Il Caso del Fantasma del Teatro
Terenzio Collina si trovava nella grande città della nebbia e dei misteri. Era una sera di pioggia, e le strade erano illuminate dalle luci dei lampioni.
Terenzio aveva ricevuto una chiamata urgente: al Teatro dell’Opera, un fantasma infestava le prove di una nuova produzione.
All’interno del teatro, Terenzio incontrò il direttore, un uomo nervoso con gli occhi cerchiati «Signor Collina.» disse «Il nostro spettacolo è maledetto. Ogni notte, il fantasma appare sul palco e fa scomparire gli attori.»
Terenzio mangiucchiò la pipa «Dove si nasconde il fantasma?»
Il direttore indicò un vecchio camerino «Là dentro. Ma nessuno ha mai osato entrarci.»
Terenzio aprì la porta. Il camerino era buio e polveroso. Un vecchio specchio era appeso al muro. Terenzio si guardò riflesso: il suo cappello a tesa larga sembrava ancora più misterioso.
Il primo indizio era una nota sul tavolo:
“Il fantasma si nasconde tra le maschere. Trova quella che sorride e scoprirai la verità.”
Terenzio esaminò le maschere appese al muro. Alcune erano tristi, altre arrabbiate. Ma una sola sorrideva: una maschera dorata con occhi di smeraldo.
Terenzio la prese e la girò. Dietro di essa, trovò una chiave.
Il secondo indizio era un biglietto sotto il cuscino:
“La chiave apre la porta del passato. Segui il suono del violino e troverai il fantasma.”
Terenzio seguì il suono del violino. Lo portò al balcone del teatro.
Lì, vide una figura eterea: il fantasma.
Indossava un abito da ballerina e danzava tra le gocce di pioggia. Terenzio si avvicinò.
«Chi siete?» chiese.
Il fantasma sospirò «Sono Isabella, una ballerina di Ere passate. Amavo il palcoscenico, ma un giorno scomparve il mio amato violino. Senza di esso, morii di tristezza.»
Terenzio capì. La chiave apriva la porta del passato. Andò nel sotterraneo del teatro, dove si trovava l’archivio.
Lì, trovò il violino di Isabella, nascosto tra vecchi spartiti.
Tornò al balcone e consegnò il violino al fantasma.
Isabella sorrise «Grazie, signor Collina. Ora posso riposare in pace.»
E così, il fantasma scomparve, lasciando dietro di sé solo una melodia malinconica.
Terenzio tornò alla sua bicicletta e pedalò via, sapendo di aver risolto un mistero che sfidava la logica e la realtà.
Grazie a tutti!