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Autore: Raphaelgirl87    14/02/2024    1 recensioni
Buon San Valentino! In piena zona Cesarini, vi posto una FF originale e neanche troppo romantica, apparentemente, ma vedrete che parla d amore anche lei, solo sotto un altra forma.
Proprio l altro giorno, stavo ascoltando in auto:"Nella stanza 26" di Nek....premesso che amo Nek e amo questa canzone, ma talmente è ben scritta che la storia si è dipanata nella mia mente, così eccola.....la mia prima Song -fic!
Spero possa piacere questo mio esperimento!
L ho diviso in due parti per maggiore fruibilità!
Buona lettura, come sempre accetto tutti i pareri e come sempre non c e obbligo di lettura!
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L acqua calda che le correva sul corpo sotto la doccia era la cosa più simile a una carezza che Ester riceveva in quella giornata da quando si era svegliata per l ennesima volta in quella squallida stanza che era tutto il suo mondo da qualche mese a questa parte.... I giorni e le notti ormai erano pressoché identici da troppo tempo, si accorgeva del loro cambio dal lento lampeggiare notturno dell' insegna al neon dell' hotel che quasi pulsava come se fosse un cuore, come se prima dicesse si e subito dopo no....

L hotel Diamante.

La stanza numero 26.

Tutto ciò che conosceva dell' Italia dove era approdata qualche mese fa, tentata da un offerta di lavoro di uno sconosciuto.... Era stata una facile preda, del resto avevano bisogno di un entrata in più, lei era la prima di cinque tra fratelli e sorelle, il padre, per un infortunio, aveva perso il lavoro da.molto tempo in quel piccolissimo paesino dell Est Europa dove vivevano e la mamma non aveva mai fatto altro che la moglie e la mamma di tutti loro..... Ester aveva diciotto anni ormai ed era stufa di assistere impotente ai mugolii per la fame dei suoi fratelli e delle sue sorelle durante la notte, a sentire.la.mamma.piangere. dalla sua stanza.perche ogni mese dovevano scegliere se fare la spesa o pagare la bolletta del gas, era stanca del freddo che sentiva nelle ossa ogni giorno perché il riscaldamento era acceso al minimo.... "Adesso basta! Andrò via in Italia e penserò alla mia famiglia" aveva pensato la ragazza quando, l ultima notte passata a casa sua, mentre nel suo letto stringeva al petto la sorella più piccola che non riusciva ad riaddormentarsi per lo stomaco vuoto, prese la decisione di accettare la proposta di quel signore molto ben vestito che l' aveva incrociata per strada mentre portava a casa la scarna spesa che era riuscita ad acquistare:

"Vieni con me.....tu e le tue sorelle....iniziate a venire e lavorare voi, poi faremo venire anche i tuoi genitori....avrete un bel lavoro, molto ben pagato.....non dovrete piu patire la fame...."

E lei, a quella voce suadente aveva creduto, forse anche perché quel giorno era così triste e aveva dovuto ricacciare le lacrime per non aver potuto acquistare un pacco di biscotti, uno dei suoi preferiti....non ne poteva più di privazioni. Ma non avrebbe mandato le sue sorelle allo sbaraglio, prima sarebbe partita lei da sola.

L autobus per quella città di mare dell' Italia sarebbe partito quella sera stessa, a mezzanotte. 

Aveva sempre desiderato vedere il mare, lo aveva sempre solo sognato, in quel paese in mezzo alle montagne, tra le capre.... Soprattutto avrebbe potuto aiutare concretamente la sua famiglia, poteva comprare le scarpe nuove ad Aurel, quella bambola che Dana voleva tanto.....Quel profumo buono al suo caro papà, che non comprava piu da tanto per risparmiare..... Quella crema che la mamma metteva sempre sulle guance la sera, forse per quello era sempre così bella.....

 Era un occasione da non perdere, Ester, semplicemente, con l audacia della sua giovane età, andò a casa, posò la spesa sul tavolo, comunicò la sua decisione alla sua famiglia e fece un piccolo zaino con i suoi pochi vestiti, baciandoli tutti e andando via di casa velocemente, noncurante delle loro proteste, delle lacrime dei fratellini e delle sorelline.

"Vi scriverò, appena arrivo in Italia, lo faccio per voi, presto starete bene...." Aveva urlato loro mentre già era in strada, senza guardarli in faccia, per non avere neanche il minimo ripensamento.... Non si era girata neanche un momento a guardare la sua casetta, le tende con i fiori alle finestre, i gerani che la mamma amava coltivare sul balcone.... Nessuno di loro doveva vederla piangere

"Presto sarò in Italia -pensò, asciugandosi le lacrime- avrò una casetta, potrò fare venire tutti a vedere il mare...."

Così non sarebbe stato.

Non aveva mai visto il mare. Mai. Neanche una volta.

Erano mesi che non aveva avuto più la possibilità di scrivere neanche una lettera alla sua famiglia.

Non avrebbe mai più pensato di finire in un girone infernale, che avrebbe vissuto da così vicino quell' incubo chiamato prostituzione....

Ester lasciò che l acqua le scorresse ancora addosso, aveva ancora un po' di tempo prima del suo prossimo appuntamento, sperando vivamente fosse l ultimo di quella giornata....si sentiva così stanca, così svuotata....si toccò piano li sotto, dove risiedeva quella sua femminilità così defraudata, proprio lì in quel punto dove ancora le doleva dall incontro precedente....non era la prima volta che un cliente non era gentile con lei.... Anzi erano ben rari quelli educati, che la trattavano come.un essere umano....Molto spesso, in quello squallido hotel, passavano rozzi individui, spesso sporchi e puzzolenti, arroganti e presuntuosi, mentre lei doveva essere sempre impeccabile, ben vestita, truccata, sempre accondiscendente, sempre gentile..... E piu erano laidi e piu pretendevano....le richieste andavano da baci al sesso orale a penetrazioni di vario genere....Ester aveva smesso di contare le volte che, sdraiata su quel letto in balia di quelle mani voraci, di quelle bocche mai sazie, restava a guardare un punto imprecisato del soffitto, pregando con tutta se stessa che arrivasse presto il culmine del.loro piacere, che si rivestissero e lasciassero i soldi sul comodino, andandosene....così che lei potesse buttarsi sotto la doccia, a lavare via quello schifo raccogliendo le forze per accoglierne un altro, così e così via....Quante mani di quegli uomini aveva visto cinte dalla fede nuziale.... E ogni volta lei si era domandata come era possibile che quegli uomini potessero tornare a casa la sera, con quale cuore baciassero una moglie,dei figli.... Quegli uomini non valevano neanche un unghia di suo padre, delle sue mani ruvide dal troppo lavoro, di quelle carezze rare ma piene d amore, dei suoi:"Te iubesc, fiica mea*" sussurrati prima di andare a dormire, sia a lei che ai suoi fratelli

Il senso di colpa per ciò che faceva, per il dolore che stava causando a quelle donne era lacerante....Si sentiva uno schifo, veramente uno schifo.....ma lo faceva solo per la sua famiglia, per i suoi fratelli.... Quei soldi servivano a loro..... 

Ma quel giorno....

Quel giorno quel cliente le aveva fatto tanto male.

Era entrato dentro di lei senza complimenti, senza un preliminare, senza niente, semplicemente aveva tirato giù i pantaloni e via, forte solo del fatto che era semplicemente merce per lui....aveva pagato e lei doveva dargli ciò che lui voleva.... niente di meno, niente di più....

Ma il dolore che aveva provato era stato terribile, la giovane ragazza aveva appena mugolato un :"Ti prego, mi fai male così...."

In tutta risposta, Ester aveva ricevuto una sberla su quel suo viso diafano, quel suo viso che aveva imparato a curare con amore dalla sua mamma....che le mancava così tanto.....

"Zitta, troietta, se non l hai capito sono io che comando qui. Tu pensa solo a soddisfarmi"

E così aveva fatto lei, aveva ricacciato le lacrime in gola, ultimando quell' incontro meccanicamente.....Ma li, sotto quel getto di acqua calda, era crollata in lacrime....perché aveva preso consapevolezza di cos era.

Non voleva pensarci mai, perché le faceva male al cuore.

Ma quello stronzo aveva ragione.

Era una puttana.

Niente altro che una puttana....

Come avrebbe voluto andare via, prendere.il.volo.come.le.rondini che facevano il.nido sotto la tettoia a casa sua....Ogni volta che le vedeva librarsi nel cielo le sembrava di respirare la loro stessa libertà.... Non come ora che si sentiva soffocare in quella stanza, con quei fiori che venivano cambiati ogni settimana e lei a momenti neanche lì degnava di uno sguardo....

"È permesso?"

Una voce maschile chiese gentilmente fuori dalla sua porta....Ester imprecò leggermente, il suo cliente era in anticipo....doveva asciugarsi e rendersi presentabile.....

"Tesoro, entra pure, prenditi un drink, io devo solo farmi bella per te" gli disse, asciugandosi le lacrime e cercando di recuperare.il.tono.di voce suadente che usava con i clienti....

"No, signorina, è il servizio in camera, volevo portarle la biancheria pulita"

La ragazza sospirò di sollievo, avrebbe avuto ancora un po' di tempo per sistemarsi, prima del suo prossimo.incontro

"Entri, entri pure!" Gli urlò, mentre si asciugò velocemente e indossò intimo e una sottoveste pulita.... Si recò al comò, mentre si lego i capelli sulla testa lasciando.intravedere il lungo collo, mentre il gentile signore alle sue spalle le stava rifacendo il.letto con le lenzuola.pulite.... Come assomigliava al suo caro padre nei gesti, nei movimenti lenti ma misurati, nella.schiena curva per.il.troppo.lavoro .... L unica differenza è che quel signore indossava un basco e una mascherina chirurgica, come quelle che si indossavano durante la pandemia di Covid di qualche anno fa.....

Ester scrollò le spalle e, compiendo gli stessi gesti meccanici di ogni giorno, aprì il suo rossetto per passarlo sulle labbra, mentre si accorse che il signore, dopo aver posato gli asciugamani nuovi in bagno si stava avviando verso la porta.... Improvvisamente si sentì chiamare, proprio da lui, con un nome che le risultò fin troppo familiare:

"A inghiti...."

Rondinella....

No, non era possibile....

C era solo una persona che la chiamava così al mondo

"Papă...."

Ester si alzò in piedi per guardare negli occhi il padre che, con gli occhi colmi di lacrime, le fece segno di stare zitta con il dito e le fece scivolare un biglietto tra le mani, lasciando la sua camera....

La ragazza restò impietrita, avrebbe voluto abbracciarlo più di qualsiasi cosa al mondo....L aveva trovata! Come era possibile?

Sedendosi, apri il biglietto e capí tutto, mentre il cuore prese a batterle più forte nel petto

"Ester figlia mia, ti ho ritrovato finalmente. Non mi sono mai arreso alla tua scomparsa, ti ho cercato giorno e notte senza sosta, finché non ho scoperto cosa ti hanno costretto a fare per amore nostro....voglio solo dirti che non hai colpa tu, la colpa è solo mia, se avessi lavorato tu ora non saresti qui.... sono sotto copertura dalla polizia, ma se mi ascolti e fai come ti dico, stanotte stessa sarai libera. 

È una storia lunga, non posso dirtela ora. Solo fidati di me. Appena leggi questo biglietto, vieni via dal hotel. Scendi dalla finestra, sei al piano terra, non ti noterà nessuno e vieni al faro al molo. Lo vedi dalla tua finestra, non puoi sbagliarti. Mi troverai la. Ti avrei portato via, già ora, ma se lo avessi fatto sarebbe saltato tutto. Faremo.arrestare tutti questi delinquenti, ma tu ora fidati di me. Vieni al faro. Ti aspetto.

Ti amo. 

Papà"



   
 
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