Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Velidart    04/03/2024    1 recensioni
Quello che sto facendo fa parte del mio percorso di cura: trovare una motivazione ad andare avanti, anche solo una minima fiammella capace di riattivare il mio corpo e la mia mente.
Se ti sei sempre chiesto che cosa prova una persona depressa, come si sente e come vive le sue giornate; o ancora a che cosa pensa beh, questa lettura fa al caso tuo.
Perché lo sto scrivendo? Per buttare fuori, titolo del primo capitolo, e perché spero di sentirmi meno solo, e di trovare altre persone nella mia stessa situazione: per potermi confrontare con loro.
Buona lettura, confido che in qualche modo ciò che scriverò possa essere di conforto a qualcuno, o possa comunque rendervi meglio l'idea di chi è una persona che soffre di depressione maggiore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Pages, il programma di scrittura nativo del sistema operativo Macintosh, mi dice che non scrivo dal 25 agosto 2023. 

Oggi è il 10 gennaio 2024.

Si, è vero: non scrivo da un bel pezzo, ma dovete portare pazienza. Ci sono dei periodi in cui cerco di allontanarmi dalla mia malattia, dei mesi in cui sto relativamente bene; altri invece dove di colpo questa torna a ricordarmi che c'è, esiste ed è un problema. Oggi è uno di questi.

In breve, ho sostituito il farmaco che prendevo con uno chiamato Venlafaxina: oltre al principio serotoninergico, agisce anche sulla noradrenalina che in teoria dovrebbe diminuire l'ansia e aumentare la voglia di fare, diminuendo di conseguenza l'anedonia. E in un certo senso è vero: non vi mentirò, le cose sono migliorate nettamente rispetto a quando prendevo escitalopram, ma i sintomi non sono passati del tutto.

Permangono, nei momenti di crisi che possono durare ore o giorni, sonnolenza, disagi intestinali, annebbiamento mentale e la famosa "morsa" allo stomaco. Insomma, una sensazione che ci sia qualcosa che non va, una sorta di inquietudine perpetua e immotivata che mi prende l'animo. Di positivo c'è che le crisi non sono più così violente da lasciarmi inerte ma la capacità di agire, e reagire, rimangono: se qualcuno o qualcosa riesce a catturare la mia attenzione torno a distrarmi molto più facilmente rispetto a prima.

Questo è un breve sunto della mia situazione, anche se di cose da dire ce ne sarebbero, come sempre: le dirò, ma non oggi.

Oggi voglio concentrarmi su Nocciola, ma non su quello del presente bensì quello del passato: chi era? Che cosa faceva? Cosa lo ha portato a vivere costantemente la sua vita nell'inquietudine?

 

Nocciola nasce l'11 ottobre del 1992 da due genitore italiani ma di città diverse: L. è una madre apprensiva, colta da forti attacchi di ansia e rabbia; F. è un genitore che cerca di soddisfare tutti i desideri dei figli per farli contenti, ma la cui affettività fisica è quasi inesistente. La loro gioia (?) per il nuovo nascituro viene presto distrutta dal referto medico del neonato: patologia di Guillan Barrè, deve essere operato d'urgenza. Da quel momento parte un periodo di circa due mesi che si rivela essere un inferno per la coppia del nuovo arrivato: poche speranze di vita per il bimbo, problemi cardiaci che influenzeranno la vita del piccolo per tutta la sua esistenza e prospettive pessime in tutto e per tutto. La fortuna piomba dal cielo grazie a un medico pediatra, di cui non ricordo sfortunatamente il nome, che insiste sul fatto che la diagnosi sia sbagliata e che il bambino non debba essere operato. L. e F. decidono di affidarsi ai consigli del medico e optano di non far operare il figlio, in breve poi la patologia verrà ridimensionata di molto e il piccolo si dimostrerà affetto da un DIV: non dovrà fare sforzi, stancarsi troppo, subire forti emozioni o praticare sport a livello agonistico; per il resto un controllo all'anno e via passa la paura.

Ma quell'esperienza turba profondamente i neo genitori e da quel momento Nocciola è fonte costante di ansia: cresce in una bolla, vive di raccomandazioni su raccomandazioni e gli viene negata la spensieratezza che ogni bambino dovrebbe avere il diritto di vivere. Per via della sfortuna che si somma ad altra sfortuna, il bambino è cagionevole di salute: si ammala spesso, prende un sacco di antibiotici per evitare possibili comparse di streptococchi che potrebbero influire sul corretto funzionamento del cuore e via dicendo.

Crescerà così nell'ansia, specialmente della madre, e cagionevole di salute.

Gli anni passano e Nocciola incomincia a frequentare le elementari e poi le medie: qui scoprirà quanto l'essere umano può essere cattivo in quanto, i bambini in special modo non hanno freni morali o inibitori. Vivrà anni tormentato da bulli che gliene combineranno di tutti i colori, verrà persino legato a un albero, schernito e preso a sassate. La sua gioia per la vita comincia quindi a vedere sfumature di grigio e crescerà ben presto con la consapevolezza che il mondo non è tutto rose e fiori, molto prima degli altri bambini. Eppure Nocciola, nonostante i momenti di ansia e tristezza, cresce buttandosi i problemi alle spalle e ricordandosi della loro esistenza solo quando glielo rimembrano mamma e papà, o quando è costretto a frequentare una scuola in cui non si trova affatto a suo agio. Per questo motivo, sopraggiunto il periodo delle superiori, molla tutto e decide di frequentare una classe, e un istituto, dove non conosce nessuno.

Il primo anno fila liscio, Nocciola è contento, spensierato, si fa tanti nuovi amici e va più o meno d'accordo con tutti. Il secondo anno invece qualcosa cambia e Nocciola subisce una trasformazione caratteriale che da quel momento scandirà la vita "adulta" del ragazzo. 

Mi sono sempre chiesto a che cosa sia dovuto questo cambiamento: il Nocciola ragazzino era socievole, forte nella sua salute precaria, combattivo, amante del gioco e della compagnia ed estroverso. Il nuovo è un ragazzo schivo, amante della solitudine, che si annoia facilmente, che pensa tanto, tantissimo, e piuttosto introverso caratterialmente. 

Sembrano, a guardarli con occhio clinico, due persone completamente diverse. 

Come vi dicevo non comprendo le ragioni di questo cambiamento repentino: forse la scoperta della sessualità, visto che durante il secondo anno di liceo ci sarà la prima fidanzatina; forse il ritorno di episodi poco piacevoli in classe (ma fortunatamente dal terzo anno in poi gli elementi indesiderati vengono allontanati...), forse il cambiamento dalla fanciullezza all'età adulta nell'emulazione del carattere paterno (sono esattamente la sua copia sputata) o forse qualche trauma subito di cui ho rimosso ogni ricordo.. fatto sta che Nocciola da quel momento non è più lo stesso: con l'avanzare dell'età aumentano l'ansia, la riflessione, la tristezza e la noia nello stare con gli altri. 

Due considero gli step successivi che sono stati fondamentali per la mia evoluzione negativa: il viaggio di maturità ad Amsterdam e la separazione dei miei genitori.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Velidart