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Autore: Anakin Skywalker    21/02/2024    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry Potter avesse notato Ginny Weasley prima del sesto libro/film? Quali eventi sarebbero cambiati oltre alla loro relazione? Harry avendo qualcuno vicino con cui confidarsi oltre l'amicizia può fare scelte più oculate e cambiare il corso della storia?
Questa FanFiction vuole esplorare proprio questo e molto altro.
POV variabili da Harry a Ginny e a volte qualcun altro.
AVVISO: I primi capitoli saranno più veloci per arrivare alle parti più centrali della trama, ovvero quando i personaggi sono un po’ più grandicelli.
Abbiamo superato le 50k parole! (Al capitolo 25)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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31. I Signori Weasley

 

 

 

Il cuore gli martellava nel petto come non aveva mai fatto, aveva più agitazione addosso ora, rispetto a poche ore prima, nel bel mezzo del Torneo Tre Maghi. Si sentiva un tamburo nella cassa toracica che suonava assordante, a momenti non riusciva più a sentire nemmeno i suoi pensieri.

Ginny aprì la porta dei Tre Manici di Scopa, era gremito di gente, tutti quelli che erano andati a vedere la Seconda Prova erano finiti là.

Harry si asciugò le mani sudate sul mantello, cercando di apparire il più sicuro di se possibile. I commensali si accorsero quasi subito della sua presenza, molti si alzarono a complimentarsi con lui, finché rispondeva e dava le mani a chi gliele porgeva cercava con lo sguardo Sirius e i Weasley, ma nel marasma di gente non riuscì ad individuarli.

Fortunatamente la piccola mano calda e morbida di Ginny trovò la sua e lo trascinò via da un gruppo di maghi che continuava a fargli le stesse domande.

“Grazie” disse con la voce spezzata.

Ginny gli sorrise, gli passò le dita sulla guancia, cercando di confortarlo.

“Stai calmo” disse dolcemente Ginny.

“Si vede molto che non lo sono?” rise nervosamente.

“A parte il fatto che sembri un fantasma, no, non direi” lo prese in giro.

Ginny si trascinò Harry per tutto il locale, alla ricerca dei genitori.

“Eccoli” disse Ginny con un sorriso incerto.

Erano qualche tavolo più avanti, stavano discutendo con Sirius di qualcosa che doveva essere molto divertente, il signor Weasley si era piegato a metà dalle risate.

Il tamburo riprese a suonare più forte di prima.

Cercò di ritirare istintivamente la mano che Ginny stava tenendo, ma lei lo fermò stringendo delicatamente le dita attorno alle sue.

“Tranquillo” sussurrò lei avvicinandosi al tavolo.

La seguì con passi brevi e veloci, ogni millimetro di avvicinamento gli stava facendo pentire la scelta di essere venuti lì.

Molly alzò per un momento lo sguardo da Sirius e si diresse verso di loro. Rimase immobile per qualche secondo fisso su di lui, il cuore di Harry si fermò, per riprendere a battere solo quando Molly iniziò a sorridergli calorosamente.

“Oh, Ginny” disse lei alzandosi in piedi per abbracciarla “che cosa orribile, sotto al Lago tutto quel tempo... come stai?”.

“Tutto bene, mamma. Silente ci aveva rassicurati che non avremmo mai rischiato nulla, io non mi sono accorta di niente finché non sono uscita dall'acqua”.

“Beh, mi sembra il minimo!” disse Molly sorridente per poi guardare oltre la spalla della figlia “e tu, Harry caro, sei stato così coraggioso, hai recuperato la nostra Ginny, vieni qui che ti abbraccio”.

La signora Weasley lo stritolò per bene prima di lasciarlo andare.

“Siediti con noi” disse Sirius facendogli spazio accanto a lui.

Appena si sedette il suo padrino gli mise una mano sulla spalla e si scambiarono uno sguardo d'intesa.

“E' un piacere vedervi, ma che ci fate qui?” chiese Arthur.

“Oggi non ci sono lezioni” disse Harry comunicando solo una mezza verità.

“Beh, immagino, dopo un evento del genere, chi riuscirebbe a concentrarsi in una lezione boriosa con Piton. Dico bene?” rise Sirius.

Tutti risero, ma subito dopo cadde un silenzio imbarazzante. Ginny ed Harry si sfiorarono le dita sotto al tavolo, come per cercare le parole giuste per iniziare quella che sarebbe stata sicuramente una conversazione difficile.

“Dobbiamo dirvi una cosa” dissero all'unisono sia Harry che Arthur.

Harry si sentì arrossire le guance, proprio quando aveva trovato il coraggio di parlare era stato interrotto.

“Prego, prima tu” disse Harry cercando di posticipare la conversazione il più possibile.

“Come preferisci” disse Arthur guardandolo profondamente negli occhi.

Non riuscì a sostenere lo sguardo e si limitò ad osservare con finto interesse il centrotavola davanti a lui.

“Dunque, come iniziare?” rise il signor Weasley “Io e Molly, abbiamo letto delle cose sulla Gazzetta del Profeta. Ora, premetto che l'autrice di quello che sto per dirvi è Rita Skeeter, per cui abbiamo preso queste informazioni con le pinze ed è anche il motivo per cui non ve ne abbiamo ancora parlato”.

Harry e Ginny si guardarono, sapevano perfettamente a cosa si stava riferendo.

“Ecco, a quanto pare, tu ed Harry sareste in una relazione dalla Prima Prova del Torneo. Ci sembrava assurdo all'inizio, voglio dire, conoscendo i vostri trascorsi ci sembravate solo amici. I nostri amici ci avevano addirittura chiesto se era vero, abbiamo sempre negato, dicendo che la Skeeter è inaffidabile. Poi però, questa mattina abbiamo intravisto una cosa...” si interruppe Arthur lasciando intendere la continuazione della frase.

“Era proprio di questo che volevamo parlare” disse Harry con la voce strozzata, ormai doveva essere dello stesso colore dei capelli di Ginny.

“Si, Harry è il mio ragazzo” ammise fieramente.

“Ma Ginny... tu sei...” disse Molly apprensiva cercando le mani della figlia sopra al tavolo.

“Piccola?” chiese lei con una nota di acidità “non più di voi due quando vi siete conosciuti e messi assieme ad Hogwarts”.

“Era diverso” borbottò la signora Weasley.

“Come?” la sfidò la figlia.

Molly scosse la testa con la bocca aperta, non trovava le parole per contrastare Ginny.

“Da quanto?” chiese Arthur.

“Circa un anno e mezzo” rispose Harry abbassando lo sguardo nuovamente.

Molly lanciò un occhiataccia a Ginny, la quale rispose subito.

“Va bene, non eravate così giovani, ma cambia effettivamente qualcosa? Forse anche voi vi eravate interessati l'uno all'altra già da prima. Non abbiamo mai litigato o discusso in tutto questo tempo, ora ho la stessa età di quando tu e papà avete iniziato a frequentarvi, non credo che si possa farne una colpa a me o ad Harry”.

“Porta sfortuna dire che non si ha mai litigato” rise sottovoce Sirius.

“Perché non ce lo hai detto prima?” chiese il signor Weasley pacato.

Harry si stava iniziando a sentire trascurato in quella conversazione, anche se non poteva propriamente lamentarsi, meno parlava, meglio era.

“Perché?” chiese Ginny stupita “perché sapevo che sarebbe andata a finire così, non voglio sentirmi dire che non posso uscire con dei ragazzi per una ragione stupida od un'altra”.

Il signor Weasley scosse la testa ridendo.
“Non ti stiamo proibendo nulla. Certo, se sapessimo che tu stessi frequentando una moltitudine di ragazzi a questa età, ti avremmo fatto un bel discorsetto, ma stiamo parlando di Harry! Lo conosciamo bene, è come un figlio per noi. Penso di poter parlare anche per Molly quando dico che non ci sono problemi! Ci aspettavamo solo un po' più di trasparenza, ma posso capirvi, sono stato giovane anche io. Prima di dire ai miei genitori di Molly... quanto tempo è passato eh...”.

“Quindi non avete nulla da ridire?” chiese Ginny togliendosi dalla difensiva.

“No, però voglio sapere una cosa da te, Harry” disse Arthur serio.

Harry alzò lo sguardo per la prima volta dall'inizio della conversazione, avrebbe voluto sparire.

“Tu ci tieni a lei?”.

“Ma certo...” farfugliò.

“Non le farai del male?”.

“Non ci penso nemmeno, io...”.

“Non la stai prendendo in giro?”.

“Io non potrei mai...”.

“Le vuoi bene?”.

“Molto di più di quanto pensassi di poter voler bene ad una persona” rispose deciso, la mano di Ginny sulla sua gamba gli aveva dato coraggio.

“E allora tutto apposto!” sorrise il signor Weasley “ora vi faccio portare qualcosa da mangiare, aspettate”.

 

Durante il pranzo non parlarono più di loro due, mangiarono e chiacchierarono amabilmente di tantissimi argomenti senza mai ricadere su quello. Molly aveva fatto qualche battuta, ma si era limitata a poche circostanze. La situazione era così rilassata che ad Harry e Ginny scappò un bacio a stampo. Alla fine di tutto, dopo un paio d'ore, nonostante le ripetute insistenze di Harry e Sirius, i Weasley pagarono a tutti il pranzo. La giustificazione di Arthur era stata un scherzoso 'Tanto ormai siamo tutti quasi una famiglia'.

Uscirono dai Tre Manici di Scopa rifocillati e sorridenti, si fermarono a chiacchierare qualche minuto prima che Sirius ed i Weasley tornassero a casa.

“Comunque non è l'unica novità” disse Ginny sorridente.

“Di cosa parli, cara?” chiese Molly.

“Indovinate chi si è trovato la ragazza proprio in questi giorni?” rise la rossa.

“Fred?” chiese Arthur sorridente.

“Ma no, Ron!” disse Ginny.

Harry la guardò come per dire 'Ma non potresti farti gli affari tuoi?'.

Lei rispose con uno sguardo furbetto ed un'alzata di spalle. Era evidente che lui non potesse comprendere le dinamiche tra fratello e sorella, essendo figlio unico ed in più orfano non riusciva a capire questo tipo di dispetti fraterni.

“Ah, Ron ed Hermione!” rise Molly “noi pensavamo che stessero insieme già da una vita!”.

Ginny la guardò torva.
“E ti andava bene? Anche se ha solo un anno in più di me?”.
“Beh, ecco, vedi... lui è...”.

“Un maschio” concluse Ginny arrabbiata.

“Beh si, ma non perché non mi fidi di te, è che gli uomini sono tendenzialmente meno affidabili ed è più facile che se ne approfittino. Chiaramente sapendo che tu stai con Harry non ho nessuna preoccupazione!” si affrettò a chiarire Molly.

Ginny non parve soddisfatta da quella risposta, ma non discusse oltre.

Dopo un paio di minuti si salutarono ed Harry e Ginny si avviarono verso al castello di buon umore.

“Non è andata così male” esordì Harry.

“Vero, mi aspettavo peggio. Però devo ammettere che è stato molto divertente vederti tremare come una foglia!”.

“Ma cosa stai dicendo?” disse Harry leggermente offeso.

“La verità” rise Ginny “guardatemi, sono il grande Harry Potter, uccido Basilischi, cavalco Ippogrifi, allontano centinaia di Dissennatori, sfido i Draghi e sconfiggo le Sirene ma dover parlare con i genitori della mia ragazza... oddio svengo” disse lei imitando la sua voce e lasciandosi cadere addosso ad Harry che la prese al volo in un abbraccio.

“Molto divertente” disse Harry cercando in tutti i modi di trattenere un sorriso.

“Lo è” convenne Ginny guardandolo dal basso.

Harry si avvicinò per baciarla, lei accettò volentieri il gesto.

“I miei ti adorano” rise Ginny una volta che separarono le loro labbra.

“Non dire scemenze”.

“Pensi che avrebbero reagito così se non fossi tu il mio ragazzo? Scordatelo, è lo stesso motivo per il quale Ron non ti ha picchiato quando gli hai detto di noi, ti vogliono bene”.

“Beh, mi fa piacere” disse Harry sorridente.

“Hai fatto colpo sui Weasley” disse seria.

“A me importa averlo fatto su una sola Weasley”.

“Su mia mamma?” chiese scherzosamente avvicinandosi al suo volto.

“No”.

“Allora...”.

“Tu, e non so cosa farei a questo punto senza di te. Ho cercato di razionalizzare quello che provo per te più e più volte. Non ci sono mai riuscito, so solo che mi sento avvolto da te completamente, ogni mattina sei il mio primo pensiero ed ogni sera sei il mio ultimo. Ovunque vada io cerco te, quando ci baciamo mi sembra di provare delle sensazioni dalla vita di un altro, un qualcuno essenzialmente felice che non ha preoccupazioni o problemi. Tu mi fai sentire così senza nemmeno volerlo, sei incredibile. Ti devo la vita in più modi di quanti si possano immaginare”.

Ginny sorrise, lo guardava con gli occhi scintillanti di emozione.

“Non è vero” sussurrò con le labbra increspate in un sorriso perfetto.

“Ecco, lo sapevo. Ti sei illuminata un'altra volta. Lo fai sempre, ad ogni cavolata che dico. E' come se la mia parola avesse il potere di annebbiarti la mente e di piegarti alla mia volontà. Sei così fragile, come una bambina che ha preso una cotta e non riesce a vedere altro che il suo amore. Ti senti così piccola tra le mie braccia che ti abbandoni completamente alla mia volontà. Ed io mi sento un re, con i miei occhi contro i tuoi, che ti scruto dall'alto e ti piego a me. E' soltanto un'illusione e lo sappiamo entrambi. Forse mi piacerebbe che fosse così, ma non lo è. E vuoi sapere la verità? Tra noi due non sono io il sovrano. Non sei tu ad essere in balia della mia autorità. Sono io a stare al di sotto di te. Tu sei la mia Regina. Non hai idea di quante volte entro in Sala Comune a cercarti anche quando so che non ci sei, per colmare il vuoto di quando esci. E tu lo sai perfettamente, ti piace avere le mie attenzioni, ti piace sapere che alla fine sono tuo. Ormai non faccio più niente per nascondere questa assurda dipendenza che ho di te. Mi baci, cerchi la mia lingua, conosci almeno un milione di modi di baciarmi, ogni baci ha un suo significato ed io sto ancora cercando di impararli tutti. Conosco quello che usi per addolcirmi, quello che usi per provocarmi, quello per ringraziarmi, quello per non farmi andare via, quello per noia e perfino quello per farmi sorridere, perché a volte si, basta solo un tuo bacio per rallegrarmi. E questi tuoi occhi, sembrano così profondi che potrei caderci dentro se non ci sto attento, sei così bella. Sei meglio di un ritratto, nessun artista riuscirebbe mai a raffigurarti, fallirebbero sicuramente, nessuno sa dipingere un angelo. E' assurdo tutto questo, l'effetto che hai su di me. Ma mi senti? Senti che cosa mi stai facendo dire? Parole senza senso che un poeta non si azzarderebbe mai ad usare, imbratterebbe solo il proprio foglio di carta. Hai una forza su di me che mi vergogno ad ammettere, mi vergogno solo a pensare queste parole, però continuano ad uscirmi di bocca, quasi involontariamente. Dopo che passiamo una lunga giornata assieme il tuo profumo si è impregnato nei miei vestiti e quando vado a dormire, mentre mi spoglio sento il tuo odore sulla camicia, sul maglione, e mi sento bene. Ormai sei una droga, per questo ti sto dicendo che c'è solo una persona su cui mi interessa aver fatto colpo. Lo capisci?”.

Le labbra di Ginny tremarono lievemente, il suo sguardo perso negli occhi verdi di Harry. Sta per dire qualcosa, lo sa, anzi, sta per chiedere qualcosa. E' sempre la stessa domanda, quando gli argomenti di discussione diventano più sentimentali lo fa sempre, quasi a volersi assicurare che nel frattempo la risposta non sia cambiata. Lei era fatta così, tanto fragile quanto forte.

“Mi ami?”.

E' chiaro che la risposta non fosse cambiata, Harry sapeva che non avrebbe mai potuto farlo, sarebbe rimasta costante per l'eternità.

“Ti amo”.

   
 
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