Fumetti/Cartoni americani > Ninjago
Segui la storia  |       
Autore: Alex Ally    12/02/2024    1 recensioni
Conosciamo tutti la storia dei nostri eroici ninja stavolta però racconteremo la storia di altri eroi.
Coloro che gli hanno precedutto.
vedremo le origini della generazione di maestri elementari che hanno precedutto i ninja:
I poteri elementari sono un dono, ma anche un fardello.
La guerra è finita e la pace è finalmente tornata a Ninjago, ma sarà davvero cosi?
Per i maestri elementari ci sono ancora molti ostacoli davanti a loro, riuscirano a superargli?
La fine di una generazione e l'inizio di una nuova si intrecciano in quest'ultimo capitolo della storia.
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lord Garmadon, Ray, Sensei Wu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo tredici: Nostro figlio.

Anche se era doloroso Misako aveva comunque deciso di andare a trovare Ray e Maya e il loro figlio appena nato. Garmadon non era venuto con lei e non poteva certo biasimare il marito per la sua scelta. A volte nel bel mezzo della notte lo trovava chiuso in bagno in apparente agonia, sapeva che era il male dentro di lui che cercava di prendere il controllo. Lottare contro il veleno era sempre più difficile eppure Garmadon continua a resistere, continuava a lottare… e lo faceva per lei.
Misako non poteva far altro che stargli accanto, ma si sentiva cosi inutile. Non riusciva ad alleviare le sofferenze di suo marito, non riusciva ad avere figli… si sentiva cosi… cosi spezzata. Ma decise comunque di mettere su un sorriso e di andare a condividere quel momento di gioia che due dei suoi amici più vecchi e intimi.
I pochi che ancora mantenevano i contati.
Entro in casa della coppia e subito vide che c’era anche Wu, il che non la sorprese visto quanto fosse legato a Ray.
«Buongiorno a tutti.» disse Misako avvicinandosi alla neomamma seduta al centro della stanza con in braccio il figlio. Misako si sporse per vederlo meglio, era così piccolo con qualche ciuffo castano e occhi dello stesso colore.
«Allora questo piccolino ha un nome?» chiese Misako.
«L’abbiamo chiamato Kai.» rispose Ray sorridendo orgoglioso al figlio. «È l’abbreviazione di Kaito, il nome di mio padre.»
Misako ascolto quella spiegazione con le lacrime agli occhi, quei tre sembravano cosi felici tanto che anche lei non poté fare a meno di essere contagiata da tanta gioia.
Forse più tardi sarebbe stata di nuovo amareggiata però almeno al momento non poteva, sentendo tutto l’amore e la gioia di quella famiglia.
Era un momento veramente magico.

Il cielo rombava a causa dei tuoni e dei fulmini, ma non voleva pensarci.
Gliela ricordavano troppo e lui non poteva vacillare, doveva farlo per il suo bene.
Si sentiva un mostro, ma non aveva scelta senza Libby non poteva crescere il loro bambino soprattutto perché non né aveva le risorse. Lui e Libby avevano grandi sogni, speranze e ambizioni… nessuna delle quali si era avverata. Si, all’inizio aveva avuto qualche piccolo ruolo in pubblicità, ma poi più niente e mentre Libby cuciva lui cercava altre possibilità. Aveva persino provato nei teatri, ma niente e alla fine dopo anni e anni senza un ruolo si era arrivati al punto in cui lui e Libby avevano sempre più difficoltà a livello finanziario.
Per un po' avevano anche vissuto e lavorato alla locanda di sua nonna, ma ahimè nemmeno quel piccolo momento di pace era durato… la locanda dopo la guerra aveva contratto dei debiti e purtroppo alla fine hanno dovuto rinunciarsi perché non erano in grado di pagargli.
Alla fine era successo, una cosa che non avevano programmato: Libby era incinta.
L’idea di un figlio non aveva mai sfiorato la mente di Cliff, ma quando il bambino era nato senti subito di amarlo.
Eppure sapeva che il suo amore non sarebbe bastato a suo figlio. Ad ogni passo che faceva si sentiva il cuore sempre più pesante e alla fine per un momento, per un lunghissimo momento penso di tornare indietro, ma non poteva farlo.
Libby non c’era più e lui aveva a malapena i soldi per nutrire sé stesso figuriamoci un bambino piccolo.
No, suo figlio sarebbe stato meglio con delle persone che potessero prendersi cura di lui. Persone che potevano crescerlo e amarlo.
Per questo si trovava qui, perché sapeva che qui suo figlio sarebbe stato bene. Certo forse alcuni non sarebbero riusciti a capire perché lui un attore squattrinato che viveva in una sudicia topaia avesse deciso di affidare il figlio ad una coppia che viveva in una discarica.
All’apparenza stava dando suo figlio a dei genitori che avrebbero avuto le stesse difficoltà finanziarie che aveva lui, ma Cliff lo sapeva meglio.
Conosceva questa coppia, una volta aveva soggiornato alla locanda di sua nonna perciò sapeva che erano brave persone. Delle brave persone che non potevano avere figli perciò era venuto qui.
Sapeva che nonostante il loro modo di vivere sarebbero stati in grado di crescere un figlio cosa che lui non poteva.
Con mani tremanti mise giù il fagotto che aveva in mano e suono il campanello all’ingresso della discarica.

Edna si sveglio chiedendosi chi nel cuore della notte avrebbe suonato il campanello che lei e Ed avevano meso all’ingresso.
Mettendosi la vestaglia usci per controllare, il marito aveva lavorato tutto il giorno perciò non voleva svegliarlo.
«C’è qualcuno?» chiese senza però ricevere risposta. Fu in quel momento che lo senti: flebile e debole, ma era certamente il pianto di un bambino.
Si porto una mano alla bocca sorpresa quando lo vide: un fagotto con dentro un bambino piccolo, ad occhio e croce di qualche mese appena con dei ciuffi castano rossichi e la bocca aperta mentre strillava così forte che Edna rimase sorpresa di tanta forza in un esserino cosi piccolo.
Guardandosi attorno Edna fu sorpresa di non trovare nessun’altro, chiunque fosse quel bambino era stato abbandonato.
Le si strinse il cuore a quel pensiero. Prese una decisione sicura che Ed sarebbe stato d’accordo con lei.
«Non temere piccolino.» disse Edna abbracciando il bambino mentre tornava all’interno del camper. «Ci occuperemo noi di te d’ora in poi… sei nostro figlio Jay.»

Da lontano vide la donna prendere in braccio suo figlio e tornare in casa. Anche se sapeva di aver fatto la cosa giusta si sentiva comunque male.
Se solo non avesse sprecato tutti quegli anni cercando di realizzare i suoi sogni, se avesse rinunciato a voler essere un attore prima allora magari avrebbe potuto crescerlo lui… magari Libby sarebbe ancora al suo fianco.
Ma era inutile piangere sul latte versato.
Diede un’ultima occhiata alla nuova casa di suo figlio prima di andarsene.
“Forse un giorno tornerò a prenderti.” Penso Cliff.

E quel giorno arrivò.
Qualche anno dopo Cliff torno alla discarica per riprendersi suo figlio, era riuscito a realizzare i suoi sogni.
Adesso era un attore famoso, ma cosa più importante adesso poteva prendersi cura di suo figlio. Ma quando arrivo da Ed e Edna vide il figlio piccolo giocare con i genitori adottivi. Non aveva mai visto un bambino cosi felice in tutta la sua vita.
Capì che non era giusto strapparlo a quella vita, non quanto era cosi ovvio il modo in cui era amato dai coloro che l’avevano cresciuto.
Cosi Cliff andò via augurando al figlio di poter vivere una vita felice e piena d’amore anche se non avrebbe comportato la sua presenza.
“Addio, figlio mio… ti voglio bene.” Penso Cliff mentre una lacrima solitaria gli scendeva lungo il volto.

Angolo dell'autrice: allora in questo capitolo diamo una pausa all’azione dei capitoli scorsi e ci concentriamo su altro. Ho voluto lasciare ambiguo il destino di Libby visto che non sappiamo cosa le sia successo davvero nello show, nel contempo non volevo dipingere Cliff in una luce troppo negativa perché non sappiamo le sue ragioni per aver abbandonato Jay. In ogni caso penso di dover anche specificare che tempo fa scrissi una fanfiction “Nel gioco” che trattava proprio la madre biologica di Jay, sappiate che quella storia non si svolge nello stesso universo di questa mia serie prequel. D’altra parte come ho detto ho lasciato il destino di Libby ambiguo perciò anche se io ho scritto non tenendo conto di quella storia, a parte qualche elemento headcanon sul personaggio, voi siete liberissimi di decidere da soli se legare tra loro queste mie opere oppure no. Per il resto vi saluto, mi scuso se vi ho annoiato con questo mia spiegazione lunga e soporifera, e a presto!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Ninjago / Vai alla pagina dell'autore: Alex Ally