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Autore: Abby_da_Edoras    27/01/2024    6 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor e Rogue One]
Eccomi qua a infestare con le mie impossibili OTP anche questo fandom! XD Siamo alla fine della seconda stagione di The Mandalorian e, nella mia versione, Luke accompagna Din Djarin e Grogu a casa di Han e Leia per rassicurare il Mandaloriano che il suo piccolo sarà al sicuro. Là, però, il Mandaloriano incontrerà anche altre persone tra cui "un certo" Cassian Andor (che nella mia ff è stato salvato dieci anni prima da Ahsoka Tano) e questo incontro cambierà molte cose nella vita di Din e Cassian ma anche di altri personaggi. E scusate se sono pazza!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, The book of Boba Fett ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin, Principessa Leia Organa
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 9: Stardust

 

Far away in a distant memory
There is lush there is green and you and me
All blood in our hollow hearts is stardust, stardust

Washed away like your face drawn in the sand
At the edge of the sea is how we end
Painful is the memory we did it to ourselves!

Awaken me bring back my heartbeat
Bring back the warmth of skin the world we're living in

Bring me to life bring me the starlight
Bring me the sun and moon
Release the stars tonight

Bring me to life (dreamscape into grey)
Bring me the starlight (homesick, all washed away)
Bring me the sun and moon
Release the stars tonight!

(“Stardust” – Delain)

 

In qualche modo, alla fine Cassian riuscì a pilotare lo Starfighter fino a Mos Espa e al palazzo di Boba Fett, dove atterrò con il velivolo nell’hangar in cui uno degli sgherri patibolari di Fett stava di guardia. Din e Cassian scesero dallo Starfighter e il Mandaloriano si rivolse subito alla guardia.

“Siamo qui su convocazione di Fennec Shand” disse. “Boba Fett ha richiesto il nostro aiuto.”

La guardia grugnì qualcosa e fece strada ai due nel palazzo fino a condurli in presenza di Fennec Shand in persona, poi ritornò ai suoi doveri.

Fennec Shand sembrava tesa e preoccupata rispetto a qualche giorno prima, tuttavia quando vide Din e Cassian abbozzò un sorriso.

“Bene, mi fa piacere che abbiate mantenuto la parola e che siate tornati presto, c’è veramente un gran bisogno di voi” disse loro.

“Dov’è Boba Fett? Non dobbiamo parlare con lui?” domandò il Mandaloriano.

“Gli parlerete, ma non ora” rispose la donna. “Venite con me, vi è stata fatta preparare una stanza al piano di sopra dove potrete rinfrescarvi e riposarvi dopo il viaggio fin qui. Questa sera ci sarà una cena con coloro che hanno deciso di allearsi con Boba Fett, ma sappiamo che tu, Mando, non puoi toglierti l’elmo per mangiare davanti ad altre persone. Perciò, fintanto che alloggerete da noi, i pasti vi saranno serviti nella vostra stanza. Immagino che tu non abbia problemi a mostrare il tuo viso al tuo… beh, al tuo compagno.”

Fennec Shand si era rivolta verso Cassian con uno sguardo malizioso e allusivo che lo aveva fatto trasalire e arrossire, invece Din non si turbò affatto.

“No, non ci sono problemi, Cassian può vedermi in faccia, sono le persone al di fuori della famiglia che non possono” spiegò con tranquillità, mentre Andor per poco non cadeva preda di un attacco di convulsioni. “Ti ringrazio per avermi usato questa cortesia.”

“Oh, non c’è problema, Boba Fett mi ha spiegato come funzionano le cose per voi Mandaloriani più integralisti” replicò la donna con disinvoltura. “Ecco, questa è la vostra stanza. Come vedete il palazzo che era di Jabba the Hutt ha molte camere e tutte comode e eleganti, spero vi troverete bene anche se questa non sarà certo una gita di piacere. Domattina ci sarà una riunione con tutti i nostri alleati e decideremo un piano di attacco vero e proprio, contando anche le forze di cui potremo disporre, e ci sarà davvero di grande aiuto averti al nostro fianco, Mando, e anche il tuo compagno, l’eroe di Rogue One. Forse tutti insieme potremo avere la meglio sul Sindacato dei Pyke. Stanotte, quindi, pensate a riposarvi e a riprendere le forze, perché i prossimi giorni saranno davvero cruciali.”

Detto questo, Fennec Shand se ne andò e Din e Cassian rimasero da soli nella grande stanza. Il giovane pilota si guardò intorno, ammirato, anche se dentro di sé era piuttosto imbarazzato e si chiedeva come accidenti facessero tutti quanti a dare per scontato che lui e Din fossero legati da un rapporto speciale, quando ancora neanche lui era riuscito a capire cosa davvero voleva il Mandaloriano da lui!

“Beh, devo dire che Boba Fett si tratta bene” disse, mentre passava dal bagno a darsi una rinfrescata. Din, invece, si era seduto sul letto. Aspettava che gli portassero la cena prima di mettersi comodo, perché non si sarebbe mostrato a una guardia di Boba Fett senza la sua armatura. Poco dopo, comunque, arrivò la cena e i due poterono sedersi al tavolo disposto sotto la finestra e mangiare.

Per il Mandaloriano parve proprio il momento giusto per riprendere e approfondire il discorso iniziato sullo Starfighter.

“Cassian, mi dispiace se prima ti ho dato l’idea di volerti forzare in qualche modo a diventare un Mandaloriano, non era questa la mia intenzione e spero che adesso riuscirò a spiegarmi meglio” disse l’uomo, che ora poteva guardare il suo compagno negli occhi perché si era finalmente potuto togliere il casco.

Solo che… per Cassian guardare in faccia Din era fonte di grande emozione, gli tremavano le gambe e di certo non sarebbe riuscito a rispondergli sgarbatamente come aveva fatto prima! Anzi, in quel momento voleva solo riconciliarsi con lui e mostrarsi docile e affettuoso…

“No, no ti devi preoccupare per quello, non mi sono arrabbiato perché non voglio diventare un Mandaloriano, era un’altra la questione, ma ne parliamo dopo, vuoi? Io… ecco, magari puoi farmi capire cosa dovrei fare se volessi diventare un Mandaloriano, perché per me non è tanto chiaro. Hai detto che Boba Fett lo è perché lo era suo padre, ma io non vengo da una famiglia Mandaloriana e non sono stato adottato dai Mandaloriani” replicò in fretta Cassian, mangiandosi metà del discorso e sentendosi molto a disagio sotto lo sguardo affettuoso di Din.

“È vero, il padre di Boba Fett è stato adottato e cresciuto da una famiglia Mandaloriana e per questo ha potuto lasciare la sua armatura in eredità al figlio, sebbene il figlio sia un clone e non un vero essere umano” spiegò Din, “tuttavia un adulto può diventare comunque un Mandaloriano senza incontrare ostacoli, anzi. Tutto quello che si deve fare è giurare fedeltà al Credo davanti al capo di un clan, vivere da Mandaloriano seguendo le Regole del Credo e farsi adottare da un clan. Sì, quello possono farlo anche gli adulti.”

Cassian era rimasto sbigottito.

“Farmi adottare da un clan? Ah… non credo proprio che la tua amica Armaiola mi adotterebbe, penso che piuttosto mi caverebbe gli occhi!” commentò. “E poi, boh, non mi ci vedo mica tanto a vivere soffocato dentro un’armatura e un casco come fai tu!”

Quella reazione spontanea strappò una mezza risata a Din (e di conseguenza un mezzo infarto a Cassian…).

“Sinceramente non pensavo proprio al clan dei Figli della Ronda, per te” rispose, divertito. “Non so neanche se sarà ancora il mio clan… Ma ce ne sono altri molto meno rigidi, ad esempio credo che Bo-Katan Kryze e i suoi compagni ti accetterebbero senza problemi, e loro indossano il casco solo durante i combattimenti.”

“Andrebbe già meglio” ammise Cassian, riuscendo anche a mangiare qualcosa senza strozzarsi. “Voglio dire, ma non è assurda questa tirannia dell’elmo? Non puoi neanche mangiare come una persona normale, ti devi chiudere da qualche parte dove nessuno ti vede, ma che tristezza!”

“Posso mangiare con te e Grogu, comunque, voi siete la mia famiglia*” chiarì Din, “e in realtà quella che tu chiami tirannia dell’elmo è nata molto tempo fa come misura di protezione, quando i Mandaloriani erano perseguitati e quindi dovevano celare la propria identità. I clan più rigidi, come appunto i Figli della Ronda, mantengono tuttora questa regola, ma molti altri clan no.”

“Va bene, allora quali sarebbero le Regole che dovrei seguire, in caso decidessi di diventare Mandaloriano?” Cassian voleva affrontare l’argomento in modo diverso, mostrarsi disponibile e poi, caso mai, dire la sua in seguito. Quello era un momento troppo sereno e bello per rovinarlo e… e poi lui non ce la faceva ad arrabbiarsi guardando in faccia Din, quando lo guardava si incantava e pensava che, pur di stare con lui, sarebbe diventato anche un Tusken del deserto!

“Ti posso elencare quelle più importanti e basilari, che comunque anche i Mandaloriani che non seguono l’Antica Via rispettano e onorano: indossa la tua armatura, servi il tuo clan, combatti quando ti chiamano in aiuto, proteggi i fratelli e le sorelle Mandaloriani, rispetta la famiglia, difendi i bambini, prenditi cura dei trovatelli e educali come dei Mandaloriani” disse Din. “Diciamo che, alla base di tutto il Credo, anche a prescindere da regole più estreme come quella dell’elmo, il Credo Mandaloriano si basa sulla lealtà, la solidarietà e il rispetto per la famiglia e il clan. Per questo mi è sembrata tanto assurda la regola dei Jedi che proibisce ogni tipo di attaccamento.”

Cassian era incantato: vedere Din che spiegava con tanta passione e determinazione tutto ciò in cui credeva lo faceva fremere dentro, il sangue gli si incendiava e ogni fibra del suo corpo desiderava disperatamente gettarsi tra le sue braccia e perdersi in lui. E, messa così, la possibilità di diventare un Mandaloriano non sembrava più tanto remota, però… c’era ancora qualcosa che non tornava.

“Quindi, ora che sai tutto quello che c’è da sapere, qual è la tua risposta? Pensi di poter diventare un Mandaloriano?” domandò alla fine Din.

Cassian rifletté. Ancora una volta, a quanto pareva, la questione non era se loro due potessero stare insieme come compagni e amarsi come una vera famiglia, ma solo l’appartenenza a un clan di Mandaloriani, perché ciò avrebbe consentito di formare una famiglia per Grogu. Din non aveva parlato di affetto né, tanto meno, di amore… Questo gli faceva ancora più male, erano schegge di vetro impazzite nel suo cuore, ma questa volta non voleva arrabbiarsi con lui, solo farsi capire.

“Ti posso dire che ci penserò, sul serio, e potrei anche accettare” disse, “però il mio problema non è questo.”

“E allora qual è?” domandò il Mandaloriano, sinceramente stupito.

Cassian sospirò. Se non lo capiva da sé era già quello il problema…

“Din, io penso che una famiglia non possa nascere così, non funziona in questo modo. Io non sono certo un esperto, ma credo che in tutta la galassia le famiglie si formino per amore, anche tra i Mandaloriani: due persone si innamorano, vogliono vivere insieme e così si sposano e poi hanno dei figli, naturali o adottati che siano, e diventano una famiglia” spiegò, sentendosi assurdo nel dire cose che dovevano sapere anche i piccolini come Grogu! “Ora, capisco che nel tuo caso le cose sono andate diversamente perché tu hai incontrato prima Grogu e quindi hai voluto essere suo padre, ma questo non cambia il concetto generale: non puoi fare una famiglia per Grogu, una famiglia si fa per amore. Io sono disponibilissimo a starti accanto e a occuparmi di Grogu con te, ma non ha senso pensare a sposarci o a farmi diventare Mandaloriano se tanto… beh… Insomma, possiamo essere due amici che si occupano del piccolo secondo il Credo Mandaloriano fino a che tu non troverai una persona di cui ti innamorerai davvero, e allora sarà con quella persona che farai una famiglia per Grogu, e io resterò, diciamo, come zio o qualcosa del genere. Non ha senso porsi tante difficoltà adesso, farmi diventare Mandaloriano e tutto il resto se poi… se poi tu comunque troverai qualcun altro o altra con cui vorrai davvero una famiglia…”

Din aveva ascoltato in silenzio tutto quello che Cassian aveva detto e, oltre ad ascoltare, aveva anche osservato bene il linguaggio del corpo, la delusione e la tristezza sul volto del giovane, il velo di dolore davanti ai suoi occhi. E così, finalmente, aveva compreso tutto.

Aveva iniziato a comprendere anche che quello che provava lui, quel bisogno di avere Cassian accanto, di legarlo a sé per sempre, di sentirlo totalmente suo, aveva trovato la sua risposta nel discorso sulla famiglia che Andor aveva appena fatto: era l’amore, l’ingrediente base di una famiglia.

I due avevano ormai finito di mangiare. Din si alzò dal tavolo sul quale avevano consumato la cena, prese affettuosamente Cassian per un braccio e lo condusse a sedere sul letto, accanto a sé.

“Ti avevo già detto che non ho intenzione di cambiare idea né ora né mai, ma forse non sono stato molto chiaro, so di non essere bravo con la gestone dei sentimenti e tanto meno con le parole per esprimerli” gli disse, “ma io ho già trovato la persona che voglio per sempre accanto a me e non soltanto per dare una famiglia a Grogu. Potrei occuparmi del piccolo anche da solo oppure con qualsiasi altra persona che già conosco, ma non ho mai sentito prima il bisogno di una famiglia e di un compagno. Ho iniziato a sentire simili bisogni solo da quando ho conosciuto te e immagino che questo significhi qualcosa. E poi sento anche altri bisogni e desideri, cose strane che non avevo mai provato prima e che non so come soddisfare… ma credo di poterci provare se tu sei d’accordo.”

Se era d’accordo??? Cassian non riusciva neanche a respirare per la gioia, l’incredulità e l’emozione, gli pareva che i polmoni fossero collassati e il cuore scoppiato e dissolto in polvere di stelle, perciò non poté rispondere, ma il suo corpo rispose per lui. Quando Din lo strinse a sé, Cassian gli si aggrappò convulsamente quasi temesse che fosse solo un sogno e potesse svanire in una nube stellare. Il Mandaloriano lo baciò dapprima quasi timidamente, poi sempre più profondamente, cingendolo con un braccio e affondando l’altra mano tra i suoi capelli. Stringendolo forte a sé continuò a baciarlo con passione e intensità, esplorandolo e godendosi per la prima volta veramente e senza remore la sua bocca morbida e il suo sapore. Una mano era premuta sulla sua nuca per spingerlo sempre più contro di lui, respirando il suo respiro, mentre con l’altra mano accarezzava il suo corpo liscio e morbido e lo sfiorava dappertutto, per non perdersi nemmeno un centimetro della sua pelle, nemmeno un attimo di quella notte che aveva deciso di concedersi. E mentre lo baciava e lo accarezzava sentiva la brama sconosciuta dentro di sé farsi più audace e intensa, spingerlo a cercare di più, a fare di più, perché quello non bastava, non ancora, i baci e le effusioni non lo appagavano completamente. Così continuò a esplorare in ogni modo Cassian, cercando di capire cosa potesse soddisfare del tutto il suo bisogno, strofinandosi contro di lui e provando solo un momentaneo sollievo. Tuttavia, vista la reazione del suo corpo e gli ansiti spezzati di Cassian, quella doveva essere la via, per dirla alla Mandaloriana! Sfiorando i punti più intimi e segreti di Cassian sentì l’onda del calore e del desiderio invaderlo e comprese che era così che funzionava, si incollò a lui e sentì che tutto andava al proprio posto, che loro due insieme erano perfetti come ingranaggi di uno Starfighter, che i loro corpi erano nati e si erano incontrati dopo tante esperienze proprio per quello, che le loro carni si incastravano in un miracolo di muscoli, cuori e anime. Si mosse dentro di lui dapprima con cautela e dolcezza, lentamente, poi con maggiore intensità quando si accorse che Cassian lo accoglieva e assecondava sempre di più i suoi movimenti, con gemiti e sospiri soffocati per un vago senso di pudore, ma che esprimevano chiaramente piacere e non dolore. Il mondo esterno si ridusse a null’altro che a loro, all’unione dei loro corpi, anime, bocche e respiri che si cercavano e si prendevano come se non avessero mai fatto altro per tutta la vita, e attorno c’era solo calore, luce, bellezza come in una meravigliosa volta celeste piena di costellazioni sconosciute, una melodia perfetta, un capolavoro spettacolare di amore vero e intenso, fino all’onda calda che li fece esplodere insieme come se fossero polvere di stelle sperduta nella galassia. E, se Din aveva trovato l’illuminazione e l’estasi che finalmente lo avevano riempito e appagato totalmente, Cassian era così incredulo, felice e perso nel Mandaloriano da essersi dissociato del tutto dall’umanità e disconnesso da qualsiasi struttura di pensiero razionale. Per lui non era la prima volta che faceva sesso, ma le avventure che aveva avuto anni prima con ragazze qualsiasi erano state solo un appagamento fisico, senza il minimo coinvolgimento emotivo, adesso invece era stato totalmente travolto dalla luce, dal calore, dall’intensa e appassionata bufera di emozioni meravigliose che era stato Din per lui, il sole, la luna, le stelle e le galassie intere. Voleva restare così per l’eternità, perduto tra le stelle della galassia e stella lui stesso, una nebulosa di polvere di stelle insieme a Din. Ma fu proprio il Mandaloriano a distoglierlo da quell’incanto, accarezzandogli i capelli e parlandogli con tenerezza.

“Era questo, dunque” mormorò, anche lui piacevolmente sorpreso. “Non lo sapevo, ma ora capisco cosa volevi dire quando parlavi di famiglia basata sull’amore. E la nostra sarà così, perché io ho bisogno di te, voglio te e te solo, Cass.”

Gli occhi del giovane si riempirono di lacrime sia per la gioia di sentire finalmente quelle parole d’amore sia perché… perché erano tanti anni che nessuno lo chiamava più così. Un diminutivo affettuoso e dolce che voleva dire amore, affetto, famiglia e intimità.

“Era mia madre che mi chiamava Cass” riuscì a esalare.

“E sei d’accordo se d’ora in poi ti chiamerò io così?”

“Sì, certo, è… è perfetto, ora sei tu la mia famiglia” sussurrò appena.

Din non disse altro, lo baciò ancora lievemente e poi lo avvolse in un abbraccio protettivo e dolcissimo, per tenerlo ancora e sempre con sé, per proteggerlo e sentirsi amato e accolto, per chiudere fuori tutto ciò che avrebbe potuto distruggere quei momenti perfetti. Fennec Shand aveva detto bene, dovevano dormire e riposare perché i giorni che li attendevano sarebbero stati pieni di difficoltà, minacce, ostacoli e combattimenti, ma adesso loro due erano insieme e sarebbero rimasti insieme ovunque, sui campi di battaglia, nei cieli e su ogni pianeta. Avrebbero compiuto ogni missione insieme per poi tornare da Grogu: erano già una famiglia e lo sarebbero stati ancora di più con il piccolo.

Adesso entrambi avevano più di una ragione per sopravvivere alle battaglie e tornare a casa, ora sapevano quanto la vita possa essere bella e la felicità a portata di mano, e questo avrebbe dato loro ancora più forza per superare i pericoli e le minacce che li aspettavano dietro l’angolo. L’amore sarebbe stato più forte di tutto, la famiglia sarebbe stata la loro base sicura.

Fine capitolo nono

 

 

* In realtà ignoro se i Mandaloriani più integralisti possano togliersi il casco almeno davanti a moglie/marito e figli, ma nella mia versione faccio in modo che sia così, sennò poveretti davvero!

 

 

   
 
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