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Autore: Strypgia    26/01/2024    1 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9.2: Tutto quel che faccio





Asuka praticamente balzò dalla sedia quando suonò la campanella del pranzo, e Shinji la seguì a ruota. Asuka aveva un ampio sorriso sul volto mentre si dirigeva verso il banco di Hikari. Anche se lei era più vicina, fu Tōji che riuscì ad arrivare per primo, quasi scartando un paio di studenti più lenti fino a sfrecciando a fianco della sua ragazza sorridente.
 
Asuka sogghignò nel vedere la stretta di mano nella quale i due erano già avvolti. “Ti mancava il tuo ragazzo, Hikari?”
 


“Non ne hai idea, Asuka.” Hikari guardò Shinji alle sue spalle. “O forse sì. Mi devi delle spiegazioni, cara mia. Tu e Ikari-kun per mesi, eh?” Rivolse ad Asuka un sopracciglio alzato. “Perché non me l’hai detto?”
 


Asuka fece un gesto di accomodamento. “Avevamo dei buoni motivi per tenerlo segreto, credimi. Ma ora l’abbiamo detto a tutti. Ti sei persa il nostro annuncio a tutta la scuola lunedì.” Fece una breve risata. “Proprio come hai appena appena annunciato di te e dell’Osaka-boy qui presente a tutti quelli della nostra classe che ancora non lo sapevano.”
 
Hikari arrossì un po’ al ricordo. “Mi mancava molto,” mormorò.
 


“Come hai fatto ad uscire dall’ospedale, capoclasse? Asuka era sul punto di organizzare una ‘missione di salvataggio’ per questo pomeriggio,” chiese Shinji.
 


Hikari scrollò le spalle. “Non so perché, ma stamattina, subito dopo la colazione, la dottoressa Akagi è venuta a dirmi che potevo andare e che mi avrebbe richiamato per eventuali altri accertamenti. Sembrava piuttosto intenzionata a farmi uscire in fretta, a dire il vero. Mio padre e le mie sorelle non saranno a casa prima di oggi pomeriggio, quindi ho lasciato un messaggio a mio padre e sono venuta direttamente qui a scuola.”
 
“Le mancava il suo Babbeo, non c’è che dire,” disse Asuka divertita a Shinji. Hikari abbassò lo sguardo e arrossì ancora di più, ma non poteva negarlo.
 
Rialzò il capo, illuminandosi. “Quindi, a pranzo tutti insieme? O incontri tra coppiette? Tu… Sono abbastanza sicura di ricordare di aver visto che…” La sua voce si abbassò. “Che tu e Ikari-kun… andate davvero a letto insieme?!” quasi sussurrò.
 
Asuka rise e guardò Shinji, il quale stava ridendo a sua volta. “Siamo proprio in sintonia io e il mio caro baka fossimo in Sync. È proprio come ha detto Suzuhara qualche giorno fa, testuali parole.” Asuka sollevò il suo bentō. “Forza, andiamo a cercare un posto dove pranzare. Ti racconteremo perché abbiamo dovuto nascondere la nostra relazione e a che punto siamo ora.”
 
Mentre uscivano dalla porta principale dell’aula, Shinji si voltò improvvisamente. “Ehi… dov’è andata Rei?”
 


---
 


Anche nel campus della Scuola Media Municipale Nord di Neo Tokyo-3 c’erano dei luoghi isolati in mezzo al verde. Il tavolo da pranzo all’ombra di un albero in fondo al campus si trovava ai margini di un boschetto di alberi che sarebbe stato un modesto parco in città. Nel parco della scuola, formavano una bella zona isolata, lontano dagli sguardi degli insegnanti o degli edifici principali, il che rendeva il tutto un luogo popolare per pranzi ‘privati’ tra le coppiette della scuola… o un posto adatto agli interrogatori.
 
Rei non aveva dovuto fare altro che seguire il nuovo studente. Sembrava che si fosse diretto da solo in questa direzione, per qualche motivo. A prescindere dal perché, una volta che si trovò all’ombra degli alberi, guardandosi intorno con un leggero sorriso e canticchiando una melodia che le sembrava di aver già sentito suonare da Shinji sul suo violoncello, Rei decise che era il momento di passare all’azione.
 
Abbassò il tono della voce, come se parlasse solo a sé stessa. Ne venne fuori un tono freddo e duro come quello che aveva rivolto a Shinji quando aveva messo in dubbio le capacità di suo padre. “Fermati.”
 


Nagisa arrestò il suo lento intercedere tra gli alberi, voltandosi verso di lei. Non sembrò affatto sorpreso, si limitò a sorriderle divertito. “La musica è meravigliosa, non è vero? Il canto porta gioia e ravviva l’animo umano. Credo che il canto sia il traguardo più grande raggiunto dalla cultura dei Lilim. Non sei d’accordo?”
 


Rei lo guardò intensamente. “Chi sei tu?”
 
Il lieve sorriso di Kaworu si allargò un po’. “Oh, pensavo di essermi presentato in classe. Io sono Kaworu Nagisa.” Le fece un piccolo inchino. Rialzandosi, continuò. “Sono il Fifth Children.” Inclinò il capo e la guardò. “Tu sei il First Children? Rei Ayanami-san? Tu sei come me. Quindi, entrambi abbiamo preso la stessa forma dei Lilim per vivere su questo pianeta.”
 
Lo sguardo di Rei si fece più freddo. “Chi sei tu? Perché la tua luce è… diversa? Non riesco a vederti come vedo tutti gli altri.”
 
“Io sono come te. Sono stato mandato qui per pilotare un Evangelion.” Kaworu interruppe il contatto visivo con Rei e alzò gli occhi verso gli alberi ricoperti di sole che li circondavano. Questa è una città meravigliosa. È così piena di vita e di persone interessanti.” Tornò a guardare Rei, sempre sorridente. “Sono molto interessato al Third Children. Lui ha… un cuore così puro. Ed era il Second Children la persona accanto a lui? Sembra ancora più interessante. Credo di voler proprio conoscere questo Shinji Ikari…”
 
La voce di Rei si fece fredda come il ghiaccio. “Stai lontano da loro.”
 
Le sopracciglia di Nagisa si alzarono leggermente. “Lontano da loro? Perché dovrei farlo? Siamo tutti designati come Children, no? E quello che voglio è vederlo da vicino. Non dovresti interferire con me. Ci sono persone che si arrabbierebbero molto con te o con loro se lo facessi. Potrebbe accadere loro qualcosa.”
 
Rei si sentì la pelle pizzicare e i capelli le si rizzarono in testa. “Tu non farai loro del male! Io non lo permetterò!” ringhiò. Sentiva il suo potere scorrere dentro di lei. Le sue mani cominciarono a chiudersi in pugni e la gonna della sua uniforme scolastica iniziò ad ondeggiare nonostante la mancanza di vento. Un bagliore rosso cominciò a brillare attraverso i suoi occhi aguzzi.
 
Nagisa sbatté le palpebre e fece un passo indietro. “Tranquilla, First Children. Non voglio fare loro del male. Il mio interesse per Shinji Ikari riguarda il suo cuore puro e il suo ruolo chiave in questi eventi. Lui è… un esempio affascinante del potere del cuore umano. Vorrei conoscere il suo cuore, i suoi sentimenti. Pensavo che sarebbe stato triste e solo e avrei voluto capire come ha fatto a sopportare tutto questo. Ma non lo è. L’uomo non potrà mai cancellare completamente questa tristezza, perché tutti gli uomini sono fondamentalmente soli.”
 
“Il suo cuore non è un giocattolo con cui puoi giocare. Lui non è un giocattolo, né una bambola. Il suo cuore appartiene ad Asuka e a coloro che lo amano. Non ti permetterò di metterlo a rischio o di infliggere loro dolore,” lo avvertì Rei, con voce ancora bassa e ostile. Il bagliore nei suoi occhi si attenuò, ma non scomparve.
 
Nagisa si avvicinò, sempre sorridente. “Il dolore è qualcosa che l’uomo deve sopportare in cuor suo. E poiché il cuore sente il dolore così facilmente, alcuni credono che la vita sia dolore. Le persone possono essere delicate come il vetro, e così anche il loro cuore.” Inclinò il capo e guardò Rei con curiosità. “Tu senti questo dolore?”
 
Rei annuì freddamente. “In ogni momento della mia esistenza. Ma ho trovato delle ragioni per vivere e affrontare il dolore. La ricompensa vale ogni secondo di dolore. Tutto questo ne vale la pena.”
 
Nagisa sembrava sinceramente curioso. “E cos’è ‘questo’?”
 
Rei sollevò il mento. “Il loro amore. Che provano l’un l’altro e provano per me. Ho parlato loro dei miei sentimenti e non mi hanno respinto. Perfino io posso essere amata.”
 
Le sopracciglia di Nagisa si alzarono. “Perfino tu? Lo sanno loro cosa sei? Che sei come me?”
 
Rei esitò. “Non lo sanno. Ma ho paura di dirglielo. Oggi avremmo parlato, e ho intenzione di dirglielo. Non ho paura di essere onesta con loro. Loro continueranno a tenere a me e io a loro.” I suoi occhi si aguzzarono di nuovo. “Faresti bene a ricordarlo e a temerlo. Io li proteggerò, da te e da chiunque altro.”
 
Il sorriso di Kaworu si spense. “Se davvero vuoi proteggerli, allora non dirai loro nulla.”
 
Gli occhi di Rei si aguzzarono ulteriormente e le sue labbra si appiattirono in una linea. “Spiega. Rapidamente.”
 
Kaworu guardò verso il cielo, lontano da lei, con il volto ora calmo e inespressivo. “Le persone che ho menzionato prima? Loro non vogliono che si sappia di te o di me, potrebbe interferire con i loro piani. Hanno ucciso per molto meno. Dire ai tuoi… amici cosa sei è il genere di cose per cui fanno fuori le persone. Se desideri proteggerli, non puoi dir loro nulla. Coloro che cercano di diventare i nuovi dei per i Lilim non permetteranno alcuna fuga di notizie che possa compromettere il loro piano.”
 
Rei si irritò e dovette trattenere l’impulso di attaccarlo. “E tu?” disse, con voce bassa e minacciosa. “Li aiuterai a farlo? A chi obbedisci? Alla Seele?”
 
“Loro pensano che io sia nelle loro mani. Per questo mi hanno mandato,” disse lui, tornando a sorridere debolmente.
 
“E lo sei?”
 
“Io non farò mai loro del male per mia stessa volontà. Ma se vuoi proteggerli, non puoi dire nulla di noi a loro, della nostra natura o dei piani della Seele e della Nerv. È il tipo di informazioni per cui uccidono.”
 
Rei lo guardò come se volesse dargli fuoco. “Io voglio dirglielo. Sono i miei amici, quelli per cui e con cui combatto. Voglio essere onesta e sincera con coloro che amo. Tu non puoi capire quanto questo sia importante per me.”
 
“Importante al punto da mettere a rischio la loro vita? Questo ‘amore’ deve essere davvero potente.” Si strofinò il mento pensieroso. “Questo corpo ha prodotto delle pulsioni interessanti e intense da esplorare. Forse dovrei anch’io ‘amare’ Shinji? O dici entrambi?”
 
Il Fifth Children andò a sbattere con forza sulla quercia, volando per qualche metro prima di fermarsi sull’erba accanto al tavolo per il pranzo. Dopo un attimo si rialzò a sedere in modo instabile, con un’impronta di mano rosso fuoco sulla guancia sinistra. “…ahia?”
 


Rei guardò la sua mano destra. Non aveva mai avuto uno scatto così rapido. Non aveva nemmeno dovuto riflettere su quello che stava facendo, sentì solo l’improvviso impulso di prenderlo a sberle finché non avesse smesso di dire cose che la facevano arrabbiare. “Loro sono i MIEI amori, brutto invasore! MIEI! STANNE! ALLA! LARGA! HISSSSSSSS~!
 


Nagisa si toccò la guancia con delicatezza. “Sì, ahia. Ahia è la parola giusta.” Si alzò in piedi a fatica, scuotendo il capo in modo vertiginoso. Dopo qualche difficoltà, si focalizzò su di lei. “Ho detto qualcosa di sbagliato?”
 
Si focalizzò un po’ meglio quando Rei gli afferrò la camicia e attirò il volto di Nagisa a pochi centimetri dal suo. “Tu non li toccherai! Il loro legame è la cosa più bella del mondo!” gli gridò quasi in faccia. “Loro amano me e io amo loro, e nemmeno io metterò mai a rischio questo legame! Tu non li ‘amerai’! Non farai nulla per mettere a rischio il loro legame! MI HAI CAPITO?” Lo scosse come un giochino nella morsa di un cane.
 
“Ahia! Ahia! Ahia! Ho capito!” disse Nagisa, con gli occhi sgranati dall’assalto di Rei. “M-mi è almeno concesso parlare con loro? Saremo tutti dei piloti. Sarebbe strano se non lo facessi.”
 
Rei gli lasciò la camicia, facendolo ricadere a terra. Nagisa si accasciò, e il suo atterraggio maldestro termino con lo sguardo rivolto a Rei. Illuminata dal sole di mezzogiorno, Nagisa non poté fare a meno di rimanere a bocca aperta di fronte alla dea arrabbiata che incombeva su di lui.
 
‘Il suo sguardo con quegli occhi sgranati è una piacevole dimostrazione di paura e rispetto,’ pensò Rei. ‘E i suoi occhi rossi sono un piacevole abbinamento all’impronta della mia mano sulla sua guancia.’ Annuì, consentendogli questa piccola concessione. “Sotto scorta. Ora vieni. Puoi stare con noi per il pranzo.”
 
Si voltò e cominciò ad allontanarsi, tornando verso la palazzina dove di solito pranzavano sul tetto.
 


Nagisa rimase a fissarla per un lungo momento prima di alzarsi per seguirla. Si toccò il segno dello schiaffo sul viso e trasalì. “…l’amore è ancora più potente di quanto pensassi. È pericoloso. Intrigante,” disse a sé stesso, seguendo la ragazza dai capelli blu.

   
 
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