Venne la brezza dell’estate, scacciò l’inverno.
E la neve e il gelo non furono
che un’invenzione – come lo è il tempo
e Dio e la saggezza e l’amore, creati a immagine dell’uomo –
e questa dannata eterna attesa,
d’incontrare la schiva primavera
e l’introverso autunno,
con cui bere vino e lastricare di gigli e colori lievi,
quest’angosciosa terra che più non ride,
e grida e parla senza essere ascoltata -
se non dal Cerbero di guardia.