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Autore: Dello90    23/02/2024    3 recensioni
Se Rin fosse la sorella maggiore di Kagome e se entrambe venissero catapultate nell'epoca Sengoku dal Pozzo Mangia Ossa, come si approccerebbe Sesshomaru a Rin?
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mamma delle ragazze batté le mani ed esclamò:
 
“ Ma certo! Devi essere Sesshomaru. Posso offrirti del  tè?”
 
Sesshomaru sollevò un sopraciglio e osservò la donna che aveva davanti e gli sorrideva.  Aveva lo stesso sorriso di Rin.
 
“ Dov’è Rin? “ ripeté il grande demone.
 
Il nonno delle sorelle prese coraggio e fece un passo in avanti:
 
“ Rin è andata a fare una commissione per me. Dovrebbe tornare in serata”.
 
Sesshomaru decise di aspettarla sul tetto del tempio, ma non fece in tempo a saltare che una mano delicata gli afferrò il braccio e lo trattenne.
Sesshomaru guardò di sbieco la donna che aveva accanto e lei disse:
 
“ Per favore, accomodati. Io sono la mamma di Rin e Kagome.  Gli amici delle mie figlie sono sempre i benvenuti a casa nostra”.
 
“Pazze” pensò il demone “ Le donne di questa famiglia sono tutte pazze. Non capisce che potrei spazzarla via con un solo dito?”.
 
Si misero tutti nella veranda ad aspettare l’arrivo della ragazza.
 
Sesshomaru sentì che Rin si stava avvicinando molto prima che fosse visibile, ma non le andò incontro.
Voleva godersi ogni istante della sua apparizione e voleva vedere che espressione avrebbe fatto nel trovarlo lì. 
In questo modo avrebbe capito se avesse fatto bene ad andarla a prendere o no.
 
Il volto di Rin iniziò a spuntare lentamente, man mano che risaliva la lunga scalinata che portava al tempio.
La ragazza aveva lo sguardo fisso per terra, sembrava pensierosa.
 
Sesshomaru strizzò gli occhi per guardarla meglio e gli si strinse il cuore quando Rin sollevò il viso.
 Gli occhi della ragazza erano gonfi, rossi e trasmettevano sofferenza. Aveva pianto intere notti.
Il grande demone si trattenne dall’andarle incontro.  Solo dopo aver visto la sua reazione avrebbe deciso se rimanere lì o andarsene per sempre.
 
Rin vide che la mamma e il nonno non erano soli: nella penombra della veranda c’era una persona.
Si mise una mano davanti agli occhi per proteggersi dal sole che stava tramontando e per mettere meglio a fuoco.
 
“ Non può essere” sussurrò la ragazza e lasciò cadere il sacchetto che teneva in mano per correre dal grande demone.
 
In quell’istante Sesshomaru lo vide: la sua Rin stava sorridendo e i suoi occhi avevano riacquistato la loro solita scintilla.
 
In un baleno il grande demone fu davanti alla ragazza, le cinse la vita e la sollevò in modo che fossero alla stessa altezza.
 
Rin gli gettò le braccia al collo incredula e gli sussurrò all’orecchio:
 
“  Mi hai salvato anche questa volta”.
 
Sesshomaru posò una mano sulla guancia della ragazza e poi le baciò le labbra dolcemente.
 
“ Aaaah… Come sono contento per la mia nipotina! Il suo principe è venuto a prenderla!” esclamò  in lacrime il nonno.
 
“ Anche io sono molto felice per Rin… Ma tu piuttosto … Non ti stavi preparando ad esorcizzarlo fino a un attimo fa? Non pensare che non m sia accorta di tutti i sigilli e incensi che stavi accumulando dietro di te!” disse la mamma.
 
“Io…ecco..Sarò sincero…Quel demone mi terrorizza!” si giustificò il nonno.
 
La donna alzò gli occhi al cielo e concluse: “ Andiamo, lasciamoli da soli…”.
 
Sesshomaru posò Rin e disse: “Io attraverserò l’albero, ma per te potrebbe essere pericoloso, quindi vai al pozzo. Si aprirà il varco, saltaci dentro. Io sarò ad aspettarti dall’altro lato nell’epoca Sengoku.”.
 
La ragazza strabuzzò gli occhi e disse: “ Ehi, ehi…Calma! Spiega meglio…”
 
Sesshomaru, che non era abituato a qualcuno che non obbedisse senza spiegazioni,  rimase un attimo senza parole.  Ma del resto anche questo lato del carattere di Rin lo aveva affascinato, così le spiegò tutta la vicenda.
 
La ragazza annuì e chiese: “ Non possiamo partire domani mattina? Ormai è quasi notte”.
 
Il grande demone si spazientì e rispose secco:
 
“ No. Potrebbe essere troppo tardi”.
 
“ Tardi per cosa? “ replicò Rin.
 
Sesshomaru sentì di nuovo la pazienza abbandonarlo, doveva iniziare ad allenarsi con l’autocontrollo.
Si limitò a guardarla torvo e Rin sentì un brivido freddo lungo la schiena:
 
“ Vado a prendere qualche cambio e a salutare la mamma e il nonno”.
 
Nel giro di un’ora Rin si ritrovò tra le braccia di Sesshomaru nell’epoca Sengoku.
 
Il grande demone la sollevò da terra e iniziarono a volare nel cielo stellato.
 
Rin domandò : “ Dove stiamo andando?”
 
“ Al palazzo” rispose lui.
 
Rin lo fissò perplessa e chiese: “ Sta andando a fuoco? Perché tutta questa fretta di tornare?”
 
Ma Sesshomaru non disse più una parola.
 
Arrivati a destinazione, il grande demone portò Rin in giardino, fino davanti alla fontana di Orihime e Hikoboshi.
 
Sesshomaru lasciò Rin e si denudò completamente.
 
La ragazza non riusciva a smetterla di ammirarlo. Il suo fisico scolpito trasmetteva forza e sicurezza, ma era in contrasto con la delicatezza della sua pelle chiara e i suoi capelli d’argento che riflettevano la luce della luna.
 
Rin, come ipnotizzata, si avvicinò a Sesshomaru e lui non perse tempo a spogliarla. Poi lui si voltò ed entrò in acqua.
 
Rin lo seguì senza fiatare e si accorse che l’acqua della fontana era calda.
 
Sesshomaru poggiò la schiena al bordo e si mise a guardare lo spettacolo che Rin, a sua insaputa, gli stava offrendo.
Ad ogni passo che la ragazza faceva, il vapore avvolgeva il suo corpo sinuoso e le gote diventavano sempre più rosse.
Quando Sesshomaru la ebbe di fronte, le prese il viso tra le mani e le sollevò il mento in modo ad obbligarla a guardarlo negli occhi. Rin era completamente alla sua mercé.
La baciò con passione , quasi violentemente. Poi le prese le natiche e la trascinò sulle sue gambe muscolose.
Rin si mise a cavalcioni su di lui e lo guidò dentro di lei, iniziandosi a muovere lentamente, finché Sesshomaru non le mise le mani sui fianchi e iniziò a dettare un ritmo più sostenuto.
Il grande demone iniziò a torturarle il seno pieno con mani e bocca. 
Poco dopo  la ragazza esplose in un gemito di piacere e lui capì che poteva lasciarsi andare.
 
I due rimasero stretti l’uno all’altra e Rin, con la testa appoggiata alla spalla di Sesshomaru sussurrò:
 
“ Ho capito perché avevi tanta fretta di tornare”
 
Il grande demone sorrise compiaciuto.
 
   
 
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