Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Marc25    16/01/2024    1 recensioni
Ispirato da una storia vera, purtroppo ciò che succederà nella stazione in tale storia è successo nella realtà.
Trama: Luca e Francesco sono due ragazzi innamorati. Un uomo, un tale Carlo è un omofobo e insulta i ragazzi, uno di loro però deve partire, così Carlo se la prende con l'altro. Caso vuole che lo stesso ragazzo che era stato insultato quella mattina lo rincontra la sera. Un incontro che cambierà in qualche modo la vita di tutti e 3 i protagonisti. E nulla sarà più come prima
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 3 – Sguardo furioso
Un drink di troppo
Il funerale era nelle vicinanze della casa di Pavia, la cerimonia era fuori, al cimitero. Nonostante la pioggia, il programma non era cambiato.
Lui seguiva da lontano, non gli interessavano le parole di un prete che neanche conosceva.
La pioggia si fece incessante, bagnando la sua felpa grigia e i suoi jeans in maniera tale da renderlo fradicio. Si avvicinò alla fine di tutto e fece delle condoglianze normali ai genitori come se fosse uno dei tanti conoscenti.
Quando stava per allontanarsi la madre lo prese per un braccio arrabbiata.
<< Vieni con me. >>
Si misero in macchina.
<< So che soffri, ma non sei l’unico. >>
<< Cosa vuoi? Sono venuto al funerale. >>
<< Avresti potuto avvicinarti prima, avresti potuto dare l’ultimo saluto a Francesco. >>
<< L’ultimo saluto a Francesco l’ho dato via messaggio, solo non sapevo che lo sarebbe stato. Il resto non conta. >>
La madre non rispose e disse solamente: << Sei fradicio, ti prenderai un raffreddore. >>
Luca scrollò le spalle e chiese: << Andiamo a casa? >>
Clara annuì.
 
Qualche giorno dopo:
Luca si era appena ripreso dal raffreddore ma nonostante questo non si alzava dal letto. Clara era preoccupata ma sapeva che era la fase critica.
Aveva detto al figlio che lei lo capiva meglio di chiunque altro ma Luca l’aveva ferita dicendole che quel bastardo del padre li aveva abbandonati, non era morto.
Subito dopo si era scusato ma Clara in fondo sapeva che aveva ragione.
Il citofono che suonò distolse Clara dai suoi pensieri.
<< Chi è? >>
<< Sono Agata, la madre di Francesco. >>
<< Ah, prego, salga pure. >>
<< Grazie, ma vorrei parlare con Luca un secondo, se potesse scendere lo preferirei. >>
<< Ok, lo chiamo subito. >>
 
Chiamò il figlio, e gli disse: << Stavolta prendi l’ombrello. >>
Luca annuì e prese il suo ombrello arcobaleno.
 
Mentre scendeva per le scale della sua casa dal terzo piano si chiedeva cosa volesse Agata. Che volesse dire che era colpa sua se era morto Francesco? Una sorte di punizione divina? O forse voleva dirgli che avrebbe dovuto trattenersi di più al funerale di qualche giorno prima? Comunque lui si aspettava che Agata, in qualche modo, lo avrebbe incolpato di qualcosa.
Quando aprì il portone del palazzo in cui era ubicata la sua casa, vide Agata sul medesimo marciapiede a pochi metri da lui con l’ombrello nero aperto, così come il vestito a lutto che indossava, che in realtà non era altro che un tailleur nero. Differente era il vestito del ragazzo che indossava una semplice giacchetta rossa che leggermente aperta lasciava intravedere la maglietta bianca semplice che indossava sotto, dalla vita in giù un paio di jeans.
<< Ciao Luca. >>
<< Salve signora. >>
<< Chiamami Agata, non te lo avevo già detto? >>
Luca a stento la guardava negli occhi e distoglieva spesso lo sguardo dalla donna.
<< Pensavo che viste le circostanze lei volesse che non la chiamassi per nome, anche perché la prima volta che me lo ha concesso sembrava che qualcuno la avesse costretta. >>
<< Hai ragione, mi sono comportata male con te. >>
Luca la guardò sorpreso, poi lei continuò: << L’ombrello è un simbolo per la lotta LGBT? >>
<< Cosa? No, ci sono 7 colori, potrebbe essere un simbolo per la pace ma è un semplice ombrello con i colori dell’arcobaleno che comprammo quando eravamo sotto la pioggia. >>
<< Tu e Francesco? >>
<< Si. …Come mai mi ha voluto vedere da sola? >>
<< Ho visto un video di Francesco. >>
Per un momento Luca pensava a video intimi che poteva aver fatto con il fidanzato ma semplicemente non ne avevano, non era una cosa che Francesco avrebbe mai fatto e non era una pratica che a Luca piaceva. Fece un sospiro di sollievo pensando a quello e chiese: << Che tipo di video? >>
<< Un video che ha fatto lo stesso giorno in cui è… >>
<< Ho capito. >>
<< Te lo faccio vedere ma non ti piacerà. >>
<< Vediamolo. >>
 
Luca vide il video di quel giorno in stazione, un tizio, quello che già stava imprecando verso di loro prima che lui partisse, offendeva ripetutamente Francesco rincorrendolo e minacciandolo. A stento riusciva a guardarlo e stringeva con forza il manico dell’ombrello.
<< Perché me lo fa vedere? >> Chiese.
<< Ma non pensi anche tu che sia strano che un ragazzo attento come Francesco sia stato così spericolato da non passare sulle strisce pedonali proprio mentre una macchina passava? >>
<< Certo che lo è ma questo video è stato fatto di mattina. >>
<< E se avesse incontrato questo tizio anche di sera? >>
<< E lo avesse inseguito di sera tanto da spaventarlo e da farlo investire? Sa quante possibilità ci sono? >>
<< Poche ma… >>
<< Ma nella remota possibilità che fosse vero non abbiamo nessuna prova. >>
<< Lo so…ma se pubblicassi su internet questo video almeno questo bastardo sarebbe sputtanato. >>
<< Può farlo ma non conti sul mio sostegno. >>
<< Perché? >>
<< Può scrivere tutto quello che è successo anche prima del video, che ci stavamo dando la mano e poi con un bacio a stampo quel tipo ha dato di matto e ha iniziato a insultare Francesco. Ma in tal caso non legga i commenti. >>
<< Perché? In televisione siete semp… >>
<< Ha detto bene, in televisione, nelle serie tv, nei film, spesso sembra che il Mondo ci abbia finalmente accettato, qualcuno potrebbe dire anche troppo. Ma la televisione non è il Mondo reale. Nella realtà il 50 percento delle persone ci vede come qualcosa di marcio, di brutto, qualcuno direbbe anche da estirpare e i social in questo caso sono lo specchio della realtà. Ora capisce perché? >>
<< Ma non è giusto non fare niente. >>
<< Lo so. Signora Agata, lei può sempre passare per parlare con me, con mia madre, credo che lei sia l’unica che sta soffrendo più di me. Le prometto che la prossima volta mi sforzerò a darle del tu. >>
Agata fece un sorriso, annuì e se ne andò mestamente. Non pubblicò nessun video, né si fece vedere nei mesi successivi.
 
 
Settembre 2022 – un venerdì
Il tirocinio gli piaceva, il suo tutor era fantastico e riusciva a seguire più persone con grande capacità. Erano diventati molto amici, così Luca ne sapeva anche di più di altri su composti e non solo. Grazie a Federico, così si chiamava, riusciva a non pensare troppo a Francesco e a concentrarsi sul lavoro, anche se alcuni composti puzzavano da morire, questa era l’unica cosa che non piaceva a Luca.
<< Si fanno molti cosmetici anche con sostanze che prese da sole puzzano molto. >>
Luca disse: << Stento a crederlo. >>
Quella era una frase che diceva spesso quando Federico gli rivelava alcune cose.
Faceva sorridere Federico che gli rispose: << E invece è così, pensa che c’è ne sarebbero molti di più, se alcuni non fossero pericolosi, alcuni addirittura velenosi, soprattutto le sostanze che scatenano alcune erbe. Per fortuna ci sono anche numerosi antidoti. >>
<< Davvero? Quasi quasi la faccio su questo la tesi >>
<< Potresti ma non potremmo sperimentare molto, proprio per il pericolo. >>
<< Già, va bene ma mi informerò allora per curiosità. >>
<< Ok, basta che non trascuri il resto. >>
<< Tranquillo. Sai già che non lo farò. >>
<< Torni a Pavia per il week end? >>
<< Come sempre. >>
<< Ti fa ancora male? >>
<< Come non potrebbe. >>
<< Sai che io e Simona ti siamo sempre vicini, vero? >>
<< Si, anzi, salutami la tua ragazza che stamattina non l’ho vista. >>
<< Lo farò. Allora, fai buon viaggio. >>
<< Grazie. Ci vediamo lunedì. >>
 
 
Domenica
Tornato a Pavia quel week end Luca non riusciva a lenire la sua sofferenza. Da quando era morto Francesco, le rare volte che usciva di casa, metteva un berretto in testa. Forse lo faceva perché inconsciamente temeva di essere riconosciuto, come se tutti potessero riconoscerlo. E lui non voleva né la compassione di qualcuno che magari lo conosceva appena, né tanto meno attacchi per le sue tendenze sessuali, come era accaduto a Francesco tre mesi prima.
Quella domenica uscì e dopo una camminata neanche troppo lunga vide un bar, uno di quei bar che rimaneva aperto fino a notte fonda. Notò il televisore in alto, erano le 22:30, era sintonizzato su un canale pay per view, decise di entrare, non poteva saperlo ma quella decisione avrebbe cambiato la sua vita.
 
Luca si sedette al tavolo e ordinò un bicchiere di whisky. Era malinconico, la fase della tristezza intensa era passata, o almeno era quello di cui si convinceva.
Vide distrattamente un uomo con pochi capelli con una giacchetta rossa e dei pantaloni neri che imprecava con alcuni giocatori della sua squadra, il Milan.
Luca provava una certa simpatia per i rossoneri, campioni in carica, ma per quanto ne sapeva lui giocava ancora Maldini.
 
Il tizio esultò alla vittoria del Milan mentre tracannava bicchieri su bicchieri che il barista con solerzia gli riempiva a ogni sua richiesta.
Poi ci fu il notiziario, Luca aveva deciso che dopo i titoli se ne sarebbe andato ma ci fu una notizia su una ennesima aggressione su un presunto omosessuale, per fortuna il ragazzo non era in gravi condizioni.
<< Che faccia di merda, ma lo hai visto? >> chiedeva quel tizio al barista.
<< Se fosse per me tutti al muro e bum, li sparerei tutti. >> continuava.
<< Forse ha bevuto troppo. >> intervenne il barista.
<< Ahah, no, no, anzi se mi servi un ultimo bicchiere vi svelo un segreto. >>
Il barista non troppo convinto disse: << Ma che sia l’ultimo. >>
<< Giuro. >> disse euforico l’uomo.
Dopo aver tracannato anche quel bicchiere disse la fatidica frase: << Pensate che qualche mese fa, una mattina, ho inseguito uno di questi deviati insultandolo e minacciandolo alla stazione. E poi la sera mentre prendeva le sigarette lo ho inseguito con una mazza da baseball, guardate che gli avrei spaccato veramente la testa se l’avessi raggiunto ma mentre scappava un’auto lo ha investito ed è morto. Ahahahaha, è stato uno spasso. >>
Tutti erano un po’ raggelati ma non diedero molto peso ai deliri di un uomo ubriaco. Si ricordò a stento di pagare e se ne andò barcollando.
Nessuno diede peso alle parole dell’uomo tranne un ragazzo che lo aveva alla fine riconosciuto e che adesso lo guardava con uno sguardo furioso.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Marc25