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Autore: pietradiluna    26/12/2023    1 recensioni
La vita di Hermione dopo la guerra è stabile e soddisfacente: circondata dagli amici di una vita, ha un lavoro in una sala da tè e molte passioni. Ma l'arrivo di una lettera cambierà inaspettatamente tutta la sua routine, trascinandola in una nuova avventura…
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Theodore Nott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Soffice e silenziosa la neve abbracciava pigramente i giardini del Castello.
Morbida e delicata attutiva ogni suono ed eclissava ogni colore.
All’interno, vari caminetti scoppiettavano felici a riscaldare l’atmosfera magica dei giorni che precedevano il Natale.
Oggi, infatti, era il giorno di Yule, il Solstizio d’Inverno, simbolo di chiusura e di nuovi inizi, la festa della Luce.
Seduta sul davanzale della grande finestra, Hermione fissava i piccoli fiocchi di neve senza guardarli realmente.
Da quando era tornata da Londra babbana era stata avvolta in una nuvola di malinconia che non accennava a lasciarla andare, accresciuta dalla distanza che Theodore sembrava aver messo nuovamente fra di loro. Non la stava evitando come i primi giorni di scuola, ma sicuramente non stava neanche provando ad accrescere quella che poteva essere definita una strana amicizia.
O qualcosa di più? Sussurrò la mente di Hermione, quasi speranzosa, ma la ragazza scacciò velocemente il pensiero, anche se ciò che era quasi successo continuava a ripetersi nella sua mente come la scena di un film.
Basta, Hermione, focalizzati su quello che devi fare questa sera.
Per il Solstizio d’Inverno, quest’anno gli studenti di Babbanologia, con la guida dei due Tutor, avevano proposto di ricreare un ambiente scintillante ispirandosi alle luminarie di Londra, proprio fuori dalle serre della professoressa Sprout. Al calar del sole, milioni di lucine si sarebbero accese contemporaneamente per creare uno spettacolo straordinario.
Dopo diversi giorni di preparazione tutto era pronto e non restava altro che aspettare il tramonto.
Gli studenti erano stati in fermento, trasportando le decorazioni più disparate per cercare di ricreare qualcosa di ancora più strabiliante: ogni luminaria avrebbe rappresentato un simbolo di Hogwarts, nei colori di tutte e quattro le case, come simbolo di unione e collaborazione.
Tutti i dettagli in realtà erano sconosciuti a Hermione, poiché i ragazzi, dopo aver seguito delle linee guida basilari, avevano chiesto di poter gestire questo piccola festa come un progetto per Babbanologia, con il desiderio di sorprendere tutti gli altri, anche gli insegnanti e i due tutor, perciò Hermione sarebbe arrivata poco prima del calare del sole insieme al resto di Hogwarts per godersi lo spettacolo e staccare la spina dagli ultimi, preoccupanti, eventi.

Hermione diede un’occhiata alla Gazzetta del Profeta che aveva poggiato accanto a lei dopo averla letta per l’ennesima volta, incredula.
Fuga da Azkaban, recitavano a caratteri cubitali le lettere in copertina.
Thoros Arcibald Nott e Thorfinn Rowle, pericolosi criminali e mangiamorte, sono evasi dal carcere di massima sicurezza.
Sono pericolosi per chiunque possa incontrarli, maghi e babbani.
Ancora non sono chiare le cause della fuga.
Il Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt è stato criticato per aver reso Azkaban una prigione meno sicura di qualche anno fa, eliminando i dissennatori.
“Ho dovuto farlo” ha risposto il Ministro, teso. “Tenere i Dissennatori ad Azkaban è una tortura che va al di là del rispetto umano, non ci avrebbe resi diversi da loro…”.
(Tutti i dettagli a pag. 14).
Il Ministero e il Dipartimento Auror stanno indagando per capire se c’è stato un aiuto dall’interno della prigione e faranno tutto il possibile per riportare velocemente i prigionieri ad Azkaban.

Si pregano tutti i maghi e tutte le streghe di fare particolare attenzione ai luoghi isolati, di non uscire da soli nelle ore più buie e di evitare il più possibile gli spostamenti superflui.
Tutti i maghi e le streghe che aiuteranno i fuggitivi saranno ritenuti complici e colpevoli di reato, pena la decurtazione della bacchetta fino a tempo stabilito dal Ministero stesso.
Tutti i maghi di origine babbana sono pregati di avere la massima attenzione”, ha dichiarato
il Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt.

Hermione si voltò nuovamente verso la neve, oltraggiata dal suo subdolo inganno.
La neve, soffice, calma, la derideva ingannandola col suo falso senso di pace.
Con un sospiro si alzò, dirigendosi verso la porta, pronta a lasciarsi alle spalle, per un momento, tutte le preoccupazioni, lasciandosi andare alla magia del Natale.
La strada verso le serre della professoressa Sprout era disseminata di piccole decorazioni natalizie che fluttuavano sulla neve, delle piccole stelline, dei boccini scintillanti e diverse chiavi alate (che ad Hermione hanno ricordato molto la sfida del primo anno per la ricerca della pietra filosofale) indicavano la direzione giusta verso quello che sarebbe stato lo spettacolo del Solstizio d’Inverno.
Osservando il cielo, Hermione si rese conto di essere giusto in tempo, poiché a breve il sole sarebbe tramontato, lasciando spazio alla notte e alle magiche lucine; arrivata presso le serre, infatti, si accorse che erano quasi già tutti lì, a parte qualche studente ritardatario che si affrettava ad arrivare, con le guance arrossate dalla corsa.
Gli studenti e alcuni professori erano ancora indaffarati per cercare di sistemare gli ultimi dettagli.
La McGranitt, senza il suo severo cipiglio, sembrava abbracciare totalmente lo spirito del Natale con un atteggiamento materno, dando istruzioni qua e là e agitando la bacchetta con lo sguardo luminoso.
Tutto era pronto nell’incerto crepuscolo e un silenzio carico di aspettativa calò su di loro.
Un silenzio vibrante di anticipazione.
Era buio.
Il tempo sembrava essersi fermato per un attimo e tutte le preoccupazioni di Hermione scomparvero insieme alla luce, per un istante.
Per un istante chiuse gli occhi e con un profondo respiro li riaprì, sul volto il fantasma di un sorriso che aveva trattenuto per troppe ore.
Luci.
Migliaia di piccole luci brillanti fluttuavano magicamente su di loro, creando giochi di colore nelle iridi degli osservatori, meravigliati da tanta bellezza.
Il sorriso di Hermione si allargò, orgogliosa del lavoro dei suoi studenti.
Dei loro studenti, pensò, voltandosi verso Theo, senza sapere bene dove fosse ma guidata dal cuore.
L’intenso sguardo nocciola del ragazzo era già rivolto verso di lei, e un misto di emozioni si susseguivano nei suoi occhi, tenerezza, rimpianto, stupore, dolcezza, scuse.
Come guidato da un filo invisibile avanzò verso di lei, sotto la miriade di colori iridescenti, nell’atmosfera irreale e magica di Yule.
Le si fermò accanto, con le mani che si sfioravano appena.
Il cuore di Hermione era finalmente leggero.
Theodore le prese la mano, con dolcezza.
Insieme erano più forti.
 
Terminato lo spettacolo gli elfi avevano organizzato un piccolo rinfresco magicamente riscaldato che aveva reso felici tutti.
Hermione e Theodore erano seduti su un piccolo muretto isolato dagli altri, la testa di lei sulla sua spalla, il peso della fuga di Thoros Nott che gravava su di loro.
“Theo” iniziò Hermione, incerta, non sapendo bene come continuare.
Theo stava guardando fisso davanti a lui, sovrappensiero.
“Mia madre…”, ha iniziato, quasi sussurrando, prima di deglutire a disagio.
“Mia madre ha perso la vita quando avevo dodici anni. Ero fra i pochi che potevano vedere i Thestral al terzo anno, probabilmente avrai sentito i pettegolezzi qui al Castello”.
Hermione gli strinse la mano, lasciandolo continuare.
“Mia madre amava decorare la mia stanza a Natale, insieme sceglievamo le decorazioni più belle e passavamo l’intera giornata a mangiare biscotti e a raccontarci storie, ma mio padre lo odiava.
La odiava”. Sembrava essere sull’orlo delle lacrime.
“Si è ammalata di vaiolo del drago. Pochi mesi di malattia ed era il fantasma di sé stessa, ma mi ha amato fino alla fine, ha cercato di proteggermi, proteggermi da lui, dai folli ideali dei Purosangue e soprattutto da Voldermort, e mio padre l’ha odiata fino all’ultimo respiro. Ci ha odiati.”
Si fermò un momento, prima di continuare, a bassa voce, con una smorfia infelice.
“Non sono mai stato una fonte di orgoglio per lui. Ero il buono a nulla, l’eterno secondo, eclissato da Draco e dalla sua spocchia, il ragazzino ingenuo che si nascondeva sotto le gonne della mamma, ma io sono stato contento che non mi abbia mai mostrato un briciolo di amore. Questo mi ha reso più forte, mi ha reso capace di pensare da solo, di rendermi conto di quanto sia distorta e malata la sua ideologia. Mi ha reso più simile a mia madre”.
Gli occhi di Hermione brillavano di lacrime, pensando all’infanzia infelice di Theo.
“Non sei mai stato solo, Theo, lei è sempre con te”.
“Lo so, ma mi manca terribilmente”, le confidò il ragazzo, con un piccolo singhiozzo, stringendosi a lei, che cercò di infondergli tutto l’amore possibile, l’amore che era stato assente da troppo tempo.


 
 


 
 
 



Il giorno successivo l’aria era particolarmente fredda, ed Hermione si armò di una pesante sciarpa di lana che le aveva regalato Molly e si diresse verso Hogsmeade, dove l’avrebbe aspettata Harry.

Hermione entrò nella Testa di Porco guardandosi intorno, con la bacchetta pronta in mano nascosta sotto la sua giacca invernale, finché non vide una familiare testa di capelli neri arruffati che non poteva che appartenere a Harry Potter.
“Harry!” Gli corse incontro, abbracciandolo.
“Hai notizie della fuga da Azkaban? Come è potuto succedere?”
“Herm, abbassa la voce per favore”, rispose Harry, osservando con sospetto l’ambiente circostante.
“Il Ministero è in gran fermento e ho come l’impressione di non essere totalmente informato su quello che sta succedendo, vogliono trovare un capro espiatorio.
E non mi fido più del mio dipartimento, c’è qualcosa di strano, e sai che di solito i miei sospetti si sono rivelati esatti purtroppo…”.
Hermione era molto preoccupata.
“Harry è successa anche un’altra cosa”, esitò dopo un attimo, tirando fuori dalla borsa una lettera dall’aspetto elegante ma minaccioso.
Harry cominciò ad aprirla con fare incerto, avvertendo una fitta di disagio, e iniziò a leggere.


Lurida ladra di magia,
come osi infangare il nobile nome dell’antica casata dei Nott.
Tu e il mio debole erede, che sembra avere uno strano attaccamento per la sporcizia, mi disgustate profondamente e non esiterò a prendere provvedimenti, presto.
Non perdere tempo ad avvertire quel Traditore della propria stirpe, vergogna della mia stessa carne, perché la punizione potrebbe essere di gran lunga peggiore.
Sto fremendo nell’attesa di vedere quanto sia veramente sporco il tuo sangue.


Thoros Nott



Dietro c’era una foto magica di Hermione e Theo a Londra babbana.



Il viso di Harry era teso e irrigidito.
“Theo non deve sapere nulla” lo pregò Hermione, preoccupata.
Harry si tolse un attimo gli occhiali, passandosi la mano sugli occhi con fare preoccupato.
“Hermione, che rapporto c’è fra te e Nott?”.
“Nulla, Harry, siamo solo amici”. Hermione alzò lo sguardo repentinamente verso di lui, ma il volto di Harry Potter era scettico. “A maggior ragione, dovrebbe saperlo...”.
“Si metterebbe nei guai e probabilmente farebbe qualcosa di estremamente stupido, come cercare suo padre!” scattò, continuando con voce più bassa. “Non posso dirglielo, ha sofferto troppo, sta ancora soffrendo per ciò che è successo a sua madre, non posso dirgli anche questo”.
“Al posto suo cosa avresti voluto, Hermione, che ti avesse nascosto la verità? Theodore Nott è un ragazzo grande, è un mago capace, conosce la magia oscura e conosce suo padre, non sta a te difenderlo”.
Hermione abbassò lo sguardo, sapendo che Harry aveva ragione, ma non riusciva a pensare di dargli un’altra brutta notizia.
Harry le mise una mano sul suo palmo, preoccupato. “Non è sempre il tuo compito difendere tutto e tutti, Herm. Qualche volta lascia che anche noi ci prendiamo cura di te”.
Hermione annuì, godendosi per un attimo il conforto dell’amico, ma ancora incerta sull’accettare o meno il suo consiglio.












Hermione, finalmente, sta iniziando a farsi domande sui suoi sentimenti, ma come reagiranno i nostri due protagonisti alla fuga del noto Mangiamorte?
Questo li avvicinerà ancora o tenderà ad allontanarli?
Harry, per una volta estremamente razionale, non è d'accordo sulla decisione di Hermione di nascondere la lettera a Theo e la ragazza è ancora indecisa su quale sia la cosa giusta da fare. Darà ascolto ad Harry o farà di testa sua?
E in tutto ciò, Huxley che fine ha fatto?
Grazie per aver letto anche questo capitolo, ci vediamo presto con un nuovo aggiornamento e buone feste a tutti/e!
Se vi va lasciatemi una recensione, mi farebbe molto piacere. ***

 
  
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