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Autore: Abby_da_Edoras    07/02/2024    6 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor e Rogue One]
Eccomi qua a infestare con le mie impossibili OTP anche questo fandom! XD Siamo alla fine della seconda stagione di The Mandalorian e, nella mia versione, Luke accompagna Din Djarin e Grogu a casa di Han e Leia per rassicurare il Mandaloriano che il suo piccolo sarà al sicuro. Là, però, il Mandaloriano incontrerà anche altre persone tra cui "un certo" Cassian Andor (che nella mia ff è stato salvato dieci anni prima da Ahsoka Tano) e questo incontro cambierà molte cose nella vita di Din e Cassian ma anche di altri personaggi. E scusate se sono pazza!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, The book of Boba Fett ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin, Principessa Leia Organa
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 10: I could never give you up

 

I believe you when you say you don't want to be lonely
I'll carry your heart like a bridge
When you need all the time you can find
To get the hurt out of your mind
I'll watch the rain go by and give you all I've got (got)

Cause I could never give you up
(I could never give you up)
The way you make my love shine
(The way you make my true love shine)
I could never give you up
(I could never give you up)
I watch a rainbow rise
I give you all I've got
I could never give you up, the way you make my true love shine!

(“I could never give you up” – Roxette)

 

La prima notte d’amore di Din e Cassian era stato qualcosa di magico, dolcissimo e incantato e i due non potevano sapere che proprio di quello avrebbero avuto bisogno per superare i giorni che li attendevano. L’impegno preso dal Mandaloriano di aiutare Boba Fett a eliminare il Sindacato dei Pyke, infatti, non era affatto un’avventura di pochi giorni, anzi non sarebbe stata impresa da poco e ci sarebbero stati dei momenti in cui Cassian avrebbe davvero temuto per la vita dell’uomo che aveva appena iniziato a conoscere e amare veramente con ogni fibra del suo essere.

La mattina successiva a quella notte di tenerezza e amore, così, quando i due scesero nel salone del palazzo di Boba Fett per la riunione con gli alleati, sentirono che Fennec Shand stava spiegando la situazione e le cose stavano andando molto peggio di quanto chiunque di loro avesse previsto.

“Il Sindacato dei Pyke si è già mosso e ha colpito le città nei punti più sensibili per spaventare gli abitanti e indurli a non appoggiarci” disse la donna. “Ho sentito che lo sceriffo Cobb Vanth della città di Mos Pelgo, che ora si fa chiamare Freetown, e il suo vicesceriffo sono stati uccisi, inoltre c’è stato un attacco terroristico, la cantina di Mos Espa è esplosa e temo che nessuno sia sopravvissuto. Non abbiamo abbastanza soldati per sconfiggere l’esercito dei Pyke!”

“Dobbiamo comunque andare in città e vedere con i nostri occhi” replicò Boba Fett. “Ho promesso di proteggere quella gente e di certo non posso farlo restando chiuso nel mio palazzo.”

Cassian era oltremodo perplesso dalle scelte di Fett, tuttavia non poteva certo restare lì da solo, soprattutto mentre Din si schierava senza mezzi termini dalla sua parte! Così, poco tempo dopo, arrivati alla cantina di Mos Espa, Boba Fett e i suoi nuovi alleati si trovarono davanti solo macerie e rovine bruciacchiate. Era andato tutto distrutto.

Ma c’era di peggio, e il peggio stava per arrivare. Dalle comunicazioni dei loro soldati mandati per le strade di Mos Espa a sorvegliare la situazione arrivarono notizie ancora più allarmanti: i ragazzi cyborg in speeder, chiamati i Mod, il Wookie Krssantan e le altre guardie di Boba Fett erano state improvvisamente attaccate dagli abitanti della città e delle periferie e alcuni di loro erano stati uccisi!

“Non avevi detto che avevi un accordo di neutralità con le famiglie di Mos Espa?” domandò il Mandaloriano.

“Credevo di averlo” ribatté Boba Fett, evidentemente preoccupato non solo per la situazione, ma anche per i suoi uomini.

“Vado io a dare man forte ai ragazzi” si offrì Fennec Shand. “Ce la faccio, arriverò in tempo.”

E, salita anche lei su uno speeder, partì verso l’ignoto, o almeno così pensò Cassian, che vedeva le cose diventare più negative ad ogni secondo che passava, anche perché i soldati del Sindacato dei Pyke erano sempre più numerosi e loro erano solo in tre.

“Immagino che adesso tu e Cassian ve ne andrete” disse Boba Fett, vedendo quanto si erano messe male le cose. “Dovreste farlo.”

A dirla tutta, era proprio quello che pensava anche lo stesso Cassian, anche se poi non lo avrebbe fatto davvero… tuttavia ci pensò Din a togliere ogni dubbio.

“No, non ce ne andremo. Io non potrei mai andarmene, sarebbe contro il Credo” disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Ti ho dato la mia parola e sarò con te finché non cadremo entrambi. Altrimenti avremmo anche un’altra scelta: potremmo scappare là fuori, prenderli alla sprovvista e fuggire verso la tua nave, al tuo palazzo.”

“Non posso abbandonare Mos Espa, queste persone contano su di me” replicò Boba Fett.

“D’accordo” fu il commento di Din, che chiaramente se lo era aspettato. “Allora moriremo entrambi in nome dell’onore.”

“Sicuro di voler restare?” domandò un’ultima volta Fett.

“Questa è la Via” rispose il Mandaloriano.

Ma che accidenti dice? Morire in nome dell’onore? Va bene aiutare la gente di Mos Espa, ma se moriamo tutti non aiuteremo proprio nessuno… e poi basta con questa storia della Via! Quando non sanno come giustificare una stronzata dicono questa è la Via e tanti saluti, ma io non permetterò che Din si faccia ammazzare in una missione suicida!

“Ragazzi, ma siete sicuri che sia una buona idea?” intervenne Cassian. “Anch’io penso che la gente di Mos Espa meriti protezione, ma se ci facciamo ammazzare tutti non proteggeremo nessuno e il Sindacato dei Pyke avrà vinto. Magari dovremmo aspettare che tornino Fennec Shand e i ragazzini con gli speeder…”

“Non abbiamo tempo di aspettarli. Tu, comunque, non puoi venire a combattere con noi, non hai l’armatura da Mandaloriano e il primo colpo ti ucciderebbe. Devi restare qui e sparare senza farti vedere” disse Din a uno sbalordito Cassian.

“Cosa? No, no, non se ne parla neanche, io devo combattere al tuo fianco, non ci resto qua dentro mentre tu rischi la vita!” protestò Andor in un tono così veemente che anche Boba Fett capì che il giovane pilota e il suo amico Mandaloriano erano legati da qualcosa di molto più forte dell’amicizia.

“Io e Fett non rischieremo la vita proprio perché siamo protetti dalle armature in beskar” replicò Din. “Sei tu che finiresti ucciso e io non posso permetterlo. Potrai colpire i soldati dei Pyke anche da qui, so che hai una buona mira, ma devi restare al sicuro. Mi sarai molto più di aiuto colpendo i soldati da questa postazione riparata.”

Cassian non era per niente d’accordo e non voleva separarsi da Din, ma dovette rendersi conto che il Mandaloriano aveva ragione. Lui e Boba Fett, quindi, si alzarono in volo grazie ai loro jetpack e, protetti dalle loro armature, spararono ai soldati nemici prima dall’alto e poi di nuovo da terra, uccidendone in gran numero. Anche Cassian fece la sua parte, sparando da vero cecchino a ogni bersaglio che riusciva a puntare. Tuttavia, i soldati del Sindacato dei Pyke sembravano non finire mai e, per quanto ne morissero tanti, altrettanti sbucavano fuori da strade e vicoli e attaccavano. Din e Boba Fett stessi vennero colpiti più volte, anche se l’armatura in beskar impediva che rimanessero gravemente feriti. Cassian, però, sussultava ogni volta che un colpo raggiungeva Din, si sentiva stringere il cuore per l’angoscia e, ad un certo punto, stava quasi per disobbedire e buttarsi anche lui nella mischia sparando come se non ci fosse un domani… quando i soldati dei Pyke furono falciati da raffiche provenienti da sinistra e, all’improvviso, apparve una scassata navetta spaziale con gli abitanti di Freetown!

“Non pensavo che sareste venuti” disse loro Din, piacevolmente stupito, mentre Cassian approfittava del momento di confusione per uscire dal riparo delle rovine della cantina e avvicinarsi al Mandaloriano e agli altri.

“Questi bastardi hanno ucciso il nostro sceriffo e il vice, ora gliela faremo pagare!” replicò uno di loro.

Mentre ancora parlavano, giunsero velocissimi anche i Mod, i ragazzi in speeder e, disponendosi dietro il riparo fornito dalla nave con cui gli abitanti di Freetown erano arrivati, iniziarono anche loro a sparare e eliminare i soldati del Sindacato dei Pyke. Ben presto non ne rimase nessuno, ma…

“Io aspetterei a festeggiare” disse il Mandaloriano. “Temo che le cose si stiano mettendo male. Molto male.”

Aveva ragione. Due pericolosissimi droidi Scorpenek, droidi da combattimento grandi e dotati di scudi difensivi impenetrabili, si avvicinarono al gruppo che credeva ormai di avercela fatta e iniziarono a sparare. Boba Fett, il Mandaloriano, i Mod e gli abitanti di Freetown cercarono di colpirli, ma non c’era modo di trapassare i loro scudi e, se fossero rimasti lì, ben presto gli Scorpenek li avrebbero sterminati tutti.

Vedendo la mala parata, Boba Fett si rivolse ai suoi giovani Mod e alla gente di Freetown.

“Correte e mettetevi al sicuro, noi li distrarremo” disse.

“Boba Fett ha ragione” concordò Din, rivolgendosi a Cassian. “Tu vai con loro e aiutali a raggiungere un luogo sicuro.”

“Ma cosa dici, Din? Il casco ti ha bollito il cervello?” esplose Cassian, esasperato. Questa volta non ci pensava neanche lontanamente a separarsi dall’uomo che amava con l’ansia di non rivederlo mai più. Loro dovevano combattere insieme, no? Era quello il patto. “Io non me ne vado, sono qui per lottare al tuo fianco ed è quello che farò, se dovremo morire lo faremo insieme. Non ti lascio!”

“Cassian, te l’ho già detto, non puoi combattere al mio fianco perché non hai ancora l’armatura in beskar e quindi non puoi fare quello che facciamo io e Boba Fett. Ma non ho intenzione di suicidarmi, se è questo che pensi. Distrarrò gli Scorpenek per permettere a te e agli altri di trovare riparo, ma poi organizzeremo un contrattacco” gli rispose pazientemente il Mandaloriano. Non c’era tempo per stare a chiacchierare e neanche lui era sicuro di ciò che stava dicendo, ma voleva che Cassian andasse via da lì, voleva che fosse al sicuro e, già che c’era, che portasse al sicuro anche i Mod e gli abitanti di Freetown.

“Un contrattacco con cosa? Tu e Boba Fett non avete niente e vi farete ammazzare!” reagì seccato Andor.

“Invece ha ragione lui” intervenne Fett. “Voi correte e trovate un riparo, Din Djarin distrarrà gli Scorpenek e io andrò a cercare rinforzi. Li distruggeremo, non dubitarne.”

“Vai, Cassian” insisté Din. Il giovane pilota non era per niente convinto, ma si rese conto che protestare ancora non sarebbe servito a niente e che in quel modo metteva a rischio non solo la vita di Din, ma anche quella dei ragazzi e di tutta la gente di Freetown. Senza un’altra parola e ingoiando lacrime di rabbia, si voltò e corse via più che poteva, facendo cenno agli altri di seguirlo.

“Dove andrai a cercare rinforzi?” domandò poi il Mandaloriano a Boba Fett. “Hai finito gli amici.”

“Tu aspetta qui e distrai questi cosi, cerca di guadagnare più tempo possibile. Vedrai” disse Fett, prima di alzarsi in volo con il suo jetpack.

Din obbedì, ma riuscì a farsi inseguire solo da uno dei due Scorpenek, mentre l’altro prese comunque a muoversi dietro Cassian e gli altri, che con una fuga disperata riuscirono alla fine a rifugiarsi tra le rovine di alcuni edifici. Ma, anche lì, erano in trappola…

“Non ho nessuna intenzione di restare qui a farmi ammazzare da quel coso” disse Drash, una delle ragazze dei Mod. “Io sono nata qui e conosco ogni angolo di questi posti, mentre quel mostro no. Salirò su uno di quei tetti e gli sparerò dall’alto mentre voi cercherete di colpirlo da qui.”

“Se vuoi farlo, allora io verrò con te” le disse Jo, una delle ragazze di Freetown. “Però la pistola che hai non va bene, prendiamo due fucili e andiamo.”

“D’accordo” rispose Drash, scambiando la sua pistola con un fucile d’assalto di un suo compagno e preparandosi a trovare una via per raggiungere uno dei tetti e da lassù agire come tiratrice scelta insieme a Jo.

“Aspettate. Ci vorranno tre fucili, vengo anch’io con voi” disse Cassian, determinato. Era stanco di stare lì ad angosciarsi per Din, sapeva benissimo che il Mandaloriano non avrebbe voluto che si esponesse così ma, visto che Din faceva da esca, lui poteva benissimo fare da cecchino. E tanti saluti alla Via! “Sono abbastanza bravo a sparare.”

“Molto bene, uno in più ci farà comodo” concluse Drash. Così le due ragazze e Cassian si arrampicarono su una scala per raggiungere i tetti, mentre gli altri Mod e la gente di Freetown li coprivano sparando all’impazzata sullo Scorpenek. Le armi non potevano scalfire gli scudi difensivi, ma almeno lo avrebbero distratto da Drash, Jo e Cassian.

Ad ogni modo tutto sembrava inutile. Din, con la Spada Oscura (che finalmente si era ricordato di possedere ancora!) era riuscito a penetrare lo scudo di uno degli Scorpenek e a danneggiarlo, ma il droide se lo era scrollato di dosso e stava per colpirlo… meno male che Cassian era lontano e non poteva vedere la scena! Anche Cassian, tuttavia, non se la passava meglio a cercare di colpire l’altro droide da battaglia, per quanto sia lui che Jo e Drash fossero abili cecchini, lo scudo era impenetrabile e ben presto lo Scorpenek avrebbe reagito mitragliando la loro postazione e quella degli altri.

Quando tutto sembrava perduto, però, si sentì un ruggito in lontananza e si vide tornare Boba Fett a dorso di Rancor, un mostro che gli era stato donato qualche settimana prima dai cugini di Jabba the Hutt e che, finalmente, aveva trovato una sua ragion d’essere! La bestia afferrò lo Scorpenek che era stato indebolito da Din proprio prima che potesse colpirlo e lo fece a pezzi a mani nude… pardon, zampe. Poi Fett guidò il Rancor contro il secondo Scorpenek che stava per attaccare Cassian, i Mod e la gente di Freetown, il droide sparò e colpì la bestia, ma questa riuscì ad afferrarlo perché, nel frattempo, Din con la Spada Oscura aveva indebolito anche il suo scudo, e lo distrusse.

I Mod e gli abitanti di Freetown esultarono, già pronti a festeggiare. Cassian, però, non si unì al loro entusiasmo, anzi. Era rimasto al suo posto di combattimento e con lo sguardo cercava disperatamente di vedere dove fosse il Mandaloriano, straziato all’idea che gli fosse accaduto qualcosa e convinto, comunque, che la battaglia non fosse finita anche se Boba Fett con il suo Rancor erano stati una bella sorpresa!

E, ben presto, si scoprì che aveva ragione Cassian…

Fine capitolo decimo

 

 

 

 

 

   
 
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