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Autore: Illidan17    03/02/2024    0 recensioni
La storia di Ade e Persefone, con flashblack e altri punti di vista che narrano di come si è arrivati al rapimento, inframmezzata da episodi chiave della mitologia greca, visti dall'Oltretomba. Avviso ai puristi: non aspettatevi il solito finale e gli episodi in questione non sempre seguono l'ordine in cui sono narrati nella mitologia.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo

Prologo 

Persefone si svegliò. Non era a casa. Non era la sua stanza. Era in una camera arredata in modo molto elegante, illuminata da torce. Avevano acceso un fuoco perché non avesse freddo. Il letto era in legno scuro, e le coperte erano blu come la notte. Il pavimento, di marmo nero, era coperto da morbidi tappeti scuri. Si alzò e andò verso l’enorme specchio incorniciato nel legno d’ebano. Indossava ancora il chitone bianco che le avevano infilato quasi a forza, e c’era ancora qualche fiore fra i capelli. Fiori che stavano appassendo velocemente... 

Andò verso la finestra, coperta da pesanti tende viola, che scostò subito. Era in un luogo sotterraneo, le cui pareti erano così alte da non poter vedere il soffitto, ma sapeva bene che lì non splendeva il sole. L'unica fonte di luce proveniva da fiamme azzurrine sparse qui e là. Poteva vedere una palude, attraversata da un’unica barca, con un traghettatore che pareva vecchio come il mondo, piena di persone, le quali guardavano dietro di sé con aria triste. 

Era finita nell’Oltretomba. E sapeva molto bene chi ce l’aveva portata. Si sedette su una sedia d’ebano riempita da morbidi cuscini, massaggiandosi le tempie, un gesto che faceva quando era irritata o turbata. Non era arrabbiata con lui. Sapeva fin troppo bene perché lo avesse fatto. No, era adirata con chi lo aveva costretto a farlo. Con lei. E lei avrebbe fatto di tutto, per portarla via da lì... 

Solo che Persefone non voleva andarsene. Aveva trovato ciò che cercava in lui. E lui lo aveva trovato con lei. Perché lei non riusciva a vederlo? Perché non voleva capire? C'era solo un modo per piegarla, ormai. E, in un certo senso, anche Persefone era costretta a fare un passo molto grave, al pari di lui. 

Sul tavolino, anch’esso in legno d’ebano, c’era una grande fruttiera in oro cesellato, riempita di frutti bellissimi. La sua natura le fece comprendere che erano stati raccolti proprio nell’Oltretomba, e conosceva le conseguenze per chi consumava il cibo del Regno dei Morti. Prese una melagrana e cercò di aprirla in due... 

-Forse dovrei farlo io. Ti tremano le mani. 

Alzò lo sguardo. Lui era entrato, silenzioso come sempre. Sembrava un po' preoccupato. Le prese le mani. 

-Tremano sempre, quando sei turbata. Immagino sia a causa mia... 

-Sono adirata, ma non con te. Con lei 

Lui la baciò sulla fronte. Stranamente, Persefone si calmò. 

-Non è una persona malvagia, lo sai... 

-Non si tratta di questo. Mi ha impedito di vivere la mia vita. Non ha mai voluto comprendere i miei bisogni. Tu sai subito se sono turbata o irritata, lei non si è nemmeno accorta dei miei gesti. 

Lui prese la melagrana e la divise in due. Le porse una metà. Ora era serio. 

-Lo sai che, una volta che hai mangiato il cibo dell’Oltretomba, non potrai più tornare indietro? 

-Lo so molto bene. Ma, come hai fatto tu, anch’io devo lanciare un messaggio forte e chiaro. La mia vita ora è accanto a te, e lei lo deve capire, in un modo o nell’altro. 

Detto questo, prese la sua metà e cominciò a mangiare i chicchi. Mentre il succo zuccherino le riempiva la bocca, pensò a tutto quello che era successo e che l’aveva condotta lì... 

   
 
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