, visto che grazie all’eroe di turno diventa un magnifico cigno e smette finalmente di fare da tappezzeria ai grandi balli. Assurdo.   

In conclusione quest’uomo mi ha fatto mettere in discussione la mia autostima, le mie tattiche di seduzione, le mie capacità di femme fatale. Ed ora se ne esce così? Dopo la mia orgogliosa e-mail di chiusura?

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Ma sei serio?

Cioè, ma stai scherzando? Sono cinque giorni che aspetto una tua risposta dopo la mia bellissima confessione e tu mi rispondi in questo modo?

 

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: Mi stai davvero accusando?

Non ti è venuto in mente che forse non ti ho potuto rispondere perché ultimamente sono stato molto impegnato? Non so se questo può interessarti, dolcezza, ma io lavoro tutta la settimana. Tutti i giorni, tutte le ore. Sai, non ho tempo da perdere come te.

 

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Per caso hai il gene della maleducazione contenuto nel tuo DNA?

Anche io lavoro, cosa credi? Proprio questo giovedì ho avuto un incontro importantissimo, che potrebbe cambiare la mia intera esistenza e portarmi ai vertici della mia carriera! Eppure questo non mi ha impedito di occuparmi della mia vita privata, sarà che noi donne siamo multitasking e riusciamo a fare più cose contemporaneamente. Sì, non è colpa tua se sei limitato. Non dovrei stupirmi.

 

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: Quanti complimenti

Tesoro, sono un imprenditore. Ogni settimana devo partecipare ad una dozzina di riunioni, rispondere a centinaia di e-mail, controllare i miei investimenti, viaggiare in giro per il paese e combattere costantemente con persone dalla dubbia intelligenza. Mi sembra abbastanza ovvio che io non possa mettermi a controllare anche la posta elettronica di un sito di incontri al quale sono stato costretto ad iscrivermi. Ho altro a cui pensare, nonché cose molto più importanti di cui occuparmi!

 

Sbuffo, alzando gli occhi al cielo, e mi impongo di non ribattere alla sua provocazione. Non devo reagire, ma anzi mantenere il controllo. Forse adesso un po’ di respirazione e tecniche yoga mi farebbero comodo, perché devo gestire il mio stress e il mio imminente tsunami emozionale. Quindi prendo dei respiri profondi e penso di essere alle Maldive, mentre mi godo una vacanza irrealizzabile e bevo uno di quei deliziosi cocktail fruttati con l’ombrellino. Visualizza, Christine. Sì, se mi concentro mi sembra quasi di percepire i raggi del sole riscaldarmi la pelle. Il rumore delle onde, il profumo dell’oceano. Ah, il paradiso. Poi apro gli occhi, osservo il mio appartamento incasinato, mi rendo conto che il calore non proviene affatto dal sole tropicale ma è generato dalla luce azzurrognola proveniente dallo schermo del PC e tutta la magia svanisce. Puff, addio sogno. Tuttavia non mi lascio andare e non mi destabilizzo, perché sono consapevole che non posso continuare a comportarmi in questo modo. Perciò, anche se la sua accusa mi ha infastidita e mi sento trattata come un’incompetente, mantengo la calma. Non mi serve più fantasticare su vacanze utopistiche o drink serviti direttamente sulla spiaggia, perché adesso ho un obiettivo ben preciso da portare a termine: non scendere ai suoi livelli. Non devo mostrarmi sgarbata, infuriata ed infastidita. Insomma, non voglio dargli alcuna soddisfazione o fargli capire che le sue parole possono influenzare il mio stato d’animo. Gli darei troppo potere, mentre ora devo dargli l’impressione di essere assolutamente padrona della situazione e ostentare la mia superiorità. D'altronde sono una donna adulta, una promoter capace e tutt’altro che privilegiata. Inoltre, dopo aver affrontato Mrs McQueen e aver gestito con successo anche quel megalomane di Richard Reyes, non posso certamente perdere contro un maleducato come lui. 

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Va bene, ricominciamo da capo…

Forse non abbiamo iniziato con il piede giusto. Sì, ognuno ha i propri impegni. Sì, è possibile che tu non abbia avuto tempo di controllare il sito. Perciò sorvolerò sulla tua giustificabile mancanza di educazione e farò finta che questo scambio tra di noi non sia mai avvenuto. Detto questo, rimango comunque convinta che sarebbe un errore proseguire la nostra conoscenza. Io sono una donna bisognosa di attenzioni e tu un uomo troppo impegnato per darmele, quindi torna pure a contare i tuoi soldi e ad occuparti dei tuoi affari. È ovvio che siamo evidentemente incompatibile e non abbiamo niente in comune, a parte il nostro reciproco interesse per gli affari e l’andamento delle azioni in borsa. Perciò grazie per avermi risposto, adesso, e scusa si ti ho mandato a quel paese. Ti auguro ogni bene.

Choco.

 

Perfetto. Mi sono mostrata superiore, ragionevole e molto cordiale. Il mio messaggio è chiaro e sincero, inoltre sono felice di essermi svincolata da questa assurda corrispondenza virtuale. A quanto pare iscrivermi ad un sito di incontri non è stata una magnifica idea, però non ho perso le speranze. Troverò la persona giusta, prima o poi. Non devo demoralizzarmi. Probabilmente il fatidico incontro non avverrà sulla pagina di WithLove, ma in fin dei conti credo sia meglio così. Penso sia meglio avere a che fare con la vita vera. Non indossare maschere, non nascondermi dietro allo schermo di un computer e parlare con qualcuno di concreto. Forse potrei partecipare ad uno speed date! Discutere con un uomo per una manciata di minuti, mettere a confronto i nostri interessi, vedere se scatta la scintilla e nel frattempo bere un paio di bicchieri di vino. Poi, se durante la serata dovessi rendermi conto che il rapporto non decolla, potrei comunque scaricare il pretendente di turno senza troppi problemi e ubriacarmi per esorcizzare la delusione. Sì, potrei provare. In fin dei conti non è che io abbia molte altre alternative, quindi forse un appuntamento al buio è proprio quello che mi serve: posso mettermi in gioco, non prendermi troppo sul serio e affidarmi unicamente al destino.

Mi risveglio dai miei pensieri quando arriva un nuovo messaggio, che cattura subito il mio interesse. Allora incrocio le gambe, mi appoggio meglio allo schienale del sofà, sistemo il PC sulle mie ginocchia e spengo addirittura la televisione per concentrarmi su questo strano scambio di e-mail. Non dovrei farlo, ma ormai è troppo tardi per tirarmi indietro. D'altronde ho dato io il via a tutto questo.  

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: Bene, bene, bene.

Mi stai già archiviando? Rinunci così presto, dopo tutti i tuoi sforzi di contattarmi? Pensavo fossi più perseverante…

 

Leggo la sua risposta con molta concentrazione, rendendomi conto che RichieRich mi sta apertamente sfidando a concludere questa corrispondenza senza dargli nemmeno un’opportunità. Mi sta provocando. Mi sta mettendo alla prova, chissà per quale assurdo motivo o cosa vuole dimostrarmi. Io sinceramente ho proposto di concludere a priori questa conoscenza virtuale perché pensavo di ottenere la sua approvazione, considerati i nostri ultimi messaggi e la nostra apparente mancanza di compatibilità, invece lui sembra non voler accettare la mia proposta. In realtà vuole addirittura proseguire il nostro rapporto telematico, ma non riesco a capire cosa desidera ottenere. Per quale ragione tiene così tanto a questa nostra ipotetica conoscenza? Forse è una questione di orgoglio? Perché adesso sono diventata una stimolante sfida?  Insomma fino ad un secondo fa sembrava non sopportarmi e mi stava addirittura insultando, invece adesso ha improvvisamente cambiato idea e ha rivalutato la sua opinione. È possibile che sia seriamente interessato a me? Era davvero impegnato in questi giorni, oppure la sua era una tattica per lasciarmi con il fiato sospeso e far aumentare la mia curiosità nei suoi confronti? Non lo capisco e la cosa mi spaventa, perché sono abituata a calcolare i rischi e ad avere tutto sotto controllo.

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: È un capriccio?

Perché? Tu vorresti continuare a conoscermi?

 

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: È un problema?

Sto considerando l’idea. D’altronde stiamo messaggiando da un paio di minuti e ormai abbiamo ampiamente rotto il ghiaccio, in effetti siamo arrivati perfino al punto in cui ci rivolgiamo insulti a vicenda. Potremmo quasi definirci intimi, mia cara Choco. Poi grazie a te ho scoperto di essere un misogino, un maleducato, uno stupido, uno come tanti... aggiungi pure i miei pregi mancanti, perché se devo essere sincero non li ho letti tutti. Sai, non volevo correre il rischio di far aumentare in modo sproporzionato la mia autostima. Ma è sempre bello conoscere nuovi aspetti di se stessi. Perciò non capisco per quale motivo adesso dovremmo rinunciare alla possibilità di sentirci ancora, anzi come hai detto tu stessa pochi attimi fa abbiamo addirittura qualcosa in comune. È già un buon inizio, non credi? Partiamo avvantaggiati.

 

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Sono perplessa

Non riesco a capire se sei serio o se mi stai prendendo in giro…

 

 

Da: RichieRich

A: ChocolateDonut

Oggetto: Serietà è il mio secondo nome

Devi solo dire sì. Cos’hai da perdere? Oltretutto, dopo tutta l’enfasi con cui mi hai scritto, è un peccato mollare e rinunciare proprio ora. Lasciati andare, Choco, e vediamo dove ci porta tutto questo. Forse non ti canterò mai Perfect di Ed Sheeran e non verrò sotto il tuo balcone per farti una dichiarazione in stile shakespeariano, ma per il resto sono pronto a conoscerti e ad apprezzarti per quella che sei. Intanto iniziamo come amici, ti va?

 

Sbatto un paio di volte le palpebre, cercando di capire se sto sognando o se davvero RichieRich mi ha appena proposto di continuare a scambiarci e-mail. Diventare amici. Il suo ultimo riferimento mi fa comunque capire che ha letto la mia presentazione e questo gioca a suo favore, ma non so se posso fidarmi di lui. Certo, adesso ha guadagnato qualche punto. Però non posso dimenticare che mi ha anche ignorata per giorni. E se dovesse ricapitare? Se dovesse cominciare a piacermi e poi finisse puntualmente per deludermi? È vero, ho sopportato tante insoddisfazioni nella mia vita e sono andata incontro a diversi fallimenti. Ormai sono un’esperta di storie finite male, di aspettative deluse e relazioni rovinate. Sono stanca di dare fiducia sempre alla persona sbagliata e di essere trattata alla fine come una donna facile da rimpiazzare. Una donna non indispensabile non adatta. Tuttavia è anche vero che RichieRich ha accettato il mio sfogo, i miei insulti e i miei rifiuti senza scomporsi in maniera eccessiva. Anzi, mi ha risposto per le rime. Si è fatto valere e non si è tirato indietro, quando avrebbe potuto facilmente scaricarmi e considerarmi un’isterica. Invece non mi ha assecondata, dimostrandosi un uomo senza attributi e sottomesso. Non si è nemmeno finto gentile con l’intento di rabbonirmi e portarmi a letto, non ha trovato giustificazioni ridicole per scusare le sue mancanze e mi ha dimostrato di non essere un codardo. È stato onesto, coerente e razionale. Mi ha affrontato apertamente. Non ha fatto alcun riferimento sessuale, non mi ha trattata male e mi ha bonariamente presa in giro. Ha scherzato con me, facendomi sentire di nuovo libera e leggera. Libera di essere me stessa, con i miei sbalzi d’umore e le mie idee. La ragazza con problemi di peso e mille insicurezze, che però è anche forte e decisa. Libera di non nascondermi dietro frasi carine per apparire più accomodante, in modo da accontentare l’uomo di turno e non giocarmi la mia opportunità. E mi sono sentita leggera, come una ragazzina ingenua alla sua prima cotta. Senza pensieri, complicazioni e imbarazzi. Non mi conosce di persona, non sa come sono fatta e non devo mostrarmi all’altezza di assurde aspettative. Non ho niente da perdere, non devo espormi e non sono obbligata ad incontrarlo. Oltretutto se con il tempo dovessi trovarlo poco interessante o se approfondita la nostra conoscenza dovessi rendermi conto della nostra incompatibilità, potrei benissimo chiudere la nostra storia senza eccessivi sensi di colpa o inadeguate giustificazioni. Al contrario potrei tranquillamente continuare la mia ricerca dell’uomo perfetto per me e nel frattempo potremmo addirittura restare amici, continuando a messaggiare senza alcun impegno. È una situazione vantaggiosa e sarei una sciocca a rifiutare, anche il mio infallibile istinto di promoter mi suggerisce di rischiare e puntare su di lui. Certo, dovrò investire il mio tempo e molte risorse. Però qualcosa mi suggerisce che niente andrà sprecato e otterrò comunque qualcosa, che sia una relazione o un’amicizia. Potrei perfino suggerirgli di passare dalla mia azienda e diventare mio cliente, sempre se arriverò al punto di rivelargli informazioni tanto importanti sulla mia vita privata. Allora, dopo aver valutato attentamente i pro e i contro della faccenda, mi decido ad agire. Dunque annuisco con rinnovata sicurezza, digito velocemente la mia risposta e mi lascio scappare un sorriso. Questa storia sarà molto interessante.

 

Da: ChocolateDonut

A: RichieRich

Oggetto: Tentar non nuoce

Ok, ci sto.

 

   
 
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