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Autore: Alex Ally    28/02/2024    1 recensioni
Conosciamo tutti la storia dei nostri eroici ninja stavolta però racconteremo la storia di altri eroi.
Coloro che gli hanno precedutto.
vedremo le origini della generazione di maestri elementari che hanno precedutto i ninja:
I poteri elementari sono un dono, ma anche un fardello.
La guerra è finita e la pace è finalmente tornata a Ninjago, ma sarà davvero cosi?
Per i maestri elementari ci sono ancora molti ostacoli davanti a loro, riuscirano a superargli?
La fine di una generazione e l'inizio di una nuova si intrecciano in quest'ultimo capitolo della storia.
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lord Garmadon, Ray, Sensei Wu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Capitolo venti: Ghiaccio.

La tempesta era diventata più forte e Yukio non sapeva dove andare per ripararsi da essa, in passato non avrebbe avuto alcun problema. Era il maestro del ghiaccio qualche fiocco di neve non l’aveva mai disturbato, ma ora… ora era vecchio e le sue forze stavano diminuendo giorno dopo giorno.
Lo sentiva il suo tempo stava per scadere e con lui se né sarebbe andato anche l’elemento del ghiaccio. Non aveva mai avuto una famiglia, non si era mai innamorato e messo al mondo dei discendenti. Sapeva che dopo la sua dipartita l’elemento avrebbe trovato un nuovo maestro del ghiaccio, ma forse ci sarebbero voluti secoli e lui sarebbe comunque stato colpevole di aver messo fine alla lingua di sangue originale.
Aveva sempre allontanato tutti, persino Isaac, aveva vissuto da solo e da solo sarebbe morto.
E quella era la cosa che più gli faceva male.
Stanco, sfinito e senza più alcuna voglia di andare avanti si sdraio sul terreno coperto di neve, era quasi simbolico finire la sua vita lì circondato dal suo elemento.
Yukio chiuse gli occhi aspettando che giungesse la fine.

Zane stava seguendo il falco costruito da suo padre, era in arrivo una tempesta perciò doveva tornare al laboratorio, ma l’uccello non voleva saperne di tornare. Il suo continuo girare attorno lo face quasi sembrare alla ricerca di qualcosa, suo padre diceva sempre che il falco aveva un intuito che lui non gli aveva costruito, ma che aveva sviluppato proprio come Zane era riuscito a sviluppare personalità e sentimenti.
«Stai cercando di mostrarmi qualcosa?» chiese Zane mentre il falco atterrava su un cumolo di neve.
Zane si avvicino e vide con sua sorpresa che quel cumolo di neve in realtà era una persona. Sembrava anziano, con capelli e barba bianchi come la neve dalla quale era circondato. Doveva fare qualcosa prima che la bufera peggiorasse.
Senza pensarci due volte si carico l’anziano privo di sensi e si diresse verso il laboratorio alla sua massima velocità.

Di solito non gli piaceva parlare male della gente, ma doveva ammettere che il loro ospite era piuttosto… bè strano. Da quando si era svegliato non aveva detto nemmeno una parola lanciando continuamente a lui e a Zane delle occhiate sospette. Una parte di Julien avrebbe voluto che se n’è andasse da casa sua, ma d’altra parte per quanto fosse uno sconosciuto di cui non sapeva nemmeno il nome non se la sentiva di lasciarlo in balia della bufera di neve che ancora imperversava fuori.
Yukio d’altro canto sarebbe stato ben felice di affrontare la bufera piuttosto che rimanere lì anche solo un secondo di più. Quel posto non gli piaceva, era strano cosi come quei due tizi che l’avevano salvato quando non avrebbe voluto esserlo. Al contrario di Wu lui non credeva al destino, chiunque fossero sti due che l’avevano salvato non avevano importanza, appena la bufera fosse finita avrebbe continuato il suo viaggio alla ricerca della sua destinazione finale.
«Se non mangi la tua salute potrebbe peggiorare.» disse il ragazzo dandogli un piatto di minestra.
Yukio storse il naso, da… da quel coso non voleva niente nemmeno il cibo. Chissà poi se era vero cibo o qualcosa di finto proprio come quello stesso ragazzo che gli sorrideva. Metallo e ingranaggi che si muovevano e parlavano come se fossero una persona vera, ma non era così.
E la cosa peggiore non era tanto averlo attorno, ma che quel Julien credeva alle proprie bugie trattando quella macchina come se fosse veramente suo figlio. Tutta questa mesca in scena lo irritava tantissimo e non vedeva l’ora di andarsene.
Spazientito Yukio lancio via il piatto di minestra con un gesto rapido e brusco mandandola sul pavimento.
«Posso portarti altro se…» inizio Zane, ma fu interrotto bruscamente.
«Non voglio niente che sia offerto da… da un coso come te!» disse Yukio.
«Non parlare così a mio figlio!» si intromise Julien.
«Questo affare non è tuo figlio! Non è nemmeno una persona!» strillo Yukio. «Al massimo potrebbe essere considerato un giocatolo venuto fuori male!»
Julien strinse i pugni pronto a ribattere, non era un combattente, ma nessuno poteva insultare suo figlio in sua presenza. Zane però fermo suo padre mettendosi tra i due.
«Padre, non puoi fare del male ad un ospite soprattutto se è un vecchio ferito che non può difendersi.» disse Zane cosa che fece solo arrabbiare di più Yukio.
Come si permetteva di rivolgersi a lui in quel modo? Non avrebbe sopportato tale umiliazione un solo secondo di più.
Quella notte mentre tutti dormivano Yukio usci dal letto e ignorando il suo stesso buon senso che gli diceva di fermarsi, usci dal laboratorio nascosto e si addentrò nella bufera.

Il bianco della neve, sia quella a terra che quella che vorticava in aria, rendeva il paesaggio attorno a lui quasi impossibile da riconoscere.
Yukio decise di andare semplicemente avanti finché avesse potuto. Passo dopo passo, la visuale scarseggiava sempre di più finché alla fine fu impossibile dire dove fosse finito o se stesse ancora facendo la strada che aveva iniziato. Continuo a camminare almeno finché non senti più la terra sotto i piedi.
Solo il vuoto.

Se il falco non l’avesse svegliato non avrebbe mai visto che il loro ospite se n’era andato.
Zane era uscito a cercalo lasciando suo padre al sicuro in laboratorio, sperava solo di trovarlo prima che fosse troppo tardi. Conosceva la foresta in cui era cresciuto a memoria perciò anche con la visuale ostacolata dalla bufera riusciva a muoversi senza problemi.
Alla fine riuscì a trovare il loro ospite, aggrappato ad un burrone mentre lottava per non cadere.
«Afferra la mia mano!» disse Zane sporgendosi verso di lui.
«Perché mi stai aiutando?» domando il vecchio non capendo perché dopo tutto ciò che aveva detto, Zane fosse comunque venuto ad aiutarlo.
«Non ho bisogno di un motivo per aiutare qualcuno.» rispose Zane. «È semplicemente la cosa giusta da fare.»
Yukio sgrano gli occhi e usando tutte le sue forze si allungo per prendere la mano che Zane gli stava offrendo.
Una volta in salvo Yukio guardo, forse per la prima volta davvero, il ragazzo davanti a lui.
Nonostante ciò che aveva detto e il modo in cui si era comportato Zane l’aveva salvato senza pensarci due volte. Forse quel robot era più umano dello stesso Yukio.

«Prima di andarmene volevo farti un regalo per sdebitarmi.» disse Yukio quando fu di nuovo libero di andare via.
La bufera non imperversava più, la foresta era di nuovo tranquilla.
«Non c’è n’è bisogno.» disse Zane, ma Yukio scosse la testa.
«Tu… tu mi hai fatto vedere il mondo in una maniera diversa, qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa.» continuo Yukio. «Personalmente non ho mai creduto nel destino, ma forse se ho incontrato te e tuo padre c’è un motivo.»
Yukio strinse la mano di Zane e quest’ultimo poteva sentire qualcosa muoversi dentro di sé in quel momento. Qualcosa di nuovo e potente, freddo come il ghiaccio, ma allo stesso tempo piacevole.
Yukio se n’è andò, il suo tempo era finito, ma quello di Zane come nuovo maestro del ghiaccio era appena iniziato.
Sapeva di certo che avergli dato i suoi poteri era stata la scelta giusta.
Forse la prima che faceva da anni.
  
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