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Autore: Orso Scrive    23/01/2024    4 recensioni
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Una parodia in chiave horror dei numerosi canali di "ghost hunting" che spopolano su YouTube (almeno, la mia pagina principale ne è piena). Nota: i personaggi di questa storia sono apparsi in precedenza in altre mie storie, ma non è necessario averle lette.
Genere: Mistero, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Video3: Passi nei sotterranei della Casa nel Bosco

 

 

«Cazzo, sono qui, adesso!» dice Creep.

Si avverte l’eccitazione nella sua voce. È chiaro che, la presenza degli spiriti e dei demoni, in quel luogo, lo stia facendo impazzire di gioia.

Gli altri tre H.UL, vicino a lui, non sembrano pensarla allo stesso modo. Hanno facce tese, espressioni guardinghe. Persino Morticina ha abbandonato la sua solita calma ieratica e misticheggiante per inscenare una pantomima terrorizzata.

Hanno lasciato la legnaia – pardon, la stanza delle torture – e, a passi lenti, si stanno avviando nel resto della casa. Procedano piano, guardandosi attorno con circospezione. Sembra che, da un momento all’altro, debba succedere qualcosa.

Qualcosa di terribile.

La videocamera tremante, retta dalla mano malferma di Eddie, immortala i vari ambienti della casa man mano che il gruppo li attraversa.

Stanze vuote, per lo più. Stanze che, se mai hanno avuto qualcosa da raccontare, hanno perduto la loro voce tantissimo tempo fa. Ora sono soltanto muri scrostati, soffitti malconci, finestre mancanti da cui entrano alberi e rovi.

Ma non tutte le stanze appaiono completamente abbandonate.

In alcune, davanti alla videocamera sfilano graffiti a bomboletta spray e pennarello lasciati sulle pareti. Organi maschili dai colori sgargianti e dalle dimensioni improbabili. Frasi oscene. Numeri di telefono che, se contatti, promettono lavoretti di vera estasi. E, in quello che doveva essere il salotto, compare un vecchio materasso ammuffito, pieno di macchie giallognole. In terra, gettati qua e là, mucchi di profilattici usati, di scatole di medicinali, di bottiglie di vino, di birra e di bibite. Viene spontaneo domandarsi come abbia fatto tanta gente a passare di qui, senza rendersi conto di essere in un posto così spettrale. Come possano, quelle persone, aver fatto chissà che cosa, qui dentro, senza essere perseguitati dagli spiriti e dai demoni che hanno scelto la Casa nel Bosco come propria dimora.

Ma la risposta è ovvia.

Loro erano gente comune.

Non erano gli H.UL.

«Mi sembra di aver sentito qualcosa», dice all’improvviso Loris.

Tutti si fermano.

I nervi tesi.

Sensi all’erta.

Respiri affannosi.

L’immagine sfuma e comincia la sigla del canale.

 

H.UL - Hunters of Unusual.

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* * *

 

«Sentite, io faccio una proposta.»

La voce di Eddie emerge dal buio. Tutti si voltano verso di lui. Sguardi in camera, ma per un buon motivo. Del resto, questa non è finzione.

Questa è realtà.

Pura realtà.

«Sentiamo», dice Morticina. Ha sempre la mano sollevata ad accarezzare la croce al collo. La cerniera della felpa si è abbassata ancora di qualche centimetro. Adesso, si vede persino il pizzo del reggiseno, con le coppe che contengono un seno plasticoso, che ha tutta l’aria di aver fatto la conoscenza di un chirurgo estetico.

«B-bene», la voce di Eddie trema. Come è giusto che sia. «Mi pare che qui abbiamo visto a-abbastanza, no? È chiaro che c’è qualcosa che non va. Insomma, ricapitoliamo: abbiamo visto la stanza delle torture, abbiamo sentito i rumori, abbiamo avuto la conferma che, in questo posto, vivono fantasmi e almeno un demone. Credo che ce ne sia abbastanza, n-no? Che ne dite, allora, di tornarcene a casa?»

Loris annuisce con foga.

«Non sono mai stato tanto d’accordo con qualcuno in vita mia!» esclama.

Tutti si girano verso Creep. La videocamera effettua uno zoom sul suo viso. Il capo del gruppo è lui. L’ultima parola spetta a lui e a lui soltanto.

Come sempre.

«Allora», dice Creep. Tono pratico, sicuro. Per nulla spaventato. «Allora», ripete. «A me pare che, questo, sia un luogo molto interessante. Forse il più interessante che abbiamo mai visitato. C’è molta più attività che nella Chiesa di Satana, o che nella Villa dell’Assassino. Mi sembra persino più attivo dell’Ospedale del Dottore Pazzo o del Castello del Re Squartatore, rammentate?»

Un coro di mugolii fa eco alle sue parole.

Tutti ricordano.

Ricordano più che bene.

Addirittura, si stanno ancora domandando – a distanza di mesi e di anni – come abbiano fatto a uscirne vivi, da quei postacci.

Ma la risposta è semplice.

È stato per via del loro sangue freddo.

E, soprattutto, è stato perché loro sono gli H.UL.

«Sì», ammette Morticina. Mistica oltre l’immaginabile. «Per essere interessante è interessante. Avverto una grande energia. Un’energia negativa, ma fortissima. E sento qualcosa che mi attrae verso laggiù.»

Il suo dito, lungo e bianco, con l’unghia smaltata di nero, si solleva a indicare una scala di pietra che scende in profondità. L’effetto è involontariamente comico, perché, sulla parete all’imbocco delle scale, c’è disegnato un pene mastodontico, con tanto di scroto pendente.

«I sotterranei…?» mormora Loris. «Cazzo, ragazzi, ma è là sotto che…»

«…che la strega ha evocato il diavolo!» conclude Creep per lui. Più eccitato che mai.

Di nuovo, la concentrazione è su di lui.

Sono ancora tutti in attesa della sua parola.

L’ultima.

Quella che farà la differenza.

«Quindi sì», riprende Creep, «è chiaro che dobbiamo scendere là sotto. So bene che vorreste andarvene, che preferireste che ce ne tornassimo a casa. Ma non dimentichiamoci che abbiamo un compito. Una missione. Noi, tutto questo, non lo facciamo per noi. Lo facciamo per la scienza di domani. Stiamo scrivendo una nuova pagina della ricerca paranormale, ed è nostro dovere andare avanti. Non abbiamo il diritto di tirarci indietro. Così come Galileo non si tirò indietro quando scoprì la Relatività, così come Newton non si lasciò intimidire di fronte alla scoperta dell’America, così come Darwin non batté ciglio nel momento in cui inventò la prima bomba atomica, anche noi dobbiamo proseguire senza paura. Nel nome della scienza e della verità, noi dobbiamo andare avanti. Come disse una volta John Lennon, il grande suonatore di tromba dell’America degli anni ‘20, allorché scoprì il sesto principio della termodinamica, “un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità!”»

Il suo monologo è stato breve, ma intenso.

Gli H.UL non resistono.

Applaudono, commossi.

Tutti si sono accesi di curiosità, di passione. Tutti, adesso, sentono gravare su di sé il fardello di quella missione che sono stati chiamati a compiere.

Non possono più tergiversare.

È il momento di andare avanti.

Devono affidarsi ai loro sensi, alle loro percezioni, ai meravigliosi strumenti di cui dispongono.

«Andiamo», dice Eddie, all’improvviso risoluto.

«Sì, andiamo», gli fa eco Loris.

Anche Morticina sta per dire qualcosa.

Non fa in tempo.

TUMP – TUMP – TUMP

Tutti trattengono il respiro.

«Passi», sussurra Creep.

TUMP – TUMP – TUMP

«Passi nei sotterranei», mormora Loris.

«Mi sto cagando addosso», informa Eddie.

TUMP – TUMP – TUMP – SSSTTTTTRRRR

«Trascinamento», spiega Creep, a mezza voce.

Morticina fa un passo in avanti.

«È lui», sussurra. «È il demonio in persona. Sta trascinando la sua lunga coda. È pronto a mettere le mani su una nuova vitttima…»

Lo sguardo di Creep si accende. Sembra uno psicopatico, adesso.

Uno psicopatico pronto a tutto.

«Andiamo», dice. «Se vuole una vittima, andiamo a portargliela.»

La tensione aumenta a dismisura.

Una tensione palpabile.

Una tensione appena appena smorzata dai graffiti presenti sulle pareti. Proprio alle spalle di Loris, è disegnata una donna stilizzata che succhia un pene grosso come un cannone. E, al suo fianco, c’è un uomo fatto di peni – corpo di pene, testa di pene, braccia e gambe di pene – che si masturba, schizzando da tutti i suoi numerosi peni.

Una tensione che cala all’improvviso quando Eddie, per sbaglio, mette il piede su un preservativo usato e per poco non scivola in terra.

«Porco boia, che schifo!» gli scappa detto, mentre l’immagine traballa tutta.

Ed è con questa confusione di immagini che, sulle parole di Creep, termina il video.

«Andiamo.»

 

Non perdetevi il prossimo video!

Appuntamento a DOMANI!

RICORDATE, GENTE: IL PROSSIMO VIDEO LO PUBBLICHIAMO DOMANI, SABATO!

Iscrivetevi al canale e condividete!

 
 
   
 
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