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Autore: Alex Ally    09/02/2024    1 recensioni
Conosciamo tutti la storia dei nostri eroici ninja stavolta però racconteremo la storia di altri eroi.
Coloro che gli hanno precedutto.
vedremo le origini della generazione di maestri elementari che hanno precedutto i ninja:
I poteri elementari sono un dono, ma anche un fardello.
La guerra è finita e la pace è finalmente tornata a Ninjago, ma sarà davvero cosi?
Per i maestri elementari ci sono ancora molti ostacoli davanti a loro, riuscirano a superargli?
La fine di una generazione e l'inizio di una nuova si intrecciano in quest'ultimo capitolo della storia.
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lord Garmadon, Ray, Sensei Wu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Capitolo dodici: La battaglia degli scheletri(parte 4).

Fu di nuovo gettato nella sua cella, aveva perso il conto di quante volte era già successo.
Ogni volta Samukai gli chiedeva di aprire un portale in modo da lasciare gli inferi e andare negli altri mondi a conquistarli e Wu rispondeva sempre allo stesso modo ovvero che non poteva farlo. Il risultato era che veniva picchiato perché si rifiutava di fare come gli veniva richiesto.
Nemmeno se avesse avuto realmente il potere di viaggiare tra i sedici regni liberamente avrebbe aiutato Samukai, ma questo il sovrano degli inferi non voleva accettarlo.
“Pazienza...” si disse Wu mentre strisciava dolorante in un angolo della cella.
Prima o poi si sarebbero stancati... oppure lui non sarebbe più riuscito a resistere... chissà quale di queste due cose sarebbe arrivata prima?

Voleva vomitare.
Ray non si immaginava nemmeno lontanamente che viaggiare cavalcando un drago fosse un'esperienza cosi orribile.
Si sentiva lo stomaco sottosopra e le gambe non gli reggevano per quanto era stordito, decisamente era mille volte meglio il thè del viaggiatore. Anche se l'aria attorno a lui puzzava di marcio e di zolfo fece comunque un respiro profondo poi intimo al drago di rimanere nascosto finché non fosse tornato con Wu.
Il problema però adesso era trovare Wu, Ray non voleva nemmeno pensare che fosse troppo tardi perciò decise che un buon punto di partenza era scoprire dove gli scheletri tenevano i loro prigionieri.
E c'era un solo modo per scoprirlo senza margine d'errore.

«Se questo è il tuo modo di organizzare un salvataggio, lasciatelo dire: fa veramente schifo!» disse Wu appena Ray fu gettato nella cella assieme a lui.
Non si aspettava che qualcuno tornasse a salvarlo e per quanto fosse grato di questo gesto, non poteva trattenersi nel sottolineare quanto fosse mal concepito quel piano soprattutto quando Ray gli confermo che si era lasciato catturare a posta per trovarlo.
“Speriamo che il figlio sia più lungimirante del padre.” Penso Wu sospirando.
«Si, bè diciamo che sto improvvisando.» confesso Ray. «In ogni caso adesso possiamo andarcene.»
Wu abbasso lo sguardo con aria colpevole.
«Ray mi reggo a malapena in piedi.» disse Wu. «Sono veramente contento che tu sia tornato per me, ma è stato inutile… devi trovare un modo per andartene da solo.»
«Non sono tornato in questo mondo pieno di ossa marce per lasciarti di nuovo qui!» strillo Ray. «Perciò te lo dico in modo chiaro: o c’è né andiamo entrambi o non se né va nessuno perché non lascerò il mio migliore amico qui a marcire!»
Wu non disse niente veramente commosso da ciò che Ray aveva detto. Pensava fosse meglio rimanere indietro, lui infondo non contava al contrario di Ray e di suo fratello che avevano qualcuno da cui tornare, Ray stava anche per diventare padre!
Eppure… eppure lui non voleva lasciarlo. Non si era mai sentito così importante… cosi amato da… da sua madre ricordo Wu.
«Voi due siete veramente adorabili.» disse una voce che nessuno dei due si aspettava di sentire.

Samukai non era di buon’umore, non importava quanto torturasse il prigioniero quello lì non voleva parlare continuava a ripetere che non poteva aprire un portale per uscire dagli inferi nonostante l’avesse visto chiuderne uno.
Se pensava veramente che gli avrebbe permesso di fargli fare la figura dell’idiota si sbagliava di grosso. Forse adesso che erano riusciti a catturare anche quel suo amico allora finalmente avrebbe ottenuto dei risultati.
Pensava che non sapesse chi fosse? E invece Samukai l’aveva riconosciuto subito.
Quel ragazzo era l’immagine sputata di Akira, come poteva non vedere il legame tra i due.
«Mio signore!» grido uno scheletro entrando di corsa nella sala del trono.
«Cosa c’è? Come osi disturbarmi?» disse Samukai.
«I prigionieri! Loro sono…» inizio lo scheletro, ma fu interrotto dal muro della stanza che crollo a causa di un’esplosione.
Lì in cima alle macerie Ray e Garmadon si ergevano orgogliosi mentre le mani di entrambi brillavano dei rispettivi poteri elementari. Samukai gli guardo furioso, non solo erano tornati, ma avevano avuto anche l’audacia di attaccare lui e il suo esercito, non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
«Eliminateli!» grido Samukai prendendo a pugni i braccioli del suo trono.
I due maestri elementari si scambiarono una breve occhiata prima di iniziare le lotta con gli scheletri, ma nonostante la loro quasi vulnerabilità l’esercito degli inferi non aveva possibilità contro il fuoco di Ray e soprattutto contro la distruzione di Garmadon.
Ad un certo punto anche Samukai partecipo al combattimento e fu proprio Garmadon ad affrontarlo.
Dire che si trattava di uno scontro era una bugia perché Garmadon non diede mai al suo avversario la possibilità di contrattaccare. Fu una furia che per un attimo a Ray parve essere Garmadon stesso una creatura degli inferi al posto di Samukai.
Alla fine gli scheletri erano in cosi netto svantaggio che alcuni degli ultimi rimasti in piedi scapparono per salvarsi.
«Dove state andando?! Codardi!» grido Samukai un attimo prima di gridare di dolore.
Garmadon aveva afferrato due delle quattro braccia dello scheletro per poi strapparle e distruggerle con i suoi poteri. Il tutto mentre i suoi occhi rossi venivano illuminati dalle fiamme degli inferi e con un sorriso contorto che scopriva le sue zanne in volto.
Sembrava un demone. Samukai guardo quel guerriero cosi spietato sorprendendosi di ciò che stava provando: paura.
Una paura primordiale e talmente travolgente da non riuscire nemmeno a muoversi.
«Ricordati questo.» sibilo Garmadon sempre con quel ghigno demoniaco in volto. «Non osare mai più nemmeno pensare di ferire di nuovo mio fratello.» Detto questo Garmadon distrusse anche l’altro paio di braccia di Samukai lasciandolo urlare in agonia.
«Chi sei tu?!» ululo lo scheletro.
«Io sono Lord Garmadon.» rispose Garmadon fiero come non lo era da anni del titolo che Chen gli aveva dato.
Dopo di che se ne andò con Ray per raggiungere Wu e il drago del fuoco che gli avrebbe riportati a Ninjago. Garmadon aveva raggiunto Ray con un po' di thè del viaggiatore che conservava in caso per le emergenze, ma era meglio tenere la pochissima manciata rimastogli per il futuro perciò il drago era il mezzo migliore per andarsene.
Una volta tornati a casa Ray ebbe addirittura il coraggio di scusarsi con Garmadon per la sua sfiducia. Il maestro della distruzione accetto le scuse anche se in cuor suo sapeva che non si meritava quelle scuse.
Ray aveva ragione su di lui non meritava la sua fiducia e soprattutto voleva togliersi dai piedi il fratello minore, ma allo stesso tempo si era sbagliato sul fatto che avrebbe lasciato Wu alla mercè degli scheletri.
No, se tutto questo aveva insegnato a Garmadon qualcosa era che non avrebbe mai permesso a nessuno di ferire Wu.
Perché lui e solo lui avrebbe eliminato suo fratello. Lui e nessun’altro e chiunque avesse provato a dimostrare il contrario… bè allora avrebbe imparato cosa voleva dire veramente la parola “dolore”.

Samukai soffriva, ma sapeva che avrebbe potuto guarire. Altre nuove braccia per uno scheletro non erano un problema.
Il problema era Garmadon, non poteva tollerare quell’affronto. Prima o poi sarebbe finito nel suo dominio, lo sapeva e basta. Gli inferi o l’oltretomba, come a volte il suo regno veniva chiamato, avrebbero reclamato Garmadon e a quel punto lui si sarebbe vendicato.
Non si sarebbe mai più fatto sconfiggere da lui… mai più.
  
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