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Autore: Anonymous_Author    09/02/2024    0 recensioni
Percy viene deluso da Annabeth, cosa che lo ferisce profondamente. Senza più un motivo per restare nel Campo, decide di stabilirsi per un po' nelle foreste, ma una serie di avvenimenti lo fanno ritrovare in un posto che decisamente non si aspettava.
Pertemis (inizierà dopo un po'), sarà un po' clichè per i primi capitoli ma il resto della storia sarà unica. Amicizia Thalia Percy.
Guardiano di Artemide.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemide, Gli Dèi, Le Cacciatrici, Percy Jackson, Talia Grace
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Il Guardiano

Capitolo 7:

“Si può sapere cosa sta succedendo, di preciso?!” chiese Zeus, che non era abituato a rimanere all’oscuro dei fatti per così a lungo.

Estia guardò il figlio di Poseidone, che le annuì. “È giunto il momento di raccontarvi quello che è successo dopo che ho convinto Percy a non andare incontro alla morte. E soprattutto come l’ho convinto” iniziò Estia “Ma prima, direi che è giusto far avvicinare la tua Luogotenente, Artemide. Sono sicura che la farà stare meglio” aggiunse, guardando sua nipote.

Thalia si girò di colpo verso la Dea della caccia, con gli occhi che ancora brillavano dagli avvenimenti di poco fa. Dopo aver ricevuto il consenso, corse verso suo cugino. Senza dire niente, i due cugini si abbracciarono.

“Ti uccido dopo” disse di colpo Thalia, guardando negli occhi Percy “Ma non ho ancora deciso come”

“Me lo meriterei, probabilmente” disse il figlio del mare, sorridendo a quella che considerava una vera sorella.

“Zia, per favore, vogliamo tutti sapere quello che è successo” disse Atena, spostando gli occhi dai due semidei, che si erano seduti davanti all’enorme braciere di Estia.

Anche le Moire, con un passo di marcia ipnotizzante, si erano avvicinate al braciere senza emettere un suono.

“Molto bene” disse sospirando la Dea della famiglia “Ecco quello che prima non vi potevo dire”

“Quello che mi ha spinto a rispondere alla preghiera di Percy è stata la disperazione nella sua voce. Quando sono apparsa nel suo accampamento improvvisato nel bosco, non avevo chiaro il motivo della sua preghiera. Come ben sapete, sono in grado di percepire gli stati emotivi delle persone con cui parlo, e quando ho guardato Percy, sono rimasta sconvolta” raccontò Estia, guardando tristemente il figlio di Poseidone. Quest’ultimo stava fissando il pavimento con un viso privo di espressioni: non aveva chiaramente piacere nel ricordare quel giorno. Thalia, con gli occhi umidi per l’ennesima volta in quel giorno, gli poggiò la mano sulla spalla.

“Percy non aveva più una ragione per vivere, aveva perso l’amore della sua vita. Ma non lo aveva perso per un litigio o una ragione passeggiera. La persona in cui aveva riposto tutta la sua fiducia lo aveva semplicemente abbandonato, per scappare dal mondo in cui entrambi avevano sofferto e in cui si erano sostenuti a vicenda”

Afrodite, sentite queste parole, decise di intervenire: “Ma Percy, non devi abbatterti così facilmente! Il mondo è pieno di pesci, puoi trovare il vero amore in ogni angolo” disse facendogli un sorriso seduttore “anche nel mio, se lo desideri”.

Thalia sentì un ringhio dalla sua destra, e girandosi vide Artemide, che aveva le nocche sbiancate da quanto forte stava stringendo i pugni. Stava guardando Afrodite con puro odio, anche se quest’ultima era troppo impegnata a cercare di sedurre suo cugino per accorgersene.

La Dea dell’Amore stava palesemente usando i suoi poteri su Percy, ma quest’ultimo alzò semplicemente lo sguardo e disse “No. Grazie per l’offerta, Afrodite, ma preferirei stare lontano dal tuo angolo”

“Non è possibile!” esclamò la Dea nata dal mare “Non puoi resistere la mia seduzione!”

Percy scrollò semplicemente le spalle, tornando a guardare per terra. Thalia tornò a guardare la Dea della caccia, la quale stava guardando sorpresa il figlio di Poseidone. Quel ragazzo era pieno di misteri.

“Ehm, possiamo continuare con i dettaglia, Estia?” chiese Atena, che voleva assolutamente la spiegazione per ciò che non si riusciva a spiegare.

“Si, certo. Come dicevo, Percy non aveva più motivo di restare nel mondo dei vivi. Quello che forse non sapete è che, prima di andare via dal campo, Annabeth ha fatto sapere in giro che Percy la aveva lasciata, tradendola con una figlia di Afrodite, Jasmine”

“Cosa?!” esclamò Atena “Non ci posso credere, dimmi che non è vero, Perseus”

Il figlio di Poseidone non rispose, ma il silenzio parlò per lui.

Nella stanza del trono risuono un potente tuono. Tutti si girarono verso Zeus, ma lui stava guardando la sua unica figlia mortale.

Il corpo di Thalia stava tremando dalla rabbia, i suoi capelli stavano a mezz’aria, carichi di elettricità. Si alzò di colpo, guardando negli occhi la Dea della saggezza.

“Dov’è?! Quella sporca bugiarda! Non posso credere di averla chiamata sorella!” gridò la figlia di Zeus, con la voce piena di rabbia e dolore.

“Calmati sorella, per favore” le rispose con voce calma Atena ”Lascia finire Estia. Ti prometto che quando sapremo tutto ci occuperemo di mia figlia. Non è saggio compiere azioni affrettate”

Thalia inspirò rumorosamente, preparandosi per urlare cose di cui si sarebbe pentita dopo, ma sentì una mano poggiarsi sulla sua. Girandosi, vide gli occhi tristi di Percy. Stavano dicendo “Non ne vale la pena”.

Sorprendendo tutti, anche sé stessa, i suoi capelli si abbassarono e lei si sedette di nuovo vicino a suo cugino.

“Grazie, Thalia” le disse Atena, guardandola con gratitudine. Poi si girò verso Estia, facendole segno di continuare.

“La bugia avrebbe potuto anche fallire, ma Jasmine non si è fatta sfuggire l’opportunità. A quanto pare Annabeth sapeva che quella figlia di Afrodite era infatuata da Percy, e che quindi non si sarebbe fatta problemi a reggere il gioco per farsi bella davanti alle sue amiche. Non so se Annabeth si fosse messa d’accordo con lei, ma conosco i risultati della bugia.” raccontò la Dea della Famiglia.

“Quando Percy, dopo un paio di mesi, si era deciso ad andare a trovare Chirone, si è ritrovato tutti i suoi amici contro. Chirone, ovviamente, ha voluto prima parlare con Percy, e ha visto la verità. Lo conosceva troppo bene , ma questo non ha cambiato l’opinione del campo. Quindi ecco perché Percy non aveva più una ragione per vivere: aveva perso l’amore della sua vita e la sua casa. Aveva addirittura preparato un biglietto da lasciare a sua madre, perché sapeva che se ci avesse parlato di persona non avrebbe resistito alla tentazione di rimanere con lei, rischiando di attrarre mostri nel suo appartamento.”

L’Olimpo era di un silenzio quasi rumoroso. Questa volta nessuno interruppe Estia, che era sull’orlo del pianto. Thalia, invece, aveva ormai finito le lacrime. Si era abbandonata sulla spalla di Percy, che stava ancora guardando impassibile il pavimento.

Il silenzio fu rotto da Lachesi, con la solita voce eterea: “Dopo che Perseus spiegò tutto ad Estia, siamo apparse nell’accampamento. Avevamo un’offerta: per dare un nuovo scopo alla vita del giovane figlio del mare, gli avremmo permesso di diventare il campione di Estia. Come ben saprete, le Antiche Leggi permettono ad un semidio di diventare l’eroe prescelto di un Dio, ma solamente se dimostrano di esserne all’altezza al Destino, ossia a noi.” spiegò la Moira “Le gesta compiute durante la vita di Perseus sono state sempre altruiste e onorevoli, ma la scelta di abbracciare la morte pacificamente nel momento più basso della sua vita è stata quella che ci ha convinto: Perseus ha sempre vissuto per aiutare le persone per cui nutre lealtà e rispetto, e per questo abbiamo deciso che fosse il nostro dovere aiutarlo”

“Abbiamo però un’altra questione di cui parlare, riguardante te, Artemide, e te, Perseus” aggiunse Cloto, alzando lo sguardo verso la Dea della Caccia. Quest’ultima guardò la Moira che l’aveva chiamata, allarmata. Anche Percy alzò lo sguardo, sebbene sembrava ancora assente.

“Cosa posso fare per voi, Signore Moire?” chiese Artemide, che non sapeva se preoccuparsi o meno della misteriosa allusione fatta dalla Moira della Vita.

“Prima di tutto” le rispose Cloto “vogliamo rendere chiaro che quella che vi faremo sarà un’offerta. Come Estia, anche voi avrete la scelta di accettare o rifiutare, senza alcuna conseguenza.”

“Vi diamo questa opportunità perché crediamo che sia la migliore per entrambi” continuò Lachesi

“E forse sarà quella che eviterà il maggior numero di morti inutili” terminò Atropo, provocando un certo scompiglio tra gli Olimpi.

“In che senso “forse”? “ chiese Zeus, turbato da quella parola di dubbio. In tutti i millenni della sua esistenza, non aveva mai sentito le Moire esprimere incertezza su qualcosa: in fondo erano il destino, quindi il concetto di esitazione non faceva parte del loro vocabolario.

“Hai sentito bene, Re degli Olimpi “ confermò Lachesi “ Perseus è un mortale molto particolare. Non sappiamo esattamente perché, ma il filo della sua vita è mutevole. Non siamo sicure sul significato di questa situazione, ma sappiamo che una parte del destino è legata alle sue scelte future”

“L’offerta che vi proponiamo coinvolge la creazione di un ruolo mai esistito prima d’ora” disse Cloto, girandosi verso la Dea e il semidio in questione “Nel caso voi due siate entrambi d’accordo, Perseus ricoprirà il ruolo di Guardiano di Artemide e delle sue Cacciatrici”

Dopo questa frase la sala dei troni fu pervasa da mormorii di incredulità e stupore. Questo brusio fu rotto da Atena: “Ma le Leggi Antiche vietano la presenza di uomini all’interno delle schiera di Artemide. Come fareste ad aggirare questa regola?”

Atropo si girò verso di lei e le rispose “Molto semplice, Dea della Sapienza. Ovviamente hai ragione quando citi la legge, ma è proprio il titolo che acquisirà Perseus a proteggerlo da essa. Il suo compito non sarà quello di cacciare, ma di aiutare Artemide e le sue cacciatrici durante le battaglie, come ha già fatto recentemente. Chiaramente, se sarà opportuno, potrà aiutarle in tutto ciò che risulterà necessario. Non dovrà compiere il giuramento delle cacciatrici, ma un giuramento diverso” puntualizzò la Moira della Morte.

Poi tutte e tre le signore del Destino si girarono in silenzio verso Percy e Artemide, aspettando chiaramente una risposta.

Artemide era sorpresa, per dire poco, ma mantenne la mente lucida mentre pensava intensamente alla scelta che aveva davanti: Perseus era l’uomo più leale che conosceva, era estremamente altruista (forse fin troppo) e soprattutto era come un fratello per Thalia. L’unica preoccupazione che la Dea della Caccia aveva nella mente era la reazione delle altre cacciatrici. Ci sarebbero stati sicuramente dei contrasti, dati i passati turbolenti che molte ragazze nella sua schiera avevano avuto con il genere maschile.

“Thalia, tu cosa ne pensi?” chiese la Dea della Caccia, girandosi verso la sua luogotenente

Quest’ultima si girò verso suo cugino mordendosi un labbro, chiaramente cercando di arginare la sua volontà personale per dare un giudizio imparziale. “Secondo me è una buona idea” disse finalmente, guardando sicura la sua superiore divina.

“Anche io sono d’accordo con lei” intervenne Zeus “Ultimamente siete state attaccate da molti gruppi di mostri, e un combattente esperto come Perseus sarebbe utile per vostra protezione. E anche delle altre cacciatrici, ehm, ovviamente“ finì lui, cercando di mascherare la sua principale preoccupazione.

“Molto bene, sono d’accordo” disse finalmente Artemide, girandosi verso le Moire “Se vorrà, Perseus sarà il primo maschio benvenuto tra le mie fila.

“Rimani te, Perseus” richiamò Lachesi “Vuoi accettare il compito?”

Il figlio di Poseidone non rispose subito. Era chiaramente una scelta difficile, passare dal voler scappare dalla vita all’avere nuovamente delle responsabilità e uno scopo.

“Percy, per favore…” supplicò Thalia, tornata sull’orlo delle lacrime per il silenzio del cugino. Non sapeva come avrebbe reagito ad un rifiuto.

“Certo che sono d’accordo” rispose con voce forte il figlio del mare, alzandosi di colpo “Non lascerei mai Artemide e Thalia a combattere da sole, se ne hanno bisogno”

Nell’Olimpo ci fu un generale sospiro di sollievo. Poseidone sorrise verso il figlio, felice di non averlo perso.

“Vi ringraziamo entrambi“ dissero le Moire, parlando con un’unica forte voce “Adesso passiamo alla burocrazia”

“Accetti te, Artemide, Perseus Jackson, figlio di Poseidone e Campione di Estia, come tuo protettore e guardiano delle tue discepole?” chiesero con voce eterea le tre anziane signore, iniziando a brillare con una luce antica.

“Lo accetto” rispose semplicemente lei,

“Accetti te, Perseus, di proteggere Artemide, Dea della Caccia, degli animali selvatici, della foresta e del tiro con l’arco, da ogni minaccia che attacchi lei e le sue cacciatrici?” chiesero le Moire, brillando con luce ancora più forte.

“Con la mia vita” affermò sicuro Percy, non smuovendo gli occhi dalla Dea della Caccia.

Un tuono rimbombò nella sala del trono: il giuramento era stato chiuso.

“Avvicinatevi” chiamò Atropo, aspettando che la Dea e il suo nuovo guardiano venissero davanti a loro.

“Artemide, appoggia la mano sul petto di Perseus” disse fermamente la Moira della Morte.

“Perseus, tieniti pronto” consigliò piano Cloto.

Percy non fece in tempo a capire cosa intendesse, perché appena la mano della Dea della Caccia si appoggiò al suo petto, un bruciore lancinante lo fece cadere in ginocchio con un gemito.

Artemide, che non si aspettava di provocare dolore al figlio di Poseidone, cercò di allontanare la mano, ma scoprì che era come incollata al suo petto.

Percy intanto stava cercando di non urlare dal dolore. Quello che era iniziato come un bruciore locale si era esteso su tutto il suo corpo. Proprio quando credeva di vaporizzarsi, tutto finì. A quel punto si lasciò cadere a terra, sentendo la sua coscienza che lo abbandonava.

Line break--------------------

Thalia non capiva cosa era appena successo. Aveva appena visto suo cugino prendere parte con Artemide ad un qualche strano rito antico, che lo aveva fatto brillare di una luce argentea. Dall’espressione di agonia che gli aveva visto in volto, Thalia era abbastanza sicura che non fosse stato per niente piacevole.
La burocrazia, come la avevano chiamata le Moire, sembrava terminata, perché gli Olimpi e le personificazioni del Fato stavano discutendo fitto fitto in greco antico di qualche tipo di riunione con cadenza millenaria.

Corse verso il corpo privo di sensi di suo cugino, cercando di capire come svegliarlo.
La prima cosa che vide fu il nuovo tatuaggio: era all’altezza di quello di Estia, ma sul pettorale destro.
Raffigurava una luna che tramontava sull’oceano. “E’ bellissimo” si disse tra se e se la figlia di Zeus, passandoci lievemente il dito sopra. Questo provocò un lamento nel figlio di Poseidone, che però non si svegliò.

“Thalia, dobbiamo tornare all’accampamento” si sentì chiamare da Artemide, che si stava avvicinando dalle sue spalle.

“Come facciamo con Percy?” le rispose lei, indicando il figlio di Poseidone svenuto.

“Lo farò apparire in infermeria. Se continua così, gli dovremo fare un letto personale” disse la Dea, guardando il ragazzo per terra.

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Ebbene si, un nuovo capitolo. So benissimo quanto sia fastidioso aspettare per un aggiornamento di una storia, ma una volta che si ha la penna digitale in mano tutto è diverso (e più complicato).

Questo capitolo è stato finito un po' di tempo fa, ma ho voluto aspettare per poterlo ricontrollare meglio (e probabilmente c’è ancora qualche errorino). Comunque, voglio ringraziare tutti/e coloro che mi hanno scritto dei commenti su wattpad ed EFP, sia chi mi ha fatto i complimenti e sia chi mi ha (giustamente) detto di muovere il sedere e pubblicare 😊. Il capitolo è bello lungo, 2.3K e passa parole, e ho deciso di farlo così lungo sia perché sentivo che fosse giusto per la storia, sia come “regalo” per voi a cui tocca sopportarmi.

Beh questo è quanto, come al solito vi ricordo che in genere leggere recensioni mi invoglia parecchio a scrivere, e per adesso vi saluto

Buona giornata e grazie per essere passati

Anonymous_Author

   
 
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