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Autore: Marc25    14/01/2024    1 recensioni
Ispirato da una storia vera, purtroppo ciò che succederà nella stazione in tale storia è successo nella realtà.
Trama: Luca e Francesco sono due ragazzi innamorati. Un uomo, un tale Carlo è un omofobo e insulta i ragazzi, uno di loro però deve partire, così Carlo se la prende con l'altro. Caso vuole che lo stesso ragazzo che era stato insultato quella mattina lo rincontra la sera. Un incontro che cambierà in qualche modo la vita di tutti e 3 i protagonisti. E nulla sarà più come prima
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap. 2 – Sguardo vuoto
Il cielo piange
“ Per essere felici serve innanzitutto immaginare di essere felici “. Questo era quello che aveva letto sulla quarta di copertina di un libro. Era quello che Luca aveva fatto in tutti quegli anni da quando conosceva Francesco. Era felice, lo sentiva ma non frenava mai la sua immaginazione su quello che poteva essere nel futuro. Si era immaginato tanti momenti felici che avrebbero potuto passare insieme. Ora tutto ciò che poteva essere non lo sarebbe mai stato e gli pareva di vedere quei momenti frantumarsi davanti ai suoi occhi come uno schermo che si rompe in mille pezzi, una finestra che va in frantumi.
Luca uscì dalla stanza quando l’amica che lo ospitava a Milano bussò preoccupata. Luca uscì con gli occhi lucidi.
<< Che succede? >> chiese l’amica.
<< Francesco è morto. >>
 
Il primo istinto di Luca dopo la terribile notizia era quello di partire e tornare a Pavia ma stava tergiversando. Il motivo era che a Pavia non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo, a parte sua madre, non ci sarebbe più stato Francesco.
Sua madre lo richiamò: << Dove sei? Pensavo saresti tornato. >>
<< Si, anch’io pensavo ma non c’è la faccio. >>
<< Posso venirti a prendere se preferisci. >>
<< No, non mi importa, adesso mi muovo e torno. >>
La madre, Clara, era preoccupata per il tono della voce, avrebbe preferito sentirlo triste che apatico quale era. Sapeva che non era quello che provava ma comunque la rattristava.
<< Come è successo? >> chiese lui
 << È stato investito. Pare che lui non andasse sulle strisce pedonali e la macchina andava ad una velocità consentita. La donna alla guida ha subito prestato soccorso ma non so altro. >>
<< Francesco che non va sulle strisce pedonali? Che non guarda se non passa una macchina? No, non è possibile, non lo avrebbe mai fatto! >>
<< Lo so che è difficile da credere ma è così. >>
<< No, no, c’è qualcosa sotto…, adesso ti lascio, ci vediamo tra poco. >>
 
Mise nello zaino quel poco che aveva, saluto l’amica e prese il treno per tornare a Pavia.
 
Sembrava una giornata come tutte le altre, anche se più di una volta il suo istinto lo portava al profilo di Francesco, voleva scrivergli su whatsapp o telefonargli. Non poteva. Quel giorno rimase chiuso nella propria stanza e ogni tanto andava in bagno per vomitare. La reazione emotiva non c’era stata ma quella fisiologica sì. Clara era sempre più preoccupata. Il suo sguardo era vuoto, lei conosceva lo sguardo del figlio e i suoi occhi non erano mai stati così inespressivi.
 
Il giorno dopo sembrava che il figlio stesse meglio. Dopo che fecero in silenzio colazione, vide suo figlio prepararsi e sembrava che volesse uscire ma Clara lo seguì e vide che era diretto verso il terrazzo, iniziò a temere il peggio.
Effettivamente il figlio era vicino al bordo del tetto. Correre verso di lui avrebbe potuto spaventarlo e essere controproducente, perciò decise di andare lentamente mentre il cuore le batteva a mille.
Quando Luca sentì la madre cingerlo tra le braccia da dietro, sorrise mestamente e toccò con una mano le mani che lo cingevano.
<< Non volevo buttarmi. Volevo solo vedere se con un alito di vento lo sentivo. >>
Luca si girò e l’abbracciò.
Dopo che si furono staccati dall’abbraccio lei gli disse: << Oggi c’è il funerale. >>
<< Io non vengo. >>
<< Cosa? Ma che dici? >>
<< Dovrei venire a vedere Francesco dentro una bara mentre viene messo sotto terra e fare finta di essere un amico qualunque? No, grazie. Francesco non è là. >>
<< Potresti pentirtene per tutta la vita. >>
<< Correrò il rischio. >>
A quel punto Luca abbandonò il terrazzo e non tornò subito a casa ma andò vicino a casa di Francesco nel punto dove si diceva fosse stato investito il suo ragazzo. Dopo alcuni minuti iniziò a piovere, anche il cielo piangeva, pensava Luca.
Sapeva che era un evento atmosferico casuale ovviamente e da non credente come il suo fidanzato, trovava quel funerale ancora più sbagliato. Ma credeva che in qualche modo c’era qualcosa dopo.
Si fece bagnare dalla pioggia, aveva solo una felpa col cappuccio ma alzava la testa verso il cielo. Alcuna gocce gli bagnarono le guance sotto gli occhi, non piangeva, non ci riusciva, non ancora. La pioggia lo aiutava.
Quando la famiglia di Francesco uscì di casa, fu normale per lui seguirli a distanza mentre il cielo piangeva sempre di più.
   
 
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