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Autore: Anakin Skywalker    16/02/2024    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry Potter avesse notato Ginny Weasley prima del sesto libro/film? Quali eventi sarebbero cambiati oltre alla loro relazione? Harry avendo qualcuno vicino con cui confidarsi oltre l'amicizia può fare scelte più oculate e cambiare il corso della storia?
Questa FanFiction vuole esplorare proprio questo e molto altro.
POV variabili da Harry a Ginny e a volte qualcun altro.
AVVISO: I primi capitoli saranno più veloci per arrivare alle parti più centrali della trama, ovvero quando i personaggi sono un po’ più grandicelli.
Abbiamo superato le 50k parole! (Al capitolo 25)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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29. Voglio solo te

 

 

 

 

“Scusami” disse Ron massaggiandosi la guancia su cui era stata stampata la sagoma di una mano.

Harry alzò gli occhi al cielo, verso quel magnifico spettacolo di stelle e si sedette a terra accanto a lui.

“Che diavolo hai combinato?” chiese con un tono più accusatorio di quanto volesse.

“Perché deve sempre essere colpa mia?”.

Harry guardò la guancia rossa dell'amico con un leggero sorriso, come per dire: 'E me lo chiedi anche?'.

“Hai ragione” ammise Ron dopo qualche secondo di silenzio “ho fatto una cazzata”.

“Fin qui c'ero arrivato anche io, sai, dal fatto che siamo qui io e te a parlare invece che essere in quattro a ballare la davanti con tutti” rise Harry cercando di sciogliere la tensione.

“Mi sono fatto prendere dal panico” disse Ron facendosi scivolare per terra dalla vergogna “eravamo lì, abbracciati, stavamo facendo un lento o come si chiama quella stupida danza... lei si è avvicinata... io non ce l'ho fatta...”.

“Cosa hai fatto?”.

“Mi sono staccato e non sapendo cosa dire ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente!”.

“Ovvero?”.

“Fleur era dietro di lei, a qualche metro di distanza, essendo la prima cosa che ho visto avrò fatto un commento su Fleur, tutto qui” disse Ron coprendosi la faccia con le mani.

“Perché sei così idiota? Era fatta, stava facendo tutto Hermione, dovevi solo stare fermo!” disse Harry alzando la voce, stava ripensando al fatto che se Ron non avesse fatto tutto quel casino ora sarebbe con Ginny, magari avrebbero ballato ancora un po', poi... chissà, magari sarebbero tornati al bagno dei prefetti, per stare soli qualche minuto... o tutta la notte.

“Hai ragione, ma ora che facciamo?” chiese Ron con una voce finissima.

“Facciamo?” rise Harry per l'assurdità della situazione “non facciamo nulla, TU ora vai da Hermione e chiarisci tutto, le dici che eri agitato perché eravate in mezzo a tanta gente e preghi che ti perdoni, muoviti”.

“Ma non so nemmeno dove sia” disse Ron guardandosi attorno.

“E' uscita, per fortuna Ginny l'ha seguita, vieni, cerchiamole assieme”.

Harry offrì una mano all'amico e lo aiutò a sollevarsi, non poteva credere che tra tutte le cose che poteva fare aveva scelto proprio quella, la peggiore. Si avviarono tra le lamentele borbottate di Ron nei corridoi del castello, Harry sapeva che Ginny li stava aspettando, era troppo sveglia per non prevedere le loro mosse. Probabilmente aveva portato Hermione in un posto in cui sarebbero state facilmente trovate.

Infatti dopo pochi minuti di ricerca, dopo essere entrati nel cortile interno videro le due ragazze abbracciate su una panchina innevata.

“Ora va, e non fare come tuo solito” disse Harry spingendo l'amico bonariamente.

Ron fece qualche passo incerto verso le ragazze, appena Hermione lo vide scattò subito in piedi, aveva il volto rigato da delle lacrime nere cariche del suo mascara.

“Scusami” bofonchiò Ron.

“Io avrei potuto essere con Krum in questo momento!” strillò Hermione “avrei potuto ballare fino all'alba con qualcuno che mi voleva per quello che sono! Invece ho scelto te, ho scelto te perché pensavo che mi volessi bene almeno quanto te ne voglio io”.

Si fermò per asciugarsi le lacrime. Ginny si era alzata e accarezzava la schiena dell'amica mentre guardava disgustata suo fratello.

'E' il tuo momento' pensò Harry 'di qualcosa!'.

“Lo so” disse Ron trovando miracolosamente il coraggio di parlare al momento giusto “ma non hai sbagliato a scegliere me. Io... ti voglio bene, tanto, da sempre” ammise faticosamente.

Hermione lo guardò leggermente addolcita ma comunque carica di rabbia.

“E' che mentre eravamo lì, in mezzo a tutti... non c'è l'ho fatta, per noi due avrei voluto qualcosa di più... intimo” sussurrò Ron così piano che se avesse abbassato ancora la voce nessuno lo avrebbe più sentito.

“Ma se è così, perché hai detto quella cosa su Fleur?” chiese Hermione confusa.

“Non lo so, è stata la prima cosa che ho visto e mi è uscita di bocca. Lei è bella, si, ma non sei tu, io voglio solo te, solo te”.

Hermione alzò il braccio, come per colpirlo nuovamente ma si bloccò a mezz'aria. Lo sguardo della ragazza incontrò quello di Ron e non riuscì a fargli del male.

Ron aprì bocca, probabilmente per scusarsi nuovamente o per dire quanto le voleva bene, ma non ebbe l'occasione di dire nulla. Hermione era stata più veloce, era scivolata tra le sue braccia e lo baciò senza lasciarli il tempo di realizzare quello che stava succedendo. Il rosso sembrò pietrificarsi sul posto, era impossibile distinguerlo da una delle vittime del basilisco.

Harry sorrise compiaciuto e fece cenno a Ginny di andarsene, la sua meravigliosa dama annuì e lo seguì dentro al castello.

“Era ora” rise Harry.

“Si, anche se Herm è stata fin troppo comprensiva con quel Troll di mio fratello”.

“Nah, semplicemente sa che ogni tanto è un po' Troll, non si può volergli male”.

“Io ti avrei ucciso se avessi detto una cosa del genere su Felur mentre cerco di baciarti” rise Ginny aggiustandosi la collana che le aveva regalato al collo.

“Ma che diamine ha detto?” chiese Harry confuso.

“Non te l'ha detto Ron? Evidentemente si vergogna delle sue stesse parole, meglio così” disse Ginny fermandosi davanti a lui “ma ora che facciamo? Non ho più tanta voglia di ballare”.

“Nemmeno io” convenne Harry.

“Ti va se facciamo una passeggiata?” chiese Ginny con un sorriso furbetto sulle labbra.

Harry conosceva benissimo quella espressione, ormai Ginny per lui era un libro aperto, sapeva leggere ogni possibile sorriso di quella ragazza e classificarlo con una accuratezza spaventosa.

“Certo” rispose altrettanto sorridente.

I due iniziarono a camminare lungo i corridoi deserti di Hogwarts, Harry sapeva benissimo dove la rossa lo stava conducendo. Mentre chiacchieravano non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso, quel vestito la faceva sembrare una dea che camminava tra i mortali, era l'essere più bello che avesse mai visto, forse era la serata, forse era l'amore e forse erano quei bicchierini pieni di liquido non meglio identificato, ma non riusciva a ricordare l'immagine di qualcuna più spaventosamente attraente di Gin.

Inaspettatamente arrivarono davanti alla porta del bagno dei prefetti.

“Oh, guarda un po'” rise Ginny “che caso, evidentemente si torna dove si è stati bene, anche se inconsciamente!”.

“Gin...” disse Harry afferrandole il volto “non credo sia un caso”.

Lei sbuffò divertita.

“Forse potrei averlo fatto apposta” ammise sorridente.

Era stupenda quando sorrideva, il suo volto si trasformava in una fonte di luce ed allegria.

A quel punto la tentazione era troppa, si avvicinarono senza nemmeno accorgersene, prima lentamente e poi velocemente. Le loro labbra si incontrarono come fecero la prima volta al Paiolo Magico, tremanti ed emozionate, era la specialità dell'occasione che gli faceva quell'effetto. La sua mente venne completamente svuotata di ogni pensiero e ragionamento razionale, c'era solo Gin.

Fece scorrere le mani sulla schiena della ragazza, aderivano al lungo vestito rosso e scendevano lentamente, arrivato in fondo e sotto al vestito la prese con forza e la sollevò di peso, portandosela sul petto. Ginny non parve dispiaciuta, lo avvolse con le gambe sulla vita e gli iniziò ad accarezzare i capelli durante gli innumerevoli baci.

Senza farla scendere cercò di raggiungere a tentoni la porta del bagno, spingendo distrattamente sulla maniglia. Entrarono ancora avvolti l'uno sull'altro, nessuno avrebbe potuto definire dove finiva il corpo di Harry e dove iniziava quello di Ginny. Si appoggiarono contro ad un muro, Ginny lo baciò sulla guancia, sulla mascella, sul collo.

Fu solo in quel momento, quando la testa rossa di Ginny si abbassò che riusci a vedere la stanza ed inorridì.

Davanti a lui, nella vasca c'erano due persone nude che si stavano abbracciando, evidentemente avevano avuto la loro stessa idea.

“Harry?” chiese il ragazzo nell'acqua imbarazzato.

Ginny al sentire un'altra voce scese dalle braccia di Harry e si coprì in fretta il fondoschiena con il lembo del vestito che Harry le aveva sollevato.

“Cedric?” rispose Harry paonazzo.

Si guardarono per diversi secondi, senza sapere come muoversi o cosa dire.

“Ciao, Cho” disse Ginny alla ragazza, Harry non la aveva nemmeno riconosciuta.

“Ciao” disse la corvonero abbassando lo sguardo.

“Va bene, noi andiamo” disse Harry afferrando la mano di Ginny.

“Si” disse la rossa.

Uscirono dalla stanza in una frazione di secondo, si chiusero la porta alle spalle e si guardarono.

Scoppiarono immediatamente a ridere, Ginny gli si appoggiò sulla sua spalla per non perdere l'equilibrio. Adorava poter ridere con lei anche di quelle situazioni, Harry non conosceva molte ragazze sotto quell'aspetto, ma sospettava che non tutte avrebbero preso la situazione con filosofia come faceva Ginny.

“Non è serata” rise Ginny arruffandogli i capelli.

“Direi di no”.

“Non importa, ci rifaremo, però sei stato molto bravo”.

“Bravo?” chiese Harry non capendo a cosa si riferisse.

“Si, bravo. Erano degli ottimi baci quelli, i migliori fin ora! In più, non mi dispiaceva essere toccata... di più” disse Ginny divertita dandogli un bacio.

“Grazie mille” disse Harry serio offrendole un braccio per camminare “anche tu non eri male”.

'Eri stramaledettamente incredibile'.

“Andiamo a prenderci un dolce in Sala Grande? A questo punto è l'unico modo per concludere la serata in dolcezza” propose Ginny afferrando il braccio di Harry.

“Direi di si, prima avevo visto delle torte niente male, quasi sicuramente ci troveremo anche Ron”.

 

 

La serata nonostante le interruzioni, non fu un totale disastro, dopo essere tornati alla Sala Grande e aver mangiato una incredibile torta alle fragole, Harry e Ginny ballarono l'ultimo lento del Ballo del Ceppo. Poco dopo furono addirittura raggiunti da Ron ed Hermione, i quali sembravano essersi già dimenticati della litigata di poche ore prima. Circa alle quattro del mattino erano tutti tornati nei dormitori e dopo una manciata di secondi si addormentarono senza proferire parola.

Il giorno seguente i quattro si riunirono in biblioteca per trovare un modo per far affrontare ad Harry la seconda prova che si stava avvicinando sempre di più.

Finché Harry e Ginny sfogliavano tomi di spessore impressionante, Hermione e Ron sembravano per la maggior parte preoccupati di non incrociare i loro sguardi e quando lo facevano impallidivano e si zittivano per diversi minuti.

“Oh, finitela!” disse Ginny dopo un paio d'ore “vi abbiamo visti tutti baciarvi, non fatene una questione di stato, non fate i bambini!”.

Adorava il carattere di quella ragazza, era anche per quello che la amava.

“Hai ragione” disse Hermione ricomponendosi.

Harry guardò per un istante Ron sorridendo, il rosso rispose con un occhio furbetto ma colpevole ed un ghigno malefico.

'Non ci posso credere' fu il messaggio che il volto di Harry segnalò al migliore amico.

'Eh, si' fu la risposta silenziosa di Ron.

'Ieri sera?'.

'Prima del lento finale...'.

'Tutte queste storie, per poi fare così?' comunicò Harry a gesti senza riuscire a contenere una espressione sgomentata.

Ron alzò le spalle, come a voler dire 'non è colpa mia'.

Secondo Ron, lui non era mai colpevole di nulla, era incredibile quel ragazzo.

Quella sera tutto di sarebbe aspettato che succedesse, meno quello. Ron era passato in una sola notte al non riuscire ad accettare un bacio di Hermione, a concludere.

“Forse ho trovato qualcosa” disse Ginny interrompendo il flusso di pensieri del fidanzato.

Harry guardò torvo il miglior amico per qualche secondo prima di girarsi verso Ginny.

“Guarda qui” disse la rossa indicando con il dito una parte di una pagina ingiallita “l'incantesimo Testabolla, effetto: Fa apparire intorno alla bocca e il naso una grossa bolla gelatinosa che permette sia di respirare sott’acqua sia di filtrare l’aria”.

“E' perfetto” disse Hermione alzandosi in piedi per leggere dal libro “bisognerà fare un po' di pratica, ma è fattibile”.

Qualcuno si schiarì la voce rumorosamente alle loro spalle.

“Professor Moody” salutò Ron spaventato.

Harry si voltò a salutare il professore.
“Che state facendo tutti qui durante le vacanze, eh? Non vorrete mica marcire come quei libri che consultate” disse brusco.

“Stiamo aiutando Harry a superare la seconda prova” disse Ginny fiera.

“Certo, questo lo vedo” disse Moody leccandosi il labbro superiore velocemente.

Li scrutò per qualche secondo con l'occhio normale e quello magico prima di voltarsi parzialmente.

“Paciock! Vieni qui” ordinò perentorio.

“S-si?” chiese spaventato Neville avvicinandosi.

“Aiuta i tuoi amichetti Grifondoro, in quattro teste non fanno mezzo cervello” abbaiò mentre faceva per andarsene.

“Siediti pure qui” disse Ginny facendo spazio.

“Grazie” disse Neville sedendosi accanto a lei.

“Cosa stavi facendo con Moody?” chiese Ron curioso.

“Mi stava parlando della mia passione per l'erbologia, tutto qui. Da quando ci ha mostrato le Maledizioni Senza Perdono in classe è come se mi avesse preso sotto la sua ala... anche se non so perché”.

“Beh, Neville, visto che sei esperto di erbologia, se conosci qualche rapa o qualche radice che fa respirare sotto acqua sarebbe fantastico, abbiamo già trovato un incantesimo, ma più alternative abbiamo meglio è” spiegò Hermione mostrandogli il libro su cui avevano trovato l'incantesimo Testabolla.

“Non conosco rape o radici, però c'è sempre l'Algabranchia” disse con naturalezza.

“L'Algabranchia?” chiese Harry.

“Si, la mangi e ti fa venire le branchie e le pinne. Molto semplice, la durata dell'effetto varia in base all'acqua, se dolce o salata, ma dovrebbe funzionare” spiegò Neville tutto fiero.

“Potrebbe essere una soluzione” disse Ginny “con le pinne sarai più veloce, quindi probabilmente avrai più possibilità di vincere. Se poi l'effetto dell'Algabranchia durasse meno del previsto hai sempre l'incantesimo Testabolla”.

“Ha senso” aderì Hermione “bisogna solo allenarsi con l'incantesimo e procurarci questa alga”.

“Però non smettiamo di cercare” disse Harry “magari c'è qualche alternativa migliore”.

 

 

I giorni passarono, l'alternativa migliore non si presentò e neppure una alternativa peggiore se è per questo. Harry si allenò ogni pomeriggio con l'incantesimo Testabolla, ora riusciva ad eseguirlo anche con la testa immersa nel lavandino, era piuttosto bravo. Neville era riuscito anche a procurarsi dell'Algabranchia in breve tempo, tutto era pronto.

Finalmente il giorno della prova arrivò, non vedeva l'ora di rivedere Sirius e mettersi alle spalle questa storia del Torneo. Si era vestito con i colori di Grifondoro e si stava per avviare verso il Lago Nero.

“Avete visto Ginny?” chiese a Ron ed Hermione in Sala Comune.

“No” rispose Hermione “è tutta la mattina che la cerco, nemmeno quando mi sono svegliata la ho vista nel dormitorio”.

“Strano” disse Harry un po' scoraggiato, si era dimenticata di lui proprio quel giorno così importante?

“Non preoccuparti amico, vedrai che salterà fuori prima dell'inizio della prova” lo rassicurò Ron.

“Già” disse Harry senza credere a quelle parole. Tutta la carica e la forza che aveva accumulato erano svanite nel nulla. Come avrebbe potuto competere ora? Dove diavolo si era cacciata? Già si sentiva che qualcosa sarebbe andato male.

 

 

 

Note finali:

Ciao a tutti! Grazie di essere arrivati fino a qui. Questo capitolo è più lungo del solito, fatemi sapere se li preferite un po' più corti oppure vi vanno bene così.

Alla prossima!

   
 
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