Cap. 7: You’re still gon’ be my
man
Oh, this body high
Gives me sleepless nights
It's a million times what any drug could give
And my red eyes they go twice as wide
It might look like pain but to me it's bliss
All my friends, they say that you're bad for me
Guess they never felt the high we're on right now
And my sister says I should run away
But she don't know that I just don't know how
Well, if it's unhealthy then I don't give a damn
'Cause even if it kills me, I'll always take your hand
It's unhealthy, they just don't understand
And when they try to stop me, just know nobody can
You're still gon' be my man ayy, ayy, ayy
Still gon' be my man (still gon')
Ayy, ayy, ayy (still gon' be my man)
You're still gon' be my man!
(“Unhealthy” – Anne-Marie ft. Shania Twain)
Leia, Han e Luke
furono molto felici di rivedere Din e Cassian e li accolsero con affetto e
cordialità. Si chiedevano dove fossero stati e cosa avessero fatto in quelle
settimane ed erano curiosi di sentire le loro storie… e se, magari, era accaduto
qualcosa di particolare. Naturalmente
il Mandaloriano era tornato su Hosnian Prime per rivedere Grogu e consegnargli
il suo regalo e non certo per raccontare in giro i fattacci suoi, comunque con
qualche compromesso tutti si sarebbero accontentati! Era ormai pomeriggio
inoltrato quando i due giunsero alla dimora di Han e Leia, perciò la Senatrice
organizzò subito una cena per tutti, anche se, a dire la verità, Din aveva
voglia di vedere il piccolo Grogu e sapere come stava, come si era trovato in tutti
quei giorni, e non di dover fare conversazione.
Fu Luke a sistemare
le cose senza tanti complimenti.
“Grogu si è
addestrato con me e Ben per tutto il giorno e adesso i due bambini sono stanchi
e devono riposare” spiegò. “Ora Leia darà loro da mangiare e poi andranno a
dormire perché domattina dovranno svegliarsi presto, è così che funziona
l’addestramento dei Padawan. Comunque non preoccuparti, domattina potrai vedere
Grogu prima che inizi il suo addestramento e stasera, durante la cena, ti
racconterò come stanno andando le cose.”
Il Mandaloriano non
sembrava contento di come si stavano mettendo le cose.
“Io sono venuto qui
esclusivamente per vedere Grogu, sapere se sta bene, se sente la mia mancanza,
e non capisco tutte queste difficoltà” obiettò. “Inoltre gli ho portato un
regalo che ho chiesto all’Armaiola appositamente per lui e volevo darglielo.”
“All’Armaiola, eh?
Quindi si tratta di un’arma o di un’armatura mandaloriana” disse Luke.
“Sì, è una cotta di
maglia in beskar, mi farebbe piacere
poterla donare al piccolo perché gli spetta e servirà a proteggerlo e…”
“Dovrai lasciarla a
me, invece” dichiarò Luke, “e poi penserò io, nei prossimi giorni, a
consegnarla a Grogu. Domattina potrai vederlo e salutarlo, ma non parlargli di
questo regalo.”
Il Mandaloriano era
sempre più allibito. Ma che stava succedendo? Sembrava proprio che Luke volesse
impedirgli di vedere Grogu e persino di dargli il regalo che aveva portato per
lui! Possibile che le cose fossero cambiate tanto in poche settimane?
“Insomma, Luke, ma
che ti prende?” intervenne Cassian, che si era reso conto della delusione e del
disorientamento di Din e la cosa gli lacerava il cuore. “Non eravamo d’accordo
che non ci sarebbero stati problemi e che Din sarebbe potuto venire a trovare
Grogu tutte le volte che avesse voluto? Cos’è, Ahsoka ha fatto il lavaggio del
cervello anche a te?”
Inaspettatamente,
Luke sorrise e perse quell’atteggiamento da Kapo
Jedi che sembrava aver assunto.
“Ah, lo chiami Din, adesso? Dovete essere diventati
molto amici durante i vostri viaggi” commentò, divertito. “Beh, mi fa piacere.
No, Ahsoka non mi ha detto niente e comunque siete fortunati perché lei non è
qui, è partita qualche giorno fa con Jyn per cercare in tutta la galassia altri
bambini in contatto con la Forza che possano diventare dei Jedi. Se ci fosse
stata lei avrebbe cercato di impedire a Mando di incontrare il piccolo, mentre
io ho solo detto che non potrà vederlo stasera, ma domattina sì.”
“Però hai detto anche
che non potrò dargli il regalo che ho portato per lui” riprese il Mandaloriano.
“Quella è un’altra
questione e pensavo di parlartene stasera a cena…”
“Io ne voglio parlare
adesso, invece” insisté Din, ancora
una volta con un tono che esprimeva chiaramente la sua delusione e
frustrazione. “Perché non posso dare al piccolo un regalo che ho fatto fare
appositamente per lui? Ho fatto tanta strada per andare a prenderlo e…”
Luke si limitò a
scrollare il capo.
“Proprio perché è
un’armatura mandaloriana” rispose. “Grogu adesso si sta addestrando per
diventare un Jedi ed è molto concentrato e impegnato, ha fatto grandi
progressi, proprio di questo volevo parlarti durante la cena. Incontrarti non
sarà un ostacolo o una distrazione, ma ricevere in dono da te un’armatura
mandaloriana lo turberebbe e lo confonderebbe. È molto potente nella Forza e i
suoi poteri si sono accresciuti, ma è pur sempre un bambino.”
“Questo lo so, e
allora?” Din era davvero esterrefatto e vederlo così confuso e addolorato era
una tortura anche per Cassian, che però non sapeva come aiutarlo.
“Tu sei per lui una
figura paterna e questo è un bene, dal punto di vista delle sue certezze e
della sua serenità” spiegò Luke, “ma adesso Grogu è qui per addestrarsi e
diventare un Jedi. Se tu gli regalassi un’armatura mandaloriana sarebbe un
messaggio contraddittorio per lui, potrebbe pensare che tu vuoi che lasci
l’addestramento e che ritorni con te, che diventi un Mandaloriano.”
Cavolo,
a questo non avevo pensato, si disse Cassian,
sentendosi all’improvviso molto sciocco. Che ne sapeva lui di regole Jedi o
Mandaloriane che fossero? Chiaramente lui era una specie di profano in quella discussione, era una cosa
che solo Din e Luke potevano comprendere. Ancora una volta cominciò a dubitare
del fatto di poter diventare veramente il compagno giusto per Din e un secondo
papà per Grogu…
“Non voglio portarlo
via, so che Grogu appartiene a questo ambiente, ma è vero che, un giorno, sarei
felice di riaverlo con me” ammise il Mandaloriano.
“Non c’è niente di
male in questo, ma sarebbe un male per Grogu al momento attuale” ribatté Luke.
“Lui si sta addestrando per diventare un Jedi ed è molto potente, come ti ho
detto, si è legato a me, a Ben e anche a Leia e Han, qui sta bene ed è felice.
Ovviamente sente la tua mancanza e sarà contento di riabbracciarti, ma cosa
farebbe se tu gli regalassi ora un’armatura
da Mandaloriano? Molto probabilmente vorrebbe lasciare tutto e ripartire con
te, anche solo pensando che sia questo ciò che tu vuoi da lui, e invece non deve andare così.”
Cassian ci capiva
sempre meno, al contrario Din sembrava aver compreso dove volesse arrivare
Luke.
“Tra qualche tempo
sarò io stesso a chiedere a Grogu di scegliere tra la spada laser dei Jedi e
quell’armatura da Mandaloriano, e lui potrà scegliere liberamente, secondo la
sua volontà e senza essere condizionato da nessuno, né da te, né da me, né da
Ahsoka, né da nessun altro” continuò Luke. “Sarà la sua libera scelta, ma non potrebbe essere così se tu gli regalassi
l’armatura domani. Non è ancora pronto per fare una scelta libera da qualsiasi
condizionamento.”
Il Mandaloriano
annuì.
“Ho capito adesso. Va
bene, allora prendi tu il regalo e lo darai a Grogu quando saprai che sarà il
momento giusto” disse, consegnando il piccolo involto al Jedi. “Non voglio
creare problemi a nessuno, per me conta solo che il piccolo stia bene e sia
felice.”
“Sei un bravo padre,
era questo che mi aspettavo da te” sorrise Luke, prendendo il regalo, e la
tensione che c’era stata svanì lentamente, come se non fosse mai esistita.
Era Cassian, semmai,
a sentirsi fuori posto. Era intervenuto per difendere i diritti di Din di vedere
il suo piccoletto, ma non aveva capito niente e alla fine Din e Luke avevano
risolto senza bisogno di lui, si erano compresi ed era andato tutto bene.
Lui non era servito a
niente, non capiva quel mondo, era solo un soldato, era stato anche un mezzo delinquente
da ragazzo e poi un Ribelle, ma niente di più. Davvero poteva sperare che Din
lo volesse con sé per crescere Grogu? Davvero poteva sperare che Din provasse
qualcosa per lui?
Cassian Andor, che si
era sentito sbagliato per tutta la vita, e aveva creduto di essersi riscattato
almeno in parte con la missione di Rogue One e poi partecipando alla Ribellione
e ultimamente lavorando per Leia Organa… adesso si sentiva di nuovo sbagliato e
fuori posto.
Quella sera, a cena,
il Mandaloriano raccontò brevemente alcuni episodi che erano accaduti durante i
loro viaggi, ma si guardò bene dal parlare dell’Armaiola e del fatto che lo
aveva bandito dai Figli della Ronda e, soprattutto, dal menzionare quel bacio
capitato tra lui e Cassian che ancora gli dava da pensare… Volle parlare invece
dei progressi di Grogu e anche dei nuovi progetti che Luke aveva in mente per i
nuovi Padawan che sarebbero arrivati dai vari pianeti con Ahsoka e Jyn.
“Ma quei bambini che
Ahsoka e Jyn porteranno qui allora saranno strappati alle famiglie, proprio
come succedeva prima?” domandò Cassian, che quel punto proprio non lo poteva
soffrire.
“No, non come prima”
rispose Luke. “Certo, finché il Maestro Jedi sarò soltanto io, l’Accademia
dovrà per forza di cose trovarsi qui e i futuri Jedi dovranno addestrarsi qui.
Ma non saranno strappati alle loro famiglie e non dovranno rinunciare ai loro
affetti. I genitori potranno venire a trovarli e i bambini avranno dei periodi,
diciamo, di vacanza, che trascorreranno con le loro famiglie. Ho capito, per
mia esperienza personale, che avere una famiglia solida e affettuosa alle
spalle è un valore aggiunto per un Jedi e specialmente per un bambino che deve
imparare a gestire il suo potere. E l’ho visto anche con Grogu, che temevo
potesse rifiutare l’addestramento o soffrire la mancanza di Mando e che,
invece, proprio perché sa che il suo padre adottivo potrà venire a trovarlo
tutte le volte che sarà libero dalle sue missioni, ha dimostrato molta più
serenità e sicurezza. Non sentendosi solo e abbandonato ha potuto concentrarsi
molto meglio sugli esercizi e migliora ogni giorno. So che dovrò scontrarmi
ancora con Ahsoka per questo ma non mi interessa, io voglio che i nuovi Jedi
siano sereni ed equilibrati e così anche il loro legame con la Forza ne trarrà
beneficio.”
“Bravo, Luke!”
esclamò felice Leia.
“Sì, va bene, ma
quando lo dicevo io sembrava una stupidaggine, ora invece perché lo dice Luke…”
protestò Han.
“Non è così e lo sai
benissimo, smettila di fare la vittima!” replicò la moglie.
Luke rideva nel
vederli così, abituato a questi battibecchi tra la sorella e suo marito; Din li
guardava con tenerezza, immaginando che, prima o poi, anche lui e Cassian
sarebbero stati più o meno così e Cassian… Cassian invece era felice per loro,
ma sentiva anche amarezza e una punta di invidia perché pensava che, invece,
lui non avrebbe mai avuto una simile complicità scherzosa e affettuosa con
l’uomo di cui si era innamorato, che non ne era degno. Se solo avesse saputo!
Quando fu ora per
tutti di andare a dormire, Cassian era troppo nervoso e agitato e, alla fine,
si ritrovò a bussare alla porta della stanza del Mandaloriano. Din gli aprì
solo dopo essersi assicurato che fosse lui e, quando lo vide, ad Andor per poco
non prese un colpo!
“Ah… io… ecco, scusa,
credevo che… ma pensa che scemo, credevo che tu non togliessi mai l’armatura,
neanche per andare a dormire!” farfugliò, imbarazzato e confuso. Il
Mandaloriano, infatti, si era tolto non solo il casco ma anche tutta
l’armatura, rimanendo con una tunica e dei pantaloni scuri, simili a quelli che
usava Luke.
“Dipende da dove mi
trovo” rispose tranquillamente il Mandaloriano, facendo entrare un Cassian
sconvolto. “Se sono in missione, dormo con l’armatura e anche con l’elmo, non
si sa mai chi potrebbe sorprendermi. Ma se, come in questo caso, ho la
possibilità di avere una stanza e un letto, faccio volentieri a meno
dell’armatura. Volevi dirmi qualcosa?”
“Io… sì, io volevo
chiederti se domattina, magari, preferivi andare a salutare Grogu da solo,
insomma, senza di me” disse Cassian, che non sapeva più dove guardare. “Non so,
forse hai delle cose da dirgli, vuoi stare un po’ da solo con lui, ecco, io non
me la prendo…”
“Perché dovrei escluderti?”
domandò Din, sinceramente sorpreso. “Non è che abbia chissà quali segreti con
Grogu e, comunque, tu ora fai parte della nostra famiglia, lui considera anche
te un padre e vorrà sicuramente abbracciarti. Hai ancora dei dubbi su questo?
Mi sembrava di essere stato chiaro: io ti voglio come mio compagno e come padre
di Grogu.”
“Ma io… io forse non
sono in grado, anche oggi vedevo come tu e Luke vi capivate e io invece non ci
capivo niente su tutte le vostre Regole!” esplose Cassian. “E poi io rovino tutto,
non ho fatto altro che fare del male alle persone che amavo, è colpa mia se mia
sorella è morta a Kenari, non dovevo andarmene senza di lei, è colpa mia se la
mia madre adottiva è morta da sola e… e non potrei sopportare di fare del male
a te, se succedesse qualcosa a te, Din, io andrei in pezzi, non ce la farei
mai, io non potrei mai perderti e allora…”
“E allora dici un
sacco di sciocchezze, Cassian Andor, lo sai?” replicò il Mandaloriano con un
tono tenero e affettuoso, stringendo a sé il compagno. “Tu non mi perderai mai,
io non vado da nessuna parte e ti voglio con me. Lo vuoi capire questo?”
“Non sono neanche riuscito ad aiutarti prima,
quando eri triste perché Luke non ti permetteva di vedere subito Grogu e di
dargli il tuo regalo” continuò il giovane uomo, come se non avesse sentito. “Mi
sentivo tanto male per te e non riuscivo a fare niente, ero straziato e mi
sentivo inutile e…”
“Questo dimostra che
sei una persona gentile e generosa e che non potrei trovare un compagno
migliore di te” replicò pacatamente il Mandaloriano.
Cassian era poco convinto ma poi Din lo baciò e lo
abbracciò stretto e tutto divenne ancora più caotico e qualsiasi parola, obiezione,
dubbio svanì in un pulviscolo di stelle, un’intera galassia di emozioni che
fremeva sotto la sua pelle mentre il Mandaloriano lo portava con sé a
distendersi sul letto e continuava a baciarlo, piano, lentamente e
profondamente, accarezzandolo e stringendolo. Un
vortice di emozioni lo travolse, i pensieri gli vorticavano in testa, il cuore
gli batteva all’impazzata, le ossa e il sangue gli si liquefacevano mentre
sperimentava di nuovo quel contatto così intimo e profondo e si sentiva così irresistibilmente
appagato e felice da non trovare neanche un motivo per cui non dovesse rimanere
lì, stretto a lui, nella perfezione di quell’attimo infinito. Tuttavia, quando
fu Din a concludere quel bacio e a staccarsi delicatamente da Cassian, lui
rimase a guardarlo con le guance infuocate e i capelli scarmigliati. In qualche
strano modo era come se sentisse il bisogno di qualcosa di ancora più intimo,
di restare stretto all’uomo, di diventare completamente suo… ma chiaramente Din
non aveva avuto quel desiderio e Cassian non poteva certo forzarlo, anche
perché non avrebbe saputo come spiegarsi! Il Mandaloriano sembrava
perfettamente appagato così.
“Puoi restare a dormire qui stanotte, se vuoi”
gli disse.
Cassian avvampò, quella proprio non se l’aspettava!
“Io… ma così poi tutti sapranno che…”
“Immagino che tutti già lo sappiano e
comunque non mi interessa, visto che voglio formare una famiglia con te e Grogu”
ribatté tranquillo Din. “È normale che capiscano che sei il mio compagno.”
Il cuore di Cassian batteva tanto forte che
sembrava volergli uscire dal petto.
“Allora anche a me va bene dormire con te”
mormorò appena, abbandonandosi a lui. Sì, in realtà il suo corpo avrebbe
desiderato qualcosa in più, ma se Din non era ancora pronto andava bene così,
ciò che contava era stare con lui e così si addormentò sereno, stretto al suo Mandaloriano e avvolto dal suo
abbraccio caldo e protettivo.
A tutto il resto avrebbe pensato poi…
Fine capitolo settimo