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Autore: OmegaHolmes    22/12/2023    0 recensioni
Fin dall'inizio qualcosa ha attirato Aziraphale come una calamita ad un angelo dai capelli rossi, continuando quell'attrazione anche quando quell'angelo divenne Crowley.
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Molti capitoli in cui Aziraphale ama segretamente Crowley e uno in cui il demone svela le sue carte.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Adorava volare tra le stelle, le galassie, quell’insieme di meraviglia creata allo stato puro.

Si sentiva così felice di fronte a tutti quei colori, luci… non riusciva a credere di avere assistito alla prima creazione.

Da quel giorno lo sentiva, la sua vita era cambiata.

Era un giovane cherubino, pieno di entusiasmo per il proprio destino, colmo dell’amore del Creatore e di tutti quei nuovi progetti che lo attendevano.

Tutti gli angeli erano meravigliosi, unici ed intelligenti, ma nel cuore del giovane Aziraphale ce n’era uno in particolare: Starmaker.

Da quel loro primo incontro, non riusciva a smettere di pensare a quell’angelo così potente, così gentile e bello.

Tutti gli angeli erano belli, certo, era la loro natura celeste, ed ognuno di loro era affascinante a modo suo, ma quando scorgeva la chioma fulva, il cuore di Aziraphale perdeva un battito.

Dopo aver vagato per chissà quanto tempo, si ritrovò su una nuvola insieme ad altri angeli, per la maggior parte cherubini. Se ne stavano lì a parlare della Terra (che ancora non era stata creata), degli uomini e di tutte le creature che il Creatore stava progettando, quando una voce lo fece sussultare.

“Aziraphale! Ciao!” esclamò raggiante l’angelo dai capelli rossi, correndogli quasi incontro.

Tutti si voltarono ad osservare il biondo, facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie: “Starmaker… c-ciao!” balbettò, stringendosi con forza le mani in grembo.

“Come stai?” continuò il fulvo, con un sorriso così luminoso da rapire chiunque con uno sguardo.

“Oh, bene, grazie! Stavo volando poco fa tra alcune delle tue costellazioni… e hai davvero fatto un buon lavoro!”

“Le hai viste?! Ti son piaciute! Sai, ho in mente un altro paio di modelli… qualcosa di un po’ più… d’effetto! Sono certo che piaceranno al Creatore!” sorrise, prendendo una pergamena: “Ecco, vedi? Poi le porgerò alcune domande a riguardo, ma non credo sarà un problema!”

Il fulvo si era avvicinato al viso dell’altro, per mostrargli con precisione i progetti, aumentando il rossore sugli zigomi paffuti del cherubino.

“Sono...sono davvero molto belli, ma…” gli occhi si rabbuiarono: “Non dovresti fare troppe domande… soprattutto di questi tempi, ho sentito delle strane voci in giro…” così dicendo abbassò il tono della voce, guardandosi attorno furtivo.

“Naaaah! Tu sei troppo ansioso mio caro Aziraphale! Non mi succederà nulla, te lo assicuro. Allora, ti hanno dato qualche nuovo compito?”

Aziraphale sorrise timidamente: “Ecco, a quanto pare… sarò il guardiano dell’Eden! Non è magnifico?”

Starmaker arricciò il naso, confuso: “Del...-che?”

“Oh non dirmi che non hai di nuovo letto i comunicati?”

“Beeeh… ero impegnato con i progetti…” disse, grattandosi la nuca.

Aziraphale prese un lungo respiro prima di iniziare a spiegare: “Allora, ti ricordi la Terra? Bene! Dopo averla creata, Lei creerà un giardino con tutte le creature più meravigliose per i primi due uomini. E saranno felici, per sempre!” rise battendo le mani, fiero del suo racconto.

“E perché ci vuole un guardiano? Che male potrà mai accadere?” chiese ancora confuso il fulvo.

Il sorriso scomparve dal viso del biondo: “Beh… non lo so, ma è un ruolo importante no?”

L’altro trasalì raggiante: “Oh sì, sì! Certo! Solo… sarà un peccato che tu sia laggiù mentre io mi trovo a fare stelle…” abbassò lo sguardo rattristato.

Aziraphale commosso, gli cinse con enfasi un braccio: “Oh caro! Non temere, verrò a trovarti e tu… potrai venire a trovare me! Non ci lasceremo mai, te lo prometto!”

Starmaker si sciolse in quel gesto, sorridendogli dolcemente: “ Lo spero, Aziraphale. Lo spero…”

 

I giorni però, iniziarono a farsi cupi.

Le voci di una rivolta degli angeli verso il Creatore si fecero sempre più imponenti e con loro la preoccupazione di Aziraphale crebbe terribilmente, perché era a conoscenza della popolarità di Starmaker e delle sue amicizie.

Ansioso vagava per le galassie, in cerca del suo amico dalla fulva chioma e quando lo vide insieme a Lucifero, Belzebub e altri angeli di rango superiore, si nascose dietro ad un asteroide per osservarli.

“Sono stanco…” iniziò Lucifero, verso gli altri angeli: “Dice di amarmi, ma non risponde mai alle mie domande. E io devo sapere, voglio sapere! E ora… vuole creare gli uomini… creature inferiori a noi, che noi dovremmo servire! Noi, che abbiamo creato tutto ciò che ci circonda!” la sua voce tuonò arrogante: “Unitevi a me, fratelli, e vi prometto un posto dove potremo essere liberi!”

Alcuni lo applaudirono, mentre Starmaker se ne stava in disparte, sospirando: “Non lo so… mi sembra un po’ eccessivo… capisco le domande, ma se gli umani sono un nostro compito, che male c’è? A me piace qui, mi piace il mio lavoro… certo, la Terra mi va a rovinare un po’ la simmetria delle Galassie, ma c’è tempo a sistemarla… io vorrei solo sapere di più sul suo Piano…” sbuffa, incrociando le braccia.

Lucifero sorrise: “Vieni con me e avrai tutte le risposte… ora è meglio andare ragazzi, la ribellione deve essere organizzata!”

 

Quando tutti se ne furono andati, lasciando Starmaker da solo a contare le stelle, Aziraphale si avvicinò volando velocemente, con il fiatone: “Dimmi… dimmi che la smetterai con questa follia!”

Il fulvo si voltò: “Ehi, ciao! Di cosa parli?”

“Ti ho visto poco fa, con… con… Lucifero e gli altri… è pericoloso, Starmaker, non mi piace l’aria che tira…ti prego…” quasi lo supplicò, posando una mano sull’avambraccio dell’altro che di tutta risposta sorrise: “Aziraphale, sei troppo ansioso… non accadrà nulla, io sono solo curioso, tutto qui. Non voglio rinnegarla…”

Il biondo iniziò a percepire uno strano presentimento dentro di sé: “Se ti accadesse qualcosa io… io non so con chi altro potrei parlare… tu sei il mio unico amico…”

Con dolcezza, il fulvo allungò una mano ad accarezzargli il viso soffice: “Non mi accadrà nulla, resterò sempre al tuo fianco, dovessi perdere tutte le piume delle mie ali! Vieni qui…” disse allargando le braccia, cingendolo con calore a sé, calmando il cuore del biondo per l’ennesima volta, lieto di avere trovato la sua metà.

Ogni angelo ne aveva un altro a cui era predestinato, dal cui amore nascevano altre creature celesti, ed in cuor suo sapeva che lo Starmaker era il suo, anche se il loro rapporto era ancora giovane.

Ma un giorno, ne era certo, avrebbero congiunto le loro labbra e la luce celeste si sarebbe sprigionata fino ad illuminare tutto l’universo con meravigliose stelle cadenti.

Peccato che quel giorno non giunse mai.

 

***

 

GIARDINO DELL’EDEN

 

Ci vollero anni prima che il cuore spezzato di Aziraphale si riprendesse dalla perdita del suo angelo, rovinato nella caduta dei traditori all’Inferno. Finché un bel giorno, non accadde l’impensabile: passeggiando tra i giardini dell’Eden, vegliando sulle creature al suo interno, non scorse una figura dalla tunica scura e lunghi capelli fulvi.

Colto alla sprovvista, si nascose dietro un albero per osservarlo con più attenzione, lasciando il proprio cuore scalpicciare tra paura ed eccitazione.

Chi era quella creatura dalle ali nere simile ad un angelo?

Il suo fisico longilineo camminava lentamente tra le piante, accarezzandone le foglie con delicatezza, come se fosse perso in qualche pensiero.

Aziraphale si sporse in avanti e per scorgere maggiormente quel viso, schiacciò per errore un rametto ai suoi piedi, facendo voltare di scatto la figura scura che sibilò nell’aria, simile ad un serpente, mettendo in mostra lo sguardo da rettile e la lingua biforcuta.

Il guardiano si portò una mano alla bocca per soffocare lo sgomento nella consapevolezza di chi fosse quella creatura…

L’angelo caduto restò in ascolto per un paio di istanti prima di trasformarsi in un serpente dal manto lucente e scivolare via.

Aziraphale si accasciò al tronco, lasciandosi sfuggire un paio di lacrime: era lui, il suo angelo, che cosa gli avevano fatto ai suoi begli occhi?

Nonostante fosse felice di sapere che era vivo dopo la terribile guerra che li aveva coinvolti, una parte di sé sentiva il proprio cuore spezzarsi nella consapevolezza di aver perso per sempre la sua metà.

 

I giorni passarono, gli umani vennero creati ed Aziraphale fu lieto di vegliare su di loro.

Adorava tutto di quel giardino: i colori, i profumi, il venticello che soffiava la sera prima del tramonto, gli animali e quei magnifici frutti dai colori sgargianti.

Una sera, se ne stava seduto in riva al laghetto ad osservare i pesci nuotare in una danza di colori, quando un fruscio alle proprie spalle lo fece voltare, socchiudendo le labbra nel vederlo, in tutta la sua oscura bellezza camminare verso di lui: “Ciao…”

Nell’udire quella voce calda, per poco l’angelo non si strozzò con la propria saliva: “C-ciao…”

Il demone si avvicinò al bordo dell’acqua, immergendo un paio di dita: “Creature affascinanti i pesci… anche se non sono i miei preferiti.”

Aziraphale pareva incantato, teso come un tronco, incredulo che stesse realmente accadendo: “Q-quali sono… i tuoi preferiti?”

“Anatre.” disse serio, alzandosi per indicarne un paio più in là: “Mi piace il modo in cui scivolano sopra… come si chiama?”

“Acqua.”

“Sì, l’acqua…”

Aziraphale sorrise appena: “Piacciono anche a me… come ti chiami?” chiese, deglutendo.

Il demone sospirò, poi si trasformò in un serpente e scivolò via, senza rispondere.

 

Il giorno in cui tutto andò storto, Aziraphale temette seriamente per il suo ruolo.

Era colpa sua? Avrebbe dovuto contrastare il male cacciandolo via dall’Eden la prima volta che l’aveva incontrato?

Ma come poteva… come poteva cacciare via una creatura tanto meravigliosa sia da serpente che da angelo caduto…

Osservava le nubi all’orizzonte dalle alte mura, arrovellandosi le mani, chiedendosi se aver dato via la spada fosse stata una buona idea.

Il serpente scivolò lungo la parete, fino ad issarsi al suo fianco e tornare nella sua figura di demone.

“Beh, è stato un buco nell'acqua.”
Aziraphale trasalì: “Eh... scusa, cos'hai detto?”
“Ho appena detto che è stato un buco nell’acqua.”
“Oh! Sì, certo. È proprio vero.”
Il demone continuò: “Magari ha esagerato un po', era la loro prima violazione. Cosa c'è di sbagliato nel conoscere la differenza tra il bene e il male?”
L’angelo provò un brivido, che trattenne: “Beh, dev'essere particolarmente grave...?”
“Crawly.”
Aziraphale ebbe un tuffo al cuore, ecco il suo nuovo nome: “Crawly. Altrimenti... non li avresti indotti in tentazione.”
“Oh, mi è stato solo detto "vai e combina un guaio" sbuffò, dondolandosi appena.
“È ovvio, sei un demone. È il tuo lavoro.” aggiunse stizzito il biondo, che sospirò per addolcire la pillola: “Perchè venivi qui le altre volte?”

Il demone non rispose, fissando l’orizzonte: “Non è stata una gran trovata, la Sua. L'albero in mezzo al giardino con la scritta "non toccare", uh. Perché non metterlo sulla cima di una montagna? O sulla luna? Mi domando quale sia il Suo vero scopo.”

Aziraphale sospirò: “È meglio non speculare. Fa parte di un piano più grande, non spetta a noi comprenderlo. È ineffabile.”
“Il Grande Piano è ineffabile?”
“Esatto. Al di fuori della nostra comprensione e impossibile da esporre a parole.”

Un altro brivido, aveva di nuovo quegli occhi dorati incollati addosso.
“Tu non avevi una spada di fuoco?” gli chiese.
Aziraphale deglutì: “Ehm...”
“Si accendeva con niente, che fine ha fatto?L'hai persa, vero?”
“...L'ho data via.”
Il demone lo fissò sconvolto: “Che cosa?!”
“L'ho data via! Ci sono delle bestie feroci, là fuori farà freddo e lei è incinta, così ho detto loro "ecco una spada di fuoco, non ringraziatemi, e sparite prima che tramonti il sole". Spero solo di non aver fatto una cosa sbagliata...”
“Oh, tu sei un angelo, non puoi fare niente di sbagliato.” sorrise sghembo.
L’angelo tirò un sospiro di sollievo: “Oh... oh, grazie, oh, oh, grazie. Mi stavo preoccupando!”
“Anch'io sono preoccupato... e se avessi fatto la cosa giusta con la faccenda della mela? Un diavolo può creare dei guai facendo la cosa giusta? Ma non sarebbe buffo se avessimo fatto... io la cosa giusta e tu quella sbagliata?” rise appena, mettendo in mostra i denti.
Aziraphale, nel vederlo sorridere, rise a sua volta, prima di rendersi conto e urlare: “No! Non lo sarebbe affatto!”

***

Nota dell'autrice: Ecco il primo capitolo di questa nuova storia, che spero abbia stuzzicato la vostra curiosità. Ovviamente, la parte finale è il dialogo originale del libro, con una piccola modifica in un punto.
Buon Natale a tutti voi!

 

  
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