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Autore: Raphaelgirl87    27/02/2024    1 recensioni
Piccolissima storiella in tre atti dedicata a Splinter che, anche se non biologico, è il miglior padre del mondo per le sue adorate Tartarughe....in questa storia il nostro maestro sente la mancanza dei suoi figli in missione e si culla dolcemente nei ricordi....buona lettura!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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"Meow?"

Un lieve miagolio risvegliò Splinter dalla lunga meditazione che stava praticando ormai da molte ore ormai..... Per lui, grande maestro di arti marziali, quei momenti erano preziosi come l aria che respirava....aveva veramente bisogno di prendersi del tempo quotidiano per potersi riconnettere con se stesso e con l universo....

Ma si era quasi dimenticato di non essere solo....Quel buffo gattino rosso che, da quasi un anno ormai, faceva parte della loro strana famiglia, lo stava fissando da un pezzo ormai, seduto calmo e pacifico davanti a lui.

Il maestro sospirò divertito:

"Anata wa tadashīdesu, yūjin, gomen'nasai*, non mi sono accorto del tempo che è passato..... sarà quasi ora di cena ormai....."

Dicendo questo, Splinter si alzò lentamente in piedi e, lasciando la stanza del loro covo adibita alla meditazione e alla preghiera, si recò lentamente in cucina per aprire una bustina di cibo per il suo piccolo amico.... L orologio nella sala ticchettava le sei e mezza di pomeriggio.... Era decisamente troppo presto per lui per mangiare....e a dirla tutta non aveva molta fame.....

Servito il piccolo Klunk, il.maestro si sedette stancamente su una sedia in cucina, assaporando il silenzio attorno a sé.

Troppo silenzio, in realtà.

Era sempre così, quando i suoi figlioli non c erano e il covo non risuonava della loro musica, degli strumenti di Donatello nel suo laboratorio, delle loro risate, dei loro scherzi, delle loro chiacchere continue, dei loro commenti sboccati alle partite di basket o ai film che guardavano in tv....

E si anche di quei noiosissimi battibecchi quotidiani tra fratelli che Splinter mal digeriva, in quanto talvolta gli pareva di avere a che fare con dei lattanti e non con dei ragazzoni ormai diciottenni fatti e finiti, anche se sapeva che erano perfettamente normali soprattutto tra adolescenti come i suoi.... 

Non sapeva quanto, ogni volta che nel covo risuonava quel chiasso talvolta continuo e insopportabile, il maestro desiderasse che i suoi figlioli fossero o fuori casa o a letto, per avere un po' di calma .....Curioso come, ogni volta invece, che i suoi figli stavano via per giorni, quel silenzio che tanto bramava in loro presenza diventasse improvvisamente così assordante, così intenso, così insopportabile....

Inutile negarlo: i suoi figli gli mancavano da morire.

Ormai era da quasi tre settimane che si trovavano in Australia in missione per conto della polizia di NYC, proprio ieri aveva ricevuto la chiamata dei suoi ragazzi con una bella notizia e una meno bella.

La bella notizia era che, come sempre, la loro missione era giunta al termine brillantemente.

La cattiva notizia è che, prima di due giorni ancora, non sarebbero rientrati.

Proprio a ridosso del suo compleanno.

Non che Splinter amasse chissà cosa festeggiare, ormai gli anni stavano iniziando a pesare sul suo fisico, anche se ringraziava ogni giorno i Kami per quella sua vecchiaia in buona salute e lucidità mentale.... Ma era una scusa come un altra per avere i suoi figli con sé, per stare con loro, per godere della luce meravigliosa delle loro anime belle,buone e coraggiose....

"Sensei, ci spiace, ci spiace così tanto, davvero Sensei, scusaci, non dipende da noi....abbiamo da risolvere una cosa ancora.... è importante, c e l ha richiesta l ispettore Vincent...." Gli avevano detto i suoi ragazzi in videochiamata con quattro facce decisamente tristi e contrite e, benché Sensei si fosse sentito lacerare dentro, al pensiero di dover ancora attendere per abbracciare i suoi figli amati, ricacciò tutta la tristezza che stava provando dentro sè e sorrise ai suoi figli:

"Figli miei, non preoccupatevi e non affannatevi a tornare.... Fate tutto ciò che è necessario.... È solo un giorno come un altro....Festeggeremo quando tornerete...."

Mentre ancora i suoi figli gli stavano parlando, Splinter non poté non passare un dito sopra quell' immagine in videochiamata che ritraeva i suoi figli, per accarezzare anche solo virtualmente i lineamenti di ciascuno di loro....Per soffermarsi su quei piccoli dettagli che, quando erano a casa con lui  non ci faceva caso, ma che quando erano via gli mancavano letteralmente come l aria.

Il tono di voce roco e inconfondibile e la piccola cicatrice sul labbro superiore di Raffaello, che non oscurava  i suoi occhi verdi a striature marroni.

Gli occhi azzurri di Leonardo, quasi en.pendant con la sua maschera blu e il tatuaggio sul bicipite sinistro dedicato ai suoi fratelli, fatto ancora prima del tatuaggio che si erano regalati in missione, il giorno del loro diciottesimo compleanno.

Il modo in cui Donatello gesticolava quando parlava, tirandosi su gli occhiali e toccandosi l auricolare che portava sempre con sé

E la risata contagiosa di Michelangelo e quegli strani occhiali da sole che portava appesi a due o tre giri di collane.

Erano proprio loro, i suoi figli, unici, speciali, meravigliosi..... 

Tutta la sua vita.

Quando la chiamata finì, Sensei rimase in silenzio con il tablet sulle ginocchia sul divano per un lungo momento, finché non decise di alzarsi in piedi e di recuperare da un piccolo armadio in sala una scatola di cartone ben sigillata.

La aprì con delicatezza poggiandosi sul tavolino in soggiorno vicino al divano e il suo cuore si commosse infinitamente nel tirare fuori uno alla volta quei piccoli, grandi ricordi preziosi dei suoi figlioli.

Le loro prime, piccole, maschere.

I loro primi pigiamini.

Tante foto dei suoi figli, nelle pose piu buffe e strane.....in qualcuna, incredibilmente, sorrideva pure Raffaello.

I primi occhiali di Donatello, il suo primo computerino e le prime bozze dei suoi primissimi esperimenti,

I primi disegni di Michelangelo, tutti dedicati alla loro famiglia.

I primi bokken di Leonardo.

E il piccolo Bughy, un orsetto di peluche col quale Raffaello aveva dormito per veramente molto tempo e che era stato compagno delle sue avventure e delle sue sfuriate, soprattutto quando era arrabbiato e doveva sfogare la sua ira su qualcosa....ne sapeva qualcosa quell' orsetto tutto spelacchiato e ricucito inummerevoli volte....

"Sensei, non posso sempre picchiare Micky o Leo o sbuffare perché Donnie è noioso con quegli suoi esperimenti, ogni tanto devo sfogarmi su altro....." Gli rispondeva sempre a testa china quel suo figlioletto focoso fin dalla sua tenera età, quando gli portava il pupazzetto senza una gamba o senza un braccino e si faceva aiutare a ricucirlo....

 Splinter sorrise a quei ricordi e a molti altri che si affacciavano nella sua mente.... 

Come quel giorno di giugno di quasi diciannove anni fa, in cui aveva subito la mutazione in ratto per via di quell incidente stradale maledetto che aveva fatto scivolare quel liquido mutageno nelle fogne, contaminando non si sapeva veramente quante persone.....

Un giorno orribile, le urla delle persone contaminate si sentiva fin da dove si trovava, insieme a un tripudio di sirene di tutti i tipi e, anche lui a dirla tutta stava impazzendo dalla sofferenza.....la mutazione era stata orribile ,dolorosissima, si era sentito come se qualcuno con un coltello lo prendesse e lo scarnificasse lentamente....aveva urlato e urlato con tutto se stesso, in maniera indegna, perché normalmente un maestro sopporta stoicamente, ma quel dolore era troppo forte da sopportare senza patire atrocemente..... finché non finì tutto e non si ritrovò per terra, esausto, respirando affannosamente e ricoperto di peli da capo a piedi.... Con una forza immensa, Splinter si trascinò in bagno e, vedendo allo specchio come era ridotto, provò per la prima volta nella sua vita il desiderio di uccidersi con onore, di mettere fine a quella sua miserabile vita di persona tradita da un sottoposto del suo Clan, una persona per la quale avrebbe dato la vita, costretto a cambiare stato per il disonore, a vivere in una lurida fogna perché, nonostante qualche risparmio da parte, non poteva permettersi neanche una stanza.....

Fu solo un lieve mugolare poco distante da lui a distoglierlo da quel nefasto pensiero.... Barcollando sulle.sue gambe malferme, il neo ratto si recò dove senti quel voce piena di dolore e il suo cuore perse molti battiti nel vedere....quattro tartarughine piccolissime.

Ma non quattro tartarughe normali.

Quattro piccole tartarughe con braccia e gambe.

Parevano quasi dei bimbetti di due o tre anni se non fosse stato per il guscio e la pelle verde. 

Probabilmente erano fratellini ( solo in seguito Donatello, grazie a vari test genetici fatti per scherzo, confermò il legame di parentela tra loro) da come si tenevano stretti l uno all altro, con le guanciotte rigate dalle lacrime e tremando vistosamente di freddo e di paura per via di quell acquazzone scrosciante che era scoppiato ora nel cielo e aveva reso il clima improvvisamente più umido e freddo....Erano letteralmente terrorizzati e lo guardavano con lo stesso sguardo con cui si guarda un mostro..... Splinter provò un moto di tenerezza....avevano quasi sicuramente subito la sua stessa mutazione.... Solo in seguito i suoi ragazzi avrebbero confermato di aver sofferto fisicamente tantissimo anche loro quel giorno....

"Piccolini, che ci fate qui? Non vi farò del male....davvero....fidatevi di me...." Disse Splinter e allungò una mano verso di loro, ritraendola subito quando uno di loro, quello leggermente più grosso, fece come per morderla per difendere i fratelli.... Si poteva ben intuire chi sarebbe diventato quella piccola tartarughina, focosa fin da subito.....

"Non voglio davvero farvi del male..... guardatemi....sono....cambiato anche io.....come voi..... Venite con me....vi porto a casa mia al sicuro.....Non avete fame? Ho ancora un po' di pizza surgelata.... è buona sapete? Molto, molto buona..... Mmmmmh....." E così parlando loro con dolcezza e facendo il tipico segno sulla guancia di chi trova una cosa da mangiare gustosa, Splinter si conquistò la fiducia di quelle piccole tartarughine che, barcollando anche loro vistosamente sulle loro nuove gambette, si avvicinarono a lui facendosi prendere in braccio e recandosi in quella parte di fogna in cui Splinter aveva creato una sorta di casa arrangiata con cucina, un bagno, un piccolo soggiorno e una camera da letto....

Si ricordò ancora di come  aveva lavato con cura quei piccoletti nella sua vasca da bagno, di come.poi gli stessi piccoletti avevano letteralmente divorato quella pizza, neanche tanto buona in effetti, ma erano veramente tanto affamati si vedeva, senza sapere che da lì in poi l avrebbero amata spassionatamente come cibo, a loro dire proprio perché gli ricordava quel momento in cui, per la.prima volta, non avevano avuto paura e si erano sentiti a casa..... E di come, sfiniti,quei cuccioli dolcissimi si addormentarono subito, sotto un morbido lenzuolo e stretti forte l uno all altro, in una grossa scatola di cartone che il.maestro aveva arrangiato come loro primo letto.... Era rimasto a guardarli per molto tempo, dolcemente intenerito da quella visione di quei piccolini che dormivano sereni, stringendo forte le manine e le braccine reciproche....aveva accarezzato le loro testoline, promettendo loro che mai nessuno avrebbe fatto loro del male da quel momento in poi e  scoprendo dentro se un sentimento nuovo, immenso, che non lo avrebbe mai più lasciato, anzi sarebbe solo cresciuto col passare del tempo.

L amore paterno per quelle creature.

Un amore che non aveva messo in conto di provare mai nella sua vita....Lui che come unico obiettivo, quando ancora viveva in Giappone, aveva la guida del suo Clan, al quale aveva votato tutta la sua vita....Lui che non voleva sposarsi ne avere una famiglia, improvvisamente si ritrovò padre di quattro creaturine vivaci, giocose e piene di vita....

Splinter sospirò forte pensando a quanto fosse vero quel detto che diceva che:" I giorni sono lunghi, ma gli anni sono corti".... Non era stato facile, anzi....Aveva dovuto insegnare tutto da zero a quei piccolini, ai quali donò i nomi dei suoi quattro pittori rinascimentali preferiti, perché anche loro, chissà, un giorno potessero diventare qualcuno....

Con calma e pazienza, insegnò loro a parlare, camminare sulle loro nuove gambe, a coordinare i movimenti di quel corpo nuovo che avevano, a leggere, scrivere, fare di conto.... E in seguito, li addestrò alle arti marziali, per donare loro un Ikigai, una ragione di vita come si dice in Giappone..... Quando furono sufficientemente grandi, donò loro un arma specifica per ciascuno di loro, per aiutarli a limare proprio quella parte di carattere che avevano difficoltà a interfacciare.... Li educò ai valori più veri della vita,con pazienza ma anche severità....la famiglia, il rispetto per le divinità, l onore, la lealtà, la giustizia..... osservandoli crescere come tutti i fratelli del mondo: giocando, litigando, combinando marachelle di ogni tipo, ma amandosi anche incondizionatamente, come ancora facevano ora che erano più alti di lui.... 

Non avevano granché, anzi, i suoi risparmi erano bastati giusto per donare ai suoi figli la sussistenza base e qualche piccolo sfizio ogni tanto, come i regali di Natale e al loro compleanno(che avevano deciso fosse proprio.il.22 giugno, il giorno della.loro.mutazione, perché sempre a.loro dire, la loro vita da mutanti era iniziata.proprio.quel.giorno)cose cosi.... poteva ringraziare che i suoi ragazzi erano sempre stati buoni e comprensivi, mai gli avevano fatto pesare un no per un qualcosa che non potevano avere..... vero anche che Donatello nel frattempo si era specializzato nel costruire marchingegni di tutti i tipi e spesso era lui a costruire i giochi per se stesso e per i suoi fratelli.....

E così, passo dopo passo, giorno dopo giorno, la loro famiglia era cresciuta semplicemente così, nell' amore e.nel.sostegno reciproco come un piccolo seme gettato nella terra che piano piano diventa una pianta dalle radici profonde....

I ricordi scorrevano nella mente di Sensei, come un bellissimo film, finché non prese tra le mani il foglio che mai più pensava di poter avere tra le mani un giorno.

Quel foglio che assomigliava più di tutti a un miracolo vero e proprio e che mai avrebbe ringraziato abbastanza l ispettore Vincent per quel regalo incredibile.

Il certificato di adozione dei suoi ragazzi, avvenuto ormai più di un anno fa.


*Hai ragione amico mio, mi spiace

   
 
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