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Autore: kamony    12/02/2024    3 recensioni
Un uomo osserva la donna che ama, mentre il suo flusso di coscienza ci racconta qualcosa di lei...
Ma che ne sa il mondo di come mi fai contorcere le viscere
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Parlami d'amore



Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Catullo


Un vecchio giradischi diffonde una melodia del tempo che fu.
Gracchia un po', ma le note s'insinuano lievi tra le pieghe dell'anima, mentre tu m'incanti come una sirena, come una musa che dannava antichi poeti.
Perde la
testa chi incrocia il tuo sguardo.
Ma che ne sa il mondo di come mi fai contorcere le viscere.
Inerte
mi ubriaco, ti guardo adagiata tra le candide lenzuola che odorano di noi e dei nostri corpi sudati. Mi sembra ancora di sentirti fremere inquieta sotto di me.
Le
tue labbra vermiglie sono schiuse a promesse roventi, ma aride di parole al miele che ti ostini a tacermi.
I tuoi occhi così liquidi e grandi sembrano stupiti e sono rivolti altrove, quasi pudici, mentre il tuo braccio riposa elegantemente sopra la testa, tra i capelli ebano sparsi sul cuscino.
Offri alla mia vista il tuo seno pieno, invitante, mentre le tue cosce sfacciate mi rivelano il morbido fiore che ho appena colto.
Pari una Venere appena nata dalla spuma dell'amore.
Dimmi che illusione non è, dimmi che sei tutta per me.
Molto mi hai fatto penare, ma poi ti ho vinta e il paradiso è sceso sulla terra.
Sarai per sempre protetta nelle mie stanze segrete dove non ci sarà più posto per spettri raminghi.
Qui sul tuo cuor non soffro più.
Sei la mia luna d'estate e brilli riflessa del mio amore per te, bella e austera come una rosa recisa e posata su candida neve.
Niente è paragonabile a te, malgrado quel piccolo neo che rovina la perfezione di questo momento.
Che scorno!
Crucciato osservo quella specie di drappo vermiglio che sgorga sguaiato dalla tua gola aperta, sembra una seconda bocca che vomita sangue ormai rappreso.
Peccato...
Un frego
spreciso che sporca un quadro perfetto.
Eppure bastava un semplice
sì...
Invece sei stata ritrosa e crudele, per questo ora giaci qui.
Le mie mani tremanti grondano il tuo sangue colpevole.
Sto piangendo, ma non ho lacrime.
Sei fredda e non palpiti più, eppure ti prego:
parlami d'amore Mariù.



***

Quisquiglie e pinzillacchere
Dunque, secondo voi potrebbe essere una “song fic”?
Non ne ho idea, ma ho usato solo 3 frasi e non credo si possa definire tale, ma se lo ritenete necessario posso aggiungerlo come avvertimento/genere, in caso fatemi sapere.
“Parlami d'amore Mariù” è una famosissima canzone del 1932, di Ennio Neri (testo) e Cesare Andrea Bixio (musica) per la voce di Vittorio De Sica (Columbia, WB 5066), che l'ha interpretata nel film “Gli uomini, che mascalzoni” rendendola immortale.
L'ho ascoltata per puro caso tempo fa e mi ha ispirato questa “cosa” molto poco attinente al testo e alla musica. Non mi convince molto e sono stata indecisa se postarla o no... poi mi sono ricordata che è la settimana di S. Valentino e mi sono detta, perché no? Un punto di vista diverso.
No, tranquilli non sempre così cattiva, solo poche volte, quando esce la mia dark side.
Grazie di cuore a chi si è fermato a leggere.
Sotto ho postato il testo della canzone e il link all'ascolto, se qualcuno fosse interessato :)



Parlami d'amore Mariù

***

Come sei bella più bella stasera Mariú!
Splende un sorriso di stella negli occhi tuoi blu!
Anche se avverso il destino domani sarà
Oggi ti sono vicino, perché sospirar?

Parlami d'amore, Mariù!
Tutta la mia vita sei tu!
Gli occhi tuoi belli brillano
Fiamme di sogno scintillano

Dimmi che illusione non é
Dimmi che sei tutta per me!
Qui sul tuo cuor non soffro più
Parlami d'amore, Mariù!

So che una bella e maliarda sirena sei tu
So che si perde chi guarda,
Quegli occhi tuoi blu
Ma che mi importa se il mondo si burla di me,
Meglio nel gorgo profondo
Ma sempre con te,
Sì, con te.

Parlami d'amore, Mariù!





  
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