Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    08/01/2024    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

---------- 

LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 23 – Fuga da Korvosa, Parte 1 

 

Fedra sospirò contrita, schermandosi gli occhi dal fastidioso sole della sera. Era contenta di accompagnare nuovamente Krea, Rilo e Majenko nel viaggio di ritorno verso casa... e soprattutto, che adesso si fossero chiarite le loro divergenze, e che tutto fosse tornato come prima della tentata esecuzione. Pareva quasi che l'apparizione di Blackjack avesse dato un'iniezione di fiducia a tutta Korvosa, e avesse spazzato via buona parte delle incertezze che ancora aleggiavano sulla grande città. Adesso, tutto quello che le mancava era raccogliere il coraggio di dire quello che doveva... e sperare di non incasinare tutto. Non era esattamente abituata a scusarsi o a parlare con tatto.

"Allora, Krea... Rilo... Majenko..." esordì la caligni, dopo aver pensato per qualche istante a cosa dire. Vide i fratelli Aldinn che si voltavano verso di lei, guardandola come per incoraggiarla a dire quello che doveva, e Majenko che le strizzava un occhio con fare complice. "Ecco... mi dispiace di essermi allontanata, ragazzi. Io... non ero d'accordo con quello che stava facendo Sua Maestà Ileosa, e avevo paura che... insomma... che voi vi faceste plagiare. Che... voi aveste intenzione di obbedirle senza riflettere, e correste il rischio di diventare delle pedine."

"Non c'è da scusarsi, Fedra." rispose Krea con un sorriso accomodante. "Ammetto... che all'inizio ero convinta che Sua Maestà Ileosa avesse le sue ragioni per quello che stava facendo. Che stesse facendo qualcosa di sgradevole ma necessario. E... ancora adesso io credo che Sua Maestà stia onestamente cercando di fare del bene alla nostra città. Ma... è chiaro che non ha ancora le capacità... o che è plagiata da qualcuno che le sta dando cattivi consigli. Non possiamo obbedire così ciecamente ai suoi ordini."

"Majenko ha voglia di scoprire cosa è dietro tutto questo..." disse il draghetto domestico, svolazzando agilmente sulla spalla di Rilo. Il giovanissimo stregone strizzò un occhio in segno di intesa e grattò il draghetto dietro la nuca, quasi fosse stato un gattino.

"Anch'io, amico mio. Anch'io." rispose Rilo con un sorriso appena accennato. Per un attimo, alcuni guizzi di luce nera apparvero attorno alle sue mani, ma il piccolo drago non ci fece caso - era semplicemente una dimostrazione della magia che scorreva nelle sue vene. "Ma per adesso... mi basta sapere che il nostro gruppo è ancora unito, e che torneremo presto a proteggere Korvosa tutti assieme."

"Sì, fa piacere anche a me." rispose Krea, sentendosi più sollevata. "Forse tutti assieme potremo mettere un po' di ordine in questo caos, e aiutare Sua Maestà a diventare la sovrana di cui la nostra città ha bisogno. Non possiamo certo lasciarla nelle mani di... chiunque stia tramando nell'ombra per controllare Korvosa."

"E io farò del mio meglio per darvi una mano. Spero di essermi sbagliata sul suo conto, e che davvero potrà diventare una buona sovrana per la nostra città." rispose Fedra con un sorriso rassicurante. "E vi aiuterò con tutti i miei mezzi per fare sì che questo periodo di crisi cessi presto."

"Forse dovremmo cercare di rimetterci in contatto con Blackjack, e cercare di scoprire qualcosa di più su di lui." disse Rilo. "Mi è sembrato un tipo a posto, anche se quella trappola esplosiva che ha messo sulla carrozza reale... mi è parsa un po' discutibile."

"Può essere... ma una cosa così eclatante non è esattamente nello stile di Blackjack." commentò Krea, riflettendoci su a freddo. "Potrebbe non essere stata una sua idea. In ogni modo, sappiamo ancora troppo poco per pronunciarci. Parlerò a Kostur di questo fatto... e magari lui ci saprà dare qualche dritta."

Fedra disse di sì con la testa. "Sì... capisco quello che volete dire." affermò la caligni, con un pizzico di incertezza. Tuttavia, la consapevolezza che adesso il personaggio simbolo della città fosse intervenuto a loro favore, e che erano riusciti ad appianare i loro contrasti, mise rapidamente a tacere le sue incertezze. "Ma per adesso... vorrei solo godermi il resto della serata."

"E quale modo migliore per farlo, se non passare la serata assieme?" propose Krea con un occhiolino arguto. "Sono sicura che anche ai nostri genitori e a Deriu piacerà rivederti, Fedra!"

La caligni sorrise contenta. Le era dispiaciuto andarsene da lì senza nemmeno salutare i signori Aldinn, che pure le erano sembrati due persone in gamba... e anche se non aveva parlato molto con il piccolo Deriu, anche lui era stato gentile con lei.

"Okay, ci siamo quasi." disse Krea, finalmente vicina a casa. I tre amici e il draghetto si avvicinarono ed entrarono finalmente in casa, solo per vedere che Vergiliu ed Ylena Aldinn erano indaffarati a preparare i bagagli e raccogliere ciò che serviva per il viaggio che avrebbero intrapreso da lì a pochi giorni, e il piccolo Deriu faceva quello che poteva per dare una mano e controllare che fosse tutto a posto. L'espressione di Krea si incupì appena un po'... non immaginava che i suoi genitori avrebbero iniziato così presto ad organizzarsi per il viaggio.

"Ah, Krea, Rilo, Majenko... e c'è anche Fedra, a quanto vedo!" esclamò Ylena interrompendo i lavori e passandosi una mano sulla fronte per sistemarsi i capelli.

Deriu alzò lo sguardo e sorrise radioso nel vedere la caligni. "Signorina Fedra! Sono contento di rivederla!" esclamò, per poi correre ad abbracciare la ragazzina dalla pelle bianca. Fedra sbattè gli occhi interdette, non abituata a queste dimostrazioni di affetto, ma ricambiò volentieri il gesto.

"Deriu! Anch'io sono contenta! Signori Aldinn... mi scuso per non avervi neanche salutata... sono successe diverse cose, e abbiamo avuto... diciamo così... delle incomprensioni." rispose Fedra, rivolta al padre e alla madre dei suoi compagni d'avventura. "Ma adesso... ci siamo chiariti. Stiamo di nuovo lavorando assieme."

"Bentornata, giovane Fedra. Siamo contenti anche noi di rivederti." rispose Vergiliu Aldinn, mentre andava ad accogliere i suoi figli maggiori. "Chiedo scusa per la confusione... ci sono state un po' di novità in questi ultimi giorni, e anche per la nostra famiglia stanno cambiando molte cose."

"Cambiando?" chiese Fedra, incerta ed allarmata. "Come sarebbe a dire, cambiando? Ci sono dei problemi?"

"Suppongo di sì..." affermò Krea con un sospiro. "Mi spiace, non te l'avevo detto perchè in quei momenti avevo altre cose per la testa, ma immagino che adesso sia il momento giusto per raccontarti tutto."

Fedra annuì, e il gruppo si sedette vicino a delle casse, mentre Krea si organizzava il discorso. La giovane magus guardò sua madre come per chiederle il permesso di raccontare, e Ylena rispose con un cenno della testa. "Okay... allora, Fedra, è successo tutto il giorno dopo... beh, il giorno dopo che siamo venuti a sapere che 'Trinia' era stata imprigionata. Quella notte... abbiamo ricevuto qui in casa una visita inaspettata... la comandante Sabina Merrin, la guardia del corpo di Sua Maestà Ileosa... e la sua sottoposta, un'elfa di nome Tisharue. L'hai vista durante quella condanna a morte andata in fumo, era quell'elfa che brandiva quella spada infuocata, con il volto tutto coperto di cicatrici!"

"Aspetta, aspetta... sì, certo! Adesso ho capito di chi stai parlando!" affermò Fedra, notando che il piccolo Deriu aveva avuto un brivido alla menzione di quel nome. Non doveva essere stata una visita di cortesia. "Ma... per quale motivo sono venute qui? Mi sembra di capire... che non devono essere state buone notizie..."

"In effetti, è il motivo per cui adesso stiamo raccogliendo tutto quello che possiamo..." rispose Vergiliu con espressione stoica.

Krea, Rilo e Majenko cominciarono a raccontare tutto quello che era successo quel giorno, a partire dall'incontro non troppo cordiale con Tisharue, a quello decisamente più rassicurante con Sabina Merrin, al passato di Ylena e alla proposta che la donna si era sentita fare dalla stessa Merrin. E in seguito, alla visita al quartier generale della Compagnia dello Zibellino, e alle sconvolgenti rivelazioni fatte dal comandante Marcus Endrinn - rivelazioni che avevano spinto Ylena a prendere la decisione di lasciare Korvosa...

Finalmente, Krea concluse il racconto e tirò un sospiro, a metà tra il sollevato e il malinconico. Prese un sorso d'acqua dalla sua borraccia, sentendosi la gola secca per aver parlato tanto a lungo. "Ecco, Fedra... adesso sai tutto. Anche la mia famiglia sta subendo le conseguenze del caos che sta avviluppando Korvosa in questi tempi bui."

"E' per questo che la nostra famiglia ha deciso di lasciare questa città, almeno finchè non verranno tempi più propizi." continuò Ylena, rigirandosi tra le mani una medaglia che doveva essere un cimelio risalente ai suoi giorni di soldatessa della Compagnia dello Zibellino. "Noi... cercheremo di darvi una mano quanto più possibile, ma dovremo lasciare che voi restiate qui a Korvosa, per cercare di mantenere l'ordine, ed evitare che Korvosa precipiti ancora una volta nell'anarchia."

"E proprio per questo abbiamo deciso di assegnarti la casa di nostra proprietà, almeno per quanto sarà necessario." affermò Vergiliu. La caligni spalancò gli occhi, esterreftta davanti a questo dono inaspettato. Anche se si trattava di qualcosa di temporaneo, era molto più di quanto la caligni si sarebbe mai aspettata.

"A... Aspettate... Aspettate un momento, signori Aldinn!" esclamò la ragazzina, gesticolando in maniera quasi comica, al punto che Majenko sghignazzò e Rilo dovette mettersi una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere. Fedra riuscì a riprendere il controllo di sè e si schiarì la voce, cercando le parole giuste per quello che doveva dire. "Insomma... quello che mi state proponendo è una cosa enorme, anche se fosse soltanto per il periodo in cui sarete via da Korvosa. E poi... io mi sono sempre accontentata di dormire in un letto decente, e di togliermi la fame. Questa... questa casa così comoda e spaziosa mi sembra... davvero un'esagerazione per una come me... Senza... senza offesa, ovviamente!"

"Davvero? Beh, credo proprio che dovrai farci l'abitudine! Mia cara signorina, ho visto che tu e il mio Rilo andate d'accordo... e se la divina Desna sarà dalla vostra parte, sono convinta che quando sarete più grandi, vivrete entrambi in questa casa comoda e spaziosa!" pensò divertita Ylena, mentre davanti a lei Fedra cercava di non dare a vedere il suo imbarazzo. "Perchè non cominciare fin da ora al luogo in cui vivrai?"

"Non è un problema per noi." rispose Ylena. "Del resto, immagino che dovremo restare fuori da Korvosa per un bel po' di tempo, e preferiamo sapere che la nostra casetta sia in buone mani. Considerala... un'occasione per passare un po' di tempo nella casa di una famiglia nobile! Certo, una famiglia nobile decaduta, ma pur sempre una famiglia nobile."                

La ragazzina dai capelli argentati ridacchiò imbarazzata, poi prese fiato e disse di sì con la testa. "Se la mettete su questo piano, signori Aldinn... allora sia come volete voi." rispose con un sorriso accomodante. "Terrò da conto la vostra bella casa... e ve la restituirò ancora megli di prima."

"Grazie, Fedra. Sono convinto che possiamo contare su di te... e ovviamente sui nostri ragazzi." rispose Vergiliu, accarezzando gentilmente Krea sulla testa ed arruffandole i capelli. La ragazza si sottrasse, ridendoci su. A volte suo padre dimenticava che lei aveva da poco compiuto diciotto anni. "Noi resteremo qui ancora quattro giorni, nei quali sistemeremo il meglio possibile i nostri affari, e ci organizzeremo in modo da rendervi la vita più facile durante la nostra assenza."

"Ci mancherete, lo sai, vero, fratellone?" affermò il piccolo Deriu, aggrappandosi alla veste del fratello di mezzo. "Penserò sempre a voi quando saremo via... ma voi, state attenti, mi raccomando."

"Sì, lo so..." rispose commosso il giovane stregone delle ombre, per poi abbracciare il fratello minore, che ricambiò affettuosamente il gesto. "Ma stai tranquillo, mamma e papà saranno con te per proteggerti, e io e Krea ce la caveremo! E poi... ci sarà anche Fedra a darci una mano, quindi... sono sicuro che andrà tutto bene."

"Contate pure su di me." affermò la caligni. "Farò tutto quello che è in mio potere per aiutare Krea e Rilo."

"E non dimenticate Majenko! Lui è sempre qui!" affermò il draghetto domestico, spuntando all'improvviso da dietro la spalla di Rilo, e facendo fare un salto per la sorpresa a Fedra. Il giovane stregone ridacchiò e grattò il suo amico draghetto dietro un orecchio, come se si fosse trattato di un gatto sornione!

Krea non potè impedirsi di sorridere, nonostante le difficoltà che si profilavano all'orizzonte. Con dei compagni come loro, la giovane magus non vedeva motivo di temere per il futuro...   

 

oooooooooo

 

I quattro giorni successivi furono relativamente calmi, almeno sul fronte degli avvenimenti. Ma chiunque avrebbe potuto vedere che Korvosa era percorsa dalle tensioni. Correvano voci che la regina Ileosa fosse inviperita per la pubblica umiliazione che aveva subito. Erano stati affissi manifesti su tutti i muri e gli edifici di Korvosa, promettendo una taglia di duemila vele d'oro per chiunque fosse riuscito a catturare la cosiddetta assassina del re, Trinia Sabor... ma soprattutto, la regina aveva fatto una mossa che aveva suscitato scalpore in tutta la città, dichiarando Blackjack, il simbolo stesso della città, come un fuorilegge, e offrendo una taglia di ben cinquecento pezzi di platino - l'equivalente di cinquemila vele d'oro - a chiunque fosse riuscito a catturarlo.

Assieme a tali avvisi di taglia, erano stati affissi dei manifesti che denunciavano Blackjack, accusandolo di atti di sovversione e di terrorismo, e di incitare il popolo alla rivoluzione.

 

Il ribelle conosciuto come Blackjack è intervenuto nel corso di un'esecuzione sancita legalmente dalla corona e dal sistema legale di Korvosa.

La persona accusata dell'assassinio del nostro amato re Eodred Arabasti secondo del suo nome del nobile casato degli Arabasti si è rivelata essere una terza persona del tutto estranea al crimine. La vera identità di tale persona è giunta come una sorpresa anche a noi. Evidentemente, l'accusata Trinia Sabor è riuscita con qualche stregoneria a sostituire sè stessa con una persona innocente, in modo che tale vittima pagasse per le atrocità commesse da qualcun altro. Blackjack, approfittando di tale errore commesso in assoluta buona fede dalle fedeli guardie della corona, ha sobillato il popolo e ha cercato di spingerlo alla ribellione, sfruttando tale equivoco e cercando di dipingerlo come un atto di mala fede.

A causa di queste manipolazioni, le tensioni stanno aumentando, e le rivolte sono sul punto di riprendere. La nostra sovrana, la nostra nobile regina Ileosa Arvaxani in Arabasti, si è resa conto che il nostro defunto re ha usato eccessiva clemenza nei confronti del terrorista Blackjack, cosa che ha permesso al criminale di intralciare la giustizia e alla regicida di sfuggire alla sua giusta punizione. 

Per questi ed altri motivi, la nostra nobile sovrana, Sua Maestà Ileosa Arvaxani in Arabasti, offre una taglia di 2'000 vele d'oro a chiunque riesca a catturare la strega Trinia Sabor, e una taglia di 500 monete di platino a chiunque catturi Blacjack, l'ex-eroe di Korvosa, o fornisca informazioni critiche che portino alla sua cattura.

Tutti coloro che hanno aiutato Blackjack nella sommossa o che si renderanno suoi complici saranno passibili di arresto ed incarcerazione da parte delle guardie reali.

 

Questi e simili avvisi ora tappezzavano gran parte di Korvosa, aumentando il malcontento del popolo, e allo stesso tempo assicurando il silenzio di coloro che dissentivano con i modi di fare della nuova regina.

In quei giorni, molti cittadini di Korvosa, spesso anche ben conosciuti e stimati, vennero arrestati e condotti alla Volta Testadimorto, dalla quale non sarebbero più giunte notizie di loro. I Cavalieri Infernali di Cittadella Vraid si erano tenuti fuori dai disordini, comprendendo che ormai non avevano più facoltà di agire... ma questo era soltanto un piccolo lato positivo di quanto stava accadendo. La paura e la diffidenza si espandevano a macchia d'olio, e i cittadini si guardavano costantemente alle spalle, temendo che anche un gesto innocuo venisse interpretato come una prova di ribellione. Era sempre più evidente che Korvosa non era più una città sicura... e per questo, qualcuno aveva deciso di muoversi alla svelta per evitare che la situazione precipitasse...

 

oooooooooo

 

Quattro giorni dopo...

Ylena corrugò la fronte e annuì con aria decisa quando vide apparire la parola che le era stata comunicata sulla pergamena di Marcus. All'inizio era stato soltanto uno scintillio... poi, una alla volta, come tracciate da un lapis invisibile, le lettere che componevano la parola erano apparse sull superficie giallastra, in un evidente colore nero. Per lei, era il segnale convenuto. Era il momento di andarsene da Korvosa... e questo voleva dire che da quel momento in poi, dovevano seguire scrupolosamente tutte le indicazioni di Marcus.

KHAELESORIS

La ex-marine annuì tra sè e arrotolò accuratamente la pergamena, poi guardò verso la sua famiglia, che la stava aspettando a pochi passi di distanza. "Okay, ci siamo... dobbiamo partire adesso, prima che sorga il sole. Usciremo dalla porta est della città, evitando le pattuglie." affermò. "Siete pronti?"

"Pronti o no... dobbiamo muoverci il prima possibile." rispose Vergiliu con un sorriso amaro. "E' la prima volta dopo tanto tempo che riprendiamo la strada... devo ammettere che è un'emozione un po' particolare. Sarei eccitato, se non ci trovassimo in una situazione così difficile."

Krea sospirò e appoggiò una mano sulla spalla del padre. "Ti capisco, papà... anche per me è la stessa cosa." rispose. Pur essendo una Varisiana, aveva vissuto quasi tutta la sua vita a Korvosa, e non aveva sperimentato la tradizione di viaggi e avventure che normalmente era associata alla sua etnia. "Va bene. Seguiamo le indicazioni che ci ha dato il comandante Endrinn... e facciamo quello che dobbiamo."

"Non vorrei dover andarmene di qui..." disse il piccolo Deriu con gli occhi umidi. "Capisco che dobbiamo farlo, ma... non è giusto. Noi non abbiamo fatto niente di male..."

"Deriu..." disse Ylena chinandosi per arruffare gentilmente i capelli del figlio più piccolo. "Hai ragione. Noi non abbiamo fatto niente di male. Abbiamo la coscienza pulita... almeno da questo punto di vista... ma spesso le cose succedono senza che ce le 'meritiamo', per così dire. E noi non abbiamo responsabilità per le scelte degli altri."

"Vorrei che Ileosa non fosse mai diventata regina..." rispose sconsolato il piccolo Deriu, guardando verso il terreno. "Perchè Krea, Rilo e Majenko devono restare qui? La regina potrebbe farli arrestare..."

Rilo e Krea si guardarono negli occhi, comprendendo quello che voleva dire il fratello minore. Krea odiava ammetterlo, ma era così... da quando Ileosa aveva preso il suo posto sul Trono Cremisi, il caos e la tensione non avevano fatto altro che peggiorare, dopo un primo e breve periodo in cui sembrava che la sovrana avesse riportato tutto sotto controllo. E ora, la ragazzina aveva il netto presentimento che la sovrana, influenzata da qualche cattivo esempio, stesse trasformando Korvosa in una tirannide senza neanche rendersene conto.

"Non ti preoccupare, piccolo Deriu!" esclamò Majenko, cercando di sollevare un po' il morale del ragazzino. "Krea e il padroncino Rilo sono con grande capo Cressida, le guardie non possono arrestarli lì."

"Giusto... la comandante Cressida può ancora contare sui suoi uomini, e ha ancora l'autorità necessaria per mantenere l'ordine nel suo distretto e nelle zone di Korvosa ancora sotto la giurisdizione della guardia cittadina." rispose Krea con un cenno incoraggiante.

Rilo strizzò un occhio e volle dire la sua. "E poi... noi abbiamo fatto fuori Gaedren Lamm e il Re dei Ragni." affermò. "Beh, d'accordo, è stata Fedra a farli fuori in realtà... ma resta il fatto che non è il primo pericolo che corriamo! Ce la sappiamo cavare, davvero! E poi ci saranno anche Fedra, Kostur, Runyar... e anche Verik ed Orik! Non saremo da soli!"

"Sì, lo so..." rispose Deriu, mentre andava ad abbracciare i suoi fratelli maggiori. "Ma state attenti, d'accordo? E tu, Majenko... per favore, aiutali anche tu!"

Il draghetto strizzò un occhio in segno di intesa. "Certamente! Majenko aiuterà e proteggerà Krea e il padroncino Rilo con la sua vita!" esclamò. "Deriu stare tranquillo, tutto sotto controllo!"

"Perfetto..." disse Ylena sollevata.

 

oooooooooo

 

Quello che attendeva Kostur, Fedra e il resto della Compagnia del Draco quella mattina nel quartier generale di Cittadella Volshyenek era stato uno spettacolo quantomeno inusuale. Nell'ufficio della comandante della guardia cittadina, era in corso una discussione tra Cressida e tre figure femminili in armatura, due delle quali indossavano un pesante elmo con il pennacchio rosso - uguale a quello che avevano visto durante l'esecuzione fallita di pochi giorni prima. La terza teneva l'elmetto tra le mani per parlare più agevolmente con Cressida... e proprio per questo, Kostur e i suoi compagni videro subito che si trattava della loro vecchia conoscenza Sabina Merrin, la guardia del corpo personale di Ileosa.

"Queste sono le decisioni di Sua Maestà Ileosa per quanto riguarda la ripartizione dei compiti, comandante Kroft." stava dicendo Sabina in quel momento, mentre consegnava alla Kroft alcuni documenti che la comandante ricevette con evidente riluttanza. Le due donne continuavano a fissarsi negli occhi, mentre Cressida appoggiava i fogli sulla sua scrivania. "La pregherei di leggerli e firmarli per presa visione. Da questo momento in poi, le nostre rispettive giurisdizioni saranno designate con precisione, ed eviteremo sconfinamenti e sovrapposizioni di compiti."

Cressida prese uno dei fogli e lo lesse con attenzione, per poi guardare di nuovo Sabina dritta negli occhi. "Sì, ho avuto modo di vedere la suddivisione che avete in programma." rispose la comandante della guardia cittadina. "La... divisione scelta... alle dipendenze della corona si occuperà dei quartieri poveri, mentre alla guardia cittadina resteranno i quartieri più ricchi. Se mi è consentito esprimere un piccolo giudizio personale, mi sembra una divisione un po'... inusuale ed arbitraria."

"Queste sono le decisioni che sono state prese da Sua Maestà Ileosa, e come guardia del corpo personale della nostra nobile Regina, non ho nè l'autorità nè il desiderio di metterle in discussione." affermò la Merrin. "Comunque, le daremo il tempo di leggerli con attenzione e comprendere meglio i dettagli e le ragioni di tale suddivisione. Passeremo domani a ritirare i documenti, possibilmente firmati. Per il momento, le auguro buon proseguimento."       

"Altrettanto." rispose la Kroft, senza far trasparire alcuna emozione. Sabina e le sue accompagnatrici fecero un saluto militare e si allontanarono, passando vicino a Kostur e ai suoi compagni... e per un attimo, il mezzorco incrociò lo sguardo della Merrin. Ebbe l'impressione che la guardia del corpo della regina volesse dirgli qualcosa, ma non era del tutto sicuro se si trattava di un avvertimento, una minaccia, oppure se fosse in qualche modo preoccupata per loro e volesse pregarli di non fare niente di avventato.

Una volta che le donne in armatura si furono allontanate, Runyar rivolse al mezzorco uno sguardo interrogativo, e Kostur fece un cenno con la testa per dire che potevano proseguire. Orik annuì e bussò educatamente alla porta dell'ufficio, ricevendo poco dopo il permesso di entrare.

"Avanti." rispose Cressida, anche se la sua voce tradiva un po' di stanchezza. Il mercenario poteva ben immaginare che la comandante fosse ancora assillata dagli impegni e dallo stress che si erano susseguiti in quei giorni di fuoco. "Ah, siete voi. Benvenuti. Mi auguro che la situazione a Korvosa sia... relativamente tranquilla, dati gli ultimi eventi."

"Tanto tranquilla quanto ci si può aspettare, comandante Kroft..." affermò Runyar. "Da quando Blackjack è apparso improvvisamente e ha mandato all'aria l'esecuzione della condannata spacciata per Trinia Sabor, la città è in fermento. La regina ha posto delle taglie sia su Trinia che su Blackjack, ma ho l'impressione che la maggior parte dei cittadini non abbia molta voglia di collaborare."

"Di recente, ci sono giunte voci di avvistamenti di Blackjack in alcuni quartieri bassi... ma nessuna di queste ha ricevuto conferma." continuò Kostur. "E' probabile che si trattasse di falsi allarmi... o anche di impostori che si sono spacciati per Blackjack."

Cressida annuì, ascoltando ogni cosa con la massima attenzione. "Capisco... e non ci sono novità da parte degli Arkona?" chiese.

Verik scosse la testa. "Nulla di eclatante, quanto meno. Sembra che per il momento non abbiano intenzione di muoversi." affermò.

"Piuttosto strano," pensò tra sè la comandante della guardia cittadina. "Mi piace pensare di conoscere abbastanza bene gli Arkona, e non sono gente che si farebbe sfuggire un'occasione così ghiotta. C'è qualcosa che ci sfugge, ed è meglio tenerli d'occhio, per evitare sorprese sgradite. In ogni caso, gli Arkona sono un problema secondario, almeno per il momento. Spero solo che questa situazione non cambi tanto presto."

"Piuttosto, comandante Kroft... sono sicuro di aver già visto quelle signore in armatura, in occasione della condanna a morte che Blackjack ha mandato all'aria." affermò Kostur. "Una di esse era senza dubbio Sabina Merrin, la guardia del corpo di Sua Maestà Ileosa."

"Esattamente. Forse avrete già sentito che sono venute fin qui per consegnarmi dei documenti con i quali hanno reso ufficiale la ripartizione dei quartieri della città in aree di competenza nostra, cioè i quartieri più altolocati... e aree di competenza della guardia reale, i quartieri popolari." rispose Cressida. "Non so il motivo di tale suddivisione, ma... ho qualche ipotesi in tal proposito, e l'idea non è molto rassicurante."

Kostur annuì, iniziando già a pensare a cosa potesse esserci dietro a questa spartizione apparentemente arbitraria. Ma se c'era una cosa che aveva imparato in tanti anni in cui aveva lavorato come investigatore, era che raramente le cose avvenivano in modo arbitrario. Se era stata decisa una tale suddivisione dei quartieri, forse era perchè il governo riteneva che in questo modo avrebbero potuto ritrovare e catturare Trinia... così, mentre le guardie reali cercavano nei quartieri bassi, la guardia cittadina sarebbe stata costretta a rimanere in quelli alti.

E questo voleva dire che la Compagnia del Draco non avrebbe potuto interferire nel caso le guardie reali avessero trovato Trinia...

Non c'era dubbio, Korvosa stava diventando davvero un posto troppo pericoloso per la sua amata. Forse era il caso di parlare quanto prima con Vencarlo e vedere cosa si poteva fare per lei.

"E... per quanto riguarda la famiglia Aldinn... il mio collega, Marcus Endrinn della Compagnia dello Zibellino, ha già un piano per consentire ai signori Aldinn e al loro figlio più piccolo di andarsene da Korvosa, prima che il laccio si stringa su di loro." continuò Cressida. "In questa occasione, avrei preferito parlare con la vostra compagnia al completo, ma la necessità impone che i vostri compagni si trovino da tutt'altra parte. E' per questo che vorrei chiedere a tutti voi di supportare i giovani Aldinn al meglio delle vostre possibilità." Si rivolse a Runyar e gli fece un piccolo sorriso di congratulazioni. "E a questo proposito, mi devo complimentare con lei per la sua promozione, Banchiere di Prima Classe Runyar Locklin."

"Promozione?" chiese Verik, non avendo sentito la notizia prima di allora.

"Già, immagino che Runyar non abbia avuto modo di dirlo a voi..." affermò Kostur con un sorriso appena accennato. "Sì, Runyar è stato promosso dall'Arcibanchiere Darb Tuttle, il più alto rappresentante del clericato di Abadar qui a Korvosa."

"Caspita. Hai detto niente." commentò Orik, per poi commentare con ironia. "Vuol dire che adesso anche noi possiamo vantarci di avere dei contatti di alto livello?"

"Immagino che non potrà nuocere." commentò Fedra con un sorriso divertito.

Il nano annuì con espressione seria. "Vi ringrazio per i complimenti. So che è una posizione di grande responsabilità... e la userò per potermi rendere ancora più utile alla città e al mantenimento dell'ordine." affermò. "E dare una mano ai miei compagni... sarà un modo per rispondere ai miei doveri."

Cressida si permise di sorridere. Anche se a volte erano un po' indisciplinati, i ragazzi dalla Compagnia del Draco erano stati una fonte costante di buone notizie, e la comandante sperava che, anche ora che la città era in preda all'attuale crisi e di tumultuosi cambiamenti, questo elemento almeno restasse costante.

 

oooooooooo

 

Dopo aver preso con sè tutto quello che erano stati in grado di portare via, Vergiliu ed Ylena avevano controllato la loro casa un'ultima volta, forse anche per il desiderio di darle un ultimo saluto, e infine si erano riuniti con i loro figli, con Fedra e con il draghetto Majenko. Non c'era stato bisogno di tante parole - la situazione era ben chiara a tutti loro.  

Con circospezione, la famiglia aveva lasciato la loro dimora e aveva percorso delle vie anguste che avrebbero permesso loro di raggiungere il luogo designato limitando quanto più possibile i rischi di farsi scoprire. Majenko svolazzava in avanscoperta, usando la sua vista acuta per scovare eventuali pericoli. Fu grazie a lui e alla vista notturna di Fedra che la famiglia riuscì ad evitare più di una pattuglia.

Finalmente, la loro destinazione apparve in bella vista - la dimora di Vencarlo Orisini. E il padrone di casa, come da programma, era lì ad aspettarli. E non era da solo, dal momento che davanti alla porta di casa Orisini attendevano anche gli altri membri dell'ormai nota Compagnia del Draco. Kostur, Runyar e i fratelli Vancaskerkin erano lì ad attendere, e salutarono calorosamente i loro compagni.

"Ehilà, ragazzi! Buongiorno! Non ci aspettavamo di vedervi qui!" affermò Krea andando a salutare i suoi compagni d'avventura. "Come mai anche voi da queste parti?"

Kostur strizzò un occhio in direzione del resto del gruppo. "Diciamo che... abbiamo voluto prendere anche noi qualche lezione da messer Orisini." spiegò il mezzorco. "E guarda caso, abbiamo prenotato una lezione proprio nel momento in cui vi dovevate trovare con messer Orisini. Che caso strano."

"Già. Le coincidenze sono davvero incredibili." ironizzò Verik.

"Sono contento di rivedervi sani e salvi." affermò Vencarlo, stringendo la mano ai signori Aldinn. "Vergiliu ed Ylena Aldinn, immagino. Ho sentito parlare di voi in ottimi termini... e ovviamente, devo congratularmi con voi. I vostri ragazzi, Krea e Rilo, si sono comportati come dei cittadini modello, in questi tempi difficili."

"Abbiamo semplicemente cercato di insegnare ai nostri ragazzi il rispetto e il senso del dovere nei confronti della nostra città." affermò Vergiliu, per poi sospirare malinconicamente. "Anche se... in questi ultimi tempi, il Trono Cremisi non si sta dimostrando esattamente degno della loro fedeltà."

"A questo proposito, siete sicuri di non essere stati seguiti?" chiese Vencarlo. "Sono sicuro che avete cercato di essere quanto più prudenti possibile, ma si sa... non si è mai abbastanza paranoici, in certi casi."

"No, sono sicura che non ci hanno seguito." rispose Fedra con un cenno della testa, anche se ancora si guardava attorno per essere sicura che non ci fossero brutte sorprese. "E' tutto a posto. Possiamo entrare."

"Ottimo." rispose Vencarlo, anche se non volle esimersi dal dare un'occhiata attorno lui stesso, per massima sicurezza. "Okay, allora seguitemi. C'è qualcun altro che vorrebbe tanto rivedervi."

Il gruppo seguì Vencarlo all'interno di casa sua - un'abitazione pulita ed ordinata per quanto relativamente modesta. Dopo aver oltrepassato un paio di porte, il gruppo raggiunse la sala dove Vencarlo normalmente teneva di allenamenti di scherma... e fu lì che il gruppo ebbe un'altra gradita sorpresa. Ad accoglierli mentre entravano nella grande sala dal pavimento foderato fu una giovane donna dai capelli biondi scuri tagliati corti, che i membri della compagnia non ebbero certo problemi a riconoscere - anche se adesso era vestita in maniera decisamente più decente, con una camicia grigia con sopra un corpetto di cuoio, pantaloni di tela grigia e stivali da viaggio.

"Trinia!" esclamò Kostur, riconoscendo al volo l'amata.

"Kostur! Cominciavo a preoccuparmi, era un po' che vi aspettavo..." rispose la giovane pittrice, correndo ad abbracciare Kostur. Il mezzorco e la ragazza si tennero stretti per un po' e si scambiarono un tenero bacio... e Krea non resistette alla tentazione di strizzare un occhio e fare un simbolo del cuore con le mani!

"Quella ragazza... è quella Trinia Sabor di cui mi avevate accennato, vero, ragazzi?" chiese Vergiliu ai suoi due figli più grandi. Krea e Rilo fecero un cenno di conferma.

Vencarlo sorrise gentilmente e permise ai due innamorati di restare abbracciati ancora un po'... ma non ci fu bisogno di richiamarli, in quanto Kostur e Trinia, consapevoli che il tempo a loro disposizione era limitato, si separarono con un po' di riluttanza e rivolsero a Vencarlo la loro incondizionata attenzione.

"Mi fa piacere che ci siate tutti. Ho già pensato ad un piano per permettere ai signori Aldinn e al piccolo Deriu di lasciare la città, ma con il vostro aiuto sarà più facile implementarlo." disse l'uomo, guidando il gruppo verso un tavolo sul quale era dispiegata una mappa di Korvosa sulla quale erano segnati alcuni punti in un'evidente tratto rosso. "Okay, ascoltatemi bene. A questo punto, dovrete dividervi in due gruppi...  diciamo, un gruppo A e un gruppo B. Il gruppo A sarà composto da Rilo, Krea, Majenko, il signor Kostur, la signorina Trinia e il signorino Verik; mentre il gruppo B comprenderà il signor Orik, il signor Runyar, la signorina Fedra e il resto della famiglia Aldinn. Ci sono domande, fino a questo punto?"

Vencarlo attese che qualcuno prendesse la parola, ma nessuno ebbe nulla da chiedere, e l'uomo annuì soddisfatto e continuò la spiegazione. "Ottimo. Allora, il gruppo A e il gruppo B dovranno lasciare la città da due porte diverse. Diciamo che il gruppo A prenderà il Ponte Nord, mentre il gruppo B lascerà Korvosa passando per il Ponte Alto, a sud della città... e poi prenderà Dwarfwalk Road, cercando di confondersi tra i mercanti che sicuramente staranno già facendo il loro ingresso in città. Dopodichè, i gruppi dovranno convergere, ritrovandosi nel punto che vi mostrerò. Ecco, questo punto qui, per l'esattezza." Vencarlo prese un lapis rosso e mise una crocetta in un punto dove la strada principale che lasciava Korvosa dal Ponte Nord si divideva in un bivio, andando verso nord-est e sud-est. "Da qui... una volta che vi sarete ritrovati, proseguirete verso una taverna chiamata Il Trotto, che si trova a circa 12 miglia sulla strada verso nord. Resterete per una notte al Trotto, e a quel punto verrete raggiunti da un mio vecchio amico, tale Jasan Andriel, proprietario di un ranch di cavalli nei pressi della città di Harse. Lui si occuperà di tenere al sicuro la signorina Sabor e i membri della vostra famiglia, ovviamente tenendoli con sè sotto mentite spoglie. La signora Ylena, data la sua esperienza nella Compagnia dello Zibellino, lavorerà come mandriana, e il signor Vergiliu affiancherà Jasan nella gestione del ranch. Purtroppo temo di non potervi seguire... in questo giorni, temo di essere stato un po' troppo esplicito nella mia critica della monarchia, e potrei attirare sgraditi sospetti su di voi se venissi visto in giro qui a Korvosa."

"Per me va bene." disse Vergiliu, per poi fermarsi un attimo a pensare. Visto che era il momento di dirsi la verità, forse era il caso che anche lui facesse la sua parte in questo senso... e chissà, forse era proprio questo il momento giusto.

Vencarlo annuì in segno di approvazione, e proseguì il discorso. "Per quanto riguarda invece il piccolo Deriu... lui frequenterà una scuola di Harse sotto falso nome. Non vi preoccupate per lui, sarà ben sorvegliato. Ad ogni modo, per massima sicurezza, consiglierei ai signori Aldinn e al piccolo Deriu di assumere una pozione di Alterare Sè Stesso, che permetterà loro di cambiare aspetto per qualche ora."

"Se posso dire la mia, signor Vencarlo..." affermò Vergiliu alzando una mano. "Io rifiuterei rispettosamente di bere quella pozione."

"Papà?" chiese Rilo con evidente stupore.

Vencarlo assunse una rara espressione di stupore. "Ne è sicuro, signor Aldinn? Potrei sapere il perchè di questo diniego, se non sono indiscreto?" chiese l'uomo.

Vergiliu non rispose subito. Frugò per un breve momento nella sua bisaccia, da cui estrasse una piccola ampolla di liquido argentato che appoggiò lì vicino. Poi, si sbottonò la camicia, mostrando un fisico che, malgrado la non più giovane età, era comunque ancora robusto ed integro. Mentre tutti lo guardavano come per chiedersi cosa stesse facendo, Vergiliu prese la fialetta di liquido argentato e se lo versò attentamente sul torace e sulle braccia, dove venne assorbito rapidamente. L'effetto si vide pochi istanti dopo, quando sulla pelle dell'uomo cominciarono ad apparire degli strani simboli mistici - delle rune di colore blu scuro, quasi nero, che decoravano la pelle di Vergiliu in maniera quasi artistica e sembravano addirittura emettere un lieve scintillio alla pallida luce del sole.

Ylena sospirò, per nulla sorpresa da quella rivelazione - evidentemente, Vergiliu le aveva già parlato di quella sua particolarità. I loro figli, invece, erano sbalorditi e senza parole... in particolare Krea, che era rimasta come incantata a guardare le eleganti rune blu che ora decoravano il torso e le braccia del padre.

"Che cosa?" esclamò sbalordito Orik. "Per la miseria, questa è magia..."

"Papà?" chiese Rilo. "Quelli... sono tatuaggi Varisiani, non è così?"

Neanche Vencarlo potè nascondere la sua sorpresa davanti ad una simile rivelazione. "Beh... ammetto che questa non me l'aspettavo, signor Aldinn." affermò. "Quindi, anche lei, come il giovane Rilo, fa parte dell'antica tradizione stregonesca dei Varisiani."

"Proprio così, messer Orisini." rispose l'uomo, voltandosi verso il resto della compagnia in modo che tutti potessero vedere i suoi tatuaggi. "Le origini della mia magia risalgono al Casato delle Cupe Ombre, discendenti di Haramil, un potente signore della guerra di Nidal, famigerato per le atrocità che aveva commesso contro il popolo oscuro dei sotterranei di Golarion."

Fedra corrugò la fronte. Aveva la sensazione che quel nome, Haramil, non le fosse del tutto nuovo. Ma in quel momento non era sicura di ricordare da chi lo avesse sentito, e in che contesto.

"Haramil aveva rubato un prezioso artefatto dell'oscurità delle cripte dei caligni. La costante vicinanza con questo potente oggetto infuse quella canaglia del potere delle ombre, che gli conferì una forza sovrumana e il potere di rigenerare in breve tempo le sue ferite." continuò a spiegare Vergiliu. "Ma alla fine, anche lui venne vinto in battaglia e rimase ucciso. Ma ormai, la sua discendenza si era diffusa. Molti dei suoi discendenti nacquero con poteri oscuri legati all'artefatto che aveva trafugato e che aveva mutato per sempre il suo corpo e il suo sangue - si trattava non più di umani ma di ghermiti, creature in cui scorre il potere stesso della Dimensione delle Ombre. Io sono uno dei pochi discendenti di Haramil ad essere nato umano, ma anche in me scorre la magia dell'ombra che lo ha pervaso... e a quanto vedo, anche in te, figliolo." Terminò il discorso guardando il figlio di mezzo con un'espressione che sembrava essere orgogliosa e chiedere scusa al tempo stesso per il fardello che gli stava lasciando.

"Woooow!" esclamò il piccolo Deriu. "Quindi anche papà è uno stregone? Forte!"

"Accidenti, qui stiamo parlando di questioni extraplanari." affermò Vencarlo. "Temo che su questo argomento, non potrò aiutarvi più di tanto."

Vergiliu sorrise gentilmente e fece cenno a Vencarlo che non c'era bisogno di aiuto. "Non sarà un problema, messer Orisini... posso spiegare tutto io." affermò. "Come stavo dicendo... molti discendenti di Haramil si riunirono in questo Casato delle Cupe Ombre, decisi a perseguire le stesse mire di conquista del nostro antenato. Ma alcuni di loro, che avevano mantenuto la loro coscienza, si opposero a questo infame disegno. Ne seguì uno scisma, e nel corso delle lotte intestine, il Casato delle Cupe Ombre implose e cessò di esistere. Io fui l'unico sopravvissuto, e me ne andai dal loro covo ormai in rovina, portando con me soltanto un libro... nel quale era contenuta parte della conoscenza della magia delle ombre. A quel punto, non volevo più avere niente a che fare con la magia dell'ombra, e speravo di ricostruire la mia vita. E' stato così che sono tornato a Korvosa e ho preso in mano gli affari della mia famiglia. Speravo che ormai fosse un capitolo chiuso, ma... a quanto pare, non è stato esattamente così. Mi dispiace. Ad ogni modo, questo è anche il motivo per cui non ritengo necessario assumere la vostra pozione. Provvederò io al mio travestimento, e indosserò degli abiti che mi permettano di confondermi tra la folla."

"Non hai niente di cui scusarti, papà. Posso capire perchè non ci hai detto nulla. Ma... perchè hai voluto rivelarcelo ora?" chiese Krea. "Considerato che questo Casato delle Cupe Ombre ormai non esiste più."

"Quando abbiamo discusso con vostra madre riguardo il suo passato, e riguardo il fatto che tu e i tuoi fratelli meritavate di conoscere la verità... diciamo che le argomentazioni di Ylena hanno smosso qualcosa in me." rispose Vergiliu. "Mi sembrava giusto che anche voi sapeste la verità su chi siamo e da dove proveniamo. E poi... non si può mai sapere quando e se il passato tornerà, e volevamo che voi tutti foste pronti nell'eventualità che ciò si verifichi."

Krea sorrise sollevata. "Grazie per il pensiero, papà. Ne sono sicura, qualunque cosa dovesse accadere... sapremo come affrontarla! Anche se queste Cupe Ombre dovessero venire a bussarci alla porta di casa, non ci faremo intimorire da loro!"

"E se questo dovesse accadere... Krea, Rilo e Majenko avranno la mia spada a difenderli." rispose Fedra, sguainando appena un po' la sua daga.

"Saremo sempre tutti all'erta!" esclamò il piccolo Majenko, in piedi sulla spalla di Rilo.

Il giovane stregone fece il segno dell'okay. "Stai tranquillo, papà. E grazie per averci parlato del nostro passato. Credo che adesso... potremo comprendere meglio i nostri poteri."

Vergiliu annuì e sorrise soddisfatto. Davvero non c'era da preoccuparsi. I suoi ragazzi avevano senno e rettitudine. Poteva fidarsi di loro. Rivelare loro le sue origini era stata la scelta giusta.

"Caro... non eri obbligato a rivelare tutto adesso." affermò Ylena, avvicinandosi al marito e mettendogli una mano sulla spalla tatuata.

Vergilu le prese gentilmente la mano. "Lo so, ma ho voluto farlo. Mi hai dato l'esempio quando hai parlato del tuo passato ai nostri ragazzi, e non potevo certo essere da meno." affermò. "Adesso sanno a cosa potrebbero andare incontro... ma sono sicuro che ora se la caveranno, anche senza di noi. Per ora... la nostra attenzione deve andare a Deriu, e dobbiamo tenere un basso profilo per non farci scoprire. Ma sono convinto che presto tutto questo sarà finito, e potremo tornare a Korvosa."

"E' quello che ti dice il tuo sangue di stregone?" chiese Ylena con un sorriso ironico. "Beh... suppongo di potermi fidare. Finora ti ha sempre guidato alle decisioni giuste... e sono sicura che andrà bene anche questa volta."

Vergiliu annuì, per poi accorgersi di Kostur che si stava avvicinando, una mano alzata come per fare una domanda. "Chiedo scusa, signor Aldinn..." disse il mezzorco investigatore, dando un'occhiata alla boccetta di liquido argentato che Vergiliu aveva usato per rivelare i suoi tatuaggi. "Potrei prendere un campione di questo... unguento, o quello che è? Sarei curioso di analizzarlo."

"Il grande detective ha trovato qualcosa che ha risvegliato la sua voglia di indagini?" chiese Trinia con gentile ironia.

Kostur ridacchiò brevemente. "Diciamo di sì. È la prima volta che vedo una sostanza fare questi effetti, e sarei curioso di saperne di più. Chissà, potrebbe essere utile."

"Per me non c'è problema. Se volete prenderne un po', investigatore Kyle, siete autorizzato." rispose Vergiliu con un cenno della testa, mentre cominciava a rivestirsi. Cercò nella sua bisaccia, e ne tirò fuori un piccolo libro rilegato in cuoio nero, che consegnò al figlio di mezzo. "Ecco a te, figliolo. Credo che a te più che a chiunque altro sarà utile questo libro. Qui si parla dei segreti delle ombre, e la conoscenza che contiene potrà aiutarti a sviluppare e a controllare il tuo potere magico. Usalo saggiamente, e stai attento ad essere tu ad usare la tua magia, piuttosto che sia la tua magia a controllare te."

"Ti ringrazio, padre." rispose commosso il giovane stregone. "Farò... farò in modo che questi segreti aiutino me, e tutti noi."

"Prima che ci incamminiamo, messer Orisini... potrei fare un'ultima domanda?" chiese Verik. Quando Vencarlo rispose con un cenno della testa, il più giovane dei Vancaskerkin si schiarì la voce. "Ecco... si tratta di una persona che conosco, e che non vedo più da parecchio tempo. Una signorina di nome Meliya, con cui ho... avuto diversi contatti, ancora prima della morte di re Eodred. Lei pensa... che sarebbe in grado di rintracciarla? Ho perso ogni contatto con lei, e non vorrei che... beh... le fosse successo qualcosa."

"Meliya, dici?" ripeté Vencarlo, giusto per essere sicuro. "Hmm... non è un nome che mi è noto, ma farò del mio meglio per rintracciarla. Puoi stare sicuro che, se questa Meliya è ancora a Korvosa, farò tutto il possibile per scoprire dove si trova."

"La ringrazio, messer Orisini. Questo... vuol dire molto per me." rispose Verik con un rispettoso inchino.

Ylena guardò con attenzione il gruppo, come per assicurarsi che fossero tutti pronti. "Molto bene. Credo che adesso sia il caso di muoversi. Dobbiamo essere tutti fuori da Korvosa quanto prima. Allora, ragazzi, sapete cosa dovete fare. Mi raccomando, state tutti attenti... e ci vediamo al bivio sulla strada da Ponte Nord. Buona fortuna a tutti voi."

"Certo. Buona fortuna." rispose Krea con un sorriso maliconico. Era giunto il momento della verità.    

 

oooooooooo

 

I membri della Compagnia del Draco e i loro compagni si mossero rapidamente, e nel giro di poche ore, entrambi i gruppi erano usciti da Korvosa senza attirare sgradite attenzioni. Il gruppo che Vencarlo aveva designato come Gruppo A aveva percorso la strada che da Ponte Nord proseguiva verso est, mentre il gruppo designato come B si era diretto verso sud e aveva imboccato Dwarfwalk Road.

Le labirintiche vie di Korvosa avevano ormai lasciato posto a praterie aperte e campagne mentre Krea, Rilo, Majenko, Kostur, Trinia e Verik proseguivano lungo la strada diretti verso la loro destinazione. Il sole era ormai alto nel cielo quando il gruppo decise di fermarsi per una mezz'ora, giusto il tempo di riprendere un po' le forze, dissetarsi e mettere qualcosa sotto i denti. Dopo aver trovato un posto abbastanza occultato, al riparo da occhi indiscreti, il gruppo di Krea aveva approfittato dell'opportunità.

Era stato un pasto semplice e rapido - ciascuno di loro aveva consumato una porzione composta da gallette, carne salata, noci e formaggio, abbastanza energetica da permettere loro di andare avanti fino al giorno dopo. Poi si erano presi giusto un po' di tempo per verificare che fosse tutto in ordine... e Krea, controllando il suo equipaggiamento, aveva tirato fuori il mazzo dell'apprensura che Zellara le aveva lasciato, toccandolo con i polpastrelli di una mano come se cercasse in qualche modo di vedere qualcos'altro del suo futuro e di quello della sua città. In un certo senso, era da quel mazzo di carte che tutto era iniziato... da quello, e dai crimini che Gaedren aveva commesso contro la loro figlia.

"Hey, Krea... Stai pensando alla signora Zellara, immagino..." disse Rilo, apparendo da dietro la spalle della sorella maggiore per vedere cosa stava facendo.

Senza distaccare lo sguardo dalle carte, Krea sorrise e annuì. "Già... stavo pensando alla profezia che ci aveva fatto tempo fa, e a come si sia avverata." rispose. "Ci sono diversi elementi dell'apprensura che abbiamo fatto, e che poi corrispondono a degli eventi che si sono effettivamente verificati. E se devo dire la verità, sono curiosa di vedere cosa accadrebbe se tentassimo un'altra apprensura più avanti. Potremmo rivedere la signora Zellara? E come si sarà evoluto il destino della nostra città?"

"Majenko non ha idea..." rispose Majenko, andando a dare un'occhiata alle carte e trovandole molto artistiche. "Belle carte, però. Dicono futuro?"

"In un certo senso. Bisogna conoscere la tecnica per leggerle ed interpretarle." rispose Kostur, arrivando in quel momento. Il mezzorco era con Trinia, e i due fidanzati stavano cercando di approfittare di quei momenti per stare un po' assieme, mentre Verik montava la guardia. "Ma... a questo proposito, Krea... c'è una cosa che credo farei bene a dirti."

La giovane magus sbattè gli occhi meravigliata. "Sì, Kostur? Qual è il problema?"

"E' una cosa che è successa diversi giorni fa, ma ci sono sempre stati problemi più urgenti e ho finito per non trovare mai l'occasione di parlarne." rispose l'investigatore, con fare apologetico. "Comunque, diversi giorni fa, è venuta a parlare con me una donna... una Varisiana, per l'esattezza, una certa Raven Nicoletta. Ha detto di essere un'allieva della signora Zellara, e ha chiesto del suo mazzo dell'apprensura."

Krea, Rilo e Majenko restarono sorpresi da questa notizia. "Che cosa? Un'allieva della signora Zellara?" chiese Krea. "Beh... questa è una sorpresa. Non mi risultava che la signora Zellara avesse degli allievi."

"Forse non riteneva che la cosa fosse importante..." azzardò Trinia pensierosa. "E tu gli hai detto qualcosa, caro?"

Kostur alzò le spalle e sorrise tranquillamente. "Le ho detto le cose come stanno. Ovvero, che non ero autorizzato a rispondere alla sua domanda." affermò. "Ha insistito un po', ma alla fine se n'è andata... ma ho la netta impressione che non si sia rassegnata così facilmente. Forse è il caso di tenere d'occhio anche lei."

"Prossima volta che noi parliamo con Zellara... noi può chiedere di Raven, vero?" propose Majenko.

"Sì, mi sembra una buona idea. Va bene, Majenko, faremo così. Ma per adesso, non credo che questa Raven rappresenti un problema." rispose Rilo.

Krea annuì rapidamente e mise via il mazzo dell'apprensura. "Giusto, ora è il caso di riprendere il cammino. Ci vorrà ancora un po' per arrivare al bivio... e speriamo che mamma, papà e gli altri non abbiano avuto problemi." affermò. "Verik, tutto a posto? Stiamo per riprendere il cammino!"

Il più giovane dei Vancaskerkin era già pronto a ripartire, e stava dando un'occhiata ai dintorni per essere sicuro che non ci fossero problemi. "Strada sgombra, signorina Aldinn." affermò l'ex-sergente, alzando una mano per dire che non c'erano problemi. "Se vogliamo ripartire, adesso è il momento giusto!"

"Perfetto! Grazie, signor Vancaskerkin!" affermò Trinia, mentre il gruppo raccoglieva tutto il necessario e si apprestava a riprendere il cammino...         

   

oooooooooo

 

CONTINUA...

  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam