Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Spreeng    20/02/2024    1 recensioni
Ambientazione moderna (AU - era moderna) ed ispirata al film QUASI AMICI.
Sesshomaru viene inserito in un programma di recupero, e viene seguito da una giovane donna dal cuore d'oro...come andrà a finire?
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6 anni prima

Come se controllati da un interruttore, gli occhi di Sesshomaru si aprirono sul mondo…o perlomeno su quel piccolo, confortevole angolino in esso, meglio noto come 'il suo appartamento per l'università'.
Il giorno prima, dopo aver trascorso la serata a ridere (imbarazzato) e scherzare (si fa per dire) con alcuni compagni di corso in un pub, aveva deciso di defilarsi silenziosamente e rincasare, per poi concludere in bellezza, ubriacandosi sul proprio divano in allegria e solitudine, due concetti che riteneva si potessero sovrapporre senza problemi.
Certo, avrebbe potuto accettare le avance delle ragazze scosciate del giorno prima, che, in top striminziti, avevano usato la scusa del freddo per spiattellargli le tette in faccia e sussurrargli all'orecchio promesse di succulente ricompense; ma quella sera tutto ciò che desiderava era smettere di sentire tutto, spegnere l'interruttore.
In quel momento, preferiva di gran lunga la compagnia di Jack, Jim e Johnnie, piuttosto che quella di una eventuale Ritsuko, Ayumi o Kimiko.

Con i sensi ancora ottusi, non comprese subito che qualcuno stesse bussando alla porta, e dismise il fastidioso rumore con un mugugno di totale disapprovazione; il disappunto iniziò a montare quando l'importuno visitatore riprese l'assalto.
"Non sono interessato, sparisci!"
L'intimazione sembrò sortire l'effetto, perché il silenzio tornò a regnare in quel confuso Sabato…a proposito, che ora era?
'Solo a titolo informativo' si disse il demone.
Strabuzzò gli occhi e si mise di riflesso a tastare le tasche, che, incredibilmente, trovò: bene, aveva bevuto abbastanza per dimenticarsi di spogliarsi, cose che capitano.

Il telefono era sul tavolino a mezzo metro dal divano, ma fece appena in tempo ad afferrarlo che partì l'avviso di chiamata: numero non salvato in rubrica, sospetto spam.
'Fanculo!' imprecò chiudendo la telefonata.
Stava cominciando ad innervosirsi sul serio, e non erano ancora…le 10:00…10:01…1 nuovo messaggio.

Premette sulla notifica e si ritrovò davanti una chat già aperta, che lo aiutò a capire di chi si trattasse: Inuyasha, la causa di tutti i suoi mali.
'SESSHOMARU, APRI QUESTA CAZZO DI PORTA, PORCA PUTTANA!!!'
Il solito sboccato, non c'era che dire.

Lasciò cadere il telefono sul divano, si tirò in piedi, accertandosi che i vestiti non gli cadessero di dosso, e si diresse verso la porta d'ingresso, cui si appoggiò per guardare nello spioncino: e la giornata era rovinata.
"Che ci fai qui, che vuoi?" ringhiò, una volta scostata la porta.
Il suo interlocutore pareva avere persino meno voglia di lui, di stare lì.
"Sono venuto con papà, ma fidati che vorrei essere dappertutto meno che qui."
Ecco, appunto.
"E dov'è, adesso?"
"Sta arrivando." spiegò il mezzo-demone "Hai idea di quanto fosse preoccupato per te?"
"L'ho sempre detto che gli fa male, stare in pensiero per gli estranei." ribatté Sesshomaru, sul punto di chiudere la porta.
"Estranei???" tuonò una voce da dietro la porta, che il giovane demone riportò controvoglia al suo posto.

"Sesshomaru, non mi ricordo di aver cresciuto un simile screanzato!"
"Naturale che non te ne ricordi, Toga, visto che hai preferito spassartela con una sgualdrina e lasciare quel compito a mia madre." affondò il figlio primogenito.
"Hey, come ti permetti, bast…!" esclamò un furioso Inuyasha, mentre si preparava a sferrare un pugno, che non arrivò mai a destinazione.
"Inuyasha, sta' buono." lo ammonì Toga.
"Ma, papà…"
"Niente ma! Non è il momento, capito?"
"Ufff, Va bene." acconsentì il secondogenito.
'Chissà, forse potrò divertirmi un pochino.' rimuginò il figlio maggiore.

"Figlio mio, eravamo così preoccupati, non sapevamo che fine avessi fatto." disse Toga con voce grave.
"Immagino che tu ti riferisca a te ed Izayoi, giusto?" domandò Sesshomaru, portandosi una mano alla fronte: il mal di testa che colpiva come una bomba a scoppio ritardato.
Toga rimase interdetto per un momento, consapevole della direzione in cui il figlio voleva portare la conversazione.
"Lo sai, che tua madre sta affrontando un brutto periodo, ma questo non significa che…"
"Quindi non era agitata?" lo interruppe Sesshomaru.
"Non lo ha lasciato trasparire, no."
"Allora non era preoccupata, ma tranquillo, non si tratta di un brutto periodo: semplicemente mi conosce, ed è decisamente più sveglia di te e di quell'ingenua della tua compagna."
Lo sguardo del primogenito ricadde sul fratellastro, che sprizzava irritazione da tutti i pori; dopodiché, tornò a posarsi sul genitore.
"È incredibile come un mezzo-sangue che mi disprezza mi conosca meglio di chi mi ha messo al mondo, non trovi?"
Toga si stava sforzando di rimanere tranquillo, ma suo figlio gli stava rendendo il lavoro impossibile.
Inuyasha, spazientito, entrò nell'appartamento spalancando la porta ed oltrepassando un seccato Sesshomaru.

"Ma prego, fate come se foste a casa vostra, no?"
Da dietro di sé, il giovane demone udì tossire.
"Porca miseria, qui dentro è peggio di una distilleria!" esclamò Inuyasha dal salotto "Dico, se ci fosse stata una donna, almeno avrei potuto darti il cinque, ma così fa davvero tristezza!"
Nel frattempo, Toga era entrato e stava cercando di superare il disagio che quel tanfo di alcol gli suscitava.
Una volta arrivati tutti in salotto, Sesshomaru, indispettito, non perse l'occasione per rispondergli a tono.
"Tranquillo, la prossima volta ti lascerò guardare, meticcio."
La pazienza aveva un limite per tutti, e Toga aveva raggiunto il proprio.
"Quando è troppo, è troppo, Sesshomaru!" tuonò "Scusati immediatamente con tuo fratello!"
"Altrimenti…cosa? Mh? Mi prenderai per un orecchio? Mi caccerai da questo appartamento? Sparirai di nuovo dalla mia vita? Ti assicuro che questo sarebbe un regalo stupendo, da parte tua."
Volendo dar credito alle parole di Washington Irving, secondo cui la lingua diventa tanto più affilata quanto più la si usa, la bocca di Sesshomaru doveva ospitare un maledettissimo rasoio; un rasoio con cui stava pugnalando spietatamente il genitore.
Toga rimase impietrito, udendo le parole del figlio, e si sentì avvolgere da una profonda tristezza.
Inuyasha gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
"Torniamo a casa, papà."
"No, figliolo, non possiamo andarcene adesso."
"Fa come ti dice" insistette Sesshomaru, andato a stendersi sul divano "L'emicrania inizia a farsi sentire, e non vorrei altre scocciature tra i piedi."
Il mezzo-demone ne aveva avuto abbastanza di essere trattato con sufficienza, quindi decise di affrontarlo.
"Guardandoti così somigli sempre di più a tua madre, Sesshomaru" cominciò "Ma suppongo sia normale: dopotutto, la mela non cade mai troppo lontana dall'albero."
"Inuyasha!" proruppe Toga.

"Che cosa hai detto?" sibilò Sesshomaru, minaccioso.
Le sue mani si strinsero in pugni ed un ringhio gutturale cominciò a sollevarsi da dentro di lui.
Nella sua incoscienza, Inuyasha ripeté quelle parole.
"Sei sordo, per caso? La mela non cade mai lontana da…ugh!"
Prima che potesse finire la frase, si sentì mancare la terra sotto ai piedi e la schiena sbattuta contro una parete.
Il fratellastro gli stava premendo il braccio sinistro sulla gola, ma a terrorizzare Inuyasha era il suo sguardo: sclere rosse e pupille blu, canini simili a zanne ed un ringhio spaventoso.

Mentre la sua preda cercava di alleviare la pressione sulla gola, Sesshomaru sferrò un pugno in pieno volto ad Inuyasha.
Un secondo lo seguì, e così un terzo.
Non contento, estrasse gli artigli della mano libera, e avrebbe sfregiato il fratellastro, se il padre non fosse intervenuto per fermarlo.
"SESSHOMARU, BASTA, TI PREGO!"
Il figlio, ancora accecato dalla furia, lasciò cadere a terra il fratellastro per potersi concentrare sull'altro bersaglio.
Quest'ultimo era riuscito a bloccargli il braccio destro, quindi sarebbe bastato aspettare che attaccasse con il sinistro e fermare anche quello.
Così fu, ma anche con i pugni bloccati Sesshomaru sapeva di essere più resistente di Toga: sarebbe bastato prenderlo per sfinimento ed avrebbe vinto.
Tuttavia, per uno stupido scherzo del destino, l'emicrania lo colpì, facendolo barcollare all'indietro e portandolo a massaggiarsi la testa.

Mentre Inuyasha si tirava su un po' a fatica e si passava una mano sulle ferite, Toga si avvicinò all'altro figlio e gli prese le spalle.
"Figliolo, tutto bene?" gli chiese, preoccupato.
Nonostante ciò, Sesshomaru allontanò il genitore e riprese ad attaccare.
"Non toccarmi!" ansimò, sentendosi più fiacco ed abbandonato dall'aura demoniaca.
Cercò di catturare il suo avversario, ma lui lo afferrò ai polsi.
Allora iniziò a dimenare le braccia per cercare di liberarsi, sbraitando.
"Sei soltanto uno schifoso…" iniziò. "…traditore…" c'era quasi, ne era sicuro. "...puttaniere!" e le mani erano di nuovo libere.
Ma Toga fu più rapido del figlio, e gli assestò un cazzotto in pieno volto, facendolo capitolare a terra.

Sesshomaru voleva alzarsi, ma era come se il suo corpo gli si fosse svuotato di tutto; si sentiva pesante e molle, ed oltre al sangue avvertì altre gocce rigargli il naso.
'Perché sto piangendo?' si interrogava sconvolto.

Toga si diresse dall'altro figlio e lo aiutò a rimettersi in sesto.
"Stai bene, Inuyasha?"
"Sono stato meglio, papà, ma grazie" lo rassicurò il figlio minore.

Una volta risolto su quel fronte, l'uomo tornò dall'altro rampollo, riverso a terra dopo il colpo ricevuto.
"Adesso sei contento, bastardo?" lo canzonò Inuyasha "Vedi di non rialzarti, o ti darò il resto io."
"Inuyasha!" lo ammonì Toga, ricevendo uno sbuffo dal secondogenito.
Rivolse poi l'attenzione ai tentativi di Sesshomaru di rimettersi in piedi, prima di accorgersi dell'odore di lacrime provenire dalla sua direzione: si sentì come se gli fosse stato stritolato il cuore.

"Sesshomaru, che cosa ti sta succedendo?" chiese Toga con voce flebile.
Cercando di mascherare la voce rotta dalle lacrime per preservare il poco orgoglio che riteneva gli fosse rimasto, Sesshomaru rispose.
"L'hai abbandonata, e guarda cos'è successo: non ti perdonerò mai, nemmeno se lei mi pregasse di farlo."
"Figlio mio…"
"Smettila di chiamarmi così" una minaccia che suonava quasi come una supplica "noi due abbiamo smesso di essere padre e figlio quando te ne sei andato ed hai distrutto tutto."
Ascoltando le parole del primogenito, Toga sentì l'anima dilaniarsi.
Avrebbe voluto consolarlo, ma come poteva se lui lo riteneva la causa di tutti I propri mali?
"Sesshomaru, mi dispiace che tu ti stia sentendo così, e spero che potremo parlarne di nuovo quando ti sarai ripreso; ricorda che io ci sarò per te, se me lo concederai."
Il respiro del giovane si era fatto più regolare, e le forze gli erano tornate a sufficienza per mettersi seduto.
Rivolse uno sguardo al genitore e lo invitò ad andarsene senza particolari inflessioni nel tono della voce: ne avevano avuto tutti abbastanza, non valeva la pena continuare.
I due visitatori si congedarono e chiusero la porta.

Quando padre e figlio raggiunsero l'automobile, Toga parlò.
"Per favore, Inuyasha, guida tu, per il ritorno."
Il ragazzo si voltò ed incrociò lo sguardo del genitore, rigato dalle lacrime.
Il telefono di Inuyasha squillò è si illuminò: 'Mamma'.

"Ciao, mamma." rispose il giovane, con voce spenta.
"Ciao, tesoro mio. Com'è andata, da Sesshomaru?" domandò preoccupata Izayoi.
Il ragazzo fece un respiro profondo, sperando di non far preoccupare troppo la madre.
"Nonostante lo zigomo e l'occhio nero, penso di esserne uscito meglio di tutti."
"Cosa?!" gridò la donna dall'altro capo del telefono "Lui ti ha…"
'E bravo idiota: come tranquillizzi tu, nessuno mai' si rimproverò mentalmente.
"Mamma, lasc-, aspett-, aspett-, aspetta: fammi spiegare la situazione, ok?"
"Come faccio a stare calma, se mi dici che ti hanno fatto un occhio nero?! E tuo padre non ha fatto niente?"
"Mamma, ascoltami: sto bene, ho già fatto a botte prima d'ora, e posso assicurarti che i segni non resteranno a lungo, va bene?"
Izayoi assentì, lasciando che il figlio proseguisse la spiegazione.
"Ho ceduto alle provocazioni di Sesshomaru, e ho finito per insultare sua madre." spiegò il mezzo-demone.
Quanto avrebbe detto dopo, il fratellastro non avrebbe mai dovuto saperlo: non voleva mica far passare l'idea che tenesse a lui.
L'avrebbe scoperto a tempo debito.





Ciao, scusate il ritardo, ma oggi ho avuto una mattinata piena, alla ricerca di appartamenti.
Spero che questo capitolo possa piacervi, perché scriverlo mi è piaciuto molto
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Spreeng