IV.
UN’ASSURDA CORRISPONDENZA
VIRTUALE.
Sabato mattina mi sveglio in pratica quasi all’ora
di pranzo, confermando in questo modo la mia pigrizia e la mia voglia di
godermi con tutta tranquillità il tanto agognato week-end. In effetti durante
la settimana mi alzo regolarmente alle sette, in modo da potermi preparare con
calma e andare a fare un’abbondante colazione nella mia pasticceria preferita
prima di recarmi a lavoro, ma se devo essere sincera è un vero sacrificio per
me impostare la sveglia ad un orario tanto assurdo. Se dipendesse dalla sottoscritta,
devo ammettere che non uscirei assolutamente dal letto così presto. Tuttavia
sono costretta, perché per raggiungere il mio ufficio devo anche prendere la
metropolitana e quindi sono obbligata a calcolare attentamente i miei
spostamenti per evitare di arrivare in ritardo.
In realtà io potrei benissimo presentarmi in studio
pure più tardi, visto che non timbro alcun cartellino per annotare la mia
presenza e non ricevo comunque i miei clienti prima delle nove. Però la nostra
politica aziendale ci obbliga a recarci in ufficio con un’ora in anticipo nel
caso in cui dovessero tenersi eventuali riunioni con i dirigenti e di
conseguenza, se voglio mantenere il mio posto di lavoro e non suscitare
soprattutto la collera di Mr Micols, mi devo attenere necessariamente al
regolamento della società. È abbastanza raro dunque che durante i normali
giorni feriali possa beneficiare di meritati momenti di riposo mattutino,
perciò quando capita mi trasformo in una vera pantofolaia e faccio invidia
perfino alla Bella Addormentata. In sostanza, come dice sempre mio padre per
prendermi in giro, dormo più dei materassi.
Ma la sensazione di stare al caldo sotto le coperte
e non di non avere alcun pensiero assillante su cui concentrarmi è davvero
impagabile, quindi non è sempre facile per me abbandonare quel bozzolo
protettivo senza lamentarmi o protestare. Perché so che appena scosterò le
lenzuola dal mio corpo non solo morirò di freddo, ma dovrò anche tornare alla
vita vera. Quella in cui devo pagare le bollette, preoccuparmi dell’affitto,
risolvere i miei problemi esistenziali e discutere con mia madre. Dunque mi
sembra abbastanza palese da cosa dipenda il mio odio nei confronti della
sveglia: tanto per iniziare quel fastidioso suono ripetitivo infrange i miei
sogni, poi mi obbliga ad affrontare la realtà e infine mi introduce in un nuovo
giorno fatto di potenziali delusioni. Meglio stare a letto, rannicchiarsi sotto
le lenzuola ed illudersi di poter sfuggire a questo mondo crudele. Però le cose
cambiano quando arriva il week-end, perché finalmente si può pensare solo a se
stessi e al proprio benessere. Per questo motivo i miei fine settimana sono
programmati totalmente all’insegna dell’ozio e la mia giornata di solito si
svolge in maniera abbastanza semplice: mi alzo ad orari assurdi, subito dopo
faccio colazione – o addirittura direttamente il pranzo – con un paio di donuts al cioccolato comprati venerdì
sera al negozio di Maggie, mi rilasso poi sul divano e alla fine passo tutto il
pomeriggio guardando la televisione. Così recupero gli episodi delle serie che
ho lasciato in sospeso, mettendomi in pari e preoccupandomi successivamente di
leggere gli spoiler delle prossime
puntate. Ogni tanto invece, quando devo soddisfare la mia parte masochista,
dedico il sabato sera allo yoga. Ottengo comunque scarsi risultati, visto che
non sono assolutamente portata per lo sport e non sono nemmeno molto
coordinata. Ma la mia ritrosia nei confronti di questa particolare pratica
meditativa dipende soprattutto dal fatto che non riesco proprio a capire come
stare a testa in giù per un quarto d’ora possa aprire i miei chakra, liberarmi
dallo stress e dalle sensazioni negative che affollano la mia mente.
Sinceramente continuo a farlo solo perché, durante il mio periodo di shopping
compulsivo e terapeutico post rottura con Tom, ho speso centinaia di dollari
comprando tappetini e corsi videoregistrati. È un peccato quindi non sfruttarli.
Alcuni week-end infine li trascorro coccolandomi davvero: faccio un bel bagno
rilassante, sistemo una decina di candele profumate sul bordo della vasca e
sorseggio vino direttamente dalla bottiglia. Niente TV, niente tecnologia e
niente guide spirituali che mi consigliano di assumere posizione assurde per
scogliere muscoli potenzialmente inesistenti. Siamo solo io, l’acqua calda, la
schiuma bianca, un buon libro e dell’ottimo vino rosso. Quando finisco passo
poi a ricoprire il mio corpo con delicate creme alla fragola ed intanto indosso
una qualche maschera idratante, acquistata dopo aver visto miracolosi spot
pubblicitari che mi illudono di poter avere un viso brillante proprio come
quello delle modelle. È piuttosto raro invece che mi dedichi alle pulizie, ma
capita che nei periodi morti – mentre aspetto magari che l’ennesima maschera
antirughe faccia effetto o che lo smalto ai piedi si asciughi – mi venga voglia
di riordinare il mio armadio. Allora sistemo i vestiti che ho ritirato dalla
lavanderia durante i pomeriggi precedenti, dopo essere uscita dall’ufficio.
Certe volte cambio addirittura le lenzuola e lucido i soprammobili con qualche
prodotto recuperato a caso dall’armadietto del bagno, sebbene sia davvero
inconsueto per me occuparmi delle faccende domestiche durante i miei giorni di
pausa lavorativa. Anche questa mattina quindi non è un’eccezione e quando mi
sveglio non posso fare a meno di pregustarmi la mia imminente giornata di
relax, rigirandomi all’inizio sul letto e decidendomi poi di alzarmi per fare
una doccia quando mi rendo conto che sono le undici passate. Non posso perdere
troppo tempo, perché voglio portarmi avanti con le ricerche per Mr Reyes e
soprattutto devo recuperare le sitcom che ho lasciato in sospeso lo scorso fine
settimana. Mi stiracchio allora come un gatto, mugolo qualche parola senza
senso e trovo il coraggio di lasciare finalmente le mie calde coperte. Mi
ritrovo perciò a mezzogiorno ad ingozzarmi di ciambelle, seduta sul mio sofà.
Per l’occasione indosso una comoda tuta grigia di flanella, ho legato i capelli
in un comodo chignon e porto ai piedi delle simpatiche pantofole a forma di
cagnolino. Niente potrebbe rovinare questo momento di tranquillità, a parte
ovviamente il suono del mio cellulare.
Sbuffo, chinandomi verso il tavolino per recuperare
il mio telefono, e controllo subito chi è la persona che ha osato disturbarmi.
Quando vedo la scritta “Mamma” sul
display sono quasi tentata di non rispondere, ma so già che i miei tentativi di
ignorarla risulterebbero inutili. Mia madre infatti sarebbe in grado di restare
attaccata alla cornetta fino a questa sera pur di parlarmi ed io sinceramente
non ho alcuna voglia di mandare in tilt la mia segreteria telefonica a causa
della sua insistenza, perciò non mi oppongo al destino e premo il tasto verde.
«Pronto» borbotto, preparandomi ad affrontare la
nostra imminente discussione.
«Ciao, tesoro» inizia lei, apparendo stranamente docile e
pimpante. «Come stai?» mi chiede
subito dopo, accertandosi del mio stato di salute.
«Bene» mi limito a replicare, sorvolando sulla mia
frustrazione e sui motivi che mi hanno portata in questi giorni ad essere così
irritata. Anche se non è poi tanto difficile capire la causa del mio malumore:
in effetti è tutta colpa dell’incontro avvenuto con Richard Reyes, nonché degli
avvenimenti che si sono susseguiti proprio in seguito al mio colloquio con il
diretto interessato. Sono stata rimproverata duramente dal mio capo per non
aver concluso subito il contratto, rischiando di mandare a monte la mia unica
possibilità. Mr Micols non si è rassicurato nemmeno quando gli ho riferito del
mio prossimo appuntamento con Richard e anzi mi ha detto che, nel caso in cui
mi fossi lasciata sfuggire questa enorme occasione, avrei rimpianto i tempi in
cui ero una semplice stagista. Lui voleva dare lustro al nostro ufficio, ma ci
sarebbe riuscito solo se Mr Billionaire si fosse deciso ad apporre la sua firma
accanto alla mia su un documento ufficiale. Ma se devo essere onesta c’è
un’altra ragione alla base del mio nervosismo e questa non riguarda affatto il
mio lavoro, la verità è che non ho ancora ricevuto alcuna risposta da RichieRich e adesso quindi sono
esattamente cinque giorni che mi ignora. Perciò mi sento sempre più umiliata,
furiosa e depressa. Anche se in teoria non dovrei darci alcun peso, alcuna
importanza. Invece ci tengo troppo e questo mi dà ancora più fastidio, perché
un tale maleducato non dovrebbe meritare la mia considerazione. «Voi?» mi
accerto in seguito, risvegliandomi dai miei pensieri e concentrandomi sui miei
genitori.
«Tutto a posto» commenta Samantha, tranquillizzandomi. «Tuo padre sembra essersi ripreso grazie
alla nuova cura che gli ha prescritto il Dottor Maison e sta molto meglio da
quando ha cominciato la sua dieta ipocalorica» mi informa, mettendomi al
corrente della situazione. Papà è un soggetto a rischio infarto e ultimamente
non è stato bene, perciò mia madre lo ha portato subito da un cardiologo e lo
ha messo a stecchetto. Niente più dolci, niente più bistecche, niente più
hamburger e soprattutto niente più birra. Ora mangia solo pane integrale,
minestre di verdura, cavolfiore bollito e pollo arrosto. Ovviamente senza sale,
senza olio e altri condimenti. Per quanto la cosa mi faccia soffrire,
considerato che mio padre è sempre stato un fervido sostenitore del cibo
americano e di ogni schifezza commercializzata nei supermercati, non posso
negare che questa volta mi trovo pienamente d’accordo con mia madre.
Papà deve stare attento alla sua alimentazione, al
suo stile di vita e alla sua salute. Perciò dovrà sopportare ancora per molto
le pietanze insapori propinategli dalla mamma e inoltre dovrà continuare
regolarmente con i suoi esercizi fisici, dimenticandosi il divano. Io per
sfortuna ho ereditato tutto da lui, infatti ho sia la sua costituzione fisica
sia le sue brutte abitudini. Però sto cercando di cambiare e sto seguendo una
dieta equilibrata, sebbene continui a strafogarmi di ciambelle. Ma a quelle non
posso assolutamente rinunciare, soprattutto per la mia sanità mentale. Sono il
mio antistress personale, nonché il mio antidepressivo naturale. «Sai, cara, Edward ha appena divorziato da
sua moglie» continua Samantha, sospirando con fare afflitto e riferendosi
ancora al medico. «È un uomo talmente
dolce e disponibile che non capisco proprio quale possa essere stato il motivo
della loro separazione».
«Non credo siano affari nostri» affermo, preparandomi
inoltre alla sua prossima risposta. Perché so già dove andrà a parare, ormai la
conosco troppo bene.
«Dovresti proporgli di
uscire» dichiara
infatti, provando a coinvolgermi in un altro suo assurdo piano per accasarmi. «Penso proprio che sia la persona giusta per
te» continua, cercando di convincermi.
«E scommetto che a lui farebbe davvero piacere conoscerti meglio, in effetti
quando ci incontriamo non facciamo altro che parlare di te» conclude,
adulandomi. I suoi palesi tentativi di trovarmi un uomo stanno diventando
davvero patetici, imbarazzanti ed umilianti. Inoltre sono consapevole che
quando mia madre dice “non facciamo altro
che parlare di te” le cose non stanno esattamente in questo modo, ma anzi è
tutto il contrario. Significa soltanto che lei rimbambisce di chiacchiere il
povero malcapitato di turno, il quale ovviamente si ritrova del tutto
impreparato al suo assalto verbale e non ha la minima idea di come reagire
davanti alla prospettiva di essere stato scelto come potenziale genero.
«Mamma, voglio ricordarti che il Dottor Maison ha
più di cinquant’anni e un figlio della mia età che gli ha già dato dei nipoti»
le ricordo con calma, contenendo il mio fastidio. «Sono troppo giovane per
essere considerata una nonna, senza contare poi che non è affatto il mio tipo»
aggiungo, stroncando sul nascere le sue speranze.
«Tesoro, sarà anche
stempiato e un po’ grandetto» comincia, parlandomi con un tono condiscendete.
Come se fossi una bambina capricciosa, cocciuta ed irragionevole. La cosa
tuttavia non mi stupisce, perché ormai da anni mi tratta in questo modo. «Ma considerata la tua… condizione… dovresti
accontentarti» continua, cercando il termine adatto per descrivermi.
Sospiro, trattenendomi a stento dal gridarle contro e sfogare su di lei tutta
la mia frustrazione. Ma è anche vero che mia madre purtroppo fa parte della
vecchia generazione, quella in cui se non sfornavi un figlio al massimo a
venticinque anni potevi considerarti in pratica una zitella. Una gallina
vecchia. Per lei non vedermi ancora sposata è una vergogna, perché ho già
superato abbondantemente l’età giusta per procreare e secondo la sua filosofia
a quanto pare non ho alcuna speranza ormai di crearmi una famiglia. La odio
quando ragiona in questo modo. Mi fa sentire patetica, inadatta e decrepita. «È un uomo piacevole, maturo e cordiale» prosegue,
descrivendo le qualità di Gregory.
«Allora sposatelo tu» borbotto, non riuscendo a
trattenermi.
«Christine, lo sai che
voglio soltanto aiutarti» si giustifica lei, trattandomi come un caso perso. «Lo faccio per il tuo bene» afferma, iniziando a piagnucolare. «Non voglio che resti sola» riprende,
confidandomi la sua più grande paura. «E
vista la tua età, il tuo peso e il tuo carattere indipendente non so se
riuscirai mai a trovare qualcuno» finisce, continuando ad insultarmi e
lasciando volatilizzare così la mia comprensione.
«Ho trent’anni, mamma, non cento!» esclamo con
risentimento, alterandomi e mandando a monte il mio piano di restare
tranquilla. Di essere padrona della situazione. Però è difficile, perché lei
tocca argomenti troppo delicati per il mio equilibrio psicologico. «E il mio
peso è perfettamente nella norma» ribadisco, stringendo con forza i pugni e
lanciando un’occhiata disperata ai miei donuts.
Adesso sento proprio il bisogno di addentarne uno e sfruttare gli effetti
antidepressivi del cioccolato, altrimenti rischio di avere una crisi isterica o
peggio ancora corro il pericolo di mettermi a piangere. Loro però non mi
deludono mai, sono sempre disposti a consolarmi ed ignorano costantemente le
mie imperfezioni. Mi accettano per quella che sono: una trentenne a volte un
po’ bisbetica, in sovrappeso, con qualche piccolo problema di autostima e con
evidenti complessi nel rapporto con sua madre.
«Tesoro, non sei mai
stata nella norma» rincara la
mia interlocutrice, non capendo il mio stato d’animo.
«Sei sempre molto gentile, grazie» commento
ironicamente, storcendo le labbra in una smorfia. «Ora devo proprio lasciarti,
ho del lavoro da sbrigare. Salutami papà» la saluto in modo frettoloso,
trovando una scusa convincente per interrompere la nostra discussione e non
aspettando nemmeno la sua risposta prima di chiudere la chiamata.
In realtà so che non dovrei restarci male a causa
delle sue parole e ormai dovrei essermi addirittura abituata ai suoi commenti
tutt’altro che carini, d’altronde è da quando ho compiuto quindici anni e mi è
cresciuto il seno che mia madre fa riferimenti offensivi riguardo al mio corpo.
Mi ha sempre fatta sentire a disagio per colpa dei miei fianchi larghi, del mio
sedere abbondante e della mia pancia morbida. Non ha mai perso tempo nel
rimproverarmi, anche davanti ai nostri parenti e ai miei amici, quando mi
strafogavo di dolci o eccedevo con il cibo. Inoltre durante la mia adolescenza
mi ha imposto diete assurde, visite dietologiche e pomeriggi in palestra. Ormai
la conosco, so che è delusa per la mia forma. Perché sono grassa, non le
assomiglio e sono una delusione. Sì, mi vuole bene, ma per lei non sono
perfetta. Non sono una figlia modello. Per questo, quando ci sentiamo o ci
troviamo a pranzo insieme la domenica, cerco puntualmente di ignorare le sue
parole. Tuttavia certe volte, soprattutto quando affronto un periodo complicato
o riaffiorano le mie insicurezze, mi fa soffrire sapere che perfino lei mi
trova orrenda. Insomma, non sarò una bellezza tradizionale, ma anche io ho i
miei punti di forza. Poi non credo che delle tette prosperose e dei fianchi abbondanti
mi rendano tanto brutta, anzi a certi uomini piace avere qualcosa da toccare e
a cui aggrapparsi durante il sesso. Ci sono voluti anni per farmi accettare il
mio corpo e per sentirmi a mio agio con le mie curve, per non avere paura di
guardarmi allo specchio e per superare il timore di andare a fare shopping. Non
capisco invece perché mia madre debba sfruttare ogni occasione per denigrarmi,
per ricordarmi il mio peso e mettermi in imbarazzo. Non riesco a comprendere
perché non mi faccia mai un complimento, perché non sia orgogliosa dei miei
traguardi a prescindere dal mio aspetto fisico, perché continui a comprare
riviste nutrizionali con il solo scopo di regalarmele e farmi sentire un’obesa.
Forse per lei è difficile mettersi l’anima in pace, ma la verità è che non sarò
mai la sua esatta fotocopia.
Non potrò mai avere il suo corpo longilineo, le sue
braccia gracili, le sue lunghe gambe da ballerina e il suo ventre piatto.
Inoltre, considerando obiettivamente la mia costituzione fisica, è ovvio che
non potrò mai diventare magra come una sottiletta. Come una modella anoressica,
che mangia solo insalate e mele. In realtà io ho preso da mio padre: ho
ereditato le sue guance paffute, la sua pancia burrosa, le sue cosce carnose,
il suo sedere e la sua prorompenza. Ma va bene così. Le mie curve attirano gli sguardi,
anche se non sempre quelli lusinghieri, e quando oggi mi ritrovo a studiare la
mia immagine riflessa nello specchio non vedo più un’adolescente complessata
per colpa del suo peso. Non vedo più una cicciona in lacrime, una ragazzina
brufolosa che indossava le pancere per far felice sua madre. Non vedo più una
quindicenne indifesa che odiava andare a scuola, perché i suoi compagni la
insultavano e la facevano sentire sbagliata. Diversa. Ora ho davanti una donna
determinata, forte e bella. Una donna in carriera, che gestisce ogni giorno
milioni e milioni di dollari. Una donna a suo modo attraente, che riesce a
conquistare gli uomini e a sentirsi desiderata. Ho anche trovato uno stile di
abbigliamento che mette finalmente in evidenza il mio corpo, invece di farmi
apparire un wurstel strozzato in un panino, e adesso sono davvero soddisfatta
del mio aspetto. Mi sento attraente e sexy. Mi piaccio e non permetterò a
nessuno, compresa a mia madre, di farmi sentire sbagliata o inadeguata. Di
nuovo.
Annuisco, animata da un nuovo impeto di coraggio, e
subito dopo addento la mia terza ciambella senza alcuna esitazione. Alla faccia tua, mamma. Poi lancio
un’occhiata al mio portatile, che è posizionato sul tavolino di fronte al
divano, e in seguito ad un breve riflessione mi decido a recuperarlo. Ignoro i
personaggi che hanno ripreso a parlare in televisione e lo apro, mettendo la
password e collegandomi immediatamente ad internet. Il mio obiettivo però non è
quello di iniziare le fatidiche ricerche di mercato destinate al mio affare con
Mr Reyes, al contrario voglio occuparmi della mia entusiasmante vita privata.
Questa volta non è il vino a condizionarmi e nemmeno la mia assurda
disperazione. No, questa volta mi lascio guidare semplicemente dalla rabbia e
dall’eccesso di zuccheri nel mio sangue. Allora mi connetto al sito di incontri
WithLove, faccio il login, vado nella
casella delle e-mail e apro una nuova conversazione con RichieRich.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Stupido, sciocco maschilista
Sai che c’è,
RichieRich? Pensavo davvero che fossi una persona diversa. Un uomo con le
palle, tanto per cambiare. Uno capace di intavolare una discussione civile,
rispondere ad una stupida e-mail con un minimo di garbo e un briciolo di
educazione. Uno pronto a dimostrarmi che il genere maschile non è formato solo
da stupidi approfittatori malati di sesso, palloni gonfiati e Don Giovanni da
strapazzo. Invece no, sei stato una vera delusione. Ma cosa mi aspettavo? Voi
uomini siete tutti uguali: idioti, arroganti e assolutamente sicuri della
vostra incredibile bellezza. Anche se a volte lasciate molte a desiderare,
fammelo dire. Pensate davvero che qualsiasi ragazza sia disposta a cadere ai
vostri piedi, sbavarvi dietro e vendersi l’anima pur di avervi? Pur di
accontentarsi delle vostre briciole? Magari perché vi reputare attraenti,
irresistibili e ricchi. Beh, non è così, mi dispiace deluderti!
Noi donne siamo gemme
preziose, fiori delicati che devono essere accuditi con amore. Non ci
accontentiamo mai di poco, preferiamo avere niente piuttosto che la mediocrità.
Cerca di ricordarlo. Non siamo nemmeno delle bambole, delle galline o dei
giocattoli! Possediamo invece caratteri forti e decisi, inoltre siamo molto
determinate. Io probabilmente più di tutte. Ho trent’anni e so come funziona il
mondo, ma ormai da tempo mi sono opposta a questo assurdo maschilismo che
ancora esiste nella nostra società. Ne ho abbastanza. Non sono inferiore a
nessuno: ho una vita colma di successi, lavoro meglio di tanti uomini che si
vantano della loro inesistente bravura e non mi farò mettere i piedi in testa
dall’ennesimo presuntuoso. Sai quanto coraggio mi ci è voluto per scriverti?
Sai quanto tempo ho impiegato per trovare le parole giuste? Per non sentirmi
patetica? Sai quanto è stato difficile per me aprirmi con un completo
sconosciuto, mettere a nudo le mie debolezze? No, certo che non lo sai. Perché
sei uno stupido, sciocco maschilista. Mi sono pentita di averti contatto, di
aver creduto di aver trovato qualcuno di interessante su questo sito di
incontri. Ma cosa mi è passato per la testa l’altra notte? Sono stata sincera e
cosa ho ricevuto in cambio? Niente, né una parola né un misero messaggio per
giustificare il tuo silenzio. Nemmeno un “mi dispiace, ma non sono alla tua
altezza”. Perché sì, è questa la verità. Tu evidentemente non sei adatto a me.
Credevo di aver toccato il fondo quando mi sono registrata su WithLove, ma ho
capito che mi sbagliavo. Sei tu il mio fondo, il mio più grande errore. E sono
stufa di restare delusa, di essere ferita. Perciò addio, RichieRich.
Ah, un’ultima cosa.
Vaffanculo.
Sorrido con soddisfazione e premo su INVIA, senza
rileggere nemmeno la mia e-mail. In realtà il mio unico intento in questo
momento è quello di sfogarmi e ci sono assolutamente riuscita, anche se forse
sono stata un po’ troppo dura. Ma non mi interessa, perché ho scritto solo la
verità. Non provo sensi di colpa. RichieRich
è stato scorretto con me, un vero insensibile e un autentico maleducato. Si
meritava assolutamente una bella ramanzina ed io sono stata più che felice di
fargliela, infatti non posso fare a meno di ridere per un’altra manciata di
secondi prima di riprendere il controllo delle mie emozioni. Sono entusiasta
della mia iniziativa e sono fiera di me stessa, perché finalmente mi sono
liberata da questa assurda sensazione di inferiorità e da questo disagio che mi
accompagnava da giorni. Ora sono libera, perciò riprendo a guardare la TV con
perfetta tranquillità e mi lecco le dita per pulirle dai residui dell’ultima
ciambella.
Passa circa una mezz’ora prima che io avverta uno
strano suono provenire dal mio computer, un bip
che mi avverte dell’arrivo di un nuovo messaggio. Aggrotto le sopracciglia, poi
osservo con attenzione lo schermo – dove c’è ancora aperta la pagina di WithLove – e mi soffermo a guardare il
numero rosso che è appena comparso accanto al mio nickname. Allora torno sul
mio account, clicco sull’icona della busta per capire chi possa avermi
contattata e trattengo violentemente il respiro. Perché, contro tutte le mie
aspettative, RichieRich mi ha
risposto. Esito per qualche minuto, indecisa se leggere o meno il suo
messaggio, ma alla fine mi impongo di non essere vigliacca. L’ho insultato, me
la sono presa con lui e adesso devo leggere la sua replica. Almeno, rifletto,
questa volta si è degnato di scrivermi. Forse ho sbagliato tattica quando l’ho
contattato la prima volta.
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: Uno strano modo di approcciarsi
Sei sempre così carina
con tutti i tuoi possibili corteggiatori? No, perché se è così non mi sorprende
che tu sia ancora single…
Resto a bocca aperta e mi soffermo ad analizzare
con attenzione le parole che sono allineate sul mio monitor, alterandomi con
immediatezza quando mi riprendo dallo stupore e ne capisco il senso. Insomma,
mi sta insultando. Lui, lo stesso incredibile maleducato che non mi si è
nemmeno degnato di mandarmi un piccolo messaggio dopo la mia prima e-mail. Lui,
che in pratica mi ha fatta sentire una nullità per tutto questo tempo e mi ha
indotta a dubitare di me stessa. Lui, che mi ha costretta a ridurmi come una di
quelle patetiche donne attaccate al cellulare in attesa di una risposta da
parte dello stronzo di turno. Anche se mi ero ripromessa di non farlo. Lui, che
oltretutto mi ha trattata come se fossi la patetica e struggente protagonista
di un romanzetto d’amore. Una di quelle che aspetta solo di essere notata,
perché essenzialmente è invisibile a chiunque e non possiede alcuna qualità.
Una che poi deve pure mostrare gratitudine, visto che grazie all’eroe di turno
diventa un magnifico cigno e smette finalmente di fare da tappezzeria ai grandi
balli. Assurdo.
In conclusione quest’uomo mi ha fatto mettere in
discussione la mia autostima, le mie tattiche di seduzione, le mie capacità di femme fatale. Ed ora se ne esce così?
Dopo la mia orgogliosa e-mail di chiusura?
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Ma sei serio?
Cioè, ma stai
scherzando? Sono cinque giorni che aspetto una tua risposta dopo la mia
bellissima confessione e tu mi rispondi in questo modo?
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: Mi stai davvero accusando?
Non ti è venuto in
mente che forse non ti ho potuto rispondere perché ultimamente sono stato molto
impegnato? Non so se questo può interessarti, dolcezza, ma io lavoro tutta la
settimana. Tutti i giorni, tutte le ore. Sai, non ho tempo da perdere come te.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Per caso hai il gene della maleducazione contenuto nel tuo DNA?
Anche io lavoro, cosa
credi? Proprio questo giovedì ho avuto un incontro importantissimo, che
potrebbe cambiare la mia intera esistenza e portarmi ai vertici della mia
carriera! Eppure questo non mi ha impedito di occuparmi della mia vita privata,
sarà che noi donne siamo multitasking e riusciamo a fare più cose
contemporaneamente. Sì, non è colpa tua se sei limitato. Non dovrei stupirmi.
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: Quanti complimenti
Tesoro, sono un
imprenditore. Ogni settimana devo partecipare ad una dozzina di riunioni,
rispondere a centinaia di e-mail, controllare i miei investimenti, viaggiare in
giro per il paese e combattere costantemente con persone dalla dubbia
intelligenza. Mi sembra abbastanza ovvio che io non possa mettermi a
controllare anche la posta elettronica di un sito di incontri al quale sono
stato costretto ad iscrivermi. Ho altro a cui pensare, nonché cose molto più
importanti di cui occuparmi!
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo, e mi impongo di
non ribattere alla sua provocazione. Non devo reagire, ma anzi mantenere il
controllo. Forse adesso un po’ di respirazione e tecniche yoga mi farebbero
comodo, perché devo gestire il mio stress e il mio imminente tsunami
emozionale. Quindi prendo dei respiri profondi e penso di essere alle Maldive,
mentre mi godo una vacanza irrealizzabile e bevo uno di quei deliziosi cocktail
fruttati con l’ombrellino. Visualizza,
Christine. Sì, se mi concentro mi sembra quasi di percepire i raggi del
sole riscaldarmi la pelle. Il rumore delle onde, il profumo dell’oceano. Ah, il paradiso. Poi apro gli occhi,
osservo il mio appartamento incasinato, mi rendo conto che il calore non
proviene affatto dal sole tropicale ma è generato dalla luce azzurrognola
proveniente dallo schermo del PC e tutta la magia svanisce. Puff, addio sogno. Tuttavia non mi
lascio andare e non mi destabilizzo, perché sono consapevole che non posso
continuare a comportarmi in questo modo. Perciò, anche se la sua accusa mi ha
infastidita e mi sento trattata come un’incompetente, mantengo la calma. Non mi
serve più fantasticare su vacanze utopistiche o drink serviti direttamente
sulla spiaggia, perché adesso ho un obiettivo ben preciso da portare a termine:
non scendere ai suoi livelli. Non devo mostrarmi sgarbata, infuriata ed
infastidita. Insomma, non voglio dargli alcuna soddisfazione o fargli capire
che le sue parole possono influenzare il mio stato d’animo. Gli darei troppo
potere, mentre ora devo dargli l’impressione di essere assolutamente padrona
della situazione e ostentare la mia superiorità. D'altronde sono una donna
adulta, una promoter capace e
tutt’altro che privilegiata. Inoltre, dopo aver affrontato Mrs McQueen e aver
gestito con successo anche quel megalomane di Richard Reyes, non posso
certamente perdere contro un maleducato come lui.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Va bene, ricominciamo da capo…
Forse non abbiamo iniziato
con il piede giusto. Sì, ognuno ha i propri impegni. Sì, è possibile che tu non
abbia avuto tempo di controllare il sito. Perciò sorvolerò sulla tua
giustificabile mancanza di educazione e farò finta che questo scambio tra di
noi non sia mai avvenuto. Detto questo, rimango comunque convinta che sarebbe
un errore proseguire la nostra conoscenza. Io sono una donna bisognosa di
attenzioni e tu un uomo troppo impegnato per darmele, quindi torna pure a
contare i tuoi soldi e ad occuparti dei tuoi affari. È ovvio che siamo
evidentemente incompatibile e non abbiamo niente in comune, a parte il nostro
reciproco interesse per gli affari e l’andamento delle azioni in borsa. Perciò
grazie per avermi risposto, adesso, e scusa si ti ho mandato a quel paese. Ti
auguro ogni bene.
Choco.
Perfetto. Mi sono mostrata superiore, ragionevole e
molto cordiale. Il mio messaggio è chiaro e sincero, inoltre sono felice di
essermi svincolata da questa assurda corrispondenza virtuale. A quanto pare
iscrivermi ad un sito di incontri non è stata una magnifica idea, però non ho
perso le speranze. Troverò la persona giusta, prima o poi. Non devo
demoralizzarmi. Probabilmente il fatidico incontro non avverrà sulla pagina di WithLove, ma in fin dei conti credo sia
meglio così. Penso sia meglio avere a che fare con la vita vera. Non indossare
maschere, non nascondermi dietro allo schermo di un computer e parlare con
qualcuno di concreto. Forse potrei partecipare ad uno speed date! Discutere con un uomo per una manciata di minuti,
mettere a confronto i nostri interessi, vedere se scatta la scintilla e nel
frattempo bere un paio di bicchieri di vino. Poi, se durante la serata dovessi
rendermi conto che il rapporto non decolla, potrei comunque scaricare il
pretendente di turno senza troppi problemi e ubriacarmi per esorcizzare la
delusione. Sì, potrei provare. In fin dei conti non è che io abbia molte altre
alternative, quindi forse un appuntamento al buio è proprio quello che mi
serve: posso mettermi in gioco, non prendermi troppo sul serio e affidarmi
unicamente al destino.
Mi risveglio dai miei pensieri quando arriva un
nuovo messaggio, che cattura subito il mio interesse. Allora incrocio le gambe,
mi appoggio meglio allo schienale del sofà, sistemo il PC sulle mie ginocchia e
spengo addirittura la televisione per concentrarmi su questo strano scambio di e-mail.
Non dovrei farlo, ma ormai è troppo tardi per tirarmi indietro. D'altronde ho
dato io il via a tutto questo.
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: Bene, bene, bene.
Mi stai già
archiviando? Rinunci così presto, dopo tutti i tuoi sforzi di contattarmi?
Pensavo fossi più perseverante…
Leggo la sua risposta con molta concentrazione,
rendendomi conto che RichieRich mi
sta apertamente sfidando a concludere questa corrispondenza senza dargli
nemmeno un’opportunità. Mi sta provocando. Mi sta mettendo alla prova, chissà
per quale assurdo motivo o cosa vuole dimostrarmi. Io sinceramente ho proposto
di concludere a priori questa conoscenza virtuale perché pensavo di ottenere la
sua approvazione, considerati i nostri ultimi messaggi e la nostra apparente
mancanza di compatibilità, invece lui sembra non voler accettare la mia
proposta. In realtà vuole addirittura proseguire il nostro rapporto telematico,
ma non riesco a capire cosa desidera ottenere. Per quale ragione tiene così
tanto a questa nostra ipotetica conoscenza? Forse è una questione di orgoglio?
Perché adesso sono diventata una stimolante sfida? Insomma fino ad un secondo fa sembrava non
sopportarmi e mi stava addirittura insultando, invece adesso ha improvvisamente
cambiato idea e ha rivalutato la sua opinione. È possibile che sia seriamente
interessato a me? Era davvero impegnato in questi giorni, oppure la sua era una
tattica per lasciarmi con il fiato sospeso e far aumentare la mia curiosità nei
suoi confronti? Non lo capisco e la cosa mi spaventa, perché sono abituata a
calcolare i rischi e ad avere tutto sotto controllo.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: È un capriccio?
Perché? Tu vorresti continuare a conoscermi?
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: È un problema?
Sto considerando
l’idea. D’altronde stiamo messaggiando da un paio di minuti e ormai abbiamo
ampiamente rotto il ghiaccio, in effetti siamo arrivati perfino al punto in cui
ci rivolgiamo insulti a vicenda. Potremmo quasi definirci intimi, mia cara
Choco. Poi grazie a te ho scoperto di essere un misogino, un maleducato, uno
stupido, uno come tanti... aggiungi pure i miei pregi mancanti, perché se devo
essere sincero non li ho letti tutti. Sai, non volevo correre il rischio di far
aumentare in modo sproporzionato la mia autostima. Ma è sempre bello conoscere
nuovi aspetti di se stessi. Perciò non capisco per quale motivo adesso dovremmo
rinunciare alla possibilità di sentirci ancora, anzi come hai detto tu stessa
pochi attimi fa abbiamo addirittura qualcosa in comune. È già un buon inizio,
non credi? Partiamo avvantaggiati.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Sono perplessa
Non riesco a capire se
sei serio o se mi stai prendendo in giro…
Da: RichieRich
A: ChocolateDonut
Oggetto: Serietà è il mio secondo nome
Devi solo dire sì.
Cos’hai da perdere? Oltretutto, dopo tutta l’enfasi con cui mi hai scritto, è
un peccato mollare e rinunciare proprio ora. Lasciati andare, Choco, e vediamo
dove ci porta tutto questo. Forse non ti canterò mai Perfect di Ed Sheeran e non
verrò sotto il tuo balcone per farti una dichiarazione in stile shakespeariano,
ma per il resto sono pronto a conoscerti e ad apprezzarti per quella che sei.
Intanto iniziamo come amici, ti va?
Sbatto un paio di volte le palpebre, cercando di
capire se sto sognando o se davvero RichieRich mi ha
appena proposto di continuare a scambiarci e-mail. Diventare amici. Il suo
ultimo riferimento mi fa comunque capire che ha letto la mia presentazione e
questo gioca a suo favore, ma non so se posso fidarmi di lui. Certo, adesso ha
guadagnato qualche punto. Però non posso dimenticare che mi ha anche ignorata
per giorni. E se dovesse ricapitare? Se dovesse cominciare a piacermi e poi
finisse puntualmente per deludermi? È vero, ho sopportato tante insoddisfazioni
nella mia vita e sono andata incontro a diversi fallimenti. Ormai sono un’esperta
di storie finite male, di aspettative deluse e relazioni rovinate. Sono stanca
di dare fiducia sempre alla persona sbagliata e di essere trattata alla fine
come una donna facile da rimpiazzare. Una donna non indispensabile non adatta.
Tuttavia è anche vero che RichieRich
ha accettato il mio sfogo, i miei insulti e i miei rifiuti senza scomporsi in
maniera eccessiva. Anzi, mi ha risposto per le rime. Si è fatto valere e non si
è tirato indietro, quando avrebbe potuto facilmente scaricarmi e considerarmi
un’isterica. Invece non mi ha assecondata, dimostrandosi un uomo senza
attributi e sottomesso. Non si è nemmeno finto gentile con l’intento di
rabbonirmi e portarmi a letto, non ha trovato giustificazioni ridicole per
scusare le sue mancanze e mi ha dimostrato di non essere un codardo. È stato
onesto, coerente e razionale. Mi ha affrontato apertamente. Non ha fatto alcun
riferimento sessuale, non mi ha trattata male e mi ha bonariamente presa in
giro. Ha scherzato con me, facendomi sentire di nuovo libera e leggera. Libera di
essere me stessa, con i miei sbalzi d’umore e le mie idee. La ragazza con
problemi di peso e mille insicurezze, che però è anche forte e decisa. Libera
di non nascondermi dietro frasi carine per apparire più accomodante, in modo da
accontentare l’uomo di turno e non giocarmi la mia opportunità. E mi sono
sentita leggera, come una ragazzina ingenua alla sua prima cotta. Senza
pensieri, complicazioni e imbarazzi. Non mi conosce di persona, non sa come
sono fatta e non devo mostrarmi all’altezza di assurde aspettative. Non ho
niente da perdere, non devo espormi e non sono obbligata ad incontrarlo.
Oltretutto se con il tempo dovessi trovarlo poco interessante o se approfondita
la nostra conoscenza dovessi rendermi conto della nostra incompatibilità,
potrei benissimo chiudere la nostra storia senza eccessivi sensi di colpa o
inadeguate giustificazioni. Al contrario potrei tranquillamente continuare la
mia ricerca dell’uomo perfetto per me e nel frattempo potremmo addirittura
restare amici, continuando a messaggiare senza alcun impegno. È una situazione
vantaggiosa e sarei una sciocca a rifiutare, anche il mio infallibile istinto
di promoter mi suggerisce di
rischiare e puntare su di lui. Certo, dovrò investire il mio tempo e molte
risorse. Però qualcosa mi suggerisce che niente andrà sprecato e otterrò
comunque qualcosa, che sia una relazione o un’amicizia. Potrei perfino
suggerirgli di passare dalla mia azienda e diventare mio cliente, sempre se
arriverò al punto di rivelargli informazioni tanto importanti sulla mia vita
privata. Allora, dopo aver valutato attentamente i pro e i contro della
faccenda, mi decido ad agire. Dunque annuisco con rinnovata sicurezza, digito
velocemente la mia risposta e mi lascio scappare un sorriso. Questa storia sarà
molto interessante.
Da: ChocolateDonut
A: RichieRich
Oggetto: Tentar non nuoce
Ok, ci sto.