Mi chiamo Isabella Swan, Bella per gli
amici, ho 18 anni e sono morta.
Era la sera di capodanno, io, mamma e Charlie stavamo tornado
dalla festa che si era appena conclusa a casa Black.
Improvvisamente l’auto colpì qualcosa e sbandando uscì fuoristrada. Nessuno di
noi sopravvisse a quell’incidente. Beh non proprio nessuno.
Quando mi risvegliai mi trovavo in una piccola grotta immersa nel
bosco. Ero sola e impaurita, ma nonostante stesse nevicando e io avessi addosso
solo il vestito che avevo usato alla festa, ridotto ormai a brandelli, non
avevo freddo.
La gola mi bruciava. Mi tastai il collo per vedere se era a causa
di qualche ferita, ma non avevo tagli seri, solo un paio di graffi.
Non riuscivo a capire, dove mi trovavo? Perché ero lì? E
soprattutto perché il bruciore non accennava a diminuire? Più ci pensavo più
questo aumentava, stava diventando insopportabile.
Improvvisamente sentii un profumo molto dolce, non sapevo cosa
fosse ma li mio corpo si mosse istintivamente verso la sua fonte, era un puma,
un grosso puma addormentato su un albero, ormai mi sembrava di avere dell’acido
in gola, non sapevo cosa fare, fu l’istinto a venirmi in soccorso, senza
neanche accorgermene saltai sull’albero, afferrai il grosso felino, che mi
sembrava leggerissimo, non mi accorsi neanche che il povero animale cercava di
liberarsi dalla mia presa, affondai i denti nelle sue carni e bevvi in nettare
che ne fuoriusciva.
Appena mi resi conto di ciò che stavo facendo rimasi inorridita,
ma non potevo fare a meno di continuare a bere il sangue di quell’animale.
Quando finii ero del tutto sconvolta. Mi accasciai ai piedi di un
albero con quella che era stata la mia preda ai miei piedi, non riuscivo a
sollevare gli occhi da quell’immenso felino completamente dissanguato. Avevo paura,
paura di me stessa. Cosa mi era successo?
Poi una voce femminile, cristallina, non poteva essere umana.
<< Te l’avevo detto che c’era qualcuno! >>
Una ragazza minuta con i capelli corti e neri mi si avvicinò
lentamente, ma mi resi appena conto di lei, la mia attenzione era stata
catturata dalla fragranza che proveniva dal ragazzo che si trovava con lei,
sapeva di mandorlo in fiore e sole. Quando alzai lo sguardo mi trovai di fronte
all’essere vivente più bello che poteva esistere al mondo, doveva essere un
angelo.
<< Ciao. Io sono Alice e questo è mio fratello Edward. >>
disse il folletto dai capelli neri.
<< Bella >> riuscii a sbiascicare, mi sentivo come la
bocca impastata, come se fossero passati giorni dalla mia ultima parola.
<< Come ti senti? >>
La voce di Edward era il suono più melodioso che io avessi mai
sentito, non poteva esistere un suono altrettanto bello nell’universo, rimasi
incantata dalla sua voce e dai suoi occhi color topazio. Dopo non so quanto mi
resi conto che magari avrei anche dovuto rispondere alla sua domanda, ma tutto
quello che riuscii a fare fu un cenno affermativo.
<< Vieni con noi >> disse Alice << andrà tutto
bene. >>