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Autore: Orso Scrive    09/01/2024    4 recensioni
Noi siamo gli H.UL, Hunters of Unusual. Andiamo a caccia di insolito. Se amate il brivido, seguiteci nelle nostre avventure! E, mi raccomando, iscrivetevi al canale e attivate la campanellina degli avvisi per restare sempre aggiornati e non perdervi nessuna novità!
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Una parodia in chiave horror dei numerosi canali di "ghost hunting" che spopolano su YouTube (almeno, la mia pagina principale ne è piena). Nota: i personaggi di questa storia sono apparsi in precedenza in altre mie storie, ma non è necessario averle lette.
Genere: Mistero, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Video1: La Casa nel Bosco

 

 

Cric-cric.

È il rumore dei pesanti scarponi che calpestano il sentiero, a malapena visibile nell’oscurità. La terra battuta è nascosta sotto uno strato di pietrisco, foglie secche, rami caduti. L’immagine è un po’ confusa, mossa. Eddie deve aver messo un piede in fallo. Una radice, un sasso, qualcosa del genere.

«Porco di quel…» La sua imprecazione, soffocata prima che sia troppo tardi, rende meglio di tante altre spiegazioni quello che è appena accaduto.

«Attento», si sente la voce sempre apprensiva di Loris, da qualche parte sulla sinistra, nel buio.

Lo stesso buio, ma questa volta a destra, da cui giunge anche il sussurro mistico di Morticina.

«Sì, fai attenzione, perché qui siamo a mille miglia dalla civiltà, e se qualcuno di noi si facesse male, sarebbero guai seri.» Lo dice con il suo solito tono, caldo, morbido e vellutato. Le luci di una città e i fari delle automobili che si vedono a breve distanza, oltre gli alberi, sembrano raccontare tutta un’altra verità. Nessuno ci bada.

Poi, davanti alla videocamera, appare Creep. Sicuro, come sempre. Del tutto padrone della situazione.

«Ci siamo quasi», annuncia. «Guardate…» La sua voce cresce di intensità, si riempie di eccitazione. «Guardate!»

Indica qualcosa di fronte a sé.

Dapprima non si vede nulla, solo una confusione di buio contornato dai rami degli alberi, illuminati dalla torcia di Loris e ripresi dalla mano per niente ferma di Eddie. Ma le cose cambiano molto presto.

Dal nero pece della notte, emerge qualcosa.

I contorni si fanno più nitidi, le immagini più dettagliate. La messa a fuoco migliora.

Là, tra gli alberi e i rovi che se ne stanno a poco a poco impossessando, c’è un vecchio edificio abbandonato. Sembra diroccato, anzi a guardare meglio lo è senz’altro. Una cascina, una casa colonica di mattoni forati, costruita con poca spesa. Il tetto è sfondato in più parti. Viene da domandarsi come possa ancora reggersi in piedi, malconcia com’è. Ha tutta l’aria di essere stato abbandonato da tantissimi anni.

«Benvenuti», torna a parlare Creep, con la voce accesa dall’imminenza dell’avventura, «alla Casa nel Bosco!»

A questo punto, lo schermo si oscura per lasciar partire la sigla.

Nero assoluto.

Una musica lugubre, di pianoforte, simile a una marcia funebre, che si accompagna ai battiti di un cuore spaventato. Dal nero emergono figure spettrali e indistinte, spaventose. Una di esse viene avanti in fretta, lasciando andare una risata da anima dannata. La musica del pianoforte cede il posto a un tono più ritmico, suonato con i sintetizzatori. Infine, quando le mani dell’orribile creatura stanno per afferrare gli spettatori, la figura svanisce e al suo posto, in un crescendo musicale, appare il nome del gruppo.

 

H_UL Hunters of Unusual

 

E, subito sotto:

 

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* * *

 

«Che cazzo di posto», non riesce a trattenersi Eddie. La voce gli trema, piena di paura. «Ma perché ci siamo venuti?! Non potevamo restarcene a casa, stasera?»

Nessuno si prende la briga di rispondergli. Che bisogno ci sarebbe? Loro è lì, che devono stare. Lì e da nessun’altra parte.

«Attenti a dove mettete i piedi, c’è pieno di ferri e di calcinacci», avvisa invece Loris. Nel dirlo, corre il rischio di inciampare davvero.

«E c’è anche pieno di ortiche!» quasi strilla Morticina. Una delle ortiche deve avergli sfiorato la mano, perché l’accento mistico, questa volta, non si è fatto sentire.

Creep, senza badare ai commenti lamentosi dei compagni, va per primo. Intrepido come sempre, sfida i rovi che paiono volerglisi stringere addosso. Li scaccia senza indugi. Non fa nemmeno caso alle spine che gli penetrano nel dorso della mano. Almeno, non sembra farci caso. In quello stesso istante, Eddie lo inquadra senza volerlo, e immortale la sua espressione dolorante.

Ma è un istante soltanto.

Creep torna in sé. Fa un cenno imperioso in direzione della parete frontale dell’edificio.

Al pianoterra si notano alcune finestre. Alcune sono sbarrate, con assi inchiodate alla meglio. Alcune, però, sono prive di infissi, ma non permettono comunque di vedere alcunché. Il buio è troppo fitto.

CRASH

«Cos’è?! Cos’è?!» urla Eddie, facendo roteare la telecamere di qua e di là.

«Cazzo, cominciamo proprio bene!» ansima Loris, puntando ovunque il fascio luminoso della torcia.

«Io sento…» mugola Morticina, tornata mistica, «io sento qualcosa di strano e indefinito… una voce che dice… “andatevene”! Forse, dovremmo ascoltarla!»

Ma Creep non ha nessuna intenzione di andarsene. Di certo, non si lascia condizionare da quei cagasotto dei suoi compagni d’avventura.

«Non è niente!» esclama. «È solo caduto qualche calcinaccio dal tetto!»

Tra gli altri tre corrono sguardi rapidi, che la videocamera di Eddie cerca di immortalare, pur con tutte le difficoltà del buio e di una bassa risoluzione. Anche aumentare a dismisura gli ISO per accrescere la sensibilità del sensore non è che abbia giovato granché. D’altronde, non ci sono ancora abbastanza iscritti al canale per poterlo monetizzare e, di conseguenza, per acquistare nuove attrezzature, più appropriate. Ma gli H.UL ci stanno lavorando.

«Ah, benissimo», dice la voce ironica di Loris. «Cadono calcinacci dal tetto… magnifico, proprio.»

Riavutosi dalla sorpresa e dall’attimo di sgomento, il gruppo riprende a camminare. A passo lento, guardandosi attorno, si avvicinano il più possibile alla vecchia casa. Di fronte a loro, si para un uscio. È aperto, non c’è traccia di porta o di altre barriere che possano impedire l’accesso.

«Ma come cazzo è possibile?!» esclama Eddie.

«Ma vi rendete conto che non c’è la porta?!» dice Loris, isterico. «Ma vi pare una cosa normale?!»

Morticina scuote il capo, fissando il varco oscuro.

«No, per niente», mormora. «Però nulla è normale, in questo luogo.»

Il fatto che l’edificio sia abbandonato e fatiscente, quasi del tutto distrutto, e che la maggior parte degli infissi siano spariti o crollati al suolo, o rubati da chissà chi e chissà quando, sembra non interessare, agli H.UL. La sola cosa strana e inspiegabile, al momento, è l’assenza di una porta.

Inspiegabile per tutti, meno che per Creep.

Lui una spiegazione ce l’ha.

La sola spiegazione logica, fattuale e possibile.

«È perché la porta dell’Inferno è sempre aperta», sussurra. «È perché la porta del Regno di Satana è sempre pronta ad accogliere chiunque decida di varcarla. La difficoltà non è entrare… la difficoltà è sapere come fare a uscirne…»

Eddie lascia andare un singulto. Loris geme forte. Morticina, pur restando silenziosa, comincia a respirare forte. Le sue dita scendono ad afferrare la piccola croce che tiene al collo, e che le è scivolata nel solco in mezzo al seno, e la stringe con fare spasmodico.

Creep si ferma davanti alla porta.

In volto, gli appare un’espressione quasi satanica.

«Benvenuti all’Inferno», dice.

L’immagina sfuma e appare la scritta:

 

Non perdetevi il prossimo video!

Appuntamento a mercoledì!

Iscrivetevi al canale e condividete!

 
 
   
 
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