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Autore: Strypgia    09/02/2024    1 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9.3: Tutto quel che faccio





“E questo è quanto. Misato ha detto che ci darà una risposta ‘presto’, ma noi le parleremo stasera. Non ce la facciamo più”, concluse Asuka. Visto il rosso sul volto di Tōji, Asuka gli diede un’occhiataccia. “Non per il sesso, pervertito che non sei altro. È il poter stare abbracciati la notte. Entrambi abbiamo ricominciato ad avere incubi. Quando siamo assieme questo non accade”.
 


Hikari annuì, sospirando in un misto di felice romanticismo e di stanca consapevolezza. “Io… capisco quello che dici, ma siete ancora molto giovani per… per fare gli adulti. Intendo su entrambi i fronti. Se non avessi avuto modo di vedere ciò che tu e Ikari-kun provate l’uno per l’altra, probabilmente sarei d’accordo con il Maggiore Katsuragi. Ma ora che ho visto… devo dare ragione a te”.
 


Asuka sospirò e mise in bocca un altro boccone. “Grazie, Hikari. Mi sa che ti chiamerò in causa come ‘teste favorevole’ in caso Misato dicesse di no. Sa che sei una persona responsabile, quindi di certo ti ascolterebbe se glielo dicessi”. Asuka masticò per un momento, poi guardò Shinji quando lui si voltò accanto a lei.
 
“Cosa… cosa sem-… cosa ‘sembravamo’ quando… quando ci hai ‘visti’, capoclasse?” chiese Shinji esitante. Era anche leggermente arrossito. “So che ci hai uhm… ‘visti’… ‘insieme’, ma cos’altro hai visto?”
 


Hikari arrossì a sua volta per il ricordo. “B-beh, uhm… a parte quella specifica parte… non è stata proprio una cosa che ho ‘visto’. Era… più che altro una… una… forte sensazione, come un insieme di emozioni e impressioni che voi due avevate l’uno dell’altro. Era come… essere sotto una cascata, un getto costante e pressante che sembrava…” Chiuse gli occhi, cercando di formulare le parole. “Come se qualcuno ripetesse in continuazione ‘Amore Lussuria Gioia Felicità Fiducia Tranquillità, Amore Lussuria Gioia Felicità Fiducia Tranquillità’. Io ero… uhm…” Diventò ancora più rossa e lanciò un’occhiata di fianco a Tōji, che la guardò con curiosità. La sua voce si assottigliò per l’imbarazzo, ma non lasciò la mano di Tōji. “Ero davvero invidiosa. Io… volevo anch’io una cosa così.”
 


Asuka guardò Shinji, che le sorrise e le strinse la mano. “Sì, è… più o meno così”, disse.
 
Tutti si voltarono sorpresi quando la porta delle scale si aprì sbattendo lasciando comparire una Rei Ayanami visibilmente tesa e turbata che arrivò per unirsi al gruppo.
 
Shinji sbatté le palpebre confuso. ‘Non lo sto vedendo realmente, perché è impossibile. Non può essere la nostra Rei, arrabbiata e a passo spedito. Devo sbagliarmi per forza.’
 
Rei si avvicinò e sedette di fronte alle due coppie. Cominciò ad aprire in silenzio il suo bentō senza incrociare lo sguardo di nessuno.
 
Shinji lanciò un’altra occhiata ad Asuka. Lei annuì leggermente, facendogli intendere che anche lei aveva notato l’insolito comportamento di Rei.
 
Asuka si schiarì leggermente la gola. “Allora… Rei… Tutto bene?”
 


Rei alzò lo sguardo, con le labbra leggermente arricciate. “No.”
 


Prima che potesse dire qualcos’altro, la porta delle scale si aprì di nuovo, ma questa volta con meno veemenza. Il nuovo studente dai capelli grigi fece capolino. Sorrise vedendo il loro gruppetto e si avvicinò.
 
Shinji guardò con crescente confusione l’impronta rosso fuoco di una mano sulla sua guancia. Guardò Rei, guardò l’impronta e guardò di nuovo Rei. ‘Nono. Devo per forza sbagliarmi. Rei non può aver trascinato da qualche parte il nuovo studente per schiaffeggiarlo. Non la nostra Rei. Non… non può essere.’
 
Nagisa si sedette alla sinistra di Rei, non tanto ‘vicino a lei’ quanto ‘il più possibile lontano da Shinji e Asuka’. Rimaneva comunque un triangolo approssimativo di tre coppie poste di fronte l’una alle altre.
 
Shinji scambiò uno sguardo ancora più confuso con Asuka prima di voltarsi verso Rei. “Ehm… Rei?” cominciò prima di fermarsi, non sapendo come chiederle ‘hai appena schiaffeggiato il nuovo arrivato?’ alla sua amica, di solito assolutamente calma e pacifica.
 
Rei non ricambiò lo sguardo e si mise a piluccare il suo pranzo. “Io e Nagisa-san abbiamo parlato. Lui è il Fifth Children,” disse.
 
Le sopracciglia di tutti si alzarono. “Ah… congratulazioni, credo,” disse Tōji esitante. “Benvenuto nella squadra. Io sono Tōji Suzuhara.”
 


“Grazie,” disse Nagisa simpaticamente. “È un piacere conoscere tutti voi ed è molto emozionante essere qui. Ho sentito parlare molto di Neo Tokyo-3”
 


“Da dove vieni Nagisa-san, se posso chiederlo?” si informò Hikari.
 
“Recentemente sono stato presso la Nerv-03 di Berlino. E per favore, chiamatemi Kaworu.”
 
La bocca di Asuka si aprì e si chiuse. “Il… Fifth Children. Huh.” Lanciò uno sguardo a Shinji per dirgli ‘ne parliamo dopo’. “Quindi…” Asuka guardò per un attimo Tōji: non sarebbe stato autorizzato ad assistere a discussioni riguardanti la Nerv, ma scrollò le spalle. Era il fidanzato di un pilota e amico intimo di un altro, in un modo o nell’altro avrebbe saputo tutto comunque. Non è che gli angeli avessero delle spie umane. “Come mai sei qui in questo momento, Fifth Children? Al momento abbiamo due Evangelion operativi e più piloti che postazioni. Ora che Hikari è uscita dalla quarantena, lei tornerà ad avere l’Unità 03, Rei ha l’Unità 00 e, una volta riparate le Unità 02 e 01, andranno a me e a Shinji. Quindi quale sarebbe il tuo compito? Avremo il piacere di avere un’Unità 05 tra noi?”
 
“Beh, in realtà, non sono proprio tornata al 100%, Asuka,” rispose Hikari. “Quando la dottoressa Akagi mi ha fatta uscire dall’ospedale, ha detto che sono stata dimessa dalla quarantena, ma non sarò nella lista dei piloti in forza finché non mi avranno autorizzata. Quindi immagino che Nagisa-san prenderà l’Unità 03.”
 
Asuka sembra molto infelice. “Preferirei ci fossi tu, Hikari. Senza offesa, avannotto, ma lei è mia amica,” disse a Nagisa.
 


“Nessun problema, Miss Sōryū. È ovvio che vuoi stare con i tuoi amici,” disse Nagisa con tono amichevole. “È molto bello godere della compagnia degli amici, non è così?” I suoi occhi scivolarono sulla stretta di mano tra lei e Shinji. “I legami dei cuori umani sono davvero molto forti.”
 
Rei aggrottò leggermente la fronte.
 
Anche Asuka si accigliò un po’. “Ah. Sì. Quindi immagino che questo significhi che sarai nell’Unità 03, allora. Di sicuro non sarai nell’Unità 02 o nell’Unità 01.”
 
“Per quale motivo?”
 
Questa volta fu Hikari a condividere lo sguardo aggrottato. ‘Cosa dovremmo rispondere? ‘Perché siamo quasi certi che le nostre madri siano lì dentro’? Possiamo dire una cosa simile al nuovo pilota? Non lo conosciamo nemmeno,’ pensò Shinji. “I nostri Evangelion sono… calibrati in modo molto specifico su ognuno di noi,” tentò Shinji. “Il fatto che io e Asuka possiamo attivare insieme l’Unità 03, che sarebbe destinata alla capoclasse, sembra essere più un’eccezione.”
 
Prima che qualunque altra parola potesse essere pronunciata, la porta delle scale si aprì di nuovo. Ne uscì Kensuke, seguito dalle stesse due ragazze con cui aveva pranzato all’inizio della settimana. Shinji trattenne un sorriso mentre si avvicinavano. Asuka e Rei avevano ora delle ‘emulatrici’. Kyōko e Sayaka avevano iniziato a tingersi i capelli rispettivamente di rosso e di blu, anche prima di iniziare a frequentare Kensuke. Erano state le prime ma ormai non più uniche ragazze della scuola che avevano iniziato a colorarsi i capelli fino al limite consentito dal regolamento scolastico.



Kensuke sorrise quando vide Shinji. “Ehi, Shinji!” Si avvicinò e tirò fuori il portafoglio. “Mi hanno pagato per alcuni lavoretti che ho fatto, quindi posso restituirti i soldi che mi avevi prestato. Però ora devo scappare. Oggi sono a pranzo con Sakura-san e Miki-san.”

Shinji prese i 10.000 yen, ma fece un cenno col capo verso le due ragazze. “Ah, Kensuke… non eri già a pranzo con loro martedì? Pensavo che… ehm… avessi l’agenda già piena?”
 
Kensuke sorrise imbarazzato e si sfregò la nuca. “Ehm, sì, ero già a pranzo con loro martedì. Loro hanno… deciso di voler passare più tempo con me, così hanno pensato di unire le loro date e di andare tutti e tre insieme. Pensavo di… annullare gli appuntamenti della prossima settimana per… poter stare con loro.”
 


Asuka lo fissò come se gli fosse spuntata un’altra testa. “‘Loro’? Al plurale? Tu stai… stai uscendo con entrambe?”
 


Kensuke guardò le due ragazze da sopra la spalla. Sayaka gli fece l’occhiolino. Tornò a guardare i suoi amici. “In realtà credo che siano più loro due che stanno uscendo con me. Sono loro che hanno proposto di condividere le loro date, visto che sono amiche da quando erano piccolo. Poi me l’hanno detto e… non ho trovato nessun motivo per dire di no.”
 
Shinji cercò di elaborare il tutto. “Quindi stai… disdicendo tutti gli appuntamenti che avevi con le altre ragazze per… per poter passare del tempo con le tue nuove amiche?”
 
Kensuke annuì, con aria colpevole. “In effetti mi sento un po’ difetto, visto che ci sono ragazze che si erano prenotate da settimane, ma… io… insomma… Sayaka e Kyōko mi piacciono davvero tanto. Figurati che il padre di Sayaka è nelle forze armate giapponesi e ha detto che il prossimo fine settimana ci porterà a un poligono di tiro vero e proprio! Penso di piacergli.”
 
Asuka guardò le due ragazze. “Voi due: condividervi Tecno-Babbeo è stata un’idea vostra?” chiese loro.
 
Sayaka annuì sorridendo. Kyōko sembrava invece un po’ infastidita. “Ehi, non chiamare così il nostro Ken-chan! Si è sempre comportato da gentiluomo ed è proprio un tesoro!” Si avvicinò per prendere la mano di Kensuke. Sayaka, dall’altro lato, prese l’altra mano.
 


“Non prendertela, Sakura-san,” disse Tōji ridendo. “Guardaci: fare parte dei Babbei significa fare parte dell’élite! Le nostre sono le migliori ragazze della scuola.” Abbracciò Hikari accanto a lui, facendola arrossire.
 
Asuka si voltò per guardare Shinji. “Kensuke Aida ha due ragazze. Ed è stata una loro idea. E lui sta annullando un sacco di appuntamenti per stare con loro. Meglio andarsene da questo pianeta, Shinji. Il mondo ha chiaramente dato di matto.”
 
“Tutto questo è molto bello, Kensuke,” disse Rei a bassa voce, con un piccolo sorriso sulle labbra. “Sono molto contenta per te.”
 


Kyōko fece un breve inchino verso Rei. “Grazie per averci detto quanto fosse gentile, Ayanami-san. Non l’avremmo mai scoperto da sole: lui è sempre così silenzioso.” Si voltò poi verso Asuka. “E non avremmo mai pensato di dividercelo se non avessimo avuto il tuo esempio, Sōryū-san.”
 


Asuka la guardò. “Il mio esempio,” ripeté senza inflessioni.
 
“Il modo in cui tu e Ayanami-san vi condividete Ikari-san.”
 
Ad Asuka cadde la mandibola. “Io-… noi-… Non sto condividendo Shinji con Rei! E non sto condividendo Rei con Shinji! Non siamo in una relazione a tre!” esclamò. “Non posso credere che queste voci continuino a circolare!”
 


“Quindi non è così?” disse Sayaka, sorpresa. Guardò la stretta di mano tra Shinji e Asuka, quella tra Hikari e Tōji, e poi guardò Rei seduta accanto a Kaworu Nagisa. “Io… ohhhhhh. Capisco. Io… wow. Non vi siete appena conosciuti oggi, Ayanami-san?”
 


Rei la guardò con aria assente. “…Sì? Non capisco la tua domanda.”
 
Sayaka indicò le tre coppie, in sequenza. “Non siete tutte sedute con i vostri ragazzi?”
 
Rei la guardò per un altro momento con aria assente. Poi un’espressione di indignazione quasi orripilata le sbocciò lentamente sul viso. “Io… lui non è il mio ragazzo!”
 


“No? Pensavo solo che voi… uhm… s-scusami!” si giustificò Sayaka.
 
Nagisa si voltò per affrontare le ragazze in modo più di retto, l’impronta di colore rosso vivo della mano fu visibile solo ora. “Oh, io e Ayanami-san ci siamo conosciuti solo oggi, anche se ne avevo già sentito parlare. Io e lei non siamo una coppia.” Sorrise loro educatamente.
 
Sayaka e Kyōko gli guardarono la guancia, sorprese. “Ah… capisco,” riuscì a dire Kyōko. “Hai… hai per caso detto qualcosa che l’ha fatta arrabbiare?
 
“Sì,” confermò il Fifth Children, senza approfondire.
 
“Ehm… beh, spero che andiate d’accordo in futuro,” concluse impacciata Sayaka. “Andiamo, Ken-chan?”
 
“Uh…. Sì. Ci vediamo dopo, ok?” Kensuke salutò i suoi amici. Lui e le ragazze si allontanarono rapidamente quando gli altri li salutarono.
 
Quando se ne furono andati, Asuka riuscì finalmente a chiudere la bocca, rimasta ancora aperta per lo shock. “…Rei?” riuscì finalmente a chiedere all’amica.
 
“Preferisco non parlarne in questo momento,” mormorò Rei mentre pranzava.
 
Gli occhi di tutti si spostarono su Nagisa. Lui sorrise. “Ayanami-san non ha gradito una cosa che ho detto su un tema a lei caro. In futuro starò più attento a quello che dico. Non è successo nulla di grave.”
 
“Bene. Sappi che se vuoi pranzare anche tu dovrai andartelo a prendere. Il bar della scuola e la mensa chiudono tra otto minuti,” disse freddamente Rei, senza degnarlo di uno sguardo. “Ti consiglio di andare subito.”
 
“Davvero? In questo caso farò meglio a muovermi.” Nagisa si alzò e fece un breve inchino al gruppo. “È stato un piacere conoscervi, compagni Children. Se non dovessi riuscire a tornare prima della fine della pausa pranzo, sono sicuro che potremo parlare dopo la lezione.”
 
Asuka lo osservò con attenzione mentre si dirigeva verso le scale e scompariva. Appena il ragazzo si allontanò dalla sua vista, tornò a guardare Rei. “Gli hai dato uno schiaffo?”
 


Rei sembrava imbarazzata. “Preferisco non parlarne ancora.”
 
Asuka si limitò a guardarla.
 
Rei si irrigidì. “Lui ha… suggerito che avrebbe potuto tentare di interferire con te e Shinji. Io l’ho… rimproverato,” ammise.
 
“‘Rimproverato’, eh?” Asuka si mise quasi a ridere, sorridendo improvvisamente. “Grazie, Rei.”
 


“Rei, non dovresti farlo, indipendente da quello che ha detto,” disse Hikari, mossa dal suo istinto di capoclasse. “Soprattutto a un nuovo arrivato!”
 
“Mi dispiace,” disse Rei, con il capo ancora chino. “L’ho fatto senza pensarci. Ma l’amo-… la relazione tra Shinji e Asuka è di grande importanza per me. Mi sono rifiutata di permettergli anche solo di suggerire di interferire con loro. Io-…” Cercò di dire altro, ma dalla sua bocca non provenne nulla.
 
Hikari sembrava contrariata, ma annuì. “Visto che non sembrava arrabbiato, lascerò correre, ma devi controllarti, Rei. I tuoi genitori non ti hanno insegnato a mantenere il controllo?”
 
“No.”
 
Asuka e Shinji si scambiarono un altro sguardo. Poi Asuka guardò Tōji. “A proposito di questo… in famiglia ci siete solo tu, tua sorella e tuo padre, giusto Suzuhara?”
 
Tōji annuì, un po’ confuso. “Uh, sì. Perché?”
 
“Da Hikari ci sono solo lei, le sue sorelle e suo padre. Kensuke ha solo suo padre. Shinji ha solo suo padre. Mia madre in realtà è la mia matrigna… Rei…” Guardò il First Children.” Né madre e né padre, giusto?”
 
Rei annuì. “Corretto.”
 
“E per quanto ne so io, nessuno nella nostra classe ha ancora la madre in vita. I piloti di Evangelion sono uno su un miliardo e ben quattro erano già qui, e ora se ne è aggiunto un quinto. Sono pronta a scommettere che, se glielo chiedessimo, nemmeno Nagisa ha una madre. Pensate che sia una coincidenza?”
 
Tōji e Hikari impallidirono entrambi. Si guardarono l’un l’altra, poi guardarono gli altri Children. “Io… io… p-perché l-loro dovrebbero…” balbettò Hikari. “Perché dovrebbero… Voglio dire… siamo Children perché le nostre madri sono morte, o… o perché… perché la Nerv ha fatto in modo che fossero morte?”
 
Le labbra di Asuka si appiattirono in una linea cupa. “Non lo so. Quello che so è che sono stata alla Nerv di Berlino per quasi dieci anni, e sono stata l’unica Children per tutto il tempo. Vado visa cinque mesi e all’improvviso trovano il Fifth Children? Proprio appena dopo aver trovato te qui, nella nostra classe? Non credo a tutte queste coincidenze. E…” Fece un respiro profondo. Guardò Tōji in modo fermo e deciso. “Babbeo, sto dicendo queste cose anche a te perché piaci a Hikari, credo che ti abbia già detto qualcosa di quello che sa, e sono sicura che avrà bisogno del tuo supporto. Ma non devi parlarne con nessun altro, chiaro? Questa è… questa è una cosa seria.”
 
Tōji deglutì, ma annuì. Si avvicinò a Hikari e le mise un braccio attorno.
 
“Shinji e io, e anche Misato, siamo ormai convinti che le nostre madri siano in qualche modo all’interno del nucleo dei nostri Evangelion. Ecco perché funzionano con noi. L’Unità 03 ha funzionato con noi due dentro solo perché c’eri tu all’interno a creare un collegamento, e inoltre…” Asuka fece una pausa. “…inoltre, quando abbiamo cercato intenzionalmente di comunicare con lei questa volta, siamo abbastanza sicuri che tua madre ci abbia risposto. Lei ha… chiesto di te. O almeno questa è la sensazione che abbiamo avuto. È stato… diciamo che è stato un insieme di impressioni.”
 
Hikari rimase immobile come una statua. “M…madre? A-avete parlato con… mia madre? Io…” sollevò una mano tremante e la guardò. “Io… io… io pensavo che si trattasse di un sogno. Quando lei… mi ha parlato, là dentro. È… è davvero lì dentro?”
 
Shinji annuì in sincrono con Asuka. “Lei ha… diciamo ‘risposto’ positivamente quando le abbiamo chiesto se fosse tua madre. Le abbiamo detto che… che avremmo parlato con te. E quando l’Unità 01 e l’Unità 02 saranno riparate, proveremo a parlare con le nostre madri.” Guardò Rei. “Rei, tu hai… sentito qualcosa nell’Unità 00?”
 
Rei sembrava… preoccupata? Shinji sbatté le palpebre, cercando di capire.
 
“Io… non posso parlarne. Lei è… arrabbiata. Lei… il berserk di ieri… è stato… Non posso parlarne,” disse Rei a bassa voce. “Vi prego… è meglio non parlare di questo argomento dove qualcuno potrebbe sentire. È… pericoloso.”
 


Gli occhi di Shinji si spalancarono. Guardò Asuka. Lei sembrava altrettanto scioccata. Esitò un poco, ma poi riprovo. “Rei… c’è altro che tu sai a riguardo?”
 
Lei scosse il capo, lanciando uno sguardo preoccupato verso le scale. “Non parlatene. Anche solo sapere è pericoloso. Io… io voglio proteggervi entrambi. Questo…” Scosse di nuovo il capo. Non aveva mai visto Rei così preoccupata.
 
“Pericoloso? Da chi dovr-…” Gli occhi di Shinji si aguzzarono. “Da mio padre. Ma certo.” La sua mano si trasformò in un pugno.
 


Ma Rei scosse il capo. “Più in alto di lui. Nessuno deve sapere,” quasi sussurrò.
 
“Quella… ‘commissione’ che mi ha interrogata,” disse improvvisamente Asuka a bassa voce. “Gli uomini a cui risponde il Comandante Stronzo. Loro… merda…” Guardò Shinji. “Dobbiamo parlare con Misato, appena dopo la scuola.”
 
Rei sembrava ancora più preoccupata. “Io… io devo proteggervi. Vi prego…”
 
Asuka le si avvicinò per prenderle la mano. “Non preoccuparti, Rei. Noi ci… ci muoveremo con cautela.” Guardò Hikari e Tōji, entrambi annuirono nervosamente.
 
Rei sembrava sofferente. “Io… io vorrei davvero dirvi tutto, Asuka. Ma… sapere queste o altre cose vi metterebbe in serio pericolo. Quindi… non posso. Vi prego, siate prudenti,” quasi implorò. “Io… io posso essere sostituita. Tu e Shinji… siete troppo importanti per me.”
 
“Nessuno potrà mai sostituirti, Rei,” Asuka le sorrise e le strinse la mano prima di tornare a sedersi. “Ma capisco che questa è… roba pericolosa. Lasceremo che sia Misato ad occuparsi delle cose di cui non dovremmo parlare.”
 
La campanella della fine dell’ora di pranzo suonò. Shinji guardò la porta delle scale. “Sembra che il nostro nuovo Children non abbia fatto in tempo a tornare. Immagino che lo vedremo più tardi.”
 
Lo sguardo di Rei era duro. “Farà meglio a comportarsi bene. Non mi fido di lui.”

   
 
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